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LE FUNZIONI DELL’IMPRESA E LE TEORIE SULLE FINALITA’ IMPRENDITORIALI Università di Napoli, Federico II Prof. Sergio Sciarelli.

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1 LE FUNZIONI DELL’IMPRESA E LE TEORIE SULLE FINALITA’ IMPRENDITORIALI Università di Napoli, Federico II Prof. Sergio Sciarelli

2 Rappresenta uno strumento per distribuire valore verso tutti i gruppi sociali con cui è in contatto Il suo scopo è il soddisfacimento di bisogni umani mediante la messa a frutto di risorse rinvenibili in natura in misura limitata E’ un complesso di beni organizzato e retto per lo svolgimento di processi produttivi finalizzati alla produzione di reddito Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE LE FUNZIONI DELL’IMPRESA IMPRESA OrganizzazioneEconomica SistemaSociale StrutturaPatrimoniale Complementarietà delle funzioni considerate che rispondono ad interessi via via più limitati: da quelli della comunità nel suo complesso a quelli dei partecipanti all’organizzazione e, in ultimo, a quelli del solo imprenditore

3 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE TEORIE SULLE FINALITA’ IMPRENDITORIALI L’AZIENDA E’ LO STRUMENTO DI UNA CAPACITA’ IMPRENDITORIALE FINALIZZATA VERSO CERTI RISULTATI SCOPI CHE SPINGONO IL GRUPPO IMPRENDITORIALE AD ORGANIZZARE E GOVERNARE UN’ ATTIVITA’ PRODUTTIVA IMPRENDITORE “CLASSICO” O IMPRENDITORE DELEGATO?

4 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE TEORIE SULLE FINALITA’ IMPRENDITORIALI massimizzazione del profitto Teoria della massimizzazione del profitto sopravvivenza Teoria dello sviluppo e della sopravvivenza limiti sociali alla massimizzazione del profitto Teoria dei limiti sociali alla massimizzazione del profitto sviluppo dimensionale Teoria manageriale dello sviluppo dimensionale creazione e diffusione del valore Teoria della creazione e diffusione del valore successo sociale Teoria del successo sociale Finalità imprenditore classicoFinalità imprenditore delegato Teoria della mobilità

5 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE TEORIA DELLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO … il compenso che spetta all’imprenditore per l’organizzazione dei fattori produttivi PROFITTO … la quota destinata a ripagare il rischio corso nell’attività aziendale … il premio che spetta a colui che promuove l’innovazione il risultato … il risultato dell’imperfezione del mercato da cui si origina mercato da cui si origina l’acquisizione di posizioni monopolistiche monopolistiche Il profitto è un’entità composita in cui rientrano il compenso per il lavoro imprenditoriale, il premio per il rischio, la contropartita dell’innovazione e la rendita connessa con la posizione monopolistica. Gli organi di governo sono orientati scegliere tra le alternative possibili quella suscettibile di produrre il maggior reddito.

6 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE TEORIA DELLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO Quale profitto l’imprenditore vuole rendere massimo? Quello di un esercizio, di due esercizi, di una specifica operazione, di un complesso di operazioni? L’imprenditore intende puntare al massimo profitto, sostenendo altresì il rischio più elevato circa il risultato dell’attività di impresa? Fattore rischio Uncertainty condition Fattore tempo Time-preference

7 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE TEORIA DELLA SOPRAVVIVENZA AZIENDALE Il fine del gruppo imprenditoriale è quello di assicurare la continuità dell’organismo aziendale: il profitto è il mezzo per irrobustire la struttura patrimoniale dell’impresa. Drucker ha proposto di misurare il raggiungimento di tale finalità mediante i cinque indicatori: Sopravvivenzadell’impresa Posizione occupata nel mercato Innovazioni Risorse Umane Risorse Finanziarie Redditività

8 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE TEORIA DELLA CREAZIONE E DIFFUSIONE DEL VALORE L’obiettivo dell’imprenditore proprietario, del manager e di tutti i partecipanti all’impresa è accrescere il suo valore economico. Cosa deve essere massimizzato? Profitto = Ricavi - Costi Valore del capitale azionario Potenzialità reddituali dell’impresa

9 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE TEORIA MANAGERIALE DELLO SVILUPPO DIMENSIONALE espansione dell’impresa irrobustimento dell’organizzazionemaggiore forza nei confronti della concorrenzaincremento delle retribuzioni ai livelli più elevati di direzione I manager sono più interessati all’espansione dell’impresa, perché quest’ultima si traduce sempre in un irrobustimento dell’organizzazione, nell’assunzione di una maggiore forza nei confronti della concorrenza, e nell’ incremento delle retribuzioni ai livelli più elevati di direzione. volume d’affari (fatturato) Ampliamento del volume d’affari (fatturato) rispetto a quello dei profitti globali. finanziare il massimo sviluppo delle vendite Le imprese mirano a realizzare il flusso di profitti che consente di finanziare il massimo sviluppo delle vendite nel lungo periodo.

10 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 4.9 LIMITI SOCIALI ALLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO COSTI DI LAVOROLavoratori COSTI DI APPROVVI- GIONAMENTOFornitori COSTI DI FINANZIA- MENTOFinanziatori ONERI FISCALI Pubblica Ammini- strazione COSTI DI ORGANIZ- ZAZIONE COSTI DI RICERCA E SVILUPPO COSTI PROFITTO RICAVI = Prezzo x Quantità Consumatori e Concorrenti COSTI DI DISTRI- BUZIONEDistributori Proprietari Riguardano l’analisi, la progettazione, il controllo e l’adattamento delle strutture, le procedure e le tecniche di ordinamento del lavoro direzionale ed esecutivo. Sono relativi all’individuazione di nuove opportunità tecnologiche o di mercato, alla creazione dell’immagine, all’avviamento commerciale Sono relativi all’individuazione di nuove opportunità tecnologiche o di mercato, alla creazione dell’immagine, all’avviamento commerciale. ) L’equilibrio tra costi e ricavi aziendali è difficilmente modificabile a) L’equilibrio tra costi e ricavi aziendali è difficilmente modificabile in assenza di innovazioni nella gestione; innovazioni nell’organizzazione e nel mercato richiedono il sostenimento di costi b) le innovazioni nell’organizzazione e nel mercato richiedono il sostenimento di costi che, invece, sono solitamente ridotti in periodi di crisi aziendale; profitto è una quantità residuale che risente delle situazioni di crisi c) il profitto è una quantità residuale che risente delle situazioni di crisi, data la rigidità delle altre grandezze economiche e l’assenza di processi innovativi.

11 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE LA TEORIA DEL SUCCESSO SOCIALE Profitto sopravvivenza affermarsi nell’àmbito della classe sociale preminenza nella comunità Le finalità dell’imprenditore appaiono, in ordine crescente d’importanza, quelle di assicurare la sopravvivenza dell’impresa (mediante il perseguimento del fondamentale equilibrio economico tra costi e ricavi), di affermarsi nell’àmbito della classe sociale di appartenenza e di assumere posizioni di preminenza nella comunità. … il traguardo di più elevato valore … il vero punto di arrivo dell’attività imprenditoriale Potere Prestigio occupano posizioni strumentali …, che consentirebbero all’impresa di svilupparsi rispetto alla concorrenza, preservando il fondamentale equilibrio economico.

12 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE RAPPORTO FINALITA’ – VALORI IMPRENDITORIALI PROFITTO POTERE PRESTIGIO Tempo Lungo Breve Valori EconomiciEtici

13 Prof. Sergio Sciarelli IL SISTEMA INFORMATIVO NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE MODERNA TEORIA SULLE FINALITA’ IMPRENDITORIALI teoria della mobilità c) l’imprenditore delegato (manager), al quale sarebbe applicabile quella che potrebbe essere definita come teoria della mobilità, in quanto spesso il successo dell’impresa dovrebbe, attraverso la mobilità, consentirgli l’affermazione sociale. teoria della massimizzazione del valore economico dell’impresa nel tempo lungo b) l’imprenditore meno visibile e meno integrato (perché spesso amministratore di un’impresa di piccola dimensione o che comunque non costituisce il centro della sua attività), a cui appare meglio riferibile la teoria della massimizzazione del valore economico dell’impresa nel tempo lungo; teoria del successo sociale a) l’imprenditore «visibile» e strettamente integrato nell’impresa, al quale sembrerebbe potersi applicare la teoria del successo sociale; La soluzione di dilemmi morali,..... che attingono anche al campo dell’ etica aziendale, si rivela, oggi, quale fattore caratteristico di una superiore interpretazione della funzione imprenditoriale.


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