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Il dato di laboratorio È un segno che contribuisce a distinguere tra stato di salute e stato morboso, o tra diverse condizioni patologiche a controllare.

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Presentazione sul tema: "Il dato di laboratorio È un segno che contribuisce a distinguere tra stato di salute e stato morboso, o tra diverse condizioni patologiche a controllare."— Transcript della presentazione:

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2 Il dato di laboratorio È un segno che contribuisce a distinguere tra stato di salute e stato morboso, o tra diverse condizioni patologiche a controllare l’evoluzione dello stato morboso, o l’efficacia della terapia È, quindi, un atto semeiologico, non un giudizio clinico

3 Come vengono espressi i risultati in Biochimica Clinica I risultati vengono di solito espressi in concentrazioni espressi come moli/l

4 La concentrazione di qualunque analita in un compartimento corporeo è un rapporto tra quantità di sostanza sciolta in un volume noto. I cambiamenti in questo rapporto possono avvenire per due ragioni: la quantità dell’analita aumenta o diminuisce; il volume del fluido in cui l’analita è sciolto cambia allo stesso modo. la concentrazione di una soluzione di zucchero nel beaker può essere aumentata da uno a due cucchiaini/beaker, o diminuendo il volume del solvente o aumentando la quantità di soluto. Come vengono espressi i risultati in Biochimica Clinica

5 Come vengono espressi i risultati in Biochimica Clinica (II) Gli enzimi sono espressi come attività enzimatica, in “unità”. I dosaggi enzimatici sono eseguiti in modo che l’attività enzimatica sia direttamente proporzionale alla quantità di enzima presente Le grandi molecole, come le proteine vengono riportate in unità di massa (grammi o milligrammi per litro)

6 I risultati dell’emogasanalisi (PCO2 e PO2) sono espressi in Kilopascal, le unità in cui le pressioni parziali sono misurate L'emogasanalisi viene adoperata per la diagnosi di insufficienza respiratoria, per valutarne la gravità e nella valutazione dei diversi meccanismi fisiopatologici. Come vengono espressi i risultati in Biochimica Clinica (III)

7 Sono i valori “normali” o meglio usuali, caratteristici di una popolazione di soggetti sani. L’intervallo di riferimento dovrebbe comprendere il 95% dei soggetti sani per ciascun parametro Questi quindi significa che per definizione il 5% di qualunque risultato avrà dei valori contenuti al di fuori dell’ intervallo di riferimento. I valori di riferimento devono essere considerati in rapporto ai fattori che provocano variazioni analitiche e biologiche. VALORI DI RIFERIMENTO

8 Individui sani e non soggetti a nessuna terapia donano un campione per il test da eseguire Intervallo di riferimento: come si costruisce La distribuzione (gaussiana) dei valori ottenuti viene riportata in grafico. La quantità di valori deve essere sufficientemente grande da essere statisticamente attendibile.

9 Poichè i dati non sono sempre distribuiti in modo gaussiano,l’intervallo di riferimento dovrebbe comprendere il 95% dei soggetti sani per ciascun parametro. Quindi per definizione, il 5% di qualunque popolazione avrà risultati al di fuori dell’intervallo di riferimento. Non ci sono, limiti rigidi per demarcare una popolazione malata da una sana. Intervallo di riferimento: come si costruisce

10 Tuttavia, più un risultato è lontano dai limiti dell’intervallo di riferimento, maggiore è la probabilità che esso indichi una patologia. In alcune situazioni, è utile definire “ i limiti d’azione” nell’ambito dei quali dovrebbe essere fatto un intervento in risposta ad un risultato biochimico. Un esempio è dato dai livelli del colesterolo plasmatico dove si nota un certo grado di sovrapposizione tra lo stato di malattia ed il “valore normale”. C’è spesso un certo grado di sovrapposizione tra lo stato di malattia ed il “ valore normale”. Un valore anomalo in un paz. che non risulta essere malato viene definito “ falso positivo mentre un risultato normale in un paziente che ha la malattia è definito falso negativo.

11 VARIABILITA’ DEI RISULTATI Le misure biochimiche sono influenzate da due tipi di variabili: Variabilità Analitica Biologica Pre-analitica Analitica Post-analitica IntraindividualeInterindividuale

12 Variabilità biologica La variabilità biologica è il risultato di diverse componenti: individuali,etniche, ambientali, fisiologiche e patologiche. La variabilità individuale dei parametri biochimici si suddivide in variabilità Intra-individuale intesa come variazione nel tempo dei parametri nello stesso soggetto e inter-individuale,ovvero variazione dei parametri tra soggeti diversi. La variabilità individuale in assenza di fattori patologici, dipende da alcuni fattori l’interazione tra genotipo ed ambiente che determina la produzione di un determinato fenotipo biochimico individuale, punto di equilibrio tra assetto genetico e le influenze ambientali che con esso interreagiscono e oggetto principale dello studio della medicina di laboratorio.

13 Variabilità biologica Una seconda forma di variabilità è relativa ai marcatori d’organo e tessuti. Ad esempio l’attività AST, Aspartato aminotrasferasi nel siero presenta una correlazione con la massa muscolare, per cui gli individui con massa muscolare più sviluppata, per costituzione o per allenamento, presentano in media livelli di AST più elevati rispetto ai limiti di riferimento. Tale comportamento ha una particolare importanza per molti marker tissutali in condizioni di alterata fisiopatologia.

14 Sesso Età Ritmi fisiologici (ritmi circadiani,variazioni stagionali) Massa Corporea Dieta Postura Alcool Farmaci Fonti secondarie di variabilità intra-individuale

15 VARIABILITA’ DEI RISULTATI Le misure biochimiche sono influenzate da due tipi di variabili: Variabilità Analitica Biologica Pre-analitica Analitica Post-analitica IntraindividualeInterindividuale

16 IL CICLO ANALITICO FASE POSTANALITICA FASE ANALITICA FASE PREANALITICA

17 FASE PREANALITICA: identificazione del paziente valutazione della richiesta delle analisi prelievo e raccolta del materiale biologico trasporto del campione al laboratorio accettazione del campione preparazione del campione prima dell’esecuzione dell’analisi FASE ANALITICA: esecuzione delle analisi misura e calcolo dei risultati FASE POSTANALITICA: validazione dei risultati analisi della loro coerenza refertazione invio del referto al medico richiedente

18 Il trattamento pre-analitico dei campioni biologici è una delle fasi più importanti e delicate dell’intero processo analitico, in quanto i campioni possono essere soggetti a variazioni dipendenti da: VARIABILITA’ PRE-ANALITICA Modalità di prelievo del campione biologico Trasporto e spedizione: a) intra- ed extramurale b) trasporto con ghiaccio (secco, sintetico), azoto liquido c) schermare il campione dalla luce Accettazione e verifica dell’idoneità del campione Centrifugazione e sieratura: a) Il siero si prepara dal sangue coagulato b) Il plasma dal sangue con anticoagulante Smistamento secondo le analisi richieste Conservazione

19 VARIABILITA’ ANALITICA FASE ANALITICA: esecuzione delle analisi misura e calcolo dei risultati

20 Il dato di laboratorio È un segno che contribuisce a distinguere tra stato di salute e stato morboso, o tra diverse condizioni patologiche, a controllare l’evoluzione dello stato morboso, o l’efficacia della terapia Deve essere attendibile

21 L’attendibilità analitica di una misura è rappresentata dal grado di concordanza tra il valore “vero” oggetto della misura e la stima che se ne ottiene. Nelle operazioni di stima, il procedimento impiegato (metodo) è il fattore principale delle possibili discordanze tra il valore vero e la sua stima. Per “metodo”, in Biochimica clinica, s’intendono tutte le operazioni che, partendo dal campione in esame, conducono alla disponibilità del valore numerico della grandezza oggetto della misura. ATTENDIBILITA’ ANALITICA

22 L’attendibilità Caratterizza un risultato (o un metodo) analitico FATTORI CHE DETERMINANO L’ATTENDIBILITÀ:  PRECISIONE  ACCURATEZZA  SENSIBILITA’  SPECIFICITA’

23 E’ il grado di concordanza tra misure replicate ottenute con lo stesso metodo sul medesimo campione che si assume sia stabile ed identico (omogeneo) per quanto concerne la composizione e la concentrazione della sostanza studiata. PRECISIONE di un metodo

24 Variabilità analitica: precisione Impreciso i valori ottenuti da una serie di analisi effettuate sullo stesso campione non sono sovrapponibili

25 La Deviazione standard è la variazione di un valore rispetto alla media (ossia di quanto si discostano dalla media i valori riscontrati nelle ripetute misurazioni dello stesso campione) La DS è espressa in CV% CV%= DS/media X 100 La precisione si misura in termini di deviazione standard o di coefficiente di variazione

26 SE IL METODO E’ PRECISO, la variazione dei valori segue una distribuzione gaussiana: Il 68% delle osservazioni cade tra la MEDIA e ± 1DS Il 95 % delle osservazioni cade tra la MEDIA e ± 2DS Precisione di un metodo

27 è una misura del grado di discordanza tra più misure replicate sullo stesso campione è dovuta all’errore casuale (inevitabile, involontario, di piccola entità) L’imprecisione: cause Se una seduta viene replicata, i valori analitici occasionalmente risultano superiori o inferiori al valore vero

28 E’ il grado di concordanza fra il valore medio determinato in una serie di distinte repliche di una stessa analisi sul medesimo campione ed il “valore vero” della grandezza. L’inaccuratezza è la differenza fra il valore medio sperimentale ed il “valore vero”. Può essere espressa sia nelle unità della grandezza misurata, sia come scostamento percentuale dal valore vero. ACCURATEZZA

29 Variabilità analitica: Accuratezza preciso ma non accurato Preciso ed accurato la differenza fra il valore medio sperimentale ed il valore medio reale.

30 E’ la capacità del metodo di identificare solo e interamente l’analita in esame. Un metodo non è specifico quando grandezze differenti generano un segnale non distinguibile da quello generato dalla grandezza oggetto della misura. SPECIFICITA’analitica

31 Fenomeno correlato all’aspecificità Situazione in cui componenti differenti, pur non generando di per sé un segnale, amplificano o deprimono il segnale generato nel metodo dal componente oggetto della misura. Interferenza Aspecificità e interferenza costituiscono gli EFFETTI-MATRICE Per matrice di un campione si intende tutto quanto nel campione circonda il componente o la grandezza oggetto della misura. Ad esempio: nel siero il glucosio si trova in una matrice di acqua, proteine, vari componenti organici ed inorganici, ecc.

32 E’ la capacità del metodo di identificare anche piccole quantità di un analita il limite di rivelabilità o di rivelazione indica la più piccola quantità che il metodo riesce a dosare, cioè a distinguere dal bianco con un certo limite fiduciario (in genere 95%). Esso è tanto più basso quanto maggiore è la sensibilità del metodo e quanto minore è la sua imprecisione. SENSIBILITA’ analitica

33 Il metodo deve essere molto sensibile quando: Si misurano analiti presenti in piccolissime concentrazioni (nanomoli, picomoli), e ciò riguarda soprattutto analisi di ormoni o farmaci; Piccole variazioni delle concentrazioni di analita sono significative da un punto di vista clinico, ad esempio determinazioni degli elettroliti, oppure determinazioni collegate all’equilibrio acido-base.

34 Validità diagnostica dei test di laboratorio Un buon test di laboratorio dovrebbe essere in grado di distinguere i soggetti affetti da una malattia rispetto ai sani. Questi parametri vengono indicati come “sensibilità diagnostica” e “specificità diagnostica” che non vanno confusi con i parametri di sensibilità e specificità analitiche

35 Sensibilità diagnostica Capacità di un test d’identificare come positivi i soggetti malati Test molto sensibile Pochi falsi negativi Sensibilità diagnostica = x 100 VP VP + FN

36 Specificità diagnostica Capacità di un test d’identificare come negativi i soggetti sani Test molto specifico Pochi falsi positivi Specificità diagnostica = x 100 VN VN + FP

37 Test positivo SpecificitàVN VN+FP x 100 SensibilitàVP VP+FN x 100 Soggetti con malattia Veri Positivi Falsi Negativi Soggetti senza malattia Falsi Positivi VeriNegativi Test negativo

38  Un buon test deve essere molto sensibile e molto specifico, cioè fornire risultati positivi nei soggetti malati e risultati negativi nei soggetti non affetti dalla malattia.

39 Distribuzione della concentrazione di un analita Quando si effettua un test di laboratorio, la situazione che si verifica più frequente è che: valori molto alti di analita indicano la presenza di una malattia valori molto bassi, indicano invece l’assenza di malattia valori intermedi possono essere compatibili sia con la presenza che con l’assenza di malattia.

40 sani malati le due popolazioni (dei sani e dei malati) si distribuiscono secondo due gaussiane che si sovrappongono in corrispondenza dei valori intermedi del test di laboratorio Il valore “soglia” o cut-off

41 rappresenta il limite di separazione tra «positività» e «negatività» del test, che corrisponde generalmente alla separazione fra ammalato e sano

42 Valore predittivo Positivo La probabilità che un risultato positivo del test identifichi un soggetto malato Negativo La probabilità che un risultato negativo del test identifichi un soggetto sano Il valore predittivo di un test positivo è influenzato dalla prevalenza della malattia In questo caso sarà necessario adoperare un test di conferma

43 Valore predittivo di un risultato positivo (in presenza di malattia): indica la probabilità che un soggetto con un test positivo abbia realmente la malattia x 100 VP VP + FP Valore predittivo di un risultato negativo (in assenza di malattia): indica la probabilità che un soggetto sano con un test negativo realmente non abbia la malattia x 100 VN VN + FN

44 Preciso Sensibile Specifico Il dato di laboratorio deve essere…. La precisione è subordinata alla ripetitività dei risultati sullo stesso campione in tempi diversi e da parte di operatori diversi La sensibilità esprime la probabilità che un soggetto malato presenti un test positivo La specificità esprime la probabilità che un soggetto sano presenti un test negativo

45 ERRORI DI MISURA Si definisce errore di un’analisi la differenza tra il valore vero della sostanza dosata ed il valore determinato con il procedimento analitico Classificazione degli errori di misura ERRORE GROSSOLANO ERRORE CASUALE ERRORE SISTEMATICO

46 ERRORE GROSSOLANO  Sono accidentali e dovuti generalmente all’operatore (es. scambio di reagenti, uso di pipette sbagliate, errori di calcolo, ecc.).  Sono veri e propri sbagli, eliminabili.  Possono essere prevenuti ed eliminati solo attraverso provvedimenti organizzativi facenti parte della buona pratica di laboratorio.

47 ERRORE CASUALE  Conseguenza dell’imprecisione analitica  Sono inevitabili, in genere di piccola entità, e compiuti dall’operatore senza che se ne possa rendere conto (es. piccole variazioni della tensione di alimentazione degli strumenti elettrici, di misure di volumi, di tempi analitici, di miscelamento dei reagenti, ecc.).

48 La precisione è il grado di concordanza tra misure replicate ottenute con lo stesso metodo sul medesimo campione stabile ed identico per composizione L’imprecisione è una misura del grado di discordanza tra più misure replicate sullo stesso campione

49 ERRORE SISTEMATICO  Conseguenza dell’inaccuratezza analitica.  In seguito all’errore sistematico i valori determinati sono tutti maggiori o minori del valore vero.  Sono caratterizzati dall’avere una causa conosciuta o individuabile (es. poca sensibilità o aspecificità di un metodo, errata taratura di strumenti, reattivi non puri o alterati, uso di vetreria lavata in maniera non idonea, ecc.)

50 L’accuratezza è il grado di concordanza fra il valore medio determinato in una serie di distinte repliche di una stessa analisi sul medesimo campione ed il “valore vero” della grandezza. L’inaccuratezza è la differenza fra il valore medio sperimentale ed il “valore vero”.

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52 Il CONTROLLO DEI METODI ANALITICI


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