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PubblicatoMichela Cappelletti Modificato 8 anni fa
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STORIA DELLA SCIENZA A PIÙ DIMENSIONI È importante avere un quadro complessivo per capire, almeno in parte, quale sia stato l’itinerario (spesso complesso) che ha portato: 1) alla codifica di un metodo sperimentale, 2) alla enunciazione di una legge, 3) alla elaborazione di una teoria, 4) alla costruzione di un modello.
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Una storia della scienza a più dimensioni Esempio Nello studio di una disciplina, spesso, incontriamo Leggi che sono ricordate con il nome degli scienziati che le hanno elaborate. Se il nome dello scienziato è uno si riesce a individuare il tempo in cui ha operato, ma se la legge è ricordata con i nomi di due o più scienziati si ha la sensazione che i due o più scienziati abbiano lavorato insieme. Questo spesso è errato: possono avere lavorato sullo stesso tema ma 1) in tempi differenti o 2) in contesti e luoghi differenti
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Robert Boyle (1627-1691) Fisico irlandese fondò un cenacolo di scienziati da cui nacque in seguito la Royal Society Oxford : legge di Boyle 1662 Ernest Mariotte (1620 – 1684) Monaco e filosofo naturalista, fondatore della fisica sperimentale in Francia. Legge di Mariotte 1676 Legge di Boyle e Mariotte A T costante, la P ed il V di un gas rarefatto soddisfano la relazione P·V=K dove P è la pressione del gas, V il volume che occupa e K una costante. Il valore della costante dipende dalla temperatura, dalla natura del gas e alla massa del gas. Un ipotetico gas che obbedisca esattamente alla legge di Boyle e Mariotte, viene detto gas ideale o perfetto. (es. Boyle e Mariotte la legge sui gas; il tempo è pressoché lo stesso ma il luogo diverso).
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È certamente molto complesso riuscire a disegnare un quadro generale in cui compaiano tutti gli scienziati che hanno contribuito alla storia anche di una sola disciplina, nonché alle interazioni con gli altri scienziati. In termini di "dimensioni", dovremmo considerare una struttura polidimensionale molto difficile da studiare
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I parametri più interessanti nel settore della SdS sono: 1) il tempo 2) gli scienziati 3) le opere 4) le nazioni 5) le sedi e le "scuole" Si possono individuare anche altri parametri ad esempio 6) le interazioni con altri scienziati, 7) i contributi di altre scienze, 8) le relazioni dello scienziato con la società del tempo, 9) lo sviluppo parallelo di altre scienze o arti. È opportuno usare 2 o al massimo 3 dimensioni ( o parametri) per volta.
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Esempio: nella ricostruzione storica di una disciplina si possono collocare gli scienziati con le loro ricerche, scoperte, invenzioni sulla base di una scala dei tempi. Quindi, i parametri usati sono 2: gli scienziati (che hanno contribuito al settore) e il tempo Limiti di quando si fa questo tipo di scelta Nella ricostruzione non compaiono tutti gli scienziati che hanno contribuito alla storia della disciplina, nonché le interazioni con gli altri scienziati. Infatti
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Nella ricostruzione storica di una scoperta o invenzione pur avendo più scienziati contribuito al raggiungimento dell’obiettivo si ricorda solo “l’organizzatore" o “codificatore“ ovvero colui che ha avuto l’illuminazione o la capacità di sintesi, dimenticando che il codificatore spesso è partito da molte esperienze pregresse compiute da altri, o con lui hanno collaborato altri ricercatori. Il suo nome può lasciare in ombra tutti gli altri scienziati Dovrebbero comparire anche i nomi degli scienziati i cui contributi stanno alla base della teoria elaborata dall’organizzatore, o comparire tutti coloro che nello stesso settore hanno compiuto errori o perseguito strade errate, ma la cui esperienza è stata utile per permettere di individuare la via corretta.
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Va sempre ricordato che il percorso della scienza non è mai lineare, ma tortuoso e irto di difficoltà ed errori, ma nei libri di storia i sentieri non coronati da successo sono cancellati, resta solo la strada Maestra che ha condotto al successo
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Altri parametri che si possono usare sono: 1) le opere fondamentali in funzione del tempo, 2) nascita e sviluppo dei settori della disciplina in funzione del tempo, 3) le grandi "scuole" in funzione del tempo In tutti i casi il parametro di riferimento è il procedere del Tempo Nell’approccio diacronico il tempo è considerato un parametro fisso anziché variabile come nell'approccio sincronico
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