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CONVEGNO AOSTA 17 DICEMBRE 2004. SENSIBILIZZAZIONE, METODOLOGIA, CRITICITA’ NELLA PROGETTAZIONE DEI PIANI TRIENNALI DI AZIONI POSITIVE.

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Presentazione sul tema: "CONVEGNO AOSTA 17 DICEMBRE 2004. SENSIBILIZZAZIONE, METODOLOGIA, CRITICITA’ NELLA PROGETTAZIONE DEI PIANI TRIENNALI DI AZIONI POSITIVE."— Transcript della presentazione:

1 CONVEGNO AOSTA 17 DICEMBRE 2004

2 SENSIBILIZZAZIONE, METODOLOGIA, CRITICITA’ NELLA PROGETTAZIONE DEI PIANI TRIENNALI DI AZIONI POSITIVE

3 INDICE ARGOMENTI OBBLIGO GIURIDICO STRATEGIA ADOTTATA SENSIBILIZZAZIONE E MONITORAGGIO AZIONE POLITICA AZIONE TECNICA AZIONE TECNICA-POLITICA CONCLUSIONI

4 OBBLIGO GIURIDICO ART. 2, COMMA 6, LEX 125/1991 “…i comuni e tutti gli enti pubblici non economici adottano Piani di Azioni Positive tendenti ad assicurare la rimozione degli ostacoli che, di fatto, impediscono la piena realizzazione di pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne.” ART. 7, DLG.VO 196/2000 Il decreto abroga la legge 125/91 “…Detti piani, tra l’altro, al fine di promuovere l’inserimento delle donne nei settori e nei livelli professionali nei quali esse sono sotto rappresentate, favoriscono il riequilibrio della presenza femminile nelle attività e nelle posizioni gerarchiche ove sussiste un divario tra generi non inferiore a due terzi”

5 Come intervenire? Potrebbe essere un intervento efficace nell’immediato, ma non comporterebbe nessun cambiamento nella cultura e nell’approccio al genere

6 E allora cosa fare? Sensibilizzazione Monitoraggio

7 SENSIBILIZZAZIONE QUANDO COSA 25/01/2002 Predisposizione di una lettera di sensibilizzazione e informazione sui piani

8 SENSIBILIZZAZIONE A CHI? Comuni della Provincia Enti Pubblici territoriali Camera di Commercio Bonifiche Uffici territoriali dello Stato

9 SENSIBILIZZAZIONE OBIETTIVO Cominciare una collaborazione tra il nostro ufficio e gli enti pubblici non economici territoriali e gli enti locali

10 MONITORAGGIO COME OBIETTIVO Attraverso una scheda informativa da restituire via fax Creare una RETE di persone che lavorano sulle Pari Opportunità

11 Che tipo di monitoraggio? Abbiamo chiesto notizie su: Esistenza di una Commissione o Comitato P.O. Esistenza di un Assessorato P.O. Segnalazione di membri o referenti a cui fare riferimento

12 Esiti del primo monitoraggio Non tutti gli enti hanno risposto Constatazione dell’inesistenza di organismi di Pari Opportunità a livello locale, tranne rarissime eccezioni

13 Che tipo di azione?

14 AZIONE TECNICA FORMAZIONE Sono stati organizzati corsi e seminari di formazione RISORSE UMANE Sono state assunte due collaboratrici

15 FORMAZIONE Seminari: “Per la diffusione di una cultura di genere nelle amministrazioni pubbliche. I piani di azioni positive” Corso di formazione: “Metodologie e strumenti per la predisposizione dei piani triennali di azioni positive”

16 FORMAZIONE Corso di formazione: “Per una politica attiva delle Pari Opportunità nelle amministrazioni pubbliche del territorio di Reggio Emilia”

17 “Metodologie e strumenti per la progettazione di piani di azioni positive” A CHI? DOVE QUANDO 11 dipendenti di enti Pubblici del territorio reggiano Ente di Formazione Centro Studio e Lavoro “La Cremeria” Settembre/Dicembre 2003

18 “Metodologie e strumenti per la progettazione di piani di azioni positive DURATA OBIETTIVI 50 ore suddivise in 20 ore di fase teorica e 30 ore di Project Work Fornire ai dipendenti pubblici strumenti concreti per la progettazione

19 “Metodologie e strumenti per la progettazione di piani di azioni positive” CRITICITA’ PRODOTTI Molte resistenze da parte dei dirigenti e dei dipendenti alla partecipazione 2 Project Work

20 PROJECT WORK divisione in gruppi Regolamento per la costituzione di un comitato Pari Opportunità Predisposizione di un piano triennale di azioni positive

21 Regolamento Comitato P.O. Composto da 11 articoli Art1 Istituzione Art2 Finalità Art3 Composizione Art4 Obiettivi Art5 Durata e Modalità Art6Funzioni e Competenze Art7Rapporti con la Contrattazione Decentrata

22 Regolamento Comitato P.O. Art8Sede Art9Risorse e Strumenti Art10Diritto di Accesso Art11Pubblicità del Regolamento

23 RISULTATI RAGGIUNTI 1) CREAZIONE DI UNA RETE OPERATIVA 2) PRESENTAZIONE DEL P.W TRAMITE CONFERENZA STAMPA 3) DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA DEI PIANI TRIENNALI

24 RISORSE UMANE CHE TIPO DI AZIONE PREVISTA? QUALI COMPETENZE? Assunzione di due collaboratrici part- time Esperta in Pari Opportunità e/o nel rapporto donne e lavoro (formazione/orienta mento)

25 RISORSE UMANE OBIETTIVI Creare una rete relazionale con e fra i referenti degli enti pubblici non economici Garantire la maggior collaborazione possibile tra l’ufficio delle Consigliere e gli enti territoriali

26 AZIONE POLITICA-TECNICA Organizzazione di incontri con modalità distrettuale con alcuni enti territoriali: a) DISTRETTI DEI COMUNI b) SCUOLE c) CASE RIPOSO

27 CRITICITA’ 1) Difficoltà a trovare referenti con i quali rapportarsi e cominciare un rapporto di collaborazione 2)Necessità di un costante rapporto relazionale e telefonico poiché non basta utilizzare la posta elettronica come strumento di convocazione

28 PIANO POLITICO Stiamo cercando di costruire una rete di dialogo tra l’ufficio delle Consigliere di Parità e le amministratrici donne presenti sul territorio, indipendentemente daL fatto che queste abbiano delega alle Pari Opportunità, per costruire e diffondere una cultura di genere.

29 CHI LA DURA, LA VINCE?

30 Quanti piani ad oggi? COMITATI PARI OPPORTUNITA’ sono arrivati 5 regolamenti per la costituzione dei CPO PIANI TRIENNALI 1) Università di Modena e Reggio 2) Comune di Bagnolo 3) Comune di Rio Saliceto

31 CRITICITA’ 1) Avendo fornito a tutti gli enti pubblici e territoriali degli strumenti di progettazione da cui prendere spunto (P.W.) si corre il rischio di raccogliere piani triennali preconfezionati che servono solo ad adempiere l’obbligatorietà, senza però risolvere nessuna reale esigenza delle lavoratrici degli enti


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