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La mia Sardegna
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La mia Sardegna I confini
Bocche di bonifacio Mar di Sardegna Mar Tirreno Mar Mediterraneo
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Pianure, colline, montagne
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I tre settori: primario, secondario e terziario
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I tre settori: primario, secondario e terziario
Settore primario: Agricoltura: ortaggi, grano,vite, mandorle, zafferano, sughero, mirto. Allevamento: ovini e caprini. Saline: per la produzione di sale, a Cagliari e Sant’Antioco, estrazione di carbone, zinco e petrolio. Settore secondario: Industria: petrolchimica, chimica legata allo sfruttamento delle risorse minerarie. Artigianato: oreficeria, ceramica, tessitura della lana e tappeti. Settore terziario Turismo: balneare, archeologico, artistico e storico.
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Carta d’identità Regione a statuto: speciale
Capoluogo di regione: Cagliari Province: Cagliari, Carbonia- Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, ogliastra, Olbia- Tempio,Oristano, Sassari Popolazione: abitanti, densità 68 ab/km2 Popolazione non italiana: abitanti Superficie: km2 disoccupati ( anni): abitanti
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Cronologia della sardegna
a.C.: primi insediamenti; civiltà di Ozieri a.C.: civiltà nuragica 1000 a.C.: prime colonizzazioni da parte dei Fenici 510 a.C.: colonizzazione Cartaginese III sec a.C.: guerre puniche e inizio della colonizzazione romana 238 a.C.: il console Tito Sempronio giunge nell’isola V sec d.C.: incursioni barbariche; i Vandali assaltano saccheggiano e occupano l’isola VI sec d.C.: la Sardegna viene conquistata dai Bizantini VIII sec.: incursioni arabe; la popolazione si rifugia sempre di più verso l’interno della regione. 815.: la Sardegna viene divisa in 4 “giudicati”che dipendono dall’imperatore Bizantino XIV sec.: le Repubbliche marinare di Genova e Pisa occupano parte dell’isola 1323: Alfonso d’Aragona sbarca in Sardegna 1409: ribellione del giudicato di Arborea 1720: la Sardegna entra a far parte del Regno dei Savoia che da allora si chiamerà regno di Sardegna 1861: Unità d’Italia 1948: la Sardegna diventa regione autonoma a statuto speciale.( è una regione italiana che gode di particolari forme e condizioni di autonomia).
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La Leggenda Il Golfo degli Angeli
Gli angeli nei tempi lontani chiesero a Dio un dono. Dio rispose che avrebbe dato loro in dono un posto chiamato Terra,dove gli uomini si amavano, si rispettavano e vivevano felici. Dio disse che una terra così esisteva e chiese di cercarla e di trovarla. Gli angeli tristi e abbattuti stavano per tornare in cielo , ma ad un tratto videro un’isola circondata dal mare tranquilla. Gli angeli scesero subito in quella terra e videro gli uomini in pace che coltivavano i campi e un terra verde. I diavoli però, invidiosi di quello che avevano gli angeli scesero nella terra e li attaccarono cercando di scacciarli via. Ne seguì una lotta furibonda: i diavoli vennero sconfitti e furono costretti ad andarsene. Lucifero, nella corsa cadde da cavallo e con un gesto d’ira lanciò la sua sella e la scagliò lontano. La sella si pietrificò all’istante,dando vita alla montagna che ancora oggi si chiama ”sella del Diavolo”. Gli angeli non vollero più rimanere in quel luogo in cui erano costretti a combattere e se ne andarono cercando un altro luogo di pace. Il Golfo vicino al quale avevano abitato da allora si chiamò “ Golfo degli Angeli”.
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La leggenda La nascita della Sardegna
Vi sono molte leggende che narrano la nascita di quest'isola. Noi ti raccontiamo quella che ci piace di più e che vuole spiegare perché la Sardegna è una terra tanto bella e tanto particolare. Dio aveva appena finito di creare la terra quando si accorse che aveva ancora alcuni sassi nella sua grande borsa della creazione. "Che cosa posso fare con questi?" si chiese. Così li raccolse tutti e li scagliò in mare. Con il suo piede poi li calpestò, affinché potessero ben assestarsi sul fondo del mare. Nacque così una terra dalla forma particolare, Ichnusa, modellata dal piede di un dio. Dio guardò la nuova isola che aveva creato e si accorse che era arida,senza animali né piante né persone che la abitassero. Allora,per rimediare,prese qualcosa di bello da tutti gli altri territori del mondo e li portò sull'isola: scogli altissimi,baie sabbiose,morbide colline, fertili pianure e poi tante specie di animali e di piante. E' per questa ragione che in Sardegna ancora oggi troviamo una natura così fantastica e così varia.
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La storia della Sardegna
La Sardegna ha una storia molto antica e varia, fatta di Nuraghi, dominazioni, lotte e molto altro. I primi abitanti della Sardegna sono fatti risalire al periodo Neolitico, da allora la Sardegna ha avuto una Storia varia e soprattutto unica, l'isola è stata sempre difficile da conquistare. Intorno al X secolo a.C., la Sardegna cominciò ad essere frequentata da altre popolazioni mediterranee che instaurarono con i sardi una serie di rapporti, inizialmente solo commerciali, poi anche politici e militari; i primi furono i Fenici. Nel 510 a.C., la Sardegna passò nelle mani di Cartagine, attivissima nei traffici commerciali ed avviata a diventare nell'area mediterranea una potenza economica politica e militare. Nel 238 a.C. i Romani si impadronirono della Sardegna, chiamati dai mercenari punici ribellatisi a Cartagine. La Sardegna Romana, resterà a lungo legata alle tradizioni culturali puniche. Nel 227a.C. l'Isola divenne provincia romana, fu posta sotto il governo amministrativo, giudiziario e militare di un magistrato e fu costretta a pagare pesanti tributi. I romani accrebbero l'attività estrattiva delle miniere sarde: la manodopera era costituita quasi esclusivamente da schiavi o da deportati politici. La dominazione romana durò circa sette secoli e lasciò un'impronta profonda, incidendo sulla mentalità, sulla lingua, sui costumi, sulla cultura dei Sardi e del loro territorio. I segni di questa romanizzazione sono ancora oggi visibili in tutta l'Isola nei resti di ponti (Porto Torres), di acquedotti, fori (Nora), strade, templi (Fluminimaggiore), terme (Fordongianus) e teatri (Cagliari, Nora). I romani fondarono nuovi centri abitati come Turris Libisonis, l'odierna Porto Torres; svilupparono molte città costiere preesistenti come Carales, oggi Cagliari, Nora, Tharros ed alcuni centri dell'interno quali Forum Traiani, oggi Fordongianus (OR), Augustis, oggi Austis (NU), Valentia, oggi Nuragus (NU).
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La nascita di Cagliari Così nacque Cagliari
Cagliari fu chiamata dai fenici, i cartaginesi, e i romani "Caralis"; nel Medio Evo divenne "Càllari", mentre gli spagnoli la trasformarono in "Càgliari". E' probabile che la città, risalente al VI sec. a.C.,fosse stata fondata da un grande generale fenicio di nome Quaral che la volle davanti allo stagno di Santa Gilla, per avere un porto sicuro come base militare per controllare tutta l'isola. Il primo nucleo della città si formò nella zona detta oggi Castello , mentre le necropoli puniche e romane furono situate sul colle di Bonaria, ad est del Castello. Nel Castello, quartiere emergente su tutti gli altri, vivevano i nobili e i dominatori dell'isola. Furono i Pisani i primi a cingere di mura il Castello, edificandovi la cattedrale e le stupefacenti torri di San Pancrazio e dell'Elefante il cui colore giallo-rosa si perde nell'azzurro del cielo estivo. Quando giunsero a Cagliari i Catalini, gli Spagnoli e i Piemontesi, i Pisani dovettero fuggire, e i sardi furono allontanati dalla città alta, ma in seguito riconquistarono il dominio dell’isola.
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La Sardegna del sud
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LA SARDEGNA DEL SUD 1: Chiesa di Nora vista dall’interno
2 1: Chiesa di Nora vista dall’interno 2: Il faro di Capo Spartivento 3: Porto di Cagliari visto dall’alto 4:La torre di Cala d’Ostia 3 4
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LA SArDEGNA DEL SUD 5: Lo stagno di Molentargius 6: Scavi di Nora
7: Il Flamingo Santa Margherita di Pula 8: Chiesa di Bonaria –CA- 7 8
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La cucina sarda La cucina sarda
La Sardegna è stata per secoli terra di pastori: questa caratteristica si riflette anche nella sua cucina, costituita da cibi poveri che possono conservarsi a lungo o essere trovati sul luogo: pane carasau, formaggio, cacciagione, latte. La cucina sarda si divide tra il mare e la montagna, ma è da quest’ultima, soprattutto, che ricava gli ingredienti principali. Tra i prodotti sardi spicca il “proceddu”, cioè il maialino da latte. Tipica è la cottura a “carraxiu”: si scava una buca nel terreno e vi si accende dentro un fuoco;quando questo è consumato, si mette sulle bracci il maialino avvolto in erbe aromatiche,si ricopre la buca e si accende un fuoco sopra che cucinerà il maialino in modo lentissimo. Dal maiale e dal cinghiale si ricavano poi salami, salsicce, e prosciutto affumicato. Lungo la costa si cucina il pesce: soprattutto le aragoste e un piatto di pesce di origini ligure “sa burridda”, gattucci di mare. La bottarga è una gustosissima preparazione a base di uova di pesce, usata per condire vari piatti o spalmata sul pane come antipasto. I tipi di pasta più conosciuti sono i “ malloreddus” e i “culurgiones”, tortellini con ripieno di erbe e patate. Tra i dolci si ricordano “is papasinas”, biscottini di pasta frolla, le sebadas a base di formaggio e miele. Il pane carasau detto anche “carta da musica”, è un pane fatto di sfoglie rotonde, sottili, croccanti e dure che in genere vanno mangiate dopo averle ammorbidite nell’ acqua. Era il pane dei pastori così potevano avere con sé una scorta per vari giorni. Vi è poi il pane “civraxiu”, in grandi forme, che pesa fino ai dieci chili e si conserva fresco a lungo.
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Sa cosa de pappai 1: su porceddu 2: culurgiones de arrescottu
3: is culurgiones de casu 4: prosciuttu, sartizzu e lardu 4 3
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Sa cosa de pappai 5:is anguiddas 6: su frittu de mari
7: pasta e cocciula 8: s’angioni 7 8
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I drucis 2 1: drucis 2: drucis 3: bianchinusu 4: pardulas 1 4 3
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I drucis 6 5 5: amarettus 6: pani e saba 7: pirichittus 8: gatteau 8 7
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La storia di sant’efisio
Introduzione: Efisio (Elia in Antiochia, 250 d.C. – Nora, 15 gennaio 303) è stato un martire cristiano sotto Diocleziano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica. Nato a Elìa Capitolina, una colonia romana nel seno di Gerusalemme nel 250 d.C., da madre pagana e padre cristiano,Efisio fu un ufficiale dell'esercito romano inviato in Italia per difendere gli interessi dell'Impero Romano e combattere il cristianesimo. La sagra di Sant'Efisio La storia di sant’Efisio è molto particolare, esso, infatti, era un persecutore dei cristiani che, venne in Sardegna per uccidere i religiosi, a seguito di una visione divina si convertì e diventò grandissimo seguace di Cristo. Chiamato dal suo imperatore Diocleziano a rinnegare la sua religiosità si rifiutò, e fu cosi decapitato nel carcere di Nora nel 303d.C. La sagra di sant’Efisio rappresenta per tutti i cagliaritani un momento particolarmente solenne, si ricorda, infatti, Efisio, patrono del capoluogo sardo. La venerazione di Efisio da parte dei Cagliaritani ha inizio nel 1652, quando la popolazione, decimata dalla peste, trova nel martire un motivo di fede e di speranza, ed effettivamente nel 1656 grazie all’intercessione del santo martire la peste viene sconfitta. Da allora il 1 maggio di ogni anno il popolo cagliaritano si stringe attorno al suo san patrono dedicandogli una della feste più particolari e seguite dell’intera nazione. La sagra, che dura quattro giorni, è l'unica che compie un percorso che non conosce soste, se non per la notte. Inizialmente la sagra era solo una piccola processione che accompagnava il santo a Nora, partecipavano i confratelli e le consorelle, alcuni miliziani, lo storico AlterNos, rappresentante del sindaco di Cagliari, e i fedeli. Dopo la liberazione dala peste, la popolazione cagliaritana si è sempre più affezionata ad Efisio, facendo diventare la sua festa un evento di fede e di costume.
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La storia di sant’efisio
Si aggiunsero alla processione i “Cavalieri campidanesi”, e gruppi in costume proveniente da tutta la Sardegna. Oggi ogni 1° maggio, a Cagliari, sfilano circa persone. Aprono una trentina di "traccas", antichi carri trainati da buoi, splendidamente addobbati con i prodotti dei campi, gli utensili della casa, i prodotti tipici della gastronomia sarda. Seguono i gruppi in costume, a piedi, che recitano o cantano le preghiere della tradizione religiosa isolana, creando un clima intensissimo. Dietro i costumi ci sono i cavalieri, la parte più spettacolare della Sagra: dapprima quelli "campidanesi" seguiti dalle giubbe rosse dei miliziani, la scorta armata del Santo. A mezzogiorno il Santo esce dalla sua chiesetta di Stampace, dentro un cocchio dorato trainato da una coppia di buoi. Precedono il cocchio la "Guardiania" e il cilindro, corpo scelto dei confratelli di Sant'Efisio che accompagnano a cavallo il Santo lungo il tragitto cittadino. Quindi l'AlterNos, scortato da due mazzieri del Comune in abito di gala e due fila di confratelli e consorelle in abito penitenziale. Il suono delle "launeddas", tipico strumento a fiato sardo, è la cornice sonora del passaggio del Santo fra la folla che commossa, partecipa al secolare rito. E passa, Efisio, tra la sua gente che non ha dimenticato i suoi interventi a favore di Cagliari e della Sardegna.
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La storia di sant’efisio
Giunto di fronte al Municipio, in una Via Roma infiorata (è il rito de "sa ramadura"), il cocchio del Santo viene salutato dalle sirene delle navi in porto e da un'ovazione della gente presente che, in piedi, si segna al suo passaggio. La sagra, a quel punto, diventa festa di campagna: si passa per La Maddalena, Su Loi, Villa D’Orri,Sarroch, Villa San Pietro, Pula e Nora. Dovunque si ripetono delle piccole sagre, con celebrazioni religiose e banchetti dove tutti sono invitati, nel segno della massima accoglienza e ospitalità. Il 4 maggio il santo rientra a Cagliari dove arriva solo a tarda sera, alla luce di mille fiaccole, Sant'Efisio dentro il suo cocchio, fa rientro nella sua chiesetta stampacina. Ancora fra migliaia di devoti che fanno ressa per poter entrare nel piccolo tempio, per stare ancora vicino al "loro" santo protettore. "Atrus annus" è il saluto e l'augurio che ci si scambia. "Ad altri anni", perché a Stampace il 5 maggio si pensa già alla sagra dell'anno successivo. Fonte:
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Il pellegrinaggio Lasciata Cagliari, dopo l’omaggio del Villaggio dei Pescatori, il pellegrinaggio giunge alla Chiesetta di Sant’Efisio di Giorgino per il cambio degli abiti. Vengono rimossi i gioielli e si procede al cambio delle vesti, sostituite da altre più semplici. La statua viene sistemata su un carro da viaggio, detto "cocchio di campagna". Il pellegrinaggio prosegue fino a Maddalena Spiaggia, dove i fedeli accorrono dalla vicina Capoterra(anticamente chiamata Villa Sant'Efisio). La terza tappa viene effettuata nella località detta "Su Loi", con la celebrazione di una Messa. Al tramonto la processione giunge nella Cappella della prestigiosa Villa d'Orri dei marchesi Manca di Villahermosa, dove vieneofficiata la benedizione eucaristica. Al termine il corteo riprende il viaggio e arriva a Sarroch. Giunti a Sarroch, il cocchio viene accompagnato fino alla chiesa di Santa Vittoria dove viene celebrata una Messa solenne e qui avviene la sosta per la notte. Il 2 maggio la processione fa tappa a Villa San Pietro, tappa introdotta durante la Festa del 1943 e poi a Pula, dove l'Alter Nos affida al Sindaco la responsabilità del Rito.
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Il pellegrinaggio Giunto a Pula è accolto da un grande corteo di costumi , cavalieri, autorità e tante persone devote che lo accompagnano in processione per le vie del paese fino alla chiesa di San Giovanni Battista dove viene celebrata una Messa solenne. Nel pomeriggio il santo fa una sosta davanti al cimitero e un'altra davanti alla chiesetta di San Raimondo, poi il Santo viene preso in consegna dall'Arciconfraternita e scortato fino a Nora, dove arriva verso le 21. Quindi il simulacro viene deposto in una nicchia all’interno della sua Chiesetta. Per tutta la giornata del 3 maggio avviene la commemorazione del Martire con messe e funzioni. Alle 18 ha luogo la processione lungo il litorale, durante la quale il Santo abbandona il cocchio e viene trasportato in spalla a rivisitare i luoghi del suo martirio. Il 4 maggio la processione torna verso Cagliari dove tanti fedeli attendono il rientro del santo. Entro la mezzanotte sant’Efisio viene riportato nella sua chiesa di Stampace.
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Il pellegrinaggio
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Creazione lapbook
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Creazione lapbook
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Creazione lapbook
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…Eccoci… Classe V Santa Margherita Angioni Sirya Arrus Alice
Boi Monica Casu Angelica Cossu Francesco Fusco Giulia Madonia Elena Ortu Diego Sanna Nicolo’ Anno scolastico Insegnante:Barbara Serra
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…FINE…
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