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21. Il problema negazionismo. Il problema negazionismo  Perché occuparsi di negazionismo? a)matrice ideologica (neo-nazista e/o antisemita) è evidente.

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1 21. Il problema negazionismo

2 Il problema negazionismo  Perché occuparsi di negazionismo? a)matrice ideologica (neo-nazista e/o antisemita) è evidente b)senza alcuna serietà scientifica  raramente studiosi  mai storici professionali  ciò ha indotto gli storici a non rispondere, a ignorarne le posizioni i.ogni dialogo assurdo e impossibile ii.una risposta sarebbe stata una legittimazione  avrebbe significato accettare indirettamente il negazionismo come una interpretazione, alla fine, "possibile”

3 Il problema negazionismo  Gli storici hanno così sottovalutato  il problema delle prove  da Norimberga in poi accumulato un patrimonio di conoscenze tale dar rendere ridicola ogni necessità di ridiscuterne  ma di fronte alla formulazione di un dubbio, il mondo delle giovani generazioni può richiedere un chiarimento  E allora prendiamo sul serio il negazionismo

4 Che cos’è il negazionismo  Cominciamo con la parola:  emersi già a ridosso del processo di Norimberga i primi testi che volevano denunciare la «giustizia dei vincitori» e l’esagerazione delle colpe del nazismo  continuano a comparire negli anni cinquanta e sessanta in ambienti neo-nazisti  i loro autori, come Maurice Bardèche, facevano esplicita professione di fascismo  nessuno usava però il termine

5 Che cos’è il negazionismo  Il primo a usarlo è stato nel 1987  Lo storico francese Henri Rousso  esperto della storia della Repubblica di Vichy  della deportazione degli ebrei francesi

6 Che cos’è il negazionismo  Rousso distingueva nettamente tra due fenomeni che considerava nettamente diversi: 1.il «revisionismo»:  fenomeno di studiosi  rigoroso metodo scientifico  problemi scientifici  anche conclusioni scomode e controverse, ma non i “rivedere” né i dati di fatto né il giudizio etico e morale di condanna del fascismo e del nazismo (Hillgruber, Nolte, Mosse, De Felice, Furet) 2.il «negazionismo»,  composto da ideologi  falsificavano e negavano l’evidenza  lo sterminio di massa degli ebrei europei non era mai avvenuto

7 Che cos’è il negazionismo  I due casi erano effettivamente molto diversi, ma non era così semplice distinguerli: 1.gli stessi negazionisti si presentavano come «revisionisti»  nuova impostazione di Robert Faurisson, professore di Letteratura francese all’università di Lione  tentativo di neutralità ideologica

8 Che cos’è il negazionismo  nel 1978  un esponente dell’estrema destra britannica, David McCalden  un esponente dell’estrema destra americana, Willis Carto  fondavano l’Institute for Historical Review (IHR)  si proponevano così come interpreti di una meno ideologizzata tendenza “revisionista”,  una sorta di scuola di ricerca storica, più tecnica, e almeno potenzialmente politicamente neutrale, il cui discorso si basava sulle fonti  L’IHR avrebbe radunato così anche Faurisson, il giornalista neonazista tedesco Ernst Zündel e il pubblicista inglese David Irving

9 Che cos’è il negazionismo 2.opinione pubblica:  lavoro della storiografia percepito come una “versione pubblica”, una versione “ufficiale”, e quindi di comodo, della storia  allora i negazionisti possono davvero essere considerati dei “revisionisti”, semmai un po’ più radicali.

10 Che cos’è il negazionismo  Quali le idee negazioniste?  Leggiamo due emblematici testi  il primo è del 1986 e proviene dalle prime pagine di Droit er histoire, un libro di Pierre Guillaume, un negazionista proveniente dalla sinistra radicale, bordighista e trotzkysta  CITAZIONE DA VERCELLI, 3  a questo testo ne possiamo accompagnare un secondo di dieci anni dopo, del 1996, di un negazionista, questa volta, italiano, Cesare Saletta  CITAZIONE DA VERCELLI, 3

11 Che cos’è il negazionismo  Modo in cui il negazionismo imposta il suo modo di ragionare abbastanza chiaro:  da una netta negazione dei fatti del passato ad assegnarsi – appunto – la funzione di “storici revisionisti”:  «lo sterminio non c’è stato, ma chi sostiene che è effettivamente avvenuto ha l’onere di comprovarlo in maniera incontrovertibile. Noi, che non ci crediamo, lo ascolteremo e vaglieremo criticamente le prove che dovesse esibire» (VERCELLI, 5).

12 Che cos’è il negazionismo  In realtà idee abbastanza precise a)assenza di una politica di sterminio:  nessuna intenzione di eliminarli fisicamente  morti nei campi di concentramento solo per inedia e malattie;  camere a gas solo per disinfettare gli abiti;  forni crematori per liberarsi dei morti nelle difficili condizioni dei campi in guerra;  gas solo qualche esperimento b)numero assolutamente esagerato  non 6 milioni tra 200 mila e 3 milioni c)trattati semplicemente da comunità nemica:  la deportazione di massa non funzionale all’eliminazione ma a metterli fuori dal Reich.  Come si può sostenere tutto ciò? Su che basi?

13 Le prove della Shoah  Vediamo dunque, innanzitutto, la questione delle prove A.lo sterminio è stato un segreto abbastanza ben conservato  i primi negazionisti sono stati i nazisti stessi a)luoghi riservati e chiusi b)impianti di sterminio fatti saltare per non farli cadere in mano agli Alleati c)molti documenti occultati dai nazisti  tuttavia, ci è arrivato moltissimo

14 Le prove della Shoah B.Abbiamo bisogno di prove in merito alle politiche naziste? a)di umiliazione pubblica degli ebrei b)della loro deportazione di massa c)della loro morte in gran numero nei ghetti in condizioni inumane d)della loro deportazione e della loro detenzione in campi di concentramento  Questo nessuno lo discute, ma non è inopportuno ricordarlo

15 Le prove della Shoah C.Ci sono poi gli altri stermini nazisti  che conosciamo  che nessun negazionista ha messo in discussione  e che dimostrano che i nazisti erano assolutamente pronti a fare quello che hanno fatto a)il programma di “eutanasia” rivolto a individui affetti da malattie mentali o con menomazioni psicofisiche  dopo l’eliminazione con un colpo di pistola si passò al gas in camere che simulavano delle docce:  70.000 morti (moltissimi ragazzi) b)lo sterminio in massa di sinti e rom  Se così sono stati trattati gli altri esseri inferiori, improduttivi e pericolosi per la razza, perché gli ebrei non avrebbero dovuto?

16 Le prove della Shoah D.Prove della volontà sterminatrice nazista: 1.Le testimonianze degli autori stessi:  moltissimi personaggi nazisti coinvolti con il programma di eliminazione interrogati e processati dagli Alleati  nessuno negò lo sterminio  cercarono solo di ridurre o negare le loro responsabilità  Otto Ohlendorf il capo del Gruppo D degli Einstarzgruppen, quello attivo in Ukraina, che aveva ucciso 90.000 ebrei  il comandante di Auschwitz, Rudolf Hoess  autisti, chimici, ingegneri, tecnici, ufficiali delle SS, fino al processo di Francoforte del 1963

17 Le prove della Shoah  anche di recente alcuni delle SS presenti ad Auscwitz sono intervenuti contro il negazionismo con la loro testimonianza  medico del campo e SS-Untersturmführer Hans Münch  considera i fatti di Auschwitz «so firmly determined that one cannot have any doubt at all»,  ha descritto quelli che negano l’accasduto come gente «malevola» che ha «personal interest to want to bury in silence things that cannot be buried in silence»  Josef Klehr, che ha maneggiato lo Zyklon B ed è stato SS- Oberscharführer, ha dichiarato che chiunque sostenga che nessuno è stato gassato ad Auschwitz deve essere «pazzo o in torto marcio»  L’SS-Unterscharführer Oswald Kaduk ha detto che non considera chi sostiene queste tesi gente normale  L’ex-SS-Rottenführer Oskar Gröning ha raccontato pubblicamente ciò di cui è stato testimone:  «Vorrei – ha dichiarato – che mi credeste. Ho visto la camere a gas. Ho visto i forni. Ho visto i roghi all’aperto. Ero sulla rampa dove avveniva la selezione. Vorrei che credeste che queste atrocità sono accadute perché ero lì».

18 Le prove della Shoah 2.Le testimonianze innumerevoli dei sopravvissuti  Marie-Claude Vaillant-Couturier che testimoniò a Norimberga su Auschwitz  Elie Wiesel  Primo Levi

19 Le prove della Shoah 3.Moltissimi documenti scritti, inequivocabili (molti già incontrati)  discorso pubblico di Hitler del 30 gennaio 1939  i rapporti degli Einstatzgruppen, che agirono dall’estate del 1941 sul fronte russo  l’ordine di Goering ad Heydrich del 31 luglio 1941

20 Le prove della Shoah  Un documento segreto delle SS sui camion a gas, precursori delle camere (SS Untersturmführer Becker to SS Obersturmbannführer Rauff): “Se ha piovuto per esempio per solo una mezz’ora, il furgone non può essere usato perché semplicemente sbanda. Può essere usato solo con tempo assolutamente secco. Ora l’unico problema è se il furgone può essere usato stando nel luogo dell’esecuzione. Prima il furgone deve essere portato in quel posto, il che è possibile solo con il tempo buono [...] L’applicazione del gas di solito non è fatta correttamente. Per arrivare alla fine il più presto possibile, l’autista preme sull’acceleratore al massimo. Facendo così le persone che devono essere uccise trovano la morte per soffocamento e non appisolandosi come pianificato. Le mie istruzioni hanno ora dimostrato che con un corretto aggiustamento delle leve la morte viene più velocemente e i prigionieri si addormentano in pace.”

21 Le prove della Shoah  I verbali della Conferenza di Wansee  I documenti sulla costruzione dei forni crematori nel 1942, calcolati per una capacità complessiva di 140.000 cadaveri al mese in campi da 125.000 ospiti:  erano previste morti di massa nella prima metà del 1942  un campo che prevede di incenerire i suoi ospiti praticamente ogni mese, può essere considerato un normale campo di lavoro?

22 Le prove della Shoah  Il diario di Hans Frank, il governatore della Polonia, del dicembre 1941: «Ma che bisogna fare degli ebrei? Pensate che saranno sistemati nell’ 'Ostland' [territori orientali], in villaggi? Questo è quanto ci venne detto a Berlino: “Perché tutto questo preoccupa? Non possiamo farne niente con loro né nell’ 'Ostland' né nel 'Reichkommissariat.’Così liquidateli voi, Signori. Vi debbo chiedere di sbarazzarvi di ogni sentimento di pietà. Dobbiamo annientare gli ebrei, dovunque li troviamo e dovunque possibile, in modo da mantenere la struttura del Reich nel suo complesso […] Non possiamo sparare o avvelenare questi 3,500,000 ebrei, ma ciò nondimeno saremo in grado di prendere misure che condurranno, in qualche modo, al loro annientamento […] Che condanniamo 1,200,000 ebrei a morire di fame sarebbe notato solo marginalmente».

23 Le prove della Shoah  I diari di Goebbels: 14 febbraio 1942: «Il Führer una volta di nuovo ha espresso la sua determinazione a spazzare via gli ebrei in Europa senza pietà. Non deve esserci alcun sentimentalismo schizzinoso su questo. Gli ebrei hanno meritato la catastrofe che li ha ora coivolti. La loro distruzione andrà mano nella mano con la distruzione dei nostri nemici. Dobbiamo affrettare questo processo con fredda ferocia». 27 marzo 1942: «La procedura è piuttosto barbara e da non descrivere qui in modo più definito. Non resterà molto degli ebrei. Nel complesso si può dire che circa il 60 per cento di loro dovrà essere liquidato mentre solo il 40 per cento può essere usato per il lavoro forzato».  discorso alla presenza di funzionari nazisti di Himmler dell’ottobre 1943

24 Le prove della Shoah 4.Testimoni coevi indipendenti:  ufficiale polacco sulla sperimentazione dello Zyklon B sui prigionieri di guerra russi ad Auschwitz: «Quelli che erano stretti contro la porta si appoggiavano con una curiosa immobilità e poi caddero proprio ai nostri piedi, battendo duramente il viso contro il pavimento. Cadaveri! Cadaveri che stavano rigidamente diritti e riempivano l’intero corridoio del bunker, perché erano stretti così tanto l’uno all’altro che era impossibile ne cadessero altri»  Le informazioni del Vaticano:  cappellano italiano che operava su un treno ospedale, il 12 maggio 1942: CITAZIONE MORO, 132  Il vescovo di Leopoli, 31 agosto 1942: CITAZIONE MORO, 135  Segreteria di Stato, 15 maggio 1943: CITAZIONE MORO, 143.

25 Le prove della Shoah 5.I numeri:  un calcolo statistico-probabilistico:  dove sarebbero finiti i milioni di persone calcolati sul prima e sul dopo se la contabilità negazionista minimizzatrice fosse quella da accettare?

26 Il metodo negazionista  Come è possibile negare tutto questo (ho dato solo qualche esempio)?  solo con un tipo di argomentazione, che ha poco o nulla a che vedere con una indipendente e neutrale verifica dei fatti e delle prove: a)le testimonianze dei nazisti e dei tedeschi sono false  estorte con la violenza, il ricatto, la minaccia  ma si tratta di diverse centinaia di casi, e moltissimi non erano accusati, ma solo testimoni  molti erano testimoni in processi davanti a corti tedesche:  torturati dai tedeschi?; e perché nessuno lo ha denunciato? b)le testimonianze delle vittime sopravvissute sono false perché di parte e volte all’invenzione di un mito

27 Il metodo negazionista c)le altre prove documentarie sono state fabbricate dagli Alleati d)manca un ordine scritto di Hitler (argomento di Irving)

28 Il metodo negazionista e)l’indizio della frode sarebbe in alcune contraddizioni dei testimoni  Hoess che avrebbe parlato di 2 milioni e mezzo, mentre il bilancio è di un 1 milione  errato in una cosa, mendace in tutto  stessa logica applicata da Faurisson contro il diario di Anna Franck:  se manipolazione del padre, manipolazione completa  stessa logica applicata da Henri Roques alle differenti versioni inglesi e tedesche del rapporto dell’ufficiale delle SS Kurt Gerstein  qualsiasi discussione tra gli storici su una cifra o un documento, invece che essere interpretata, come dovrebbe, come espressione di pluralismo, è vista come prova di infondatezza  questo modo di ragionare logicamente non sta in piedi  inoltre, proprio l’esistenza di contraddizioni  esclude e non conforta la cospirazione falsificatrice, che, se attuata, sarebbe stata attuata bene

29 Il metodo negazionista f)La questione dello Zyklon B  nel 1988 la difesa di Ernst Zu ̈ ndel, condannato in Canada per la pubblicazione del libro Did Six Millions Really Die?  interpretato dal tribunale canadese come diffusione consapevole di notizie false sullo sterminio degli ebrei  presentò il ben noto rapporto di Fred Leuchter, un chimico, sulla mancanze di tracce sufficienti di Zyklon B nei locali adibiti a camere a gas per poterne dimostrare la reale esistenza  vennero fatte perizie e contro perizie sulle esili tracce di mura esistenti ancora ad Auschwitz  si è potuto provare che la posizione di Leuchter era completamente sbagliata:  egli partiva del presupposto che la concentrazione, essendo inferiore a quella utilizzata per la disinfestazione dei pidocchi, non poteva essere stata usata contro esseri umani  si è dimostrato che era più che sufficiente, perché i pidocchi sono molto più resistenti che noi uomini

30 Il metodo negazionista g)L’argomento (tipico di Faurisson) di chi tra i sopravvissuti ha visto realmente con i suoi occhi una camera a gas:  logicamente poco sensato: se si è sopravvissuti…  esempio un interessante processo americano basato su questa logica

31 Il metodo negazionista  All'inizio degli anni ottanta l’Institute for Historical Review  offerta di un compenso in denaro di 50.000 dollari a chiunque fornisse la prova irrefutabile dello sterminio degli ebrei nelle camere a gas di Auschwitz  un superstite dell'Olocausto, Mel Mermelstein  testimone oculare del fatto che guardie naziste avevano accompagnato sua madre, due sorelle e altri verso quella che più tardi avrebbe saputo essere la camera a gas n. 5  L’IHR rifiutò di pagare la somma adducendo che egli non aveva ottemperato a tutti i criteri per meritarla  Mermelstein intraprese allora un’azione legale per rottura di contratto e per aver subito una sofferenza emozionale intenzionale  La Superior Court of California  accolse la sua domanda e condannò l’IHR a pagare non la somma pattuita ma un risarcimento per aver dovuto rievocare gli atroci eventi di Auschwitz messi in dubbio dall’istituto  affermò essere un fatto incontrovertibile che «Jews were gassed to death in Auschwitz in Poland during the summer of 1944»

32 Il metodo negazionista  Insomma, non abbiamo due opinioni a confronto  tutto si può discutere, in campo scientifico:  il dubbio metodico è la nostra regola  ma negare l’evidenza non è manifestazione di dubbio critico;  solo di malafede

33 L’incidenza del negazionismo  Che incidenza ha avuto il negazionismo? a)sul piano della ricerca storica quasi nullo:  l’udienza è stata scarsa, se non addirittura inesistente  non esiste pressochè nessuno studioso “indipendente” che dia credito alle posizioni negazioniste

34 L’incidenza del negazionismo b)L’intreccio tra antisionismo e antisemitismo moltiplicato invece dalla questione palestinese  antesignano Roger Garaudy, ben noto intellettuale e politico di sinistra  ex-partigiano ed ex-dirigente del Partito comunista francese dal quale era stato espulso nel 1970  convertito al cattolicesimo  poi, nel 1982 all’islam  nel dicembre 1995 pubblicava con l’editore dei negazionisti La Vieille Taupe un libro in cui  dichiarava di voler mettere in discussione solo la politica israeliana  ma affermava necessario rivedere le conclusioni del processo di Norimberga  citando David Irving negava l’esistenza di un progetto hitleriano di sterminio, del genocidio e delle camere a gas

35 L’incidenza del negazionismo  vivace tendenza negazionista antisionista  il sionismo come il nazismo  le vittime di ieri i carnefici di oggi  un grande storico francese René Rémond ha intuito dieci anni fa che il negazionismo più pericoloso non è quello dell’IHR, dei Faurisson e degli Irving, ma quello che si sarebbe potuto definire «popolare e spontaneo»: «Che fare dei piccoli magrebini che, in quel collegio di banlieue, mettono in dubbio la realtà della Shoah perché è un’invenzione degli ebrei o che s’oppongono a che questa sia insegnata perché, dicono, quello che gli israeliani fanno ai loro fratelli palestinesi è altrettanto grave? Questa forma elementare di antisemitismo mi pare più preoccupante che i discorsi dei negazionisti brevettati»

36 L’incidenza del negazionismo  Rémond non poteva prevedere  l’11 dicembre 2006 aperta a Teheran, con un intervento di Mahmoud Ahmadinejad (durissimo con Israele)  una “Conferenza internazionale per rivedere la visione globale dell’Olocausto” organizzata del regime iraniano  parteciparono numerosi negazionisti  Anche Hamas ha sostenuto più volte posizioni vicine al negazionismo parlando di «cosiddetto Olocausto ebraico».

37 L’incidenza del negazionismo  Il senso comune della “blogsfera”  web, social network, siti tematici  nessuna validità ai pareri scientifici, valore dell’anticonformismo e dell’alternatività


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