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BIOETICA E ASPETTI FAMILIARI NELL’ASSISTENZA AL MALATO SPUNTI DI RIFLESSIONE E DI CONFRONTO.

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Presentazione sul tema: "BIOETICA E ASPETTI FAMILIARI NELL’ASSISTENZA AL MALATO SPUNTI DI RIFLESSIONE E DI CONFRONTO."— Transcript della presentazione:

1 BIOETICA E ASPETTI FAMILIARI NELL’ASSISTENZA AL MALATO SPUNTI DI RIFLESSIONE E DI CONFRONTO

2 Se vogliamo avere a che fare con una disciplina dobbiamo cercare di inquadrarla in modo epistemologico ossia cercare di definire il sapere intorno a cui essa ruota.

3 La bioetica è una disciplina scientifica dialogica, sia nei contenuti di cui si occupa sia nel modo in cui li affronta. S i presenta fin dal principio come un sapere e un pensare che possiamo definire ecumenici, una sorte di sapienza biologica che realizza un ponte tra le scienze bio-sperimentali e le scienze etico- antropologiche.

4 È una branca dell’etica applicata e nasce per l’esigenza di affrontare le sfide che la tecnologia moderna ha posto sull’agire umano e per definirne quindi i limiti. questione della cura Riguarda in particolare la questione della cura, cioè di una modalità di porsi in relazione con l’altro che coinvolge le dimensioni etiche e psichiche più profonde dell’essere umano (inizio/fine vita).

5 ALCUNE DEFINIZIONI Warren Thomas Reich “ La bioetica è lo studio sistematico della condotta umana nell’ambito delle scienze della vita e della salute, in quanto questa condotta è esaminata alla luce dei valori morali e dei principi ”. ( Encyclopedia of Bioethics, 1978 )

6 Hugo Engelhardt Se nella natura umana non c’è nulla di sacro (…) non sussisterà più nessuna ragione per cui, con le dovute cautele, non la si possa trasformare radicalmente “. Le persone diventano centrali non per la dignità o per il loro valore, ma perché esse possono decidere di collaborare o di ritirare il proprio consenso isolandosi in sfere di privatezza morale » ( Foundation of bioethics, 1986 )

7 Hans Jonas “ Agisci in modo tale che gli effetti delle tue azioni siano compatibili con il sussistere di una vita umana autentica”. La responsabilità è la cura per un altro essere quando venga riconosciuta come dovere, diventando “apprensione” nel caso in cui venga minacciata la vulnerabilità di quell’essere. Ma la paura è già racchiusa potenzialmente nella questione originaria da cui ci si può immaginare scaturisca ogni responsabilità attiva: che cosa capiterà a quell’essere, se io non mi prendo cura di lui? (Il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica, a cura di P.P. Portinaro, Einaudi, Torino,1990 ).

8 Elio Sgreccia La bio-etica è la filosofia della ricerca e della prassi biomedica, è quella parte della filosofia morale che considera la liceità o meno degli interventi sulla vita dell’uomo e, particolarmente di quegli interventi connessi con la pratica e lo sviluppo delle scienze mediche e biologiche” (Sgreccia, Bioetica. Manuale per medici e biologi, Milano, Vita e Pensiero, 1986)

9 Gilbert Hottois La bioetica è “l’insieme delle ricerche, dei discorsi e delle pratiche multidisciplinari, aventi ad oggetto la chiarificazione o la risoluzione delle questioni di carattere etico suscitate dall’avanzamento e dall’applicazione delle tecnoscienze biomediche ”. (Hottois-M.H. Parizeau, Les mots de la bioéthique, Bruxelles, De Boeck-Wesmael, 1995)

10 Uberto Scarpelli La bioetica è l’etica in quanto particolarmente relativa ai fenomeni della vita organica, del corpo, della generazione, dello sviluppo, maturità e vecchiaia, della salute, della malattia e della morte. Non è una disciplina autonoma e indipendente: ricomprende problematiche legate al progresso della conoscenza e delle tecniche biologiche, ma un adeguato approfondimento riporta alle questioni e agli atteggiamenti etici fondamentali concernenti l’uomo in quanto anima e corpo, spirito e materia, organismo capace di azioni e interazioni significanti e simboliche eccedenti il campo d’indagine della biologia ”. ( La bioetica. Alla ricerca dei principi, in Bioetica laica, Milano, Baldini e Castoldi, 1998)

11 La coniazione del termine bioetica è attribuita a Fritz Jahr, che nel 1927 prendendo spunto dall’imperativo categorico kantiano, parlò di «imperativo bioetico» riguardo allo sfruttamento di fauna e flora da parte dell'uomo. Il primo però ad usare il termine, nel 1970, con il significato che oggi gli attribuiamo è un oncologo di nome Van Rensselaer Potter.

12 Potter scrive: Non vi è finora nessuna etica che tratti la relazione dell’uomo con la terra e con gli animali e le piante che vivono su di essa. L’estensione dell’etica verso questo terzo elemento dell’ambiente umano è, se non erro, una possibilità evolutiva e una necessità ecologica. I valori etici non possono essere separati dai fatti biologici.

13 Tali definizioni si caratterizzano per tre elementi fondamentali : a) la bioetica è un tentativo di ricomporre la separazione tra scienza della natura (biologia) e scienza dello spirito (etica), è un ponte verso le altre scienze b) la bioetica è scienza che guarda al futuro c) la bioetica è una scienza della globalità

14 La concezione biologica di Potter è orientata chiaramente verso il meccanicismo, senza che questo implichi né una chiusura ai valori umani e all’etica né una accettazione della pretesa estrema di quelle forme di meccanicismo che credono nella possibilità di arrivare un giorno a disporre di tutta la conoscenza del mondo nel quale viviamo. ( Alcune riflessioni sulla «bioetica» di Potter, Fernando Pascual, L.C.)

15 DOMANDE Che tipo di macchina è l’uomo?» Chi avrebbe «fatto» l’essere umano come una macchina libera? DOMANDE Che tipo di macchina è l’uomo?» Chi avrebbe «fatto» l’essere umano come una macchina libera?

16 Per Potter il fatto che l’uomo sia in grado di assimilare una grande quantità d’informazioni permette d’introdurre errori che: a) fanno sì che il nostro comportamento non sia mai automatico b) fanno sì che l’uomo abbia maggiori opportunità per l’esercizio della libera volontà individuale rispetto ad altre forme di vita

17 La conoscenza che vuole controllare la vita è pericolosa: la vita sfugge al nostro controllo. La scienza oggi è fonte di disordine e di conoscenze non controllabili dalla società. L’unico modo di controllare una conoscenza pericolosa è aggiungere ad essa una maggiore conoscenza cioè promuovere la saggezza ( φρόνησις), intesa come conoscenza di come usare la propria conoscenza.

18 LIMITI DELLA DEFINIZIONE DI POTTER L’antropologia (in senso evoluzionistico e meccanicistico) non riesce a cogliere il significato profondo dell’essere uomo ma si ferma ad interpretare fenomeni propriamente umani, come ad esempio l’intelligenza e la libertà, secondo una visione che potremmo definire riduzionista ed insufficiente. L’uomo considerato quale «macchina» non potrà mai passare dal particolare all’universale in senso spirituale, né potrà avere coscienza di sé, né sarà veramente libero.

19 LEGAME ETICA/BIO-ETICA TRE ELEMENTI COMUNI a) VALORI (oggettivi e universalizzabili ) B) NORME (l’attuazione del valore in un comportamento, nella prassi). c) COSCIENZA: RUOLO DELLA SCELTA CONSAPEVOLE DEL SOGGETTO. (conoscenza/ libertà/responsabilità/capacità di discernimento)

20 ALCUNE CONCEZIONI RIDUTTIVE ) Moralistica: lecito/illecito Variante è la concezione legalista (norme corrette se rispondono ad una legge prima ancora che alla coscienza) Relativistica Integralista (difesa delle proprie convinzioni) Proibizionista (contro chi varca i confini) Confessionale (es. visione laica/cattolica)

21 CENNI DI STORIA DELLA BIOETICA

22 PATERNALISMO MEDICO: CORRISPONDENZA ORDINE NATURALE E ORDINE MORALE ( Φύσις/ ἦ θος). La malattia è un disordine e quindi comporta la destrutturazione dell’individuo: il malato è quindi un soggetto che non ha più ethos e quindi c’è qualcuno che pensa al suo bene ossia il medico. DAL PATERNALISMO ALL’AUTONOMIA Nascita del concetto di persona che sostituisce l’idea di natura. Per Boezio (poi San Tommaso) la persona è rationalis naturae individua substantia ossia “l’essere che sussiste per se stesso nella natura intellettuale“, l’essere spirito incarnato in un corpo, che esiste in-sé e per-sé. L’uomo è autocoscienza e non può essere strumento di nessuno ha una dignità

23 1947 Codice di Norimberga = Principio di autonomia 1948 Dichiarazione di Ginevra (È una dichiarazione di medici dedicata ad un'umanizzazione della medicina dopo i crimini medici che erano stati commessi dal nazifascismo in Germania. Revisione del Giuramento di Ippocrate). 1962 Dichiarazione di Helsinki Venne proposta dall’ Associazione medica mondiale e riporta l’insieme di principi etici riguardanti tutta la comunità medica sulla sperimentazione umana.

24 Codice di Norimberga 1. Il consenso volontario del soggetto umano è assolutamente essenziale. Ciò significa che la persona in questione deve avere capacità legale di dare consenso, deve essere in grado di esercitare il libero arbitrio senza l'intervento di alcun elemento coercitivo, inganno, costrizione, falsità o altre forme di imposizione o violenza; deve avere sufficiente conoscenza e comprensione degli elementi della situazione in cui è coinvolto, tali da metterlo in posizione di prendere una decisione cosciente e illuminata

25 2. L'esperimento dovrà essere tale da fornire risultati utili al bene della società, e non altrimenti ricavabili con mezzi o metodi di studio; la natura dell'esperimento non dovrà essere né è casuale né senza scopo. 3. L'esperimento dovrà essere impostato e basato sui risultati della sperimentazioni su animali e sulla conoscenza della storia naturale del morbo o di altri problemi allo studio, cosicché risultati antecedenti giustifichino lo svolgersi dell'esperimento. 4. L'esperimento dovrà essere condotto in modo tale da evitare ogni sofferenza o lesione fisica o mentale che non sia necessaria.

26 5. Non si dovranno condurre esperimenti ove vi sia già a priori ragione di credere che possa sopravvenire la morte o un'infermità invalidante, eccetto forse quegli esperimenti in cui il medico sperimentatore si presta come soggetto. 6. Il grado di rischio da correre non dovrà oltrepassare quello determinato dalla rilevanza umanitaria del problema che l'esperimento dovrebbe risolvere. 7. Si dovrà effettuare una preparazione particolare, e particolari attenzioni dovranno essere usate al fine di mettere al riparo il soggetto dell'esperimento da possibilità anche remote di lesione, invalidità o morte.

27 8. L'esperimento dovrà essere condotto solo da persone scientificamente qualificate. Sarà richiesto il più alto grado di capacità e attenzione in tutte le fasi dell'esperimento a coloro che lo conducono o vi sono comunque coinvolti. 9. Nel corso dell'esperimento il soggetto umano dovrà avere la libera facoltà di porre fine ad esso se ha raggiunto uno stato fisico o mentale per cui gli sembra impossibile continuarlo. 10. Durante l'esperimento lo scienziato responsabile deve essere pronto a interromperlo in qualunque momento se è indotto a credere in buona fede, dopo una ponderata riflessione con tutte le sue facoltà, che la continuazione dell'esperimento comporterebbe probabilmente lesioni, invalidità o morte per il soggetto umano.

28 Alcune date della bioetica ( documento web ) Gli anni ’50-60 1947 – Il processo di Norimberga e la sperimentazione su esseri umani 1953 – Nature pubblica “The Molecular Structure of Nucleic Acids” (J.D. Watson e F.H. Crick) 1954 – J. Murray esegue il primo trapianto di rene a Boston (sopravvivenza otto anni) 1960 – La FDA approva il primo contraccettivo orale(Enovid) 1960 – Prima emodialisi 1967 – C. Barnard esegue il primo trapianto di cuore (Cape Town, Sud Africa) (18 giorni, espianto a cuore battente) Gli anni ’50-60 1947 – Il processo di Norimberga e la sperimentazione su esseri umani 1953 – Nature pubblica “The Molecular Structure of Nucleic Acids” (J.D. Watson e F.H. Crick) 1954 – J. Murray esegue il primo trapianto di rene a Boston (sopravvivenza otto anni) 1960 – La FDA approva il primo contraccettivo orale(Enovid) 1960 – Prima emodialisi 1967 – C. Barnard esegue il primo trapianto di cuore (Cape Town, Sud Africa) (18 giorni, espianto a cuore battente)

29 Anni ‘70 1969-1971 – Nascono lo Hastings Center on Hudson (NY) (D. Callahan) e il Kennedy Institute for Bioethics (Washington DC) (W. Reich) 1972 – Il New York Times rivela lo scandalo di Tuskegee(Alabama- esperimenti sulla sifilide) 1973 – Roe v. Wade: la US Supreme Court autorizza l’aborto come diritto di privacy 1975 – Il caso di Karen Ann Quinlan (stato vegetativo persistente. Inizia una battaglia legale che alla fine i genitori vincono nel 1985: staccata dal respiratore, Karen continua a respirare autonomamente. Nessuno dei nostri quotidiani lo ha riferito; nemmeno che Karen continuerà a vivere per altri 10 anni) 1978 – Nasce in Inghilterra Baby Louise Brown, prima bambina della Fivet (fertilizzazione in vitro). Italia: Legge 22 maggio n.194 (IVG) Anni ‘70 1969-1971 – Nascono lo Hastings Center on Hudson (NY) (D. Callahan) e il Kennedy Institute for Bioethics (Washington DC) (W. Reich) 1972 – Il New York Times rivela lo scandalo di Tuskegee(Alabama- esperimenti sulla sifilide) 1973 – Roe v. Wade: la US Supreme Court autorizza l’aborto come diritto di privacy 1975 – Il caso di Karen Ann Quinlan (stato vegetativo persistente. Inizia una battaglia legale che alla fine i genitori vincono nel 1985: staccata dal respiratore, Karen continua a respirare autonomamente. Nessuno dei nostri quotidiani lo ha riferito; nemmeno che Karen continuerà a vivere per altri 10 anni) 1978 – Nasce in Inghilterra Baby Louise Brown, prima bambina della Fivet (fertilizzazione in vitro). Italia: Legge 22 maggio n.194 (IVG)

30 Anni ’80 1982 – Baby Doe (US), nata con sindrome di Down e blocco intestinale, viene lasciata morire su richiesta dei genitori 1982 – Negli Stati Uniti W.C. de Vries impianta il primo cuore artificiale (tessuto e plastica) (sopravvivenza 112 giorni) 1983 – Newsweek usa per la prima volta la parola epidemia per la diffusione di una malattia sconosciuta, l’Aids. 1984 – Baby Fae, nata con un difetto congenito al cuore, viene trapiantata con un cuore di babuino 1987 – Nasce Baby M, il primo neonato da maternità surrogata (la Corte del New Jersey decide a favore dei padre biologico e della madre sociale) 1988 – Viene brevettato il primo OGM, l’Oncomouse TM, il topo geneticamente modificato Anni ’80 1982 – Baby Doe (US), nata con sindrome di Down e blocco intestinale, viene lasciata morire su richiesta dei genitori 1982 – Negli Stati Uniti W.C. de Vries impianta il primo cuore artificiale (tessuto e plastica) (sopravvivenza 112 giorni) 1983 – Newsweek usa per la prima volta la parola epidemia per la diffusione di una malattia sconosciuta, l’Aids. 1984 – Baby Fae, nata con un difetto congenito al cuore, viene trapiantata con un cuore di babuino 1987 – Nasce Baby M, il primo neonato da maternità surrogata (la Corte del New Jersey decide a favore dei padre biologico e della madre sociale) 1988 – Viene brevettato il primo OGM, l’Oncomouse TM, il topo geneticamente modificato

31 ANNI ‘90 1990 - Progetto Genoma Umano (HUGO) 1990 – Viene istituito il CNB (Bompiani,Ossicini, D’Agostino, Berlinguer) 1997 – A Edimburgo nasce Dolly (1997-2003), la prima pecora clonata (scattano le moratorie sulla clonazione) 1998 – La deCode Genetics ottiene l’esclusiva per lo studio e lo sfruttamento industriale del patrimonio genetico degli Islandesi 2000 – Craig Venter afferma di aver sequenziato il genoma umano 2001 – La FDA approva la sperimentazione clinica per gli xenotrapianti (da maiale) 2001- Viene proposto il Golden Rice come biotecnologia“buona” (riso geneticamente modificato) ANNI ‘90 1990 - Progetto Genoma Umano (HUGO) 1990 – Viene istituito il CNB (Bompiani,Ossicini, D’Agostino, Berlinguer) 1997 – A Edimburgo nasce Dolly (1997-2003), la prima pecora clonata (scattano le moratorie sulla clonazione) 1998 – La deCode Genetics ottiene l’esclusiva per lo studio e lo sfruttamento industriale del patrimonio genetico degli Islandesi 2000 – Craig Venter afferma di aver sequenziato il genoma umano 2001 – La FDA approva la sperimentazione clinica per gli xenotrapianti (da maiale) 2001- Viene proposto il Golden Rice come biotecnologia“buona” (riso geneticamente modificato)

32 MODELLI BIOETICI MODELLO LIBERAL-RADICALE (LIBERA SCELTA Non esiste una verità universale ed i valori sono fondati sul soggetto che segue le sue inclinazioni momentanee ) MODELLO PRAGMATICO-UTILITARISTA (CRITERIO DELL’UTILE) MODELLO SOCIO-BIOLOGISTA (CRITERIO DEL PROGRESSO) MODELLO PERSONALISTA MODELLO LIBERAL-RADICALE (LIBERA SCELTA Non esiste una verità universale ed i valori sono fondati sul soggetto che segue le sue inclinazioni momentanee ) MODELLO PRAGMATICO-UTILITARISTA (CRITERIO DELL’UTILE) MODELLO SOCIO-BIOLOGISTA (CRITERIO DEL PROGRESSO) MODELLO PERSONALISTA

33 CRITERI GENERALI RELATIVI AI MODELLI PARADIGMA PRINCIPIALISTA 4 Principi a) Autonomia (libertà decisionale della persona) b) Non maleficità Tale principio rischia di scivolare nel paternalismo e può non essere capace di risolvere conflittualità decisionali come ad esempio il prelievo o meno degli organi dal vivente; oppure interventi (con danno) sulla gravida per il bene del feto ecc. c) Beneficità (valuta anche il rapporto costi/benefici) d) Giustizia

34 PARADIGMA PARADIGMA CONTRATTUALISTA Rispetto idee altrui. L’universo del paziente diventa quasi assoluto per il medico che deve rispettare tutti i voleri del paziente, anche quello di morire. Si divide in proceduralista e utilitarista

35 PARADIGMA PERSONALISTA biocentrico (sacralità vita ) antropocentrico-teleologico ( realizzazione della persona ) aretocentrico ( ἀ ρετή ) ( pieno rispetto delle virtù morali)

36 BIOETICA DELLA CURA La bioetica della cura si basa sull'esigenza di attivare strumenti di tipo etico-metodologico che instaurino un rapporto orientato al sostegno dell'individuo nel quale chi “detiene il potere terapeutico” riconosca l’individualità e la particolarità di ogni paziente e instauri una relazione solidale e attenta.

37 Nella lingua inglese la cure, ossia la prassi terapeutica, può essere distinta con maggior facilità dalla care, vale a dire la cura intesa come sollecitudine,protezione, preoccupazione, senso di responsabilità.

38 La medicina è una pratica fondata su una relazione sociale che ha nella sofferenza la motivazione fondamentale e nella speranza, per l’ammalato, di essere aiutato e guarito, il suo télos. (PAUL RICOEUR, Il giudizio medico, Morcelliana, Brescia 2006)

39 L'atteggiamento della "cura" prevede un coinvolgimento rivolto alla sorte dell'oggetto d'attenzione poiché, ispirandosi al modello dell'amore parentale, suggerisce una modalità di attenzione dell'altro che non è certo riconducibile ad un semplice insieme di obblighi.

40 Lévinas intende la cura come il principio morale fondamentale. Contestando il “narcisismo del cogito ” ed il mito dell’interiorità della coscienza, Lévinas si concentra sull’esteriorità dell’assolutamente altro, emergente dal volto, volendo però liberare la relazione con il volto dell’altro dalla dialettica del riconoscimento, tipica della modernità occidentale 6. Per questo l’altro non è, per Lévinas, descrivibile come alter (io estraneo), ma come autrui, pronome indefinito, riferibile solo alla persona, espressione quindi indicante la presenza di qualcun’altro, ma senza la pretesa di identificarlo inserendolo nelle categorie abituali del nostro pensiero 6

41 Egli afferma che siamo sempre debitori all’altro perché l’Altro ci dà la nostra identità. Ciascuno di noi ritrova se stesso in quanto scopre l’Altro. Secondo Lévinas dobbiamo incontrare l’Altro non dove è uguale a noi ma dove è diverso, perché solo nella diversità incontriamo veramente l’Altro. Lévinas sostiene, inoltre, che “ l’uomo esiste in quanto si relaziona con gli altri ”. Il rapporto di ciascuna persona con gli altri si fonda sulla responsabilità senza reciprocità e dunque essa può essere accolta o rifiutata, perché l'inverso compete solamente all’altra persona

42 Il rapporto con l'Altro «è rispecchiamento di me stesso e tuttavia non è propriamente un rispecchiamento» Tale rispecchiamento è un vedersi nell'Altro che a sua volta si ritrova in noi, è un esperire l'inesperito, un cambiare prospettiva non per assumerne una totalizzante e assoluta, ma al contrario una che sia continuamente aperta a nuovi sguardi, all'accettare nuovi punti di vista appunto. ( Totalité et infini. Essai sur l'extériorité, Livre de Poche, Paris, 2010)

43 Lévinas oppone all'etica dei diritti un'etica della solidarietà. “Come la solidarietà rappresenta una polarità opposta al principio della giustizia, in quanto la nutre in modo particolaristico con gli impulsi affettivi della partecipazione reciproca, così d'altro canto il prendersi cura rappresenta allo stesso modo una polarità altrettanto necessaria, poiché essa la completa mediante un principio di aiuto unilaterale completamente disinteressato”. (“ Curare e prendersi cura”, M. A. La Torre, Il modello della cura in bioetica, pubblicato in Le Nuove dimensioni della relazione terapeutica, Macro, Cesena 1999)

44 ALTRI ESEMPI Per Axel Honneth, al centro dell'etica della cura si colloca "l'idea che le nostre rappresentazioni della moralità non si esauriscono nel concetto del trattamento imparziale e della responsabilità reciproca, ma includono anche quelle modalità di comportamento che consistono negli atti asimmetrici della beneficenza e dell'amore del prossimo. ( Honneth,, " L'altro della giustizia. Habermas e la sfida etica del postmoderno, Fenomenologia e società, 1995 )

45 Potremmo definire la Cura come un inter/esse ossia un’attenzione per l’essere che ci coinvolge totalmente, entrando nel nostro essere e trasformandolo. L'etica in questo modo diventa etica applicata ossia una particolare forma di “cura” intesa anche come 'salvezza' dell'uomo ( salus ).

46 Acquista un senso nuovo, allora il significato heideggeriano della cura – in quanto modo relativo all'essere fondamentale dell'uomo : aver cura degli altri e prendersi cura delle cose

47 Quanto ai modi positivi dell’aver cura ci sono due possibilità estreme. L’aver cura può in certo modo sollevare l’altro dalla «cura» sostituendosi a lui nel prendersi cura, intromettendosi al suo posto (…) L’altro risulta allora espulso dal suo posto, retrocesso, per ricevere a cose fatte e da altri, già pronto e disponibile, ciò di cui si prendeva cura, risultandone del tutto sgravato. In questa forma di aver cura l’altro può essere trasformato in dipendente e in dominato, anche se il predominio è tacito e dissimulato per chi lo subisce. Questo aver cura, che solleva l’altro dalla «cura», condiziona largamente l’essere-assieme e riguarda per lo più il prendersi cura degli utilizzabili. ( Essere e tempo, ed. it. di F. Volpi sulla versione di P. Chiodi, Milano, Longanesi, 2006)

48 Opposta a questa è la possibilità di aver cura la quale, anziché intromettersi al posto degli altri, li presuppone nel loro poter essere esistentivo, non già per sottrarre loro la «cura», ma per inserirli autenticamente in essa. Questa forma di aver cura, che riguarda essenzialmente la cura autentica, cioè l’esistenza dell’altro e non qualcosa di cui egli si prenda cura, aiuta l’altro a divenire trasparente nella propria cura e libero per essa. (Essere e tempo, ed. it. di F. Volpi sulla versione di P. Chiodi, Milano, Longanesi, 2006)

49 Il curare è un sostituirsi all’altro, ossia una sostituzione dell’altro nel suo ruolo attivo, che degrada il soggetto ad oggetto manipolabile. L’aver cura è invece non una sostituzione dell’altro ma un presupporre l’altro e diventa autentica quando aiuta l’altro a diventare un soggetto consapevole e libero. La cura deve rispettare l’alterità. La cura intesa come un “mi interessa”, “mi sta a cuore”, trasforma i valori in azioni.

50 Tra la pendola e il letto (E. Munch) In questo quadro, dal titolo Autoritratto tra la pendola e il letto (1942-43) Munch, vecchio e curvo, si rappresenta tra un pendolo, simbolo del tempo che continua a scorrere, e un letto che invece lo inchioda e che indica che ormai la sua vita è giunta alla fine. Alle sue spalle tutte le passioni della sua vita, come i suoi quadri e il dipinto di una donna e…la solitudine. L’unica cura utile, in questo caso, sarebbe stata la presenza dell’altro.

51 SPUNTI DI RIFLESSIONE Quali sono allora i nuovi diritti dell’uomo dinanzi alle innumerevoli possibilità di manipolazione della vita che la scienza e la tecnica propongono? Occorre proporre nuove regole morali per la tutela degli individui al fine di avviare una nuova valutazione etica delle tecniche elaborate dalla ricerca scientifica? Quali regole deve proporre l’etica? Quali sono allora i nuovi diritti dell’uomo dinanzi alle innumerevoli possibilità di manipolazione della vita che la scienza e la tecnica propongono? Occorre proporre nuove regole morali per la tutela degli individui al fine di avviare una nuova valutazione etica delle tecniche elaborate dalla ricerca scientifica? Quali regole deve proporre l’etica?

52 PUNTO FERMO. Centralità della persona, ossia centralità dell’uomo visto nella sua irriducibile singolarità e nella sua sostanziale relazionalità

53 Visione filmato di Hans Jonas.

54 Articolo La dignità umana tra autonomia e libertà, di B. Colazingari- S. Pisu La Convenzione di Oviedo (dal pdf)

55 L’essere persona non è una qualità che si aggiunge ad altre, e neppure qualcosa di definibile in modo prettamente descrittivo. La persona non è mai “qualcosa” è sempre un “qualcuno”, un io. L’attribuzione del carattere di persona a tale oggetto implica il “riconoscimento” della sua originaria e irriducibile soggettività. ( La persona al centro della cura, E. Buzzi, Brescia)

56 La persona umana non è, per dirla con Leibniz, una sorta di monade “senza porte né finestre”. Il rapporto con l’altro, con un tu, è assolutamente fondamentale per l’emergere della coscienza di noi stessi. M.Buber afferma: Al di là del mero versante soggettivo, al di qua di quello oggettivo, c'è la sfera dell''interrelazione', o del 'tra', in quello stretto angolo appunto dove l'Io e il Tu s'incontrano. ( Buber, Il problema dell’uomo, Marietti 2004 )

57 La persona ha un passato, una storia, e la memoria degli eventi e delle sue esperienze passate contribuisce a determinare il significato del suo presente. La persona ha una famiglia, ha un determinato contesto culturale, ha dei ruoli, ha rapporti sociali, familiari, di amicizia, di lavoro.

58 La persona vive e lavora in un determinato ambiente fisico, ha una vita sessuale e affettiva in cui realizza la sua capacità di ricevere o dare amore. La persona ha una relazione con se stessa; autostima, auto-approvazione, amore di sé. Il rapporto con la malattia condiziona inevitabilmente tutto questo.

59 La persona ha in sé una dimensione trascendente nella quale possiamo collocare il significato ultimo della sua esistenza, un significato che si riflette su tutte le sue esperienze ed azioni. L’essere persona è l’esistere di “nature razionali” che sono in grado di “porre una distanza” tra sé e la realtà. ( La persona al centro della cura, E.Buzzi, docente di Filosofia Morale presso l’Università degli Studi di Brescia )

60 Esempi di bioetica applicata : L’esperienza del dolore nella filosofia di Louis Lavelle Il dolore può rivelarci una straordinaria intimità con noi stessi, una profondità delle relazioni Il dolore io lo subisco ma dalla sofferenza ne prendo possesso perché cerco di capirla per poterla affrontare. Si dice Io soffro quindi è un atto che compio come soggetto

61 Quattro forme negative Abbattimento = dolore talmente forte da causare la paralisi della coscienza Rivolta= protestare contro la sofferenza ma ciò causa il soccombere dell’io Separazione= rinchiudersi nella propria solitudine, fuggire dagli altri Compiacimento

62 Quattro forme Positive Avvertimento= il dolore come sintomo Affinamento= ravviva la coscienza di sé e del proprio corpo Comunione con gli altri Purificazione= distogliere l’essere da ciò che ha per ripiegarlo in ciò che è

63 allanella Alcuni autori, come il medico E. Pellegrino, propongono un’idea della medicina come “arte morale”, e in quanto tale “professione”, la cui cellula centrale è essenzialmente riconducibile alla volontà e all’impegno di chi professa la medicina di essere presente alla e nella sofferenza

64 A causa dell’evento della malattia [i] pazienti perdono la loro libertà di agire; mancano della conoscenza in base alla quale possono compiere scelte razionali o riguadagnare la libertà d’agire; devono affidarsi al potere di un altro essere umano (…),per riguadagnare la loro umanità; la loro integrità (cioè, l’immagine di sé) è distrutta o almeno minacciata. In breve, i pazienti che fanno esperienza di una malattia come episodio acuto o che convivono con essa come dimensione cronica della loro vita sono privati in vario grado di quelle caratteristiche che distinguono l’umanità da altre forme di esistenza. (PELLEGRINO– D.C.THOMASMA, The Christian Virtues in Medical Practice, Georgetown University Press, Washington D.C. 1996, 95)

65 Toccando il corpo, il medico tocca la vita personale del paziente. E’ facile per noi dimenticare che la medicina occidentale ha sempre seguìto l’indicazione di Platone nel Fedro che la medicina cura il corpo e la retorica (la filosofia) cura l’anima. (E.Pellegrino, A Philosophical Basis of Medical Practice, 1981)

66 Pensieri… Levinas “L’etica non comincia né davanti al valore mitico di alcuni valori che valgono come idee platoniche(…). L’etica comincia dall’esteriorità dell’altro.” Fare esperienza dell’altro significa fare esperienza di una presenza: Noi chiamiamo volto il modo in cui si presenta l'Altro. Questo modo non consiste nel mostrarsi come un insieme di qualità che formano un'immagine. Il volto d'Altri distrugge ad ogni istante e oltrepassa l'immagine plastica che mi lascia.

67 Per “volto” Lévinas non intende l’aspetto esteriore dell’altro che io potrei in qualche modo definire, ma intende il fatto che l’altro si rivolga a me con una richiesta di aiuto che deriva dalla sua fragilità esistenziale. Questo è un vero e proprio comando etico originario del tutto esterno all’io, che rovescia e rivoluziona sia il mio atteggiamento conoscitivo, sia il mio più attaccamento egoistico all’essere e mi rende invece un soggetto responsabile, non più orientato verso di sé ma piuttosto decentrato verso altri, in una forma di relazione etica con essi.

68 ESTRATTO INTERVISTA A LEVINAS La relazione di un essere umano all'altro essere umano, la relazione da uomo a uomo, invece di essere presentata come una conseguenza dell'intelligenza, come una conseguenza della libertà, dovrebbe essere posta nella definizione stessa dell'uomo, sentita come la vocazione stessa dell'uomo. La vocazione dell'uomo è di riconoscere la sua dignità umana e il suo posto nell'essere, il suo posto nella realtà, e non di considerare l'intelligenza e la libertà semplicemente come le forme nelle quali può affermarsi.

69 La frase di Dostojevskij: "Siamo tutti colpevoli - non responsabili, colpevoli - di tutto verso tutti ed io più di tutti gli altri". Questo "io più che tutti gli altri" è la famosa non reciprocità delle coscienze. Non arrivo mai a sottrarmi a questa posizione di "io più responsabile di tutti".

70 Alcune letture per iniziare… E. Sgreccia, Le radici della bioetica, A tti del Congresso internazionale, Roma, ed. Vita e Pensiero A. Savignano, Bioetica delle virtù, Guida Editori M. Chiodi, Modelli teorici in Bioetica, ed. Franco Angeli, 2005 M. Aramini, Bioetica per tutti. Ed. Paoline, 2008 S. Leone, Nuovo manuale di Bioetica, ed. Città Nuova, 2007 Prodomo, Introduzione alla Bioetica, ed. La Città del sole 2002

71 G. Maria Comolli, Etica e Terzo Settore, ed. Ancora,1998 Guido Gatti, Etica delle professioni formative, ed. Elle di Ci D. Tettamanzi, Chiesa e bioetica. Giovanni Paolo II ai medici e agli operatori sanitari, Milano 1988 Lavelle, Le mal et la souffrance, Bouère 2000

72 H. T. Jr. Engelhart, Manuale di bioetica, ed. Il Saggiatore, 1999 Dietrich Von Engelhart, Antropologia del dolore (documento web) M. A. La Torre, “Curare e prendersi cura ”, in Il modello della cura in bioetica, Cesena 1999. K. O. Apel, Etica della comunicazione, ed. Jaka Book,1992 http://www.consultadibioetica.org/la_rivista_bioetica.html


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