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Il lago della morte Alunni della classe 1^A Istituto comprensivo “Bonafini” Cividate Camuno.

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Presentazione sul tema: "Il lago della morte Alunni della classe 1^A Istituto comprensivo “Bonafini” Cividate Camuno."— Transcript della presentazione:

1 Il lago della morte Alunni della classe 1^A Istituto comprensivo “Bonafini” Cividate Camuno

2 C’ erano una volta due fratelli di nome Povo e Nembo che scorrevano lungo i versanti di un monte: il Gleno, una montagna alta circa 2883 m e circondata da un paesaggio incontaminato, dove l’uomo viveva in stretta armonia con la natura.

3 Dezzo amava scorrere in mezzo alla natura, dissetando fiori e piante e lisciando pietre dai mille colori Poiché erano assai legati, lungo il loro percorso si unirono in un unico torrente, Dezzo e continuarono il loro corso fino a gettarsi nel grande Oglio

4 Un giorno il monte Gleno vide delle persone estranee, vestite in modo diverso dai pastori che tutti i giorni portavano le loro bestie al pascolo sui verdi prati sottostanti e ne ebbe paura.

5 Dopo alcuni giorni arrivarono altre persone con grossi carichi di pietre. Gleno si sorprese perché le pietre non erano dei suoi monti. Questi estranei cominciarono a lavorare scavando e tagliando alberi.

6 Gleno si rattristò molto perché l’uomo aveva modificato la natura e il corso dei suoi torrenti non era più quello di prima. In breve tempo Gleno vide erigere mura grandi, alte, possenti e spaventose. Si chiese:” A cosa serviranno?”. Passate poche ore, però, vide fermarsi l’acqua, che prima scorreva tranquilla nei suoi amici Povo e Nembo e creare un lago.

7 Nei giorni che seguirono il lago andò sempre più gonfiandosi anche perché le piogge sembravano non cessare più. Gleno osservava quelle mura e vedeva che a fatica cercavano di trattenere l’enorme peso.

8 Dopo tre giorni però cedettero e l’immensa massa di acqua si trasformò in un Mostro orribile.

9 Nell’ aria si sentiva il suo odore sgradevole e chiunque lo vedeva si spaventava a morte e cercava rifugio; però dentro di sé sapeva che non avrebbe avuto scampo Il Mostro si abbattè su case e persone uccidendone moltissime. Era fangoso, ed il rumore che produceva era terrificante.

10 In poche ore tutto venne sovrastato dal Mostro: case, ponti e paesi interi; molte persone morirono. Il mostro, dopo aver scaricato la sua ira, lasciò silenzio e morte.

11 Gleno rimase sconcertato per ciò che era accaduto e Dezzo vedendo scorrere nelle sue acque corpi senza vita, resti di abitazioni e tronchi d’albero provò tanta tristezza. Dezzo capì che gli uomini possono essere molto sciocchi ed egoisti.

12 Per fortuna da quel giorno la natura riprese il suo normale corso lasciando quelle alte mura come ricordo ed insegnamento

13 ... riflessioni in versi Di nubi grigie il cielo ad un tratto si coprì, e in un lampo tutto si scurì. Il tempo volò e molti acquazzoni su Val di Scalve portò. Un errore umano e un progetto sbagliato morte hanno portato. Un lampo il cielo scurì e gli abitanti impaurì, la diga del Gleno molti innocenti con il fango coprì. Sul Gleno per tanti giorni ha piovuto e per la troppa acqua la diga ha ceduto. All’improvviso ci fu un grande rumore, poi tanta paura e tanto dolore. Oggi di questo disastro c’è solo un ricordo che qualche anziano porta ancora nel cuore. In questa conca montana tanta acqua esce dalla sua tana. L’uomo però l’ha voluta fermare senza pensare alla sua forza naturale. Così l’acqua si arrabbiò e tutta la valle inondò. In un tempo non molto lontano molte persone quel disastro lo annunciavano. La diga del Gleno si distrusse in un baleno. L’acqua in un istante a valle arrivò distruggendo tutto quello che incontrò. A causa di errori la gente ha provato forti dolori.

14 Si sente un rumore di sassi rotolare, l’acqua si vede arrivare e la paura nei cuori della gente affiorare. Non rimane il tempo di pensare che già l’acqua travolge un casolare. Povera gente, non resta più niente, né amici, né parenti, ma solo lacrime e lamenti. Per errore umano Molte vite spezzate e famiglie rovinate. Bisogna ricordare anche se è difficile da accettare. Si può solo immaginare la paura di quell’ istante; poi soltanto un silenzio pesante Quel giorno di dicembre si sentì un gran botto e da lì il silenzio fu rotto. I bambini della nostra età videro svanire la felicità. Resti in mezzo al fango accompagnati da tristezza e pianto. Il Gleno era scoppiato E il sorriso aveva cancellato. Questa storia è difficile da accettare e molta gente non può dimenticare. Questo disastro portò tristezza Ma fece capire di non far le cose in fretta.


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