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PubblicatoIppolito Cuomo Modificato 8 anni fa
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TECNICHE RADIOISOTOPICHE
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Struttura dell’atomo Nucleo centrale con internamente protoni +, e neutroni Esternamente elettroni
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Numero di Massa (A) A= Z+ N ; Z= numero atomico; N= numero di neutroni L’atomo è neutro Il numero di e-= numero di protoni = Z
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ISOTOPI Atomi con diverso Numero di massa A (cioè con diverso numero di neutroni), ma con lo stesso numero atomico Z 11 6 C 12 6 C 13 6 C 14 6 C Tutti hanno 6 protoni e 6 elettroni = Z Ma 5,6,7,8 neutroni N= (A-Z)
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Come vengono indicati gli isotopi numero in alto indica il numero di massa 14 C numero in basso indica il numero atomico 6 Si usa scrivere solo il numero di massa
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Numero di isotopi Gli elementi naturali sono costituiti da miscele di isotopi Il numero di isotopi x ogni elemento è variabile Nucleo di idrogeno ha un solo protone ed è indicato come 1 1 H 1= numero di massa; 1= numero atomico Ha 2 isotopi che hanno entrambi 1 protone ma diverso numero di neutroni
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Altre forme del nucleo di H 2 H contiene 1 neutrone DEUTERIO 3 H contiene 2 neutroni TRIZIO Il Trizio è l’unico isotopo radioattivo
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Numero di isotopi In natura sono presenti circa 90 elementi e 270 isotopi ISOTOPI ISOTOPI NATURALI ISOTOPI ARTIFICIALI 60 Co = isotopo artificiale utilizzato in radioterapia ( 27 protoni e 33 neutroni
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STABILTA’ DEGLI ISOTOPI Isotopi hanno diversa stabilità Stabilità dipende da: N/Z ( numero di neutroni / numero di protoni) Quasi tutti gli isotopi naturali sono stabili Quasi tutti gli isotopi artificiali instabili Gli isotopi instabili sono chiamati anche RADIOISOTOPI
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ISOTOPI STABILI Per gli elementi a basso numero atomico: -Isotopi stabili numero neutroni/numero protoni=1 -Per gli elementi ad alto numero atomico: -Isotopi stabili numero neutroni/numero protoni >1
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Isotopi instabili o Radioisotopi Radioisotopi tendono a raggiungere spontaneamente una configurazione stabile COME? Emettendo particelle cariche e/o rediazioni elettromagnetiche Tale emissione si dice DECADIMENTO Il decadimento porta direttamente o attraverso più tappe ad un isotopo stabile
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TIPI DI DECADIMENTO Decadimento x emissione di Beta – o negatroni Degadimento x emissione di beta + o positroni Decadimento x emissione di particelle Decadimento x emissione di raggi
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Decadimento x emissione di particelle beta – o negatroni Si verifica quando il nucleo è instabile x un eccesso di neutroni Neutrone Protone + Negatrone(beta-) Un neutrone in eccesso è trasformato in protone che resta nel nucleo ed in 1 elettrone (negatrone) che viene emesso
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Conseguenza del decadimento beta - 32 P 32 S +beta- N/Z decresce Z aumenta di 1 unità ( Z= 15x P, Z=16xS) A( numero di massa) resta costante
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Utilizzo dei beta – emittenti in biochimica 3 H e 14 C x marcare composti organici 35 S x marcare la metionina in studi di sintesi proteica 32 P x marcare acidi nucleici
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Decadimento x emissione di particelle beta + o positroni Si verifica quando il nucleo è instabile x un difetto di neutroni Il protone in eccesso decade formando un neutrone e una partcella beta carica + Protone Neutrone + Positrone (beta+)
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Conseguenze di decadimento beta + 22 Na 22 Ne + positrone 11 10 Nucleo perde un protone e guadagna un neutrone Rapporto N/Z aumenta Na (22-11/11)=1, Ne (22-10/10)=1,2 Numero Atomico diminuisce di una unità Numero di massa è costante
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Caratteristiche della particella beta+ La particella beta+ è molto instabile Dopo aver percorso 1 mm si annichila interagendo con 1 elettrone e si trasforma in 2 raggi gamma emessi a 180° l’uno rispetto all’altro, di pari energia
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Applicazioni degli isotopi che emettono positroni Tomografia x emissione di positroni o PET scanning: Tecnica x esaminare il cervello ed individuare le sue aree attive ed inattive
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Decadimento x emissione di particelle Gli isotopi ad alto numero atomico decadono emettendo particelle alfa Le particelle alfa corrispondono a nuclei di Elio ( 2 protoni e 2 neutroni)
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Conseguenze di emissione 226 Ra 4 He 2+ + 222 Rn 206 Pb 88 radio 2 86 radon 82 Diminuzione del numero atomico di 2 unità Diminuzione del numero di massa di 4 unità
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Decadimento x emissione di raggi gamma Raggi gamma sono radiazioni elettromagnetiche con compresa tra 10 -11 10 -14 nm Emissione di raggi gamma può avvenire x TRANSIZIONE ISOMERICA o per CATTURA ELETTRONICA Transizione isomerica corrisponde ad un cambiamento dello stato energetico del nucleo CATTURA ELETTRONICA, un processo nel quale un protone cattura un elettrone dell’orbitale K ( più interno) trasformandosi in un neutrone con sviluppo di energia elettromagnetica
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TRANSIZIONE ISOMERICA Decadimento è spesso successivo ad un antecedente decadimento di particelle alfa o beta 151 I beta - + 151 Xe 151 Xe + raggi gamma Non cambia né il numero atomico né di massa In seguito all’emissione di particelle beta – il nucleo si può trovare in una condizione energetica instabile, x cui x tornare ad uno stato stazionario emetterà energia sottoforma di raggi gamma
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Decadimento x cattura elettronica Protone + Elettrone Neutrone+ raggi gamma Protone cattura un elettrone dello strato K + interno Protone diviene neutrone Si sviluppa energia elettromegnetica (raggi gamma) Numero di massa invariato Numero atomico diminuisce
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Decadimento radioattivo E’ la tendenza di radioisotopo di raggiungere una situazione di stabilità emettendo radiazioni alfa, beta o gamma L’energia associata all’emissione è in eV (elettronvolt) 1eV = 1.6 x 10 -19 j rappresenta l’energia acquisita da un elettrone quando viene accelerato da una ddp pari ad 1 Volt
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Valori energetici associati all’emissione di particelle I valori energetici più elevati sono quelli associati all’emissione di particelle alfa (4-8 MeV) Emissione di particelle beta producono valori energetici inferiori a 4 MeV L’energia dei raggi gamma ( radiazioni elettromagnetiche) è inferiore a 10 MeV e direttamente proporzionale alla frequenza E= h/ v E= hc/ h = costante di Plank, v= frequenza; c= velocità luce
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Velocità di decadimento e tempo di dimezzamento Velocità di decadimento radioattivo segue una cinetica di 1° ordine V = dN/ dt= KN Velocità di decadimento di N atomi è direttamente proporzionale, in ogni istante, al numero di isotopi radioattivi Nella pratica si preferisce esprimere la velocità di decadimento in termini di TEMPO DI DIMEZZAMENTO o EMIVITA
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TEMPO DI DIMEZZAMENTO o EMIVITA tempo necessario affinchè metà degli atomi radioattivi inizialmente presenti nel campione decadano Ogni isotopo ha un caratteristico tempo di dimezzamento 3 H 12.26 anni 14 C 5760 anni 32 P 14.2 giorni 35 S 87.2 giorni
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Unità di misura della radioattività SI: Bequerel (Bq) : 1Bq= 1 disintegrazione x secondo (d.p.s.) Curie (Ci)= quantità di materiale radioattivo con un numero di disintegrazioni nucleari per secondo pari a quello di 1g di radio (3,7 10 10 ) In campo biologico si usa il Ci, mCi
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Il numero di disintegrazioni emesse dipende dalla purezza del campione, x cui si può esprimere il decadimento radioattivo come Attività specifica Attività specifica= Velocità di decadimento / unità di massa dell’isotopo = Cu/ mole
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Apparecchi x misurare la radioattività Non sono in grado di misurare tutte le disintegrazioni nucleari che avvengono nell’unità di tempo in un radionuclide rivelano solo una frazione di disintegrazioni corrispondente alle conte x minuti = cpm
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Dpm (disintegrazioni xminuti) Dpm si possono calcolare dalle cpm se si conosce l’efficienza dell’apparecchio Un campione standard di cui conosco la radioattività reale (dpm)= disintegrazioni x minuto Del campione standard mi vado a misurare le cpm Campione in esame misuro cpm e faccio proporzione
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Contatori a scintillazione liquida Più usati in campo biologico X misurare radiazione associata a beta emittenti ( 3 H, 14 C, 32 P, 35 S) il campione radioattivo è miscelato ad un liquido di scintillazione ( uno o più composti aromatici + fluoruro primario) Le particelle beta emesse dal campione radioattivo interagiscono con i composti aromatici del liquido di scintillazione e trasferiscono ad esso parte della loro energia
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Gli elettroni dei composti aromatici del liquido di scintillazione passano da uno stato fondamentale ad uno eccitato Quando elettrone torna allo stato fondamentale emette un fotone I fotoni emessi dai composti aromatici non sono rilevabile con accuratezza x questo essi interagiscono con il fluoruro primario ed in questo modo possono essere rivelati Fotomoltiplicatore amplia e converte il segnale luminoso in uno elettrico
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autoradiografia Capacità di sostanze radioattive di impressionare una lastra fotografica Utile x visualizzare una sostanza radioattiva in un gel elettroforetico, o in cellule o tessuti
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Come si effettua l’autoradiografia Serve: Una sorgente radioattiva presente nel campione di analisi Pellicola = emulsione sensibile= costituita da cristalli di alogenuro di Ag in una fase solida granulosa Campione radioattivo dissipa la sua energia radioattiva nell’emulsione, Ag è ridotto ad Ag metallico e si deposita sulla pellicola Soluzione di sviluppo che permette di visualizzare i depositi di Ag sottoforma di annerimenti sulla pellicola Soluzione di Fissaggio: che lava l’eccesso di alogenuro di Ag
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Applicazione autoradiografia Visualizzare su un gel frammenti di acidi nucleici marcati con 32P, Individuare biomolecole in cellule o organuli cellulari
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Saggio di attività della PARP 1. Si preparano gli estratti proteici a partire dai nuclei 2. Si allestisce una miscela di saggio contenente: 20 μg dell’estratto proteico Una soluzione tampone ( miscela di reazione) con un pH=7 P 32 NAD + 3. Si incuba la miscela a 37°C per 10 minuti 4. Si aggiunge acido tricloroacetico al 30% (TCA) 5. Si centrifuga la miscela per ottenere un precipitato proteico e un surnatante
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Per un ulteriore purificazione del precipitato…………… 1. Si preleva il precipitato per risospenderlo in TCA al 7% 2. Si filtra il precipitato con un sistema in cui viene fatto il vuoto 3. Si lava il filtro 10-12 volte con TCA 4. Si fa sciugare il filtro 5. Si pone il filtro in una fiala contenete il liquido di scintillazione e si agita in modo da far sciogliere il filtro 6. Si fa una conta allo scintillatore
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Attività enzima U/ml= cpm campione –cpm bianco / radioattività della miscela t incubazione microlitri di capione nel saggio Utot= U/ml x volume totale di estratto
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: 32 P-NAD : 32 P-NAD + 3ABA (1mM)
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Polimer blot 1.Si procede con un SDS-page. Nei pozzetti verrano caricati: Estratto proteico di Dalton- markers Estratto proteico contenente la PARP non attiva (Ext-1) Estratto proteico contenente la PARP attiva (Ext-2) 2. Si effettua un trasferimento su filtro di nitrocellulosa 3. Si incuba il filtro con il P 32 poliADPR 4. Si effettuano dei lavaggi con acqua bidistillata 5. Si espone il filtro per autoradiografia
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Dalton-markers Ext-1 Ext-2 Ext-1 Non è presente nessun segnale Ext-2 Sono presenti diversi segnali corrispondenti a tutte le proteine etero modificate non covalwentemente
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Activity blot Utilizzata per identificare nell’estratto proteico esclusivamente la PARP automodificata 1.Si fa un SDS-page con lo stesso procedimento messo in atto per il polimer blot 2. Si pone il filtro in una soluzione di rinaturazione e poi lo si incuba con il P 32 NAD + e non con P 32 poliADPR 3. Si espone il filtro per autoradiografia Dalton-markers Ext-1 Ext-2
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Accettori covalenti SDS_PAGE: DM, campione incubato con 32PNAD Trasferimento su nitrocellulosa Esposizione x autoradiografia oppure Non effettuo il trasferimento Secco il gel ed espongo in autoradiografia
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