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Introduzione alla Cooperazione Internazionale Pisa 4 marzo 2006.

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Presentazione sul tema: "Introduzione alla Cooperazione Internazionale Pisa 4 marzo 2006."— Transcript della presentazione:

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2 Introduzione alla Cooperazione Internazionale Pisa 4 marzo 2006

3 A) Cooperazione e progetti di sviluppo A) Cooperazione e progetti di sviluppo B) La gestione del ciclo del progetto (cenni di PCM) B) La gestione del ciclo del progetto (cenni di PCM) A) Cooperazione e progetti di sviluppo A) Cooperazione e progetti di sviluppo B) La gestione del ciclo del progetto (cenni di PCM) B) La gestione del ciclo del progetto (cenni di PCM) Il percorso

4 VELOCEMENTE………..A CHI SERVE e perché? Alcune tipologie: BilateraleMultilateraleDecentrata Gli attori della cooperazione allo sviluppo:  I governi (del Nord e del Sud);  Le organizzazioni internazionali;  Le associazioni non-profit (del Nord e del Sud)  Gli enti e le organizzazioni religiose  Gli enti locali  Le società profit  …………………. VELOCEMENTE………..A CHI SERVE e perché? Alcune tipologie: BilateraleMultilateraleDecentrata Gli attori della cooperazione allo sviluppo:  I governi (del Nord e del Sud);  Le organizzazioni internazionali;  Le associazioni non-profit (del Nord e del Sud)  Gli enti e le organizzazioni religiose  Gli enti locali  Le società profit  …………………. La cooperazione allo sviluppo Vincoli e interessi dei donors Aumento del numero e delle tipologie

5 - I donors: enti finanziatori -I governi, -La UE -Gli enti locali (Regioni, Province, Comuni) -Gli organismi intenazionali (WB, UNDP, HCR); -I privati, le fondazioni, le chiese, I gruppi d’appoggio, le associazioni -Gli enti di esecuzione (di implementazione e/o consulenza) -Le cooperazioni tecniche (GTZ, Coop Francese, etc.) -Le Agenzie ONU; -Le società private; -le ONG e le associazioni -I beneficiari, cioè chi ne trae giovamento (interesse) -…..le popolazioni svantaggiate….? Chi le rappresenta?? Chi le rappresenta?? - I donors: enti finanziatori -I governi, -La UE -Gli enti locali (Regioni, Province, Comuni) -Gli organismi intenazionali (WB, UNDP, HCR); -I privati, le fondazioni, le chiese, I gruppi d’appoggio, le associazioni -Gli enti di esecuzione (di implementazione e/o consulenza) -Le cooperazioni tecniche (GTZ, Coop Francese, etc.) -Le Agenzie ONU; -Le società private; -le ONG e le associazioni -I beneficiari, cioè chi ne trae giovamento (interesse) -…..le popolazioni svantaggiate….? Chi le rappresenta?? Chi le rappresenta?? I ruoli e gli attori Interscambialbilità, confusione o ambiguità?

6 All’interno delle RELAZIONI INTERNAZIONALI, che sono composte da: - DG Commerce Exteriéur -WTO, accordi commerciali, … - DG External Relations -Politica Euro-Mediterranea, … -DG Enlargement -DG Development -ACP, COTONOU, … All’interno delle RELAZIONI INTERNAZIONALI, che sono composte da: - DG Commerce Exteriéur -WTO, accordi commerciali, … - DG External Relations -Politica Euro-Mediterranea, … -DG Enlargement -DG Development -ACP, COTONOU, … La cooperazione allo sviluppo per la UE

7 - Aiuto Umanitario : ECHO -Programmi di Cooperazione Esterna (Aiuto Esterno): EuropeAid -Democrazia e diritti umani; -Cofinanziamento ONG; -Sicurezza alimentare; -Ambiente e foreste; -Mine antiuomo; -Genere; -Salute; -Programmi geografici: MEDA, THACIS, PHARE, CARDS, ALA, FED. - Aiuto Umanitario : ECHO -Programmi di Cooperazione Esterna (Aiuto Esterno): EuropeAid -Democrazia e diritti umani; -Cofinanziamento ONG; -Sicurezza alimentare; -Ambiente e foreste; -Mine antiuomo; -Genere; -Salute; -Programmi geografici: MEDA, THACIS, PHARE, CARDS, ALA, FED. Gli strumenti operativi della CE Diritto d’iniziativa

8 Le ong, in quanto rappresentanti della società civile, hanno (avevano) accesso a linee “libere” da vincoli, ma devono (dovevano) assicurare il cofinanziamento delle azioni con valorizzazioni o apporti cash Le ong, in quanto rappresentanti della società civile, hanno (avevano) accesso a linee “libere” da vincoli, ma devono (dovevano) assicurare il cofinanziamento delle azioni con valorizzazioni o apporti cash Il cofinanziamento Promossi MAE -50% cash MAE -15% apporto ONG -35% partner locale Cofinanziati UE (ex B7 6000) -75% CE -25% cash ONG - valorizzazioni Linee non nate per le ONG - 80% linee tematiche; - 100% Echo, Meda, etc

9 Alcuni punti chiave della cooperazione allo sviluppo per le ong:  Partenariato, società civile (rappresentatività);  Processo, facilitazione, animazione, ownership, partecipazione;  Sostenibilià, durabilità, appropriatezza;  Partecipanti (beneficiari), analisi dei bisogni  L’educazione allo sviluppo nel Nord  Cooperazione/coordinazione di diversi attori;  Agire nelle situazioni più marginali (vulnerabili);  Ascolto (aspetti socio-culturali). Alcuni punti chiave della cooperazione allo sviluppo per le ong:  Partenariato, società civile (rappresentatività);  Processo, facilitazione, animazione, ownership, partecipazione;  Sostenibilià, durabilità, appropriatezza;  Partecipanti (beneficiari), analisi dei bisogni  L’educazione allo sviluppo nel Nord  Cooperazione/coordinazione di diversi attori;  Agire nelle situazioni più marginali (vulnerabili);  Ascolto (aspetti socio-culturali). La cooperazione per le ONG

10 Le fasi della cooperazione ong: 1)Anni 60/70 : “la Testimonianza”; 2)Anni 70/80 : “La proposta di progetto” 3)Anni 80: “I partners: rafforzare le ong del sud” 4) Anni 90 : “Il BOOM” delle ONGs 5) Nuovo millennio: “tra resistenza e innovazione” alias la resistenza alla innovazione e al ridimensionamento?… ” Organismi Non Governati” (P. Nilson Commissario DG Sviluppo) A partire dagli anni ‘60

11 Il Progetto Cambiamento basato sulla relazione causa effetto [ mezzi > obiettivi] Parte di un processo generale (parte dell’evoluzione di un contesto generale) Azioni coerenti e finalizzate, che organizzano e ottimizzano risorse umane, finanziarie e materiali Meccanismo finalizzato ad operazioni razionali (logiche>LFW), efficaci ed efficienti e valutabili

12 I benchmark del Progetto I cinque punti di riferimento Rilevanza (è/era il progetto giusto da farsi?) Efficacia (raggiunge i risultati fissati?) Efficienza (è/era gestito correttamente?) Impatto (ottiene gli effetti desiderati?) Sostenibilità (gli effetti del progetto continuano ad apportare benefici?)

13 Obiettivo Apprendere dalle esperienze per migliorare l’efficacia degli interventi futuri Obiettivo PCM Project cycle management

14 project cycle management Le sei fasi standard Get the experience Analisi dei risultati e dell’impatto del progetto durante e dopo l’implementazione. Identificare possibili correttivi. Esprimere racomandazioni per progetti simili. Valutazione sull’opportunità di proseguire nelle attività Do the activities Esecuzione delle attività del progetto attraverso le risorse messe a disposizione del donor, dai partner e dall’organismo di esecuzione. Raggiungimento dei risultati attesi e degli obiettivi del progetto Do the Monitoring Sviluppo delle attività di monitoraggio e di report del progetto Get the money Compilazione dei formati dei donors che esaminano la proposta e che stabiliscono il contratto di operazione. Firma del contratto/accordo di progetto Get ideas Si stabiliscono le linee guida per la cooperazione con gli stakeholder. Analisi e scelta dei focus tematici e settoriali della regione (o del paese) e può portare all’ideazione di alcune idee di progetto o di programma Get opportunity Prima formulazione dell’idea di progetto (obiettivi, risultati attesi e attività). Formulazione dei ToR per la fattibilità Get the project Tutti I dettagli del progetto vengono specificati attraverso uno studio di fattibilità e il progetto viene redatto

15 Il concetto di ciclo programming identification formulation financing implementation evaluation E così via

16 LFW (Logical FrameWork) è il principale strumento utilizzato per la gestione dei progetti. Il LFW, strumento di gestione del progetto Obiettivo Generale Risorse (Budget) Attività Risultati attesi Obiettivo Specifico Progettazione Implementazione

17 FASI della Progettazione A. PROGRAMMAZI0NE Da input esterno (partner locale, donor, operatori esterni) o interno (direttivo, UPR, DSK, Coordinatore paese, R&P, ecc.). A decisione di indagare le possibilità di intervento progettuale (rispetto ad un settore e/o una linea di finanziamento e/o un paese) e definizione di criteri e responsabilità per mandato esplorativo B. IDENTIFICAZIONE Logica progettuale impostata (LFW/budget) all'interno di una ipotesi di intervento argomentata (basata su diagnosi di contesto) e in grado di permettere una valutazione dei modi alternativi (e degli input necessari) per raggiungere gli obiettivi identificati C. PRE-FATTIBILITA’ Definizione del piano di lavoro per lo studio di fattibilità. D. FATTIBILITA’ Impianto progettuale definito e approvato da parte di tutti i soggetti coinvolti (Partner, istituzioni, donor, etc) E. POST-FATTIBILITA’ Programmazione della fase di scrittura del progetto (restituzione dello studio di fattibilità.) F. SCRITTURA Documento di progetto disponibile su formato del donor ed entro i tempi richiesti. G. PRESENTAZIONE Documento di progetto presentato o spedito al donor e agli attori interessati, ed archiviato con tutti i documenti accessori H. ITER ISTRUTTORIO Risposta adeguata alle osservazioni del donor e informazione ai soggetti coinvolti I. PRE-OPERATIVITA’ da approvazione del progetto a stanziamento dei fondi; Personale espatriato selezionato L. OPERATIVITA’ Piano operativo e di monitoraggio disponibile M. INIZIO ATTIVITA’ Struttura operativa del progetto costituita

18 1) Capacity Building CCI 2) Ownership by beneficiaries FdQFdS 3) Institutional and management capacity FdQ 3) Environment Protection CCIFdQFdS 4) Gender Issue CCIFdQ 5) Human Rights CCI 6) Conflict Prevention CCI 7) Policy support (appoggio delle istituzioni governative, creazione di un quadro istituzionale favorevole) FdQFdS 8) Appropriate technologies FdQFdS 9) Socio-cultural issues FdQFdS 10) Ripartizione del reddito/Economic and financial viability FdQFdS 586 Cross Cutting Issues Fattori di Qualità Fattori di Sostenibilità

19 FineFine


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