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Adelaide Pjeci & Chiapparini Iris
IL VERISMO Adelaide Pjeci & Chiapparini Iris Classe 3^D I.C. G.B.Rubini Prof.ssa: M.L.Fogliata
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IL VERISMO Il Verismo è una corrente letteraria nata all'incirca fra il 1875e il 1895 ad opera di un gruppo di scrittori che non costituirono una vera e propria "scuola" ma era comunque fondato su precisi principi. Il Verismo nasce sotto influenza del clima positivista, quell'assoluta fiducia nella scienza, nel metodo sperimentale e negli strumenti infallibili della ricerca che si sviluppa e prospera dal 1830 fino alla fine del XIX secolo. Inoltre, il Verismo si ispira al Naturalismo, un movimento letterario diffuso in Francia all’inizio dell’Ottocento. Si sviluppa a Milano, allora il centro culturale più vivo della penisola, in cui si raccolgono intellettuali di regioni diverse; le opere veriste però rappresentano soprattutto le realtà sociali dell'Italia centrale, meridionale e insulare. Così la Sicilia è descritta nelle opere di Giovanni Verga, di Luigi Capuana e di Federico de Roberto; Napoli in quelle di Matilde Serao e di Salvatore di Giacomo; la Sardegna nelle opere di Grazia Deledda; Roma nelle poesie di Cesare Pascarella; la Toscana nelle novelle di Renato Fucini. Il primo autore italiano a teorizzare il verismo fu Luigi Capuana, il quale teorizzò la "poesia del vero"; così Giovanni Verga, che dapprima era collocabile nella corrente letteraria tardoromantica (era stato soprannominato il poeta delle duchesse e aveva un successo notevole). Nei veristi, a differenza del naturalismo, convive comunque il desiderio di far conoscere al lettore il proprio punto di vista sulla vicenda, pur non svelando opinioni personali nella scrittura.
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GIOVANNI VERGA Giovanni Carmelo Verga nacque a Catania nel 1840 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Seguì gli studi primari e secondari nella sua città e nel 1858 s’iscrisse alla Facoltà Di Legge, ma la abbandonò presto per dedicarsi all’attività letteraria. Partecipò con passione alle vicende storiche-politiche del suo tempo e nel 1865 si trasferì a Firenze, allora capitale del nuovo Regno D’Italia, dove venne in contatto con numerosi letterati, tra i quali Luigi Capuana, il maggior teorico del Verismo. Nel 1872 si trasferì a Milano, dove ferveva una ricca vita artistica e letteraria e dove i problemi sociali del Paese erano più vivamente sentiti. Qui Verga maturò la sua adesione al Verismo e scrisse le opere più importanti. Nel 1893 ritornò definitivamente a Catania, dove visse in un volontario isolamento rallentando notevolmente la sua attività di scrittore. Nel 1920 fu nominato senatore del Regno D’Italia. Morì, due anni dopo, nel 1922. L’attività letteraria di Verga fu ricca e diversificata. Le opere: 1866: Una peccatrice 1871: Storia di una capinera 1873: Eva 1874: Nedda 1875: Tigre Reale 1880: Vita dei campi 1881: I Malavoglia 1883: Novelle Rusticane 1889: Mastro Don Gesualdo
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Tomba di Grazia Deledda
Grazia Deledda nasce a Nuoro il 27 settembre 1871, quinta di sette tra figli e figlie, in una famiglia benestante. Il padre, Giovanni Antonio Deledda, aveva studiato legge ma non esercitava la professione. Era un imprenditore e agiato possidente, si occupava di commercio e agricoltura. Fu sindaco di Nuoro nel La madre era Francesca Cambosu . Importante per la formazione letteraria di Grazia Deledda, nei primi anni della sua carriera da scrittrice, è l'amicizia con lo scrittore, archivista e storico dilettante sassarese Enrico Costa che per primo ne comprese il talento. La famiglia è colpita da una serie di disgrazie . Fra il 1891 e il 1896 sulla Rivista delle tradizioni popolari italiane, diretta da Angelo è pubblicato a puntate il saggio Tradizioni popolari di Nuoro in Sardegna, introdotto da una citazione di Tolstoi, prima espressione documentata dell'interesse della scrittrice per la letteratura russa. Nel 1896 il romanzo La via del male è recensito in modo favorevole da Luigi Capuana. Nell'ottobre del 1899 la scrittrice si trasferisce a Roma. Nel 1900, sposa Palmiro Madesani. A Roma conduce una vita appartata. Ha due figli, Franz e Sardus. Nel 1903 la pubblicazione di Elias Portolu la conferma come scrittrice . La sua opera è apprezzata da Giovanni Verga oltre che da scrittori più giovani. Lawrence scrive la prefazione della traduzione in inglese de La madre. Nel 1926 le viene conferito il premio Nobel per la letteratura. Un tumore di cui soffriva da tempo la portò alla morte il 15 agosto Le spoglie della Deledda sono custodite in un sarcofago di granito nero levigato nella chiesetta della Madonna della Solitudine, ai piedi del monte Ortobene di Nuoro. Tomba di Grazia Deledda
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MATILDE SERAO Matilde Serao è stata una scrittrice e giornalista italiana. È stata la prima donna italiana ad aver fondato e diretto un quotidiano, Il Mattino. Matilde Serao nacque a Patrasso il 7 marzo Il 15 agosto 1860 la famiglia Serao, con l'annuncio dell'ormai imminente caduta di Francesco II, tornò velocemente in patria. I momenti felici del soggiorno romano furono probabilmente le serate che passò accompagnata dal padre, nella redazione del Fracassa . In occasione dell'uscita del libro che la rese famosa, Fantasia (1883), Più tardi la stessa Matilde riconobbe le ragioni di questo suo “non scrivere bene” nei suoi studi cattivi e incompleti e nell'ambiente; Il primo incontro tra Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao avvenne nella redazione del Capitan Fracassa. Matilde Serao rimase affascinata da quel giovane intelligente e vivace. Nacque una relazione che suscitò il pettegolezzo della . Il 28 febbraio 1885 Matilde ed Edoardo si sposarono . Ebbero quattro figli: Antonio, Carlo e Paolo (gemelli) e Michele. Tra Matilde Serao ed Edoardo Scarfoglio non nacque solo un'unione sentimentale, ma anche un sodalizio professionale. Scarfoglio pensava da tempo di fondare un proprio giornale quotidiano. Insieme con Matilde realizzò il suo progetto: nel 1885 fondarono il Corriere di Roma. Serao chiamò a collaborare al giornale firme prestigiose come Giosuè Carducci e Gabriele D'Annunzio. L'anno 1892 i due si lasciarono perché Scarfoglio ebbe una relazione con un’altra donna .Non fu risparmiata Matilde, accusata di aver ricevuto più volte soldi in cambio di raccomandazioni per posti di lavoro. Scarfoglio, davanti all'attacco sferrato, la difese sul Mattino. La difesa di Scarfoglio continuò poi scrupolosamente. All'accusa di vivere al di sopra dei suoi mezzi e di ricorrere quindi ad entrate occulte, replicò pubblicando entrate, uscite e redditi suoi, della moglie e del giornale . Dopo la morte di Edoardo Scarfoglio (1917), la Serao sposò Giuseppe Natale. Morto anche il secondo marito, rimase sola, ma continuò con la stessa vitalità il suo lavoro giornalistico e letterario. Matilde morì a Napoli nel 1927 colpita da un infarto mentre era intenta a scrivere.
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GIOSUE’ CARDUCCI Giosuè Carducci nacque a Valdicastello , in Versilia , nel 1835. Trascorse gli anni della fanciullezza a Bolghieri e a Castagneto, nella Maremma toscana. Si trasferì successivamente con la famiglia a Firenze e a Pisa, si laureò in Lettere all’ età di ventun anni. Si dedicò subito all’ insegnamento, che però dovette sospendere per due anni, in quanto fu sospeso da ogni incarico per le sue idee filoreppublicane. Negli anni successivi, colpito da gravi lutti familiari, trascorse un periodo di grande sconforto. Nel 1860, a soli venticinque anni ottenne la cattedra di Letteratura italiana all’ Università di Bologna, dove insegnò fino al Nel 1890 venne nominato senatore del Regno e nel 1906 ricevette il Premio Nobel per la letteratura. Morì a bologna nel 1907. Carducci fu uno tra i poeti più rappresentativi del Verismo. Vasta fu la sua produzione sia come poeta che come prosatore e critico. Tra le sue opere poetiche ricordiamo : Rime nuove ( ) Giambi ed epodi ( ) Odi barbare ( ) Rime e ritmi (1899)
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IL DECADENTISMO Il Decadentismo è una corrente artistico-letteraria che, nata in Francia intorno al 1880 fra i collaboratori della rivista «Le Décadent», si diffonde ben presto in tutta l’ Europa. I caratteri fondamentali del Decadentismo sono : Mancanza di fiducia nella ragione e nella scienza ; Isolamento rispetto alla società circostante ; Esaltazione della propria individualità ; Senso di crisi, di morte, di angoscia e di solitudine. L’ esigenza di esprimere queste nuove concezioni determina un profondo cambiamento nelle forme letterarie, specialmente in quella della poesia . La poesia è per i decadentisti la sola possibile intuizione della realtà e il poeta è considerato come veggente, cioè come colui che fra tutti gli uomini è in grado di cogliere il significato nascosto della realtà. Ne derivano che le parole poetiche non hanno più peso, diventano musica e i versi, svincolati da ogni regola metrica, diventano rapidi, carichi di significato e di simbologie. In Italia gli autori più rappresentativi del Decadentismo sono i poeti Giovanni Pascoli e Gabriele D’ Annunzio. Tuttavia, I temi decadenti sono riconoscibili nelle opere di altri due grandi personalità letterarie, gli scrittori Italo Svevo e Luigi Pirandello.
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LUIGI CAPUANA Capuana nasce a Mineo, in provincia di Catania nel 1839, da una famiglia di agiati proprietari terrieri. Tra le opere narrative migliori di Capuana sono da annoverare le novelle ispirate alla vita siciliana, ai personaggi e ai fatti grotteschi e tragici della propria provincia, come nel realismo bozzettistico di alcuni racconti della raccolta "Le paesane" e in altre che non presentano situazioni drammatiche, ma sono divertenti e cercano sempre di mettere in evidenza il lato comico anche se il caso si fa serio. Nel 1868 ritorna in Sicilia pensando di rimanervi per poco tempo ma la morte del padre e i problemi economici, lo costringono a rimanere nell'isola. Nel 1875, Capuana si reca per un breve soggiorno a Roma e nello stesso anno, su consiglio dell'amico Giovanni Verga, si trasferisce a Milano dove inizia a collaborare al Corriere della Sera come critico letterario e teatrale. Nel 1877 esce a Milano la sua prima raccolta di novelle, "Profili di donne", edita da Brigola e nel 1879, il romanzo "Giacinta", considerato il manifesto del verismo italiano. Nel 1882 pubblica una raccolta di fiabe dai molti motivi folkloristici, e i migliori saggi critici nei quali, staccandosi dal naturalismo, rivela una propria estetica dell'autonomia dell'arte. Nel 1900 lo scrittore ottiene la cattedra di letteratura italiana presso l‘Istituto Femminile di Magistero a Roma, approfondisce la sua amicizia con D'Annunzio e conosce Pirandello che è suo collega al Magistero. Muore il 29 novembre 1915 a Catania, poco dopo l‘ entrata in guerra dell'Italia. Linguaggio usato Per poter condurre una ricostruzione del tutto veritiera era necessario usare una prosa duttile e viva, non retorica, che risultasse aderente ai fatti. Si richiedeva pertanto un linguaggio che non alterasse in nessun modo il mondo che si voleva rappresentare e Capuana scelse di proposito la lingua italiana.
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LUIGI PIRANDELLO Luigi Pirandello nacque ad Agrigento nel 1867.
Frequentò le Università di Palermo e di Roma e si laureò in Lettere a Bonn, in Germania. Tornato in Italia, si stabilì a Roma, dove si dedicò alla sua attività letteraria e di docente universitario alla Facoltà di Magistero. Intanto dovette affrontare una grave crisi economica familiare ; per di più in quel periodo la moglie fu colpita da una grave malattia mentale. Pur conducendo una vita appartata, continuò a scrivere e, a partire dal 1915, si dedicò soprattutto al teatro. Nel 1925, ormai famoso in Italia e all’ estero, formò la «Compagnia Teatro d’ Arte di Roma» di cui assunse la direzione artistica. Nel 1934 gli fu conferito il PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA. Morì a Roma nel 1936. Della sua vastissima produzione ricordiamo: Novelle per un anno: raccolta di tutte le novelle scritte e pubblicate in epoche diverse. Il fu Mattia Pascal Uno, nessuno , centomila Maschere nude Pirandello interpreta la crisi dell’ uomo contemporaneo. Secondo la sua concezione, il dramma dell’ uomo nasce dall’ impossibilità di conoscere con certezza la realtà perché essa è sfuggente, molteplice , tanto che ciascuno la può interpretare a modo suo. Pirandello fu uno tra gli autori più rappresentativi del Decadentismo.
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GABRIELE D’ANNUNZIO Gabriele d’annunzio nacque a Pescara nel 1863.
Trascorse gli anni giovanili a Roma tra incontri mondani , scandali , attività letteraria e giornalistica , dividendo ben presto un personaggio influente della società intellettuale del suo tempo . La scoperta di Nietzsche , il filosofo tedesco che aveva elaborato il mito del «superuomo» lo indirizzo verso un ‘ ideale stravagante , esibizionista. Nel 1910 , perseguitato dai creditori , dovette rifugiarsi in Francia . Scoppiata la Prima guerra mondiale , tornò in Italia e si arruolò come volontario , distinguendosi per l’ eroismo di alcune azioni , come un volo su Vienna. Tra il 1919 e il 1921 liberò con un gruppo di volontari la città di Fiume , che i trattati di pace non avevano assegnato all’ Italia. L’ impresa riuscì ma D’ Annunzio fu costretto dal governo italiano ad abbandonare la città. Nell’ immediato Dopoguerra , pur sembrando aderire esteriormente al fascismo , in realtà vi si oppose. Nel 1922 si ritirò a vita privata nella sua sontuosa villa di Gardone , sul lago di Garda, detta poi « Il Vittoriale» , dove morì nel 1938. Delle sue produzioni ricordiamo : L’ innocente (1892) Il trionfo della morte (1894) Il fuoco (1900) Laudi del cielo, del mare, della terra, degli eroi ( ) La città morta (1897) Nelle sue opere dominano la raffinatezza dello stile e il gusto per il tecnicismo formale. D’ Annunzio fu il massimo autore che rappresentò il periodo del Decadentismo.
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VITA DEI CAMPI Vita dei campi è la prima opera verista di Giovanni Verga. L'opera è una raccolta di otto novelle: Cavalleria rusticana La lupa Fantasticheria Jeli il pastore Rosso Malpelo L'amante di Gramigna Guerra di santi Pentolaccia E’ stata pubblicata per la prima volta nel Raccoglie racconti scritti fra il 1878 (il primo è Rosso Malpelo) e il Protagonisti sono contadini, pastori, minatori, uomini della campagna siciliana in cui domina il latifondo. Verga, oltre a raccontare le vicende di personaggi di umile estrazione sociale, ne assume anche il punto di vista, oltre alla prospettiva culturale e linguistica: la voce narrante non è più quella dell'autore, ma dei protagonisti stessi.
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RIVOLUZIONE FRANCESE Alla fine del Settecento le finanze francesi erano dissestate. Nel 1787 il ministro delle finanze francese convocò un'assemblea dove veniva chiesto di approvare una nuova tassa sui possedimenti fondiari, che comprendeva anche le proprietà dei nobili e del clero. L'assemblea non approvò la tassa, invece chiese al re di convocare gli stati generali. Nell'agosto del 1788 Luigi XVI fu d'accordo di convocare gli stati generali per il maggio Mentre il Terzo Stato chiese la doppia rappresentanza per bilanciare gli altri due stati, il voto veniva fatto per ordine e quindi la doppia rappresentanza divenne inutile. Questo portò al Terzo Stato di ritirarsi dagli stati generali e a proclamarsi assemblea nazionale e giurarono di non separarsi fino a che non fosse stata approvata una nuova costituzione. Parigi intanto era travolta da rivolte. Dopo la notizia che a Versailles alcuni nobili avevano calpestato la coccarda tricolore il 14 luglio 1789 gli insorti posero gli occhi sugli armamenti all'interno della fortezza/prigione della Bastiglia, visto anche come simbolo del potere monarchico. Gli insorti assediarono la Bastiglia. l'Assemblea Nazionale adottò la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, come un primo passo in vista di emanare una costituzione.
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ROSSO MALPELO Rosso Malpelo è una novella di Giovanni Verga, che comparve per la prima volta su Il Fanfulla nel 1878 e che venne in seguito raccolta e pubblicata nel 1880 insieme ad altre novelle uscite nel in Vita dei campi. La novella narra di un ragazzo abituato a lavorare in una cava, inasprito dai pregiudizi per via dei suoi capelli rossi, spesso attribuiti al male e il suo nomignolo. L'unico affezionato a lui è il padre, che muore nella miniera, lasciandolo solo con la madre e la sorella che lo maltrattano e mostrano diffidenza nei suoi confronti. In seguito alla morte del suo unico amico Ranocchio, rendendosi conto di non contare più per nessuno, Malpelo accetta con rassegnazione di esplorare un cunicolo pericoloso nella cava. Imboccato il cunicolo sparisce nel nulla, lasciando negli animi dei lavoratori della miniera la paura che egli possa tornare da un momento all'altro come un fantasma. Rosso Malpelo descrive la realtà di povertà e sfruttamento delle classi disagiate in Sicilia alla fine del XIX secolo, realtà che Verga conosceva. Principalmente, l'opera è un ritratto, umanissimo e di grande attualità, di un adolescente condannato dai pregiudizi popolari e dalla violenza della gente all'emarginazione e ad una tragica fine, oltre ad un duro lavoro nelle cave di rena siciliane, dove il protagonista è lo sfruttamento minorile. Nonostante il principio dell'impersonalità, che caratterizza gli scrittori veristi, Verga lascia trasparire la pietà che prova per Malpelo, un "vinto" che non ha alcuna possibilità di sottrarsi al suo destino. Per rendere più realistico il racconto decide di esprimersi con parole dialettali e modi di dire popolari. Il linguaggio realistico e le descrizioni oggettive e referenziali dei maltrattamenti che Malpelo subisce causano un profondo disagio nel lettore, forzandolo ad una riflessione sulle pessime condizioni in cui la vita del povero ragazzino versava. Questa novella rispetta il pensiero di Verga, il quale crede che chi nasce povero tornerà alla condizione sociale iniziale nonostante i vari sforzi che ha fatto per cambiare la sua vita.
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LAVORO MINORILE Nonostante quello che si potrebbe pensare lo sfruttamento minorile è presente anche nei Paesi ricchi (Italia= bambini), anche se vietato sia dalla Convenzione per i diritti dell’infanzia (1989) che dalla Costituzione Italiana. Lo sfruttamento minorile è legato a situazioni di disagio socio-economico e per questo è più diffuso nelle aree povere. Il lavoro minorile riguarda 250 milioni di bambini al mondo, di cui il 61% in Asia, il 32% in Africa e il 7% in America. Lo sfruttamento minorile non significa solo lavoro, ma anche violenza, attività illecite (spaccio di droga, prostituzione.. e nel peggiore dei casi traffico di organi.) Un altro esempio di sfruttamento dei bambini è quello dei bambini soldato, presente soprattutto in Africa.
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LE GRANDI POTENZE AMERICANE
Fra le grandi aree in cui si usa suddividere il mondo, quella nordamericana rappresenta senza dubbio la più ricca. Gli Stati Uniti sono la prima potenza economica mondiale e il Canada, con solo 30 milioni di abitanti, è appena oltre il decimo posto. L'economia sudamericana è stata caratterizzata in questi ultimi decenni da una bassa crescita e una bassa competitività rispetto ai ben più dinamici mercati emergenti di Cina e India. Tuttavia a partire dal 2004 si è verificato un enorme aumento della crescita del PIL e anche della competitività. Sono configurate enormi differenze regionali e un'accentuata disparità nella distribuzione del reddito. La maggior parte della ricchezza è concentrata nelle mani di una minoranza della popolazione, mentre milioni di individui sperimentano livelli di privazione che raggiunge, in casi estremi, la povertà assoluta. Il divario economico tra ricchi e poveri, nella maggior parte delle nazioni del Sudamerica, è considerata superiore rispetto alla media dei paesi degli altri continenti. Lavoro minorile
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Le sfide che attendono l’Africa
L’Africa è il continente che presenta il più basso livello di sviluppo economico e sociale. I problemi sono tanti, a partire dalla drammatica situazione di povertà e di divisione, conseguenza dello sfruttamento colonialista e delle difficoltà della decolonizzazione. Tranne i Paesi della fascia mediterranea e il Sudafrica, l’Africa detiene record negativi in tutti i campi: economico, politico, sociale, educativo, alimentare e sanitario. A peggiorare la situazione vi sono una diffusissima corruzione nelle classi dirigenti e soprattutto le guerre. Uno dei problemi più drammatici è la diffusione del virus dell’AIDS. Inoltre, un problema molto diffuso è lo sfruttamento minorile: oltre milioni di bambini, generalmente dai 7 ai 15 anni. Lavoro minorile
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ASIA: IL RECENTE SVILUPPO
L'Asia sta suggendo enormi cambiamenti in ambito economico in positivo. Fino a pochi anni fa il Giappone era l'unico stato altamente industrializzato invece ora altri paesi come Singapore, Corea del sud e Taiwan si sono inseriti nella classifica dei paesi industrializzati. La crescita economica più elevata si è rilevata in Cina e India, i due paesi più popolati del mondo. In Cina, da alcuni decenni, il governo ha dato il via all'apertura dei mercati ai capitali esteri e liberazione interna. Questo a portato a un elevata e accelerata industrializzazione della Cina e un aumento consistente del PIL. Anche l'India viaggia sugli stessi livelli. Tuttavia la popolazione asiatica risulta molto disomogenea in ambito economico. Gran parte della popolazione è occupata ancora nell'agricoltura. Intere regioni vivono nella povertà e nell'arretratezza economica. Esistono anche moltissime disparità sociali ovvero nei paesi dove c'è stato uno sviluppo tecnologico e industriali si sono aggravati gli squilibri già esistenti. In alcune aree è intenso il lavoro minorile il livelli di analfabetizzazione. Frequentemente non vengono rispettati i diritti umani. Lavoro minorile
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Scritto da Giovanni Verga nel 1889.
MASTRO DON GESUALDO La vicenda è ambientata a Vinizzi, una località in provincia di Catania, nel periodo compreso tra il 1819 e il Il protagonista è Gesualdo Motta, un uomo del popolo, umile lavoratore, tenace ed accorto che dedica la vita al lavoro per accumulare terre, denari e ricchezze. Per aumentare ulteriormente il suo potere, Gesualdo sposa Bianca Trao, una ragazza di nobile famiglia in decadenza. Purtroppo il matrimonio si rivela un fatto cattivo per l’uomo. Tutti gli sono contro: i familiari, benchè da lui aiutati, lo ritengono un traditore perché li ha abbandonati per un mondo diverso; i parenti nobili lo disprezzano. Anche Bianca non riuscirà mai a vincere un’istintiva freddezza nei confronti del marito, come la figlia Isabella. La ragazza, infatti, è ostacolata dal padre nel suo amore e finirà per cedere al suo volere sposando un uomo spietato che non la amerà mai e partendo con lui per Palermo. La moglie, Bianca, muore poco dopo per tisi e dalla lontananza dalla figlia. Così Don Gesualdo rimane solo, sofferente e torturato da malattie. Morirà di cancro qualche tempo dopo nell’indifferenza generale, solo e abbandonato. Scritto da Giovanni Verga nel 1889.
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Scritto da Giovanni Verga nel 1881
I MALAVOGLIA Il romanzo narra le vicende della famiglia Toscano, detta i Malavoglia, che abita il piccolo paese di Acitrezza da diverse generazioni. Il nucleo familiare di tipo patriarcale è composto, prima dal nonno, Padron ‘Ntoni, poi dal figlio Bastianazzo e dalla moglie Maruzza ed infine dai nipoti: Ntoni, Luca, Mena, Alessi e Lia. Le uniche ricchezze della famiglia sono, la «casa del nespolo», da loro abitata, e la barca chiamata «Provvidenza», unica fonte di reddito. Le disgrazie sono all’ordine del giorno e un pomeriggio, a causa di una violenta tempesta, la «Provvidenza» naufraga e Bastianazzo muore. Luca, invece, morirà nella battaglia di Lissa. La famiglia Malavoglia è sconvolta dal dolore ed inoltre per porre rimedio alle precarie condizioni economiche, è costretta a vendere la barca. Una serie di altre disgrazie colpiranno la famiglia Toscano di cui e ad abitare la casa del nespolo rimarrà solo Alessi, gesto che non servirà a nulla poiché la famiglia Malavoglia è ormai distrutta. Scritto da Giovanni Verga nel 1881
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NOVELLE RUSTICANE Novelle rusticane è un’opera scritta da Giovanni Verga nel 1883. Un'illustrazione originale delle Novelle rusticane Novelle rusticane è una raccolta di 12 novelle pubblicate a Torino dall'editore Casanova nel 1883 e sono, come scrive Sarah Zappulla Muscarà"Mirabili, nella loro sofferta, opprimente desolazione, percorse da un più cupo pessimismo e nessun spiraglio di luce sembra illuminare i protagonisti di questa disperata tragedia del vivere". Le novelle rusticane sono il secondo scritto verista di Verga e tratta la tematica della "roba". Qui Verga introduce le tematiche socio-economiche della Sicilia del tempo. Secondo Verga, riesce a far fronte agli imprevisti della natura solo chi riesce ad accumulare più beni (terre, denaro), secondo la "legge del più forte". È dunque necessario curare i possessi materiali.
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IL NATURALISMO Il Naturalismo è un movimento letterario che nasce in Francia alla fine dell'Ottocento come applicazione diretta del pensiero positivista e che si propone di descrivere la realtà psicologica e sociale con gli stessi metodi usati nelle scienze naturali. Esso riflette in letteratura l'influenza della generale diffusione del pensiero scientifico, che basa la conoscenza sull'osservazione, sulla sperimentazione e sulla verifica. Il poeta cerca di esprimere la realtà nel modo più oggettivo ed impersonale possibile, lasciando alle cose e ai fatti stessi narrati, la descrizione del compito di denunciare lo stato della situazione sociale, evidenziando il degrado e le ingiustizie della società. Gli scrittori naturalisti abbandonano la scelta narrativa del narratore onnisciente, che sa tutto dei personaggi e che racconta la storia in terza persona, comune nel romanzo romantico, sostituendola con una voce narrante che assiste ai fenomeni descritti, così come accadono. I principali due scrittori del naturalismo sono Emile Zola che rappresenta nelle sue opere il proletariato industriale e Guv de Maupassant che scrive novelle i cui protagonisti sono contadini, modesti impiegati, donne di piacere e militari. Il Naturalismo ha dato poi origine al Verismo in Italia.
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EMILE ZOLA Émile Édouard Charles Antoine Zola (Parigi, 2 aprile 1840 – Parigi, 29 settembre 1902) è stato uno scrittore, giornalista, saggista, critico letterario e fotografo francese. Nel 1867 pubblica il suo primo grande romanzo, Thérès Raquin, la cui apparizione è accompagnata da violente polemiche a causa del crudo realismo che lo caratterizza. . Sviluppa quindi la sua concezione del romanzo come "opera sperimentale", applicando il metodo scientifico all'osservazione della realtà sociale. Tale teoria lo avvicina a scrittori come Guy de Maupassant e Joris-Karl Huymans, futuri scrittori del decadentismo, allora fautori del realismo, facendone il caposcuola del Naturalismo. Venne anche in contatto con le idee del socialismo e del marxismo, che approvò in larga parte, anche se molti critici di quell'area politica attaccarono inizialmente i suoi romanzi, poiché troppo pessimisti sul futuro rivoluzionario della classe operaia.Émile Zola divenne, e tale rimase fino alla morte, ateo e anticlericale, e si avvicinò al positivismo.Così, in seguito alla lettura dei testi scientifici di Charles Darwin sulla selezione naturale e l'ereditarietà, e quelli di Auguste Comte sulla sociologia, formulò le regole del cosiddetto romanzo sperimentale, che doveva riprodurre su carta ciò che sarebbe avvenuto in un laboratorio scientifico per lo studio dell'umanità, rappresentate nel suo primo grande ciclo di romanzi dalla famiglia dei Rougon-Macquart. Le sue idee, lo stile narrativo e le teorie sul naturalismo favorirono anche la nascita di un altro movimento del realismo in letteratura, il Verismo italiano, nato per opera di Giovanni Verga e Luigi Capuana, ma la sua influenza è presente anche su altri della stessa corrente come Federico De Roberto e Matilde Serao (Il ventre di Napoli, riprende il titolo del romanzo zoliano Il ventre di Parigi).
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DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL’UOMO
La Dichiarazione universale dei diritti umani è un documento sui diritti individuali, firmato a Parigi il 10 dicembre 1948, la cui redazione fu promossa dall’ Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) perché avesse applicazione in tutti gli stati membri. Documento storico molto importante prodotto dagli Alleati sull'onda dell'indignazione per le atrocità commesse nella Seconda guerra mondiale, la Dichiarazione fa parte dei documenti di base delle Nazioni Unite insieme al suo stesso Statuto del 1945. Secondo gli Stati membri non democratici dell'ONU, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani non è vincolante per gli Stati membri dell'organizzazione. Tuttavia ai diritti ed alle libertà in essa riconosciuti va attribuito un valore giuridico autonomo nell'ambito della comunità internazionale, dal momento che sono ormai considerati dalla gran parte delle nazioni civili. La Dichiarazione dei Diritti Umani è un codice etico di importanza storica fondamentale: è stato infatti il primo documento a sancire universalmente (cioè in ogni epoca storica e in ogni parte del mondo) i diritti che spettano all'essere umano.
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L’ONU L'Organizzazione delle Nazioni Unite in sigla ONU, spesso abbreviata in Nazioni Unite è una organizzazione intergovernativa a carattere internazionale. L’ONU si pone come obbiettivi la difesa della pace, la garanzia dei diritti umani e la promozione del progresso sociale. E’ la più importanze organizzazione internazionale. Nata il 24 ottobre 1945 con l'entrata in vigore dello Statuto delle Nazioni Unite, vi aderiscono 193 stati del mondo su un totale di La sede centrale è a New York. Gli organi principali sono: Assemblea generale Consiglio di sicurezza Segretariato Corte internazionale di giustizia Inoltre un insieme di agenzie, programmi, fondi, istituti specializzati- indipendenti ma facenti riferimento all’ONU- opera per il raggiungimento di obbiettivi specifici. I principali sono la FAO, che si occupa di alimentazione e agricoltura, l’UNESCO, attiva nel settore dell’educazione, l’UNICEF, che promuove iniziative a favore dell’infanzia, della scienza e della cultura e molti altri.
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LA SECONDA GUERRA MONDIALE
La Seconda guerra mondiale iniziò nel settembre 1939 con l’invasione tedesca della Polonia. Francia e Gran Bretagna essendo alleate dei polacchi, dichiararono guerra alla Germania. Hitler rispose occupando Belgio e Olanda e attaccò la Francia che si arrise. Intanto l’Italia era entrata in guerra accanto alla Germania. Italia, Germania e Giappone (entrato in guerra contro la Cina) il 27 settembre 1940 sottoscrissero il Patto Tripartito. Nell’agosto 1940 la Gran Bretagna tenne testa ad un attacco aereo dei tedeschi. Nel 1941 la Germania invase la Russia ma l’Armata rossa riuscì a bloccare l’avanzata tedesca. La guerra divenne mondiale quando nel 1942 gli USA entrarono in guerra, dopo un attacco aereo del Giappone alla baia di Pearl Harbor. Contemporaneamente secondo Hitler bisognava eliminare tutte le popolazioni non ariane, ritenute inferiori. Creò così i campi di sterminio nei quali venivano imprigionati e uccisi soprattutto ebrei ma anche altre minoranze etniche e sociali considerate pericolose. Con l’ entrata in guerra degli Stati Uniti si costituì l’Alleanza delle Nazioni Unite, che associava 26 Paesi, fra cui i principali erano gli USA, la Gran Bretagna, la Francia, l’Urss e la Cina. L’8 settembre del 1943 l’Italia firmò l’armistizio dopo che gli anglo-americani la ebbero occupata. Il 7 maggio 1945 la Germania capitolò, seguita dal Giappone, devastato dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Quando gli alleati rivelarono all’opinione pubblica mondiale l’esistenza dei campi si sterminio, i massacri di popolazioni inermi e i trattamenti disumani dei prigionieri si definì un nuovo reato, quello di «Crimini contro l’umanità» . I più alti esponenti del Partito nazista e del governo del Terzo Reich ancora vivi furono accusati di questo crimine e processati a Norimberga. Nell’atto di accusa pronunciato il 18 ottobre 1945 presso il Tribunale militare internazionale compariva per la prima volta il termine di genocidio, il più mostruoso dei crimini contro l’umanità.
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GIUSEPPE UNGARETTI Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria D’ Egitto nel 1888 e qui trascorse la sua giovinezza. Nel 1912 si trasferì a Parigi, dove completò la propria formazione culturale e venne a contatto con importanti personalità artistiche e letterarie di quel tempo. Tornato in Italia, prese parte, come volontario, alla Prima guerra mondiale. Alla fine della guerra si stabilì a Roma. Nel 1936 ricevette l’ incarico di insegnare Letteratura italiana all’ Università di San Paolo in Brasile. Rientrato in Italia nel 1942, continuò il suo insegnamento all’ Università di Roma. Morì a Milano nel 1970. Le sue raccolte di versi più importanti sono: Il porto sepolto (1917) L’allegria (1931) Sentimento del tempo (1933) Il dolore (1947) Giuseppe Ungaretti è considerato l’ iniziatore della poetica dell’ Ermetismo, incentrata sull’ essenzialità della parola.
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ERMETISMO In Italia tra gli anni Venti e Trenta, cioè nel periodo fra la Prima guerra mondiale e la seconda guerra mondiale, si afferma la più alta espressione poetica del Novecento: l’ Ermetismo. Questo termine, che non si riferisce a un vero movimento letterario quanto piuttosto a un comune atteggiamento assunto da un gruppo di poeti, viene coniato dal critico Francesco Flora per sottolineare la difficoltà di comprensione di questo tipo di poesia. I poeti ermetici intendono la poesia come momento di folgorazione, di grazia, come intuizione improvvisa del mistero della vita. Di conseguenza, le loro composizioni sono molto brevi, scarne, diventano poesia pura, essenziale, che si esprime attraverso poche parole di intenso valore allusivo, simbolico. Il poeta ermetico più rappresentativo è, senz’ altro, Giuseppe Ungaretti. La poesia di Salvatore Quasimodo e di Eugenio Montale, se inizialmente si può collegare all’ Ermetismo, in seguito assume caratteristiche del tutto originali e innovative.
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Eugenio Montale Ermetismo
Eugenio Montale nacque a Genova nel Trascorse l’infanzia e la giovinezza tra la città natale e Monterosso (La Spezia), nelle Cinque Terre, dove la sua famiglia possedeva una casa. Interrotti ben presto gli studi tecnici, si dedicò alla musica e al canto. Frequentò gli ambienti letterari di Genova e di Torino. Nel 1927 si trasferì a Firenze, dove lavorò presso la casa editrice «Bemporad» e, successivamente, fu nominato direttore della biblioteca «Gabinetto Vieusseux», un prestigioso centro culturale, ma nel 1938 fu esonerato dall’incarico perché si era rifiutato di iscriversi al Partito fascista. Dopo la Seconda guerra mondiale si trasferì a Milano, dove lavorò come redattore al «Corriere Della Sera» e come critico musicale presso il «Corriere Di Informazione». In quegli anni pubblicò molti brevi racconti, articoli, interviste e raccolte di poesie. Nel 1962 fu nominato Senatore a Vita e nel 1965 ricevette il Premio Nobel per la letteratura. Morì a Milano nel Delle sue raccolte di poesie ricordiamo: Ossi di seppia (1925), Le occasioni (1939), La bufera e altro (1956), Satura (1971). I temi fondamentali della sua poetica sono: il male di vivere, cioè il dramma dell’esistenza; la solitudine e il dolore dell’uomo moderno; il trascorrere inesorabile del tempo. Ermetismo
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SALVATORE QUASIMODO Salvatore Quasimodo nacque a Modica (Ragusa) nel 1901 e trascorse l’infanzia e l’adolescenza in Sicilia. Dal 1919 al 1926 visse a Roma dove frequentò il Politecnico, ma abbandonò ben presto gli studi. Trasferitosi a Firenze, venne a contatto con il gruppo letterario della rivista «Solaria» e con l’esperienza poetica degli ermetici. In questo periodo pubblicò le sue prime raccolte di versi. Nel 1934 si trasferì a Milano, dove, accolto nell’ambiente culturale milanese, si dedicò completamente alla poesia. Nel 1959 gli fu conferito il Premio Nobel per la letteratura. Morì a Napoli nel 1968. Nella prima fase della sua produzione, fino al 1942, Quasimodo può essere considerato un poeta ermetico. Appartengono a questa fase la raccolta di poesie: Acqua e terra (1930) Oboe sommerso (1932) Ed è subito sera (1942) Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale, la sua poesia subisce un profondo cambiamento, passando dall’estrema concentrazione simbolica, tipica dell’ermetismo, a un forte impegno civile e sociale. Sconvolto dagli orrori della guerra, Quasimodo matura l’idea che la poesia debba interessarsi delle problematiche dell’uomo contemporaneo ridandogli, dopo la tragedia della guerra, la fiducia nel futuro.
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Il processo di Norimberga
Berlino avrebbe dovuto essere la sede naturale del processo ai criminali di guerra nazisti, ma gli inglesi non volevano che il processo di tenesse lì perché la città si trovava nella zona controllata dai russi. La scelta cadde su Norimberga perché era una delle poche città tedesche importanti dove il palazzo di giustizia non era stato distrutto dai bombardamenti e aveva un’aula abbastanza grande per tanti imputati. Il processo in quel luogo assumeva inoltre un significato simbolico: a Norimberga erano state promulgate le leggi razziali e si erano celebrati i trionfi nazisti. Furono quattro i capi di imputazione: sui primi tre, cospirazione contro la pace, delitti contro la pace e crimini di guerra. Era invece inedito il quarto: crimini contro l’umanità che comprendevano omicidio, sterminio, riduzione in stato di schiavitù, deportazione e altri atti disumani commessi prima e durante la guerra. Alcuni imputati si difesero dichiarando o di non essere a conoscenza di crimini che altri stavano compiendo o di avere obbedito a ordini superiori. La sentenza fu emessa il 31 agosto 1946: 12 imputati furono condannati a morte, 3 assolti e 7 condannati a pene detentive da 10 anni di carcere all’ergastolo. Seconda guerra mondiale
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BOMBA ATOMICA La bomba atomica ("bomba A" secondo una terminologia originaria) è il nome comune della bomba a fissione nucleare, un ordigno esplosivo la cui energia è prodotta dalla reazione a catena di fissione nucleare. Si tratta di un processo di divisione del nucleo atomico di un elemento pesante in due o più frammenti, che può avvenire a "cascata" in alcuni isotopi rari. Nella bomba atomica avviene in modo "incontrollato", liberando quindi una enorme quantità di energia in un tempo brevissimo. Appartiene al gruppo delle armi nucleari, un insieme che include anche le armi basate sull'altro principio di reazione nucleare, cioè le bombe a fusione nucleare. Nell'uso moderno il termine "bomba atomica" (talvolta "bomba nucleare") viene usato anche per indicare armi di quest'ultimo tipo, in quanto sono quelle che formano quasi interamente gli arsenali nucleari di oggi. Questa voce descriverà principalmente le armi del primo tipo, cioè le bombe a fissione, il cui meccanismo costituisce comunque anche l'innesco delle bombe a fusione e quindi è contenuto anche in queste ultime. La bomba atomica può essere un'arma di distruzione di massa, la comunità internazionale perciò limita e sanziona la produzione di tali armi con il Trattato di non proliferazione nucleare. La prima bomba all'uranio ("Little Boy") fu sganciata sul centro della città di Hiroshima il 6 agosto 1945 durante. La seconda bomba al plutonio, denominata in codice "Fat Man", fu sganciata invece su Nagasaki il 9 agosto Entrambe per porre fine alle Seconda guerra mondiale. Questi sono stati gli unici casi d'impiego bellico di armi nucleari, nella forma del bombardamento strategico. L'Unione Sovietica recuperò abbastanza rapidamente il ritardo e sperimentò la prima bomba a fissione il 29 agosto 1949, ponendo così fine al monopolio degli Stati Uniti d'America. La Gran Bretagna, la Francia e la Repubblica Popolare Cinese sperimentarono un ordigno a fissione rispettivamente nel 1952, nel 1960 e nel Israele costruì la prima arma nel 1966, si ritiene effettuò un test insieme al Sudafrica nel 1979, e il suo arsenale è tuttora non dichiarato. L'India effettuò il suo primo test nel Il Pakistan cominciò la produzione di armi nucleari nel 1983 ed effettuò un test nel La Corea del Nord effettuò un primo test nel Le testate nucleari, basate sia sul principio della fissione nucleare che della fusione termonucleare possono essere installate, oltre che su bombe aeree, su missili, proiettili d'artiglieria, mine o siluri. Nel 1955 fu compilato il Manifesto di Russell-Einstein: Russel e Einstein promossero una dichiarazione invitando gli scienziati di tutto il mondo a riunirsi per discutere sui rischi per l'umanità prodotti delle armi nucleari. Il Sudafrica, che aveva cominciato la produzione di bombe atomiche nel 1977, è stato l'unico paese a cancellare volontariamente il suo programma nucleare nel 1989, smantellando sotto il controllo dell'AIEA tutte le armi che aveva già costruito. Il fungo atomico, causato da "Fat Man" su Nagasaki, raggiunse i 19 km di altezza, 9 agosto 1945
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LA FAO L'organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, in sigla FAO, è un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite con il mandato di aiutare ad accrescere i livelli di nutrizione, aumentare la produttività agricola, migliorare la vita delle popolazioni rurali e contribuire alla crescita economica mondiale La FAO lavora al servizio dei suoi paesi membri per ridurre la fame cronica e sviluppare in tutto il mondo i settori dell'alimentazione e dell’agricoltura. Fondata il 16 ottobre 1945 a Québec del Canada, dal 1951 la sua sede è stata trasferita da Washington a Roma presso il Palazzo FAO. Da novembre 2007 ne sono membri 191 paesi più l'Unione europea.
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Il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia abbreviato in UNICEF (già United Nations International Children's Emergency Fund, e dal 1953 United Nations Children's Fund) è un'agenzia delle Nazioni Unite fondata l'11 dicembre 1946 per aiutare i bambini vittime della seconda guerra mondiale. L'UNICEF, con sede centrale a New York, è presente in 156 paesi e si occupa di assistenza umanitaria per i bambini e le loro madri in tutto il mondo, principalmente nei paesi in via di sviluppo. I bambini ed i ragazzi sotto i 15 anni sono circa 2 miliardi nel mondo. L'UNICEF è finanziato con contributi volontari di paesi, governi e privati e ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 1965. Inoltre, contribuisce a salvaguardare i diritti dei bambini che vengono sfruttati attraverso lavori pesanti e l’arruolamento forzato nell’esercito.
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