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UMILTÀ DA FAENZA: I MIEI DUE ANGELI (dal IV Sermone) Monastero S. Umiltà - Faenza.

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Presentazione sul tema: "UMILTÀ DA FAENZA: I MIEI DUE ANGELI (dal IV Sermone) Monastero S. Umiltà - Faenza."— Transcript della presentazione:

1 UMILTÀ DA FAENZA: I MIEI DUE ANGELI (dal IV Sermone) Monastero S. Umiltà - Faenza

2 Questo discorso parla generalmente degli Angeli, gioia di tutti i Santi, e di due nobili creature, che rimasero sempre salde. Proprio per amore di costoro ho cominciato a descrivere quanto è grande la loro potenza, che Dio stabilì per loro all’inizio, quando, donando loro l’immagine della sua bellezza e adornandoli di ogni grazia, li pose nel più alto dei Cieli. Diede loro la conoscenza di ogni sapere, perché siano ministri della sua maestà. (IV, 2) R. Guariento, Gerarchie angeliche, XIV sec., Padova, Museo Civico.

3 A ciascuno donò le ali per volare, perché portino velocissimi l’annuncio delle cose nuove, e una grande nobiltà, perché possano attraversare ogni altezza. (IV, 3) V. Foppa, Assunzione, XV sec. Milano, Cappella Portinari.

4 Infatti per la loro grandezza sono i ministri della Trinità. (IV, 3) Nell’aprire e chiudere le ali ciascuno produce dolci melodie che nessun altro sa fare, perché essi sono superiori in grandezza. (IV, 3) V. Foppa, Coro Angeli, XV sec. Milano, Cappella Portinari.

5 Tra loro tutti possiedono un nome e ciascuno ha un nome di grande bellezza. (IV, 4). Questi sono gli Angeli che si distinguono nel Cielo, ciascuno dei quali è posto in grande potenza. V. Foppa, Angeli, XV sec. Milano, Cappella Portinari.

6 E i loro vari ordini, che sono nove, prendono il nome dalla loro dignità. (IV, 4) Cori Angelici. Miniatura dal breviario di Ildegarde da Bingen (1098-1179)

7 Io amo tutti gli Angeli del Cielo, ma due sono la mia delizia e la mia gioia, perché giorno e notte mi danno conforto e mi donano le loro ricchezze. Me li ha dati il mio Signore, perché mi custodiscano e mi proteggano da ogni affanno. (IV, 5) B. Luini, Angeli, XVI sec. Saronno, Santuario

8 Essi hanno ben osservato il comando ricevuto: mi hanno posta sopra una roccaforte e mi sostengono l'uno a destra e l'altro a sinistra, così che io non cada a causa della mia stoltezza. Neppure i nemici possono nuocermi purché mi tenga ben salda; e grazie all’evangelista Giovanni so chiamarli entrambi per nome. (IV, 5) G. Zauli, Umiltà in meditazione, XVIII sec. Incisione a bulino, Faenza Mon. S. Umiltà.

9 Il primo fa parte del coro degli Angeli, che sono inviati ai cristiani come custodi in questa vita. Il mio non è il più piccolo fra gli altri: il suo aspetto è bellissimo, è una gemma preziosa, una perla, ed io lo amo più di tutti gli altri che appar- tengono alla sua schiera. (IV, 6) E qui si rivela il suo nome per la ragione che possiede la sapienza divina: egli è chiamato l’Angelo Sapiele e, al solo sentirne il nome, il mio cuore si rallegra e viene colmato dalla pienezza della gioia che egli mi dona. Conosco infatti la sua amorevole e piena devozione. (IV, 7) P. Lenzini, Angelo Sapiele, 2002. Sermones, Firenze, tav. I.

10 Egli infatti fu con me fin dal principio, quando venni alla luce in questa vita. Confesso di averlo fatto soffrire quando conducevo una vita peccaminosa, ma egli è benevolo e mi ha perdonato il peccato e la stoltezza; e al cospetto di Cristo è sempre stato il fedelissimo avvocato per la mia anima. (IV, 7) Il mio cuore trova sempre piena consolazione, quando misuro il suo amore per me, perché è pieno di ogni virtù e la sapienza divina è confermata in lui. È tutto adorno di pietre preziose e la sua veste è di tutti i colori. Infatti questo mio angelo è glorificato con grande potenza. Gesù me lo ha dato come avvocato, mi doni in Cielo la sua compagnia.(IV, 8)

11 L’altro è un Cherubino, che ha sei ali, e siede su un trono più alto, ed è esaltato più d’ogni altra potestà, in una gerarchia angelica di maggiore dignità; e sempre contempla nel superno Cielo imperiale la nobiltà della bellezza divina. (IV, 9) Arde incessantemente nello splendore di cui lo incendia l’amore divino e, bellissimo, dimora presso la Trinità; così, inevitabilmente, s’infiamma del fuoco della bellezza. (IV, 10) E il suo nome, mirabile a pronunciarsi, è segno di quella maggiore altezza: egli infatti è chiamato, per bocca dell’evangelista Giovanni, l’Angelo Emanuele, sommamente alto; e questo nome trova piena conferma nella sua grandezza. (IV, 10) P. Lenzini, Il cherubino Emanuele, 2002. Sermones, Galluzzo Firenze, tav. II.

12 Questo Angelo mi fu dato dal mio Signore, grande sopra ogni cosa, dopo i miei trent’anni, quando entrai in pensieri di maggior gravità. A me infatti fu allora affidato un gregge da custodire, e non avevo né il vincastro né la potenza della sua forza. E questo Angelo Emanuele aprì le sue ali e mi aiutò liberandomi dall’ansietà di ogni affanno, egli che nella gloria di Dio significa “dominio” e “potenza” di maggiore grandezza. (IV, 12) Egli infatti è amorevole, e mi ha consolato e mi dona sempre i beni della sua grandezza, cioè la lode e la gloria del suo nome beato, perché è pieno di ogni bellezza. (IV, 13) P. Lenzini, Il cherubino Emanuele, 2002. Sermones, Galluzzo Firenze, tav. III.

13 La sua potenza in Cielo è talmente grande che quel genere di grandezza non può essere espresso a parole, poiché egli è battezzato in quei fiumi regali che escono sempre dal trono di quell’altezza eccelsa in cui siede, alto nella sua maestà, Dio Padre, e il Figlio, e lo Spirito fiammeggiante. (IV, 13)

14 S. Umiltà in preghiera. Monastero dello Spirito Santo, Bagno a Ripoli- FIRENZE Elaborazione: Monastero Santa Umiltà - Faenza


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