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Francesca Di Tella. Secondo le credenze precristiane e anche prepagane i rituali del periodo invernale rappresentano un momento di scambio con il mondo.

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Presentazione sul tema: "Francesca Di Tella. Secondo le credenze precristiane e anche prepagane i rituali del periodo invernale rappresentano un momento di scambio con il mondo."— Transcript della presentazione:

1 Francesca Di Tella

2 Secondo le credenze precristiane e anche prepagane i rituali del periodo invernale rappresentano un momento di scambio con il mondo sotterraneo. Il periodo inizia a settembre con le Madonne nere (Addolorata), simbolicamente in lutto per la morte della natura, prosegue con le ricorrenze dei santi e dei morti, con i riti di purificazione di S. Antonio Abate e di Carnevale Rituali prepagani

3 Il culto cristiano nacque secondo la tradizione nel XV secolo: un ignoto pittore aveva dipinto un’immagine della Madonna su un muretto sulla strada di Ottaviano, in contrada Arco. Il lunedì di Pasqua del 1450 alcuni giovani giocavano lì vicino a pallamaglio durante una festa campestre. Uno di loro sbagliò un colpo e per la rabbia scagliò la palla contro l’immagine Madonna che, colpita alla guancia sinistra cominciò a sanguinare. Il colpevole fu processato e impiccato; i fedeli costruirono una cappella per proteggere l’immagine e nel tempo la fama miracolosa dell’immagine crebbe. Origini del culto

4 Si parte dalla cappella rionale, dove viene celebrata la messa, la paranza è preceduta dalle bandiere, gli uomini portano in spalla il tosello. Davanti alle edicole o ai monumenti ai caduti il gruppo si ferma e celebra le funzioni: la paranza assume una posizione prestabilita, la banda suona un inno religioso e i portatori del tosello cominciano ad imprimere un movimento ondulatorio alla struttura. Le funzioni all’interno del quartiere

5 All’arrivo al santuario o al suo interno si possono verificare delle crisi cioè dei cedimenti o vere e proprie crisi isteriche che portano il fedele ad urlare, accasciarsi con il corpo rigido o perdere i sensi. La Chiesa tende a sminuire queste manifestazioni, attribuendole soprattutto allo stress e alla stanchezza fisica, perciò insiste perché si evitino pellegrinaggi troppo faticosi, a piedi o scalzi, proibisce di introdurre il tosello all’interno e suggerisce altre precauzioni. Invece altri assimilano L’arrivo al santuario

6 L’interpretazione che di questo rito fa Roberto De Simone è basata sul dolore: gli sguardi di adulti e bambini, i visi, la musica, la tensione denunciano una carica di angoscia, insoddisfazione e miseria secolare che nel momento delle festa si annullano nella comunità che esprime tutta insieme la somma dei propri dolori quotidiani. Interpretazione del rito

7 I riti primaverili Ci troviamo di fronte ad un complesso rito primaverile, che ha per protagonisti uomini, che corrono e danzano freneticamente. In Campania erano molto diffusi i riti di Diana Partenope - in cui fanciulle correvano all’interno della città con torce accese – e di Dioniso – in cui si portavano in spalla dei carri. I culti delle dee rurali – Iside, Cerere e Cibele – si fusero gradualmente in un unico culto della Grande Madre a cui sembra possa ricollegarsi il culto della Madonna dell’Arco.

8 Tammurriate all’esterno del santuario Il lunedì in Albis devoti e amanti delle danze popolari si riuniscono davanti al santuario per danzare

9 Inno alla Madonna Uno degl’inni più importanti della Madonna


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