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PubblicatoTommasina Palumbo Modificato 8 anni fa
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Lassù, in un ripostiglio polveroso, fra mille cose che non servon più, ho visto, un poco logoro e deluso, un caro amico della gioventù.
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Qualche filo d'erba, col fango disseccato tra i chiodi ancor pareva conservar, era uno scarpone militar.
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Vecchio scarpone quanto tempo è passato quante illusioni fai rivivere tu. Quante canzoni sul tuo passo ho cantato che non scordo più.
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Sopra le dune del deserto infinito,
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lungo le sponde accarezzate dal mar,
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per giorni e notti insieme a te ho camminato senza riposar.
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Lassù, fra le bianche cime di nevi eterne immacolate al sol,
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cogliemmo le stelle alpine per farne un dono ad un lontan amor.
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Vecchio scarpone, come un tempo lontano,
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in mezzo al fango, con la pioggia e col sol,,
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forse sapresti, se volesse il destino, camminare ancor.
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Vecchio scarpone quanto tempo è passato, quante illusioni fai rivivere tu. Quante canzoni sul tuo passo ho cantato che non scordo più.
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Sopra le dune del deserto infinito
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lungo le sponde accarezzate dal mar,
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per giorni e notti insieme a te ho camminato senza riposar.
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Lassù, fra le bianche cime di nevi eterne immacolate al sol cogliemmo le stelle alpine per farne un dono ad un lontan amor.
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Vecchio scarpone, come un tempo lontano, in mezzo al fango, con la pioggia e col sol,
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forse sapresti, se volesse il destino, camminare ancor.
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Vecchio scarpone, fai rivivere tu la mia gioventù.
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