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PubblicatoLia Maggi Modificato 8 anni fa
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1 Rating e analisi finanziaria Lucidi usati nel corso di Finanza aziendale progredito I MODULO, A.A. 2011/’12 Prof.ssa Antonella Angelini
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2 DEFINIZIONE DEFINIZIONE DI PMI Per riuscire ad individuare una PMI occorre prendere in considerazione: PARAMETRI QUALITATIVI PARAMETRI QUANTITATIVI
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3 PARAMETRIQUALITATIVI (1) PARAMETRI QUALITATIVI (1) Zappa (1956): la nozione di PMI è nel fatto indeterminata, lo stesso criterio nel quale la nozione avrebbe fondamento non è costante. I criteri di base, continuava, sono di solito diversi secondo i settori produttivi in cui le imprese operano e secondo lo stadio iniziale o successivo nel quale le aziende vivono.
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4 Più correttamente, si deve parlare di PMI in senso assoluto e relativo. Assoluto se pochi addetti, limitato capitale investito, vertice direzionale formato da una o poche persone, con competenze non specialistiche; Relativo se rispetto alle altre imprese operanti nello stesso settore la dimensione aziendale appare contenuta. PARAMETRIQUALITATIVI (2) PARAMETRI QUALITATIVI (2)
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5 PRINCIPALI CARATTERISTICHE DELLE PMI Coincidenza tra soggetto economico e management Quota di mercato ridotta Indipendente Scarsa specializzazione del management Contatti personali tra la direzione e la manodopera Difficoltà all’accesso al credito, specie a m/l termine Scarso potere contrattuale verso i terzi in genere
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6 E’ necessario prendere in esame i parametri quantitativi perché ci sono situazioni in cui è necessario classificare in modo oggettivo le imprese in base alla loro dimensione (ad esempio, per scopi statistici o per individuare con precisione le imprese beneficiarie di alcuni provvedimenti pubblici). PARAMETRIQUANTITAVI (1) PARAMETRI QUANTITAVI (1)
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7 CAPITALE INVESTITO NUMERO ADDETTI FATTURATO VALORE AGGIUNTO I PARAMETRIQUANTITAVI PIU’ UTILIZZATI I PARAMETRI QUANTITAVI PIU’ UTILIZZATI
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8 Nuovi parametri (1) Dal 1° gennaio 2005 è entrata in vigore la nuova definizione comunitaria di PMI, che introduce anche la classe “microimpresa”. Media impresa: occupa meno di 250 effettivi; ha un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure ha un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro (si considera il dato più favorevole).
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9 Nuovi parametri (2) Piccola impresa: occupa meno di 50 effettivi; ha un fatturato oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro. Microimpresa: occupa meno di 10 effettivi; ha un fatturato oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro. Per ogni definizione, i criteri devono essere soddisfatti simultaneamente.
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10 I motivi della sopravvivenza delle PMI Teoria delle economie interstiziali (Penrose, 1959). Le opportunità delle PMI sussistono perché le grandi imprese rinunciano a coglierle. A volte sono le stesse grandi imprese che decentrando alimentano la nascita e la sopravvivenza delle PMI; spesso si è usato il termine di “ammortizzatore” per indicare il ruolo svolto in questo contesto dalle PMI.
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11 PERCHE’ “AMMORTIZZATORE” Con il decentramento le grandi imprese hanno trasferito sulle piccole l’onere di effettuare gli investimenti necessari per realizzare le lavorazioni decentrate (trasformazioni di costi fissi in costi variabili); Ammortizzatore del fabbisogno finanziario della grande impresa
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12 LA GESTIONE FINANZIARIA NELLE PMI Scarsa pianificazione delle fonti di finanziamento; Scarsa considerazione del rapporto fonti-impieghi; Eccessivo utilizzo dell’indebitamento (e, quindi, carenza di mezzi propri), soprattutto di breve periodo; A causa delle elevata rischiosità delle PMI, il sistema bancario tende ad applicare a tali imprese condizioni meno favorevoli rispetto a quelle di maggiori dimensioni. Ciò anche perché le PMI hanno minori conoscenze e competenze in campo finanziario, che le porta a privilegiare (o addirittura a considerare soltanto) i finanziamenti bancari.
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13 IL CAPITALE DI RISCHIO Lo sviluppo delle PMI sembra dipendere dalla possibilità di aumentare il peso del capitale proprio all’interno della struttura finanziaria delle stesse. Negli ultimi tempi, si nota, tra l’altro, un cambiamento nell’ambito delle PMI, più disposte, rispetto al passato, a fare entrare nel capitale proprio terzi finanziatori, sia pure con una quota minoritaria.
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14 CICLO DI VITA DELL’IMPRESA E FONTI DI FINANZIAMENTO Stadio a) Nascita (Seed financing) b) Crescita1 (Strat up financing) c) Crescita2 (First stage financing) d) Sviluppo e) Maturità f) Declino Fonti di finanziamento a) Risorse dell’imprenditore b) a + utili non distribuiti c) b+credito bancario a breve, leasing, finanziamenti a m/l, sconto effetti. d) c+mercato delle nuove emissioni e) Tutte le fonti disponibili f) Liquidazione, fusione o cessione dell’impresa.
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15 L’impatto del rating sulle imprese
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16 Collegamento tra basilea 2 e le imprese I requisiti patrimoniali delle banche sono quantificati in funzione del rischio di credito associato alle singole operazioni creditizie. Queste regole hanno pertanto riflesso sul processo di selezione, monitoraggio e di definizione del pricing del credito.
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17 Analisi dell’impresa (1) Approccio qualitativo analisi dell’ambiente e delle caratteristiche interne dell’impresa (analisi SWOT); Attraverso l’analisi qualitativa si cerca di valutare il livello di variabilità dei risultati operativi prospettici e la capacità di questi ultimi di permettere un puntale rimborso dei debiti contratti (quota capitale + interessi). Spesso si procede utilizzando una griglia di valutazione, assegnando un punteggio da 1 a 5 ai vari fattori presi in considerazione. Alla fine si formula un giudizio di sintesi, tenendo conto anche dell’importanza relativa dei fattori suddetti.
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18 Approccio quantitativo tale approccio si basa sull’analisi degli indicatori di bilancio e sul comportamento dell’impresa tenuto nei confronti del sistema bancario in genere. L’analisi degli indicatori di bilancio è volta ad apprezzare i profili reddituali, finanziario e patrimoniale della gestione aziendale. Ciò è importante in quanto è stato osservato che le imprese divenute insolventi presentavano già un anno prima dell’insolvenza valori più elevati rispetto alla media di campioni comparabili riguardo, ad esempio, al quoziente debito su totale attivo, debito a breve su debito totale, oneri finanziari su fatturato o su risultato operativo. Analisi dell’impresa (2)
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19 Approccio quantitativo (continuaz.) I valori assunti dagli indici delle singole imprese (prima della manifestazione dell’insolvenza) vengono inseriti in una funzione discriminante costituita dalla sommatoria ponderata dei valori stessi. Il valore che si ottiene rappresenta il valore discriminate: le imprese che ottengono un valore superiore saranno considerare probabilisticamente solvibili, al contrario quelle che mostreranno un valore inferiore. I pesi utilizzati per la ponderazione dovranno permettere la massima differenza complessiva tra le imprese con scarsa probabilità di insolvenza e quelle con alta probabilità di insolvenza. Tale pesi, ma anche gli indicatori, vengono sottoposti a verifiche periodiche.
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20 Rating e tassi attivi Le banche che non dispongono di un sistema di rating quantificano le perdite subite in passato sui vari segmenti di clientela e in base a queste effettuano gli accantonamenti ai fondi rischi. Tale “costo” viene poi ribaltato pro quota e in modo indiscriminato su tutti i debitori. Le banche che invece dispongono di un sistema di rating possono fare pagare il costo del rischio a chi lo genera.
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21 Nuova visione del rischio di credito Con l’introduzione di Basilea 2, le imprese dovranno impegnarsi per ridurre il rischio di impresa ossia dovranno cercare di migliorare il proprio rating, al fine di ridurre, nell’ottica della banca, la probabilità di insolvenza (PD); Le garanzie reali e personali non consentono infatti di ridurre la probabilità di insolvenza ma permettono di ridurre il valore delle perdite in caso di insolvenza.
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22 Annullare le asimmetrie informative Affinchè il rischio percepito dalla banca sia allineato al rischio effettivo d’impresa occorre che quest’ultima indirizzi verso la banca un complesso di informazioni aggiornate e veritiere circa la propria situazione economico-finanziaria e circa la capacità dell’impresa di rimanere competitiva nel proprio settore di attività. Le analisi finanziarie vengono pertanto a svolgere un ruolo strategico anche per quanto concerne questo aspetto, sottolineando la necessità, da parte delle imprese, di investire risorse e tempo su tali attività di analisi.
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23 ANALISI FINANZIARIA STATICA E DINAMICA Se l’analisi viene condotta in chiave statica, il riferimento è la struttura finanziaria presente in azienda in un dato istante; Se l’analisi, invece, viene svolta in chiave dinamica, il riferimento è ad una grandezza “flusso”, che metta in evidenza la dinamica finanziaria dell’impresa manifestatasi all’interno di un arco temporale definito.
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24 ANALISIFINANZIARIA STATICA ANALISI FINANZIARIA STATICA Bisogna investigare la struttura finanziaria dell’impresa. A tale scopo viene preso in esame il Bilancio d’esercizio dell’impresa. Lo scopo è quello di costruire degli indici opportuni per analizzare la situazione finanziaria dell’impresa. Pertanto, prima si dovrà procedere alla riclassificazione del bilancio per poi costruire gli indicatori utili a tale finalità.
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25 RICLASSIFICAZIONE STATO PATRIMONIALE(1) RICLASSIFICAZIONE STATO PATRIMONIALE (1) Per quanto riguarda lo Stato patrimoniale, lo schema di riclassificazione più utilizzato è quello che vede le attività e le passività posizionate in funzione del loro grado di liquidità/esigibilità. Tale schema offrirà valide indicazioni fondamentalmente in due casi: per la conduzione di uno studio di tipo statico; per la verifica del grado di equilibrio finanziario dell’impresa presente in un dato istante.
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26 RICLASSIFICAZIONE STATO PATRIMONIALE(2) RICLASSIFICAZIONE STATO PATRIMONIALE (2) Esiste, tuttavia, anche un altro criterio, denominato della “pertinenza gestionale”. In base a questo criterio, le attività e le passività che si riferiscono alla gestione caratteristica (acquisto, trasformazione e vendita) vengono isolate da quelle relative alle altre aree gestionali (area degli investimenti/disinvestimenti e quella dei finanziamenti/rimborsi). Secondo questa impostazione, si definiscono correnti le attività e passività collegabili all’attività caratteristica (in questo contesto, corrente e caratteristica sono due termini equivalenti), senza fare alcun riferimento alla scadenza temporale di investimenti e finanziamenti.
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27 ANALISI FINANZIARIE BASATE SU QUOZIENTI (CENNI)* Si distingue tra: equilibrio finanziario di breve periodo; equilibrio finanziario di lungo periodo; analisi della redditività d’impresa. *L’analisi per indici è solo accennata in quanto essa è svolta in modo approfondito nel corso di Finanza Aziendale.
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28 EQUILIBRIO FINANZIARIO DI BREVE PERIODO (1) Quoziente di disponibilità: Attivo a breve/Passivo a breve Rapporto di liquidità (acid test) (Attivo a breve - scorte)/Passivo a breve Tempo medio di incasso Crediti verso clienti/Fatturato giornaliero Quest’ultimo indice fornisce informazioni sulla competitività dell’impresa e sul fabbisogno finanziario.
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29 EQUILIBRIO FINANZIARIO DI BREVE PERIODO (2) Tempo medio di pagamento: Debiti verso fornitori/Acquisti giornalieri Tempo medio di giacenza delle scorte Scorte/Acquisti giornalieri Quest’ultimo indicatore può essere scomposto, per tenere conto delle scorte di Materie prime, Semilavorati e Prodotti finiti. Ciclo del circolante: Tempo medio di incasso + Tempo medio giacenza scorte - Tempo medio di pagamento
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30 EQUILIBRIO FINANZIARIO DI MEDIO/LUNGO PERIODO Rapporto di indebitamento (Leverage): Passività totali/Passività totali+Capitale netto Indebitamento finanz.m/l/Indeb.finanz.totale Indeb.finan.breve/Indeb.finanz.totale Grado di copertura degli Oneri finanziari: Reddito operativo/Oneri finanziari Quoziente di copertura delle immobilizzazioni Immobilizzazioni/Passivo consolidato+Capitale netto
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31 REDDITIVITA’ ROI: Reddito operativo/Capitale investito Componenti del ROI: Reddito operativo/Ricavi di vendita (ROS); Ricavi di vendita/Capitale investito (Rotaz. del cap.invest.) ROE: Reddito netto/Mezzi propri
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32 OSSERVAZIONI SINTETICHE SULL’ANALISI PER INDICI Bisogna risalire alla cause che hanno portato ad un certo valore dell’indicatore esaminato; L’analisi di bilancio per indici ha senso se basata su un elevato numero di indicatori, tra loro in stretta relazione; Importante analisi dinamica, oltre che comparata; Attenzione alla omogeneità dei dati (indici) utilizzati.
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