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Jean Gabin
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Quand’ero bambino, alto più o meno “tre palmi” parlavo forte per essere un uomo dicevo: io so, io so, io so, io so.
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Ero giovane, nella mia primavera, e quando ho avuto diciotto anni ho detto: io so, finalmente, stavolta io so.
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E oggi, i giorni in cui mi volto indietro, a guardare la strada che ho fatto, io non so ancora come gira la terra!
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Verso 25 anni, conoscevo tutto: l’amore, le rose, la vita e i soldi. Avevo, sì, l’amore! Ne avevo fatto esperienza!
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E felicemente, come i compagni, non avevo consumato le mie risorse; a metà della mia vita, ho ancora imparato.
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Ciò che ho imparato è in tre, quattro parole: il giorno che qualcuno vi ama è molto bello; lo posso ben dire: E’ MOLTO BELLO!
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Ma c’è ancora una cosa che mi sorprende, nell’autunno della mia vita: si dimenticano tante sere di tristezza ma mai un mattino di tenerezza.
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Tutta la mia giovinezza, ho voluto dire: io so! solo che, più cercavo, e meno ne sapevo.
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L’orologio ha battuto sessanta colpi. Io sono ancora alla finestra, osservo e m’interrogo
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Adesso io so, io so che non si sa mai!
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La vita, l’amore, i soldi, gli amici e le rose: non si sa mai all’inizio l’esito, né di che colore saranno le cose: questo è tutto ciò che so!
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Ma questo io lo so!
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