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PubblicatoAurelia Damiani Modificato 8 anni fa
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Le prime applicazioni ipertestuali sono state caratterizzate da contenuti di tipo esclusivamente testuale. Con l’evoluzione delle tecnologie e con il conseguente processo di digitalizzazione delle informazioni, l’ipertesto si è trasformato in direzione dell’ipemedialità. Il termine ipermediale è stato confuso con quello di multimediale. In realtà i due concetti sono riferiti a strumenti piuttosto diversi tra loro, sia dal punto di vista concettuale che da quello strettamente tecnologico. Sta ad indicare l’insieme di più media: il cinema delle origini può essere definito multimediale in quanto le immagini in movimento erano commentate da cartelloni di testo scritto ed accompagnate dalla musica suonata al pianoforte. Appare evidente la differenza tra questo tipo di multimedialità e quella di oggi: l’integrazione di sistemi simbolici eterogenei gestiti dal calcolatore. Il prefisso “iper” sta ad indicare non solo l’integrazione di sistemi simbolici eterogenei ma la loro organizzazione reticolare dei contenuti.reticolare Il valore aggiunto della comunicazione ipermediale va dunque ricercato nella struttura di organizzazione delle informazioni e non nella varietà dei simboli.
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La struttura ipermediale si presta ad adattamenti sia in fase di realizzazione che in quelle di lettura. Tale architettura può considerarsi una valida soluzione per la rappresentazione e l’integrazione di informazioni differenti tra loro consentendo una gestione dinamica della conoscenza. Infatti anche l’utente può seguire percorsi differenziati ed esplorare i contenuti secondo le proprie caratteristiche cognitive e le proprie necessità.
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La rappresentazione reticolare della conoscenza rappresenta un vantaggioreticolare sia sul piano dell’accesso che su quello delle acquisizioni delle informazioni. Le nostre attività cognitive sono caratterizzate da procedure di tipo reticolare e non lineare (relativamente). Per questo motivo l’isomorfismo tra la struttura di rappresentazione dei contenuti nei sistemi ipermediali e quella di organizzazione delle informazioni all’interno della mente rendono gli stessi efficaci supporti per la didattica e la formazione
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La struttura ipertestuale e/o ipermediale si presenta come un tipo di architettura che può essere espansa nel tempo e nello spazio. Ciò determina, però, anche alcuni problemi: nel caso in cui si realizzi un ipermedia offline è necessario confrontarsi con i limiti ed i vincoli “spaziali” imposti dal supporto di memorizzazione, ad esempio un Cd-Rom, che seppur molto espanso, dispone comunque di una memoria limitata. Ciò ovviamente diventa relativo quando lo spazio di azione riguarda l’ambiente online.
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Con questa espressione si vuole richiamare una particolarità delle tecnologie ipertestuali ed ipermediali che risiede nel fatto che ognuno dovrebbe essere in grado di contribuire alla costruzione della base di conoscenza. Mentre la stampa ha da sempre adottato un modello centripeto che prevede la concentrazione dell’attenzione verso l’autore, l’ipermedialità privilegia una visione centrifuga che dal centro dell’oggetto – la conoscenza – muove verso i diversi autori che producono sapere.
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