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PubblicatoEugenio Gatto Modificato 8 anni fa
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XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO a Matteo 14,22-33
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[Dopo che la folla ebbe mangiato], subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, finché non avesse congedato la folla.
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Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare.
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Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
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La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde:
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il vento infatti era contrario.
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Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare.
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Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura.
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Ma subito Gesù parlò loro dicendo:
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«Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
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Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque».
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Ed egli disse: «Vieni!».
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Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù.
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Ma, vedendo che il vento era forte, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò:
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«Signore, salvami!».
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E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse:
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«Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
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Appena saliti sulla barca, il vento cessò.
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Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».
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XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO ANNO a Matteo 14,22-33
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COMANDA CHE IO VENGA DA TE SULLE ACQUE
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Il dramma vissuto dai discepoli di Gesù sulla barca, dramma che spesso è anche il nostro, si situa fra l'obbedienza all'ordine impartito loro da Gesù (Mt 14,22: «costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva») e l'impotenza a realizzarlo (Mt 14,24).
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Nell'interstizio fra obbligo e impedimento, possono nascere non solo il dubbio (Mt 14,28) e la paura (Mt 14,26), ma anche la contestazione, la protesta, la rivolta e la bestemmia nei confronti del Signore.
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Il cammino che si sta facendo è per la vita o per la morte? La traversata intrapresa in obbedienza alla parola del Signore e che ora incontra così tante difficoltà, è forse un inganno? È fidabile il Signore o è divenuto come «un torrente infido, dalle acque incostanti» (Ger 15,18)?
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Il vangelo mostra che l'impossibile impresa di camminare sulle acque diventa possibile - per fede - quando lo sguardo del credente è fisso su Gesù, quando il fine del suo cammino è «andare verso Gesù» (Mt 14,28),
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e si rivela fallace quando lo sguardo della carne si sostituisce a quello della fede («vedendo che il vento era forte, s’impaurì »: Mt 14,30): allora la paura prende il sopravvento e Pietro sprofonda nelle acque. E noi con lui.
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Gesù salva Pietro con un gesto e una parola: stende la mano e lo afferra mentre lo rimprovera per la sua poca fede. Gesù salva rimproverando e rimprovera salvando.
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Nello spazio ecclesiale la correzione fraterna, il rimprovero secondo il vangelo, è sempre un atto che combina misericordia e verità, compassione e parresia, amore per il fratello e obbedienza al vangelo.
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COMANDA CHE IO VENGA DA TE SULLE ACQUE
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