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La matrice filosofica del counseling e della psicoanalisi Filosofia moderna.

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Presentazione sul tema: "La matrice filosofica del counseling e della psicoanalisi Filosofia moderna."— Transcript della presentazione:

1 La matrice filosofica del counseling e della psicoanalisi Filosofia moderna

2 Umanesimo: magia Magia = studio delle corrispondenze segrete tra l’anima dell’uomo e l’anima universale, presente ovunque nella natura e nel cosmo. La magia ha a che fare –con l’energia psichica, –con la pienezza di tutte le facoltà umane e di tutte le potenzialità della natura, unite da relazioni molto intime.

3 Magia È un modo di rapportarsi alla realtà –sia con la razionalità –che con la passione e l’intuizione. È la ricerca di una conoscenza sintetica, –insieme apollinea e dionisiaca, –in cui vengano esaltate al massimo grado le capacità sensoriali, intuitive, impulsive, emotive, passionali, sentimentali e anche intellettive, –grazie al contatto con le forze primarie della natura e del cosmo, che sono in senso ampio forze «divine».

4 Ficino «Questo [l’anima] è il più grande di tutti i miracoli della natura. Tutte le altre cose al di sotto di Dio sono sempre un essere singolo, ma l’anima è tutte le cose insieme […] Perciò essa può giustamente essere chiamata il centro della natura, il termine mediano di tutte le cose, la continuità del mondo, il volto di tutto, vincolo e copula dell’universo».

5 Ficino «[L’anima] è tale da cogliere le cose superiori senza trascurare le inferiori […]. per istinto naturale, sale in alto e scende in basso. E quando sale, non lascia ciò che sta in basso e quando scende, non abbandona le cose sublimi; infatti, se abbandonasse un estremo, scivolerebbe verso l’altro e non sarebbe più la copula del mondo».

6 Descartes Descartes pone le basi per uno studio scientifico dell’inconscio, cioè delle motivazioni dell’agire umano che precedono la coscienza e la condizionano. Tale approccio, pur limitato dalla visuale meccanicista, è portatore di importanti sviluppi successivi

7 Spinoza Spinoza: impulso primario inconscio che costituisce l’essenza stessa della natura vivente e di quella pensante. Il superamento del meccanicismo è chiaro e Spinoza più che alla psicologia scientifica sembra preludere piuttosto alla psicoanalisi del profondo

8 Leibniz Leibniz dà dell’inconscio un’immagine nuova, dinamica ed energetica, anticipando modelli teorici che solo molto tempo dopo dimostreranno gran parte della loro validità. Tutta questa dimensione inconscia è inquadrata da Leibniz nell’ambito delle piccole percezioni, –«un’infinità di percezioni in noi, ma senza appercezione e senza riflessione, cioè cambiamenti nell’anima di cui noi non ci accorgiamo perché le impressioni sono o troppo piccole o troppo numerose o troppo congiunte, sicché non si riesce a distinguerle se non in parte».

9 Leibniz Esse costituiscono il tessuto più profondo della nostra personalità, del nostro carattere: gusti, attitudini, predisposizioni, abitudini, atteggiamenti: –«[…] esse non cessano di far sentire i loro effetti e di farsi sentire almeno confusamente nel loro insieme […] Queste piccole percezioni per le loro conseguenze, sono dunque di una efficacia maggiore di ciò che si pensi. Sono esse che formano quel non so che, quei gusti, quelle immagini delle qualità dei sensi, chiare nel loro insieme, ma confuse nelle loro parti, quelle impressioni che i corpi esterni fanno su di noi e che racchiudono l’infinito, quei legami che ciascun essere ha con tutto il resto dell’universo».

10 Leibniz Esse, quindi influiscono anche sulle scelte volontarie, sulla vita morale delle persone e, pur non essendo determinanti, sono condizionanti e inclinano, senza necessità, verso certe scelte: –«Tutte le nostre azioni involontarie sono il risultato del concorso di queste piccole percezioni, come pure i nostri costumi e le nostre passioni che hanno tanta influenza sulle nostre decisioni, perché le abitudini si formano a poco a poco e senza queste piccole percezioni non si giungerebbe mai ad avere disposizioni efficaci. […] preciso che queste impressioni inclinano senza necessitare»

11 Fichte L’io è la mente razionale cartesiana, il non-io è il corpo, –con tutto ciò che di meccanico ancora porta con sé l’eredità della concezione moderna, della corporeità come estensione non pensante. Io e Non-Io possono dunque essere letti anche come contrapposizione tra conscio e inconscio, tra volontà e passioni

12 Fichte Il compito infinito dell’Io di conoscere il Non- Io si traduce nel compito infinito dell’individuo di conoscere il proprio corpo, il proprio inconscio, le proprie passioni

13 Schelling L’importanza conferita da Schelling all’inconscio universale, che agisce tramite il talento artistico, –ma ben al di là delle intenzioni individuali, insieme all’attenzione per il mito, –con i suoi significati originari e archetipici, anticipa temi che saranno ripresi e sviluppati nella psicologia del profondo del Novecento


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