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PubblicatoFilomena Gattini Modificato 8 anni fa
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EXPO MILANO 2015 ● IL CIBO è VITA
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Padiglione Zero Il Padiglione ZERO è la porta di EXPO 2015 che interpreterà il tema “NUTRIRE IL PIANETA “ attraverso la storia dell'alimentazione. Inizia con un gigantesco archivio della memoria di 23 m x 50 m, una facciata di noce e faggio, fatta di cassette e boiserie e ispirata ai sistemi di memoria artificiale del '500-'600
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Sul retro di questa facciata viene proiettata la storia delle prime arti poi un albero della conoscenza che buca il soffitto, indirizza verso la stanza della cultura vegetale, un enorme archivio di spezie
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● Quindi si passa all'allevamento, una gigantesca arca di Noè con una cinquantina di animali in polistirolo e resina. La messa a punto degli strumenti consente le prime arature che determinano la nascita di spazi geometrici, muretti a secco, proprietà privata e città.
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● La stagione della modernità inizia con la stanza dedicata all' industrialismo,poi si entra in una borsa mondiale del cibo sul retro del quale c' è la stanza dell' iperconsumo alimentare dove sul pavimento saranno proiettate sequenze di film. Da una fessura si traguarderanno le sciagure. Si finisce con la natura coltivata e rispettata Terra, come l'immagine di un futuro di speranza
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Padiglione Svizzera Qui possiamo vedere il padiglione della Svizzera dall'esterno in cui si possono vedere le 5 torri da cui è composto il padiglione. In una stanza troviamo La struttura comprende anche la casa Svizzera, dedicata al tema dell'acqua e l'esposizione interattiva di Nestlè un percorso espositivo sul rapporto tra alimentazione e cervello
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● Nelle 5 torri sono messi a disposizione prodotti (mele, caffè, sale e acqua) che possono essere presi a scopo educativo: dato che i contenitori sono stati riempiti una sola volta fino alla fine dell'Expo, se si prendono per esempio 3 mele, 2 persone che verranno dopo di te non le prenderanno.
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PADIGLIONE D' ISRAELE All' esterno del padiglione c'è un orto verticale costruito per per far risparmiare più del 90% d' acqua. All' interno di esso, tramite dei video, ci hanno fatto conoscere un po' la storia d' Israele nell' agricoltura: i pomodori ciliegini, l'irrigazione a goccia
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CASTELLO SFORZESCO Nel corso dei secoli il Castello e le sue difese hanno coinvolto e appassionato diversi progettisti e architetti, tra cui Leonardo da Vinci, chiamato a Milano da Ludovico il Moro nel 1482. Appunti e schizzi documentano l'attenzione del genio toscano nei confronti dell’architettura civile e di quella fortificata. Leonardo reinventa, per la rocca milanese, strutture e difese fortificate. Oggi si riconoscono nel parco solamente pochi ruderi della Ghirlanda, ovvero le due torri angolari della cortina muraria e la Porta del Soccorso d’accesso al Castello. La “Ghirlanda” era la cinta muraria che, munita di due torri rotonde agli angoli e di una strada coperta, difendeva il fronte settentrionale del Castello di Porta Giovia, girando dal Rivellino di Santo Spirito a sud-ovest a quello di Santa Maria del Carmine, a nord-est. Già esistente in epoca viscontea, la fortificazione venne riparata e prolungata fino ai torrioni circolari da Francesco Sforza.
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Nel Castello si riconoscono due fossati. Quello che divide il Cortile delle Armi dalla Corte Ducale e dalla Rocchetta, oggi chiamato fossato morto, è l’antico fossato che difendeva la cinta di età comunale, a cavallo del quale sorse il Castello visconteo. Il fossato esterno alla fortezza, invece, attribuito ad epoca sforzesca venne interrato nel XVII secolo ed è stato riscavato tra il XIX e il XX secolo. Uno schizzo di Leonardo, databile tra il 1487 e il 1490, nel manoscritto B (Parigi, Institut de France) riporta una sezione della Ghirlanda e del Castello nell’angolo nord-ovest con tutte le misure della fortezza. Nel 1893 venne drasticamente demolito tutto il complesso sistema difensivo della Ghirlanda.
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