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PubblicatoIsidoro Riccardi Modificato 8 anni fa
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LEZIONE 7 DELLA SCUOLA DEL SABATO GESÙ DESIDERAVA IL LORO BENE SABATO 13 AGOSTO 2016 SABATO 13 AGOSTO 2016 3° TRIMESTRE 2016
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Durante il suo ministero terreno, Gesù dimostrò in molte occasioni che si preoccupava sinceramente delle persone. Seguendo il suo esempio, dobbiamo vivere amando.
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«E Dio vide quel che facevano, vide che si convertivano dalla loro via malvagia, e si pentì del male che aveva pensato di far loro: e non lo fece. Ma Giona ne provò un gran dispiacere, e ne fu irritato» (Giona 3:10-4:1) Separati da 800 anni di storia, due messaggeri (Giona e Gesù) stavano seduti di fronte a una città alla quale avevano predicato (Ninive e Gerusalemme). Nota l’acuto contrasto tra loro. Giona e Ninive Non voleva andare a Ninive. (Giona 1:3) SI lamentò per il pentimento dei niniviti. (Giona 1:4) Non amava i perduti. Preferiva la loro distruzione (Giona 4:2-3) Gesù e Gerusalemme Desiderava andare a Gerusalemme (Luca 9:51) Pianse perché Gerusalemme non volle pentirsi. (Luca 13:34; 19:41-44) Amava i perduti. Morì affinché non fossero distrutti. (Efesini 5:2)
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«Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici; fate del bene a quelli che vi odiano» (Luca 6:27) Gesù amò e toccò il lebbroso benché fosse intoccabile. Lo guarì nonostante tutto. Gesù amò Pietro benché lo avesse rinnegato tre volte. Lo perdonò nonostante tutto. Paolo servì la chiesa di Corinto benché essa non riconoscesse la sua autorità. Continuò ad ammonirli nonostante tutto. Anche se possiamo avere molte scuse per non amare o aiutare qualcuno, siamo chiamati a farlo nonostante tutto. Amare e aiutare inclusi quelli che ci odiano; quelli che ci sembrano indegni, quelli che ci sono indifferenti; … Questo tipo di amore è una manifestazione dell’amore di Dio che dimora in noi.
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«La carità non verrà mai meno» (1ª Corinzi 13:8) Gesù insistette nel dover amare Dio sopra tutte le cose e il nostro prossimo come noi stessi. (Matteo 22:37-39) La vita di Gesù fu una continua espressione d’amore. Rispecchiò il carattere di Dio (1ª Giov. 4:8), e ci diede un esempio da seguire. Tuttavia, la storia ci dimostra che i cristiani non sempre hanno saputo persistere nell’amore. In realtà, sono stati i cristiani quelli che, in molte occasioni hanno ucciso i loro fratelli. Quelli che rimangono in Dio devono rimanere sempre nel suo amore. Non c’è nulla di più potente che attrae le persone alla verità, che l’amore di Cristo espresso nelle nostre vite..
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«Ed egli, alzò gli occhi, e disse: Scorgo gli uomini, perché li vedo camminare, e mi paiono alberi.» (Marco 8:24) Gesù guarì il cieco, ma lui non poteva distinguere ancora con chiarezza. Dopo il secondo tocco, potè vedere «da lontano e chiaramente tutti» (Marco 8:25). Anche nella chiesa vi è una cecità spirituale parziale. Ci sono cristiani che vedono gli altri «come alberi». Li considerano come oggetti, che non possono amare, e sono incapaci di distinguere le loro necessità. Essi hanno bisogno del secondo tocco di Gesù affinché vedano tutto più chiaramente, e possano amare gli altri come Gesù li amò.
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«non facendo nulla per spirito di parte o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con umiltà, stimando l’altro più di sé stesso, avendo ciascuno di voi riguardo non alle cose proprie, ma anche a quelle degli altri. Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato in Cristo Gesù.» (Filippesi 2:3-5) A Gesù non importava cambiare i sui piani o rinunciare ad essi se con questo poteva beneficiare qualcuno. (Marco 5:21-43) Siamo invitati a non guardare a noi stessi, ma ad essere sempre disposti a servire gli altri (anche se questo ci può dare disturbo). Se in noi c’è «questo sentimento che ci fu anche in Cristo Gesù», ameremo come Gesù amò. Senza condizioni. Senza tener conto delle nostre comodità. Con umiltà, cercheremo il bene degli altri. La nostra chiesa sarebbe felice se dovesse cambiare i suoi piani per la presenza inaspettata di un interessato, o per dover soddisfare le necessità di qualcuno estraneo ad essa?
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«In tutti i suoi insegnamenti, Cristo cercò d’imprimere nelle menti e nei cuori dei suoi ascoltatori i princìpi legati alla grande norma di giustizia. Insegnò loro ad osservare i comandamenti di Dio, l’amore per Dio e per il prossimo si sarebbe manifestato nella loro vita quotidiana. Cercò d’inculcare nei loro cuori l’amore che sentiva per l’umanità. In questo modo seminò i semi della verità, i cui frutti avrebbero prodotto una ricca raccolta di santità e bellezza di carattere. La santa influenza non solo avrebbe continuato ad estendersi fino alla fine dei tempi, ma i suoi risultati si sarebbero sentiti per tutta l’eternità. Essa santificherà le azioni e avrà un influsso purificatore dovunque essa voglia esistere» E.G.W. (Rispecchiando Gesù - 16 Febbraio)
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