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g. Progetto Nazionale Dislessia Amica Formatrici AID Scuola Prof.ssa Simonetta Longo Prof.ssa Marialuisa Di Cicco.

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Presentazione sul tema: "g. Progetto Nazionale Dislessia Amica Formatrici AID Scuola Prof.ssa Simonetta Longo Prof.ssa Marialuisa Di Cicco."— Transcript della presentazione:

1 chieti@aiditalia.or g

2 Progetto Nazionale Dislessia Amica Formatrici AID Scuola Prof.ssa Simonetta Longo Prof.ssa Marialuisa Di Cicco

3 2° incontro Dalla Diagnosi al PDP stesura e lettura didattica 24 febbraio 2016 IIS Volta - Pescara Marialuisa Di Cicco

4 Il nostro incontro: la I parte Scuola amica della dislessia…. - Il PDP: inquadramento legislativo - Personalizzare la didattica -Il PDP: adempimenti e struttura -BES e PDP - Rapporto tra diagnosi e PDP Marialuisa Di Cicco

5 Dislessia Difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente. [inversioni, confusioni di lettere v-f; d-b] Manca l’automatismo nella decodifica dei segni linguistici (lettura lenta e faticosa). Ripercussioni sulla COMPRENSIONE. Disgrafia Difficoltà nella corretta realizzazione dei grafemi (problema esecutivo) Disortografia Difficoltà nella correttezza ortografica e sintattica Discalculia: difficoltà nella cognizione numerica e nelle procedure esecutive e del calcolo. I DSA si possono manifestare da soli, ma più spesso a grappolo Marialuisa Di Cicco

6 DISCREPANZA tra e CALO di PERFORMANCE Marialuisa Di Cicco Abilità intellettive (Q.I. nella norma) Abilità nella lettura, scrittura e calcolo

7 . Difficoltà nella lettura… DISLESSIA

8 Difficoltà nei processi linguistici di transcodifica DISORTOGRAFIA

9 Difficoltà nella realizzazione grafica della scrittura DISGRAFIA

10 Difficoltà negli automatismi del calcolo e nell’elaborazione dei numeri DISCALCULIA

11 Struttura della legge 170 SCUOLA Misure educative e didattiche (art. 5) Formazione (art.4) DIAGNOSI (Art. 3) Familiari (art. 6) Disposizioni di attuazione (art.7) Definizioni (art.1) Finalità (art. 2) La didattica al CENTRO percorso del

12 Personalizzazione della didattica - D.P.R. 275 / 99 “Autonomia delle istituzioni scolastiche” Art. 4 Autonomia didattica 1. Le istituzioni scolastiche, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa delle famiglie e delle finalità generali del sistema, a norma dell'articolo 8 concretizzano gli obiettivi nazionali in percorsi formativi funzionali alla realizzazione del diritto ad apprendere e alla crescita educativa di tutti gli alunni, riconoscono e valorizzano le diversità, promuovono le potenzialità di ciascuno adottando tutte le iniziative utili al raggiungimento del successo formativo.

13 Personalizzazione della didattica - LEGGE 28 marzo 2003, n.53 -D. lgs. 19 febbraio 2004, n.59 (personalizzazione dei piani di studio) -Raccomandazione Parl. Europeo del 18 dicembre 2006 (competenze chiave per l’apprendimento permanente) - D. M. 22 Agosto 2007, n. 139. (Adempimento obbligo di istruzione) Didattica Personalizzata: impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno. Art. 3 Costituzione

14 IL Piano didattico Personalizzato (PdP) Piano: programma, strategia Didattico: finalizzato a migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’apprendimento Personalizzato: individualizzazione delle metodologie, dei tempi degli strumenti Parole CHIAVE Obbligatorietà Raccordo con la famiglia Monitoraggio Raccolta informazioni Marialuisa Di Cicco

15 D.M. n. 5669 12 luglio 2011 IL PDP Art.4 Misure educative e didattiche “1. Le Istituzioni scolastiche […] provvedono ad adottare i necessari interventi pedagogico-didattici per il successo formativo degli alunni e degli studenti con DSA, attivando percorsi di didattica individualizzata e personalizzata e ricorrendo a strumenti compensativi e misure dispensative…. 5. …. Per evitare situazioni di affaticamento e di disagio SENZA RIDURRE IL LIVELLO DEGLI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO…” Art. 5. Interventi didattici individualizzati e personalizzati “La scuola garantisce ed esplicita, nei confronti di alunni e studenti con D.S.A., interventi didattici individualizzati e personalizzati, anche attraverso la redazione di un Piano didattico personalizzato, con l’indicazione degli strumenti compensativi e delle misure dispensative adottate”.

16 IL PDP Linee Guida allegate al DM Linee Guida: “le attività di recupero individualizzati, le modalità didattiche personalizzate, nonché gli strumenti compensativi e le misure dispensative dovranno essere dalle istituzioni scolastiche esplicitati e formalizzati.” LIBERTA’ nella forma (nelle forme ritenute idonee) VINCOLO nella tempistica (entro il primo trimestre scolastico) Va monitorato, aggiornato e modificato in itinere non ridurre il livello degli obiettivi di apprendimento o MA gli obiettivi vanno articolati sulla base del livello e delle modalità di apprendimento dello studente, potenziando le abilità possedute

17 Redazione PDP: CHI CHI LO REDIGE: il CdC in accordo con la famiglia. CHI LO SOTTOSCRIVE: il D.S. (o un docente delegato), tutti i docenti del CdC o del team, la famiglia Referente DSA: supervisiona, monitora, offre spunti e consulenza. FORMA 1

18 Raccordo con la famiglia Incontro e ASCOLTO Utile il questionario osservativo per genitori

19 Redazione PDP: QUANDO? -Diagnosi protocollate: entro I trimestre -Su richiesta della famiglia con diagnosi specialistiche: in qualsiasi momento dell’anno (negli anni terminali: entro 31 marzo) -Circolare ministeriale n.8 del 2013 Alunni con diagnosi rilasciata da una struttura privata, nelle more del rilascio della certificazione da parte della struttura sanitaria, Alunni che hanno iniziato l’iter diagnostico hanno diritto alla redazione di un PDP. 2

20 Redazione PDP: COSA (struttura) COSA CONTIENE - dati dell’alunno, -Profilo didattico descrizione del funzionamento delle abilità strumentali, caratteristiche comportamentali, strategie e strumenti utilizzati dall’alunno nello studio, -eventuale modifica degli obiettivi -strategie metodologiche e didattiche -strumenti compensativi e misure dispensative -criteri e modalità di verifica e valutazione -PATTO con LA FAMIGLIA (carico di studio, compiti a casa) 3

21 Redazione PDP: COME (modello?) Modello AID (più completo), Modello MIUR Presenza di modello strutturato di PDP elaborato dalla I.S. UNIFORMITA’ CHIARA LEGGIBILITA’ 4

22 . Estensione del PDP a tutti gli alunni in situazione di difficoltà (par. 15 D.M. 27/12/2012) “…elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con BES, anche attraverso la redazione di un PDP” Validità dello strumento per personalizzare gli apprendimenti Utilità per definire ed affrontare situazioni didattiche più delicate PDP e BES

23 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Dir.Min.27 dicembre 2012 Alunni con disabilità e borderline Alunni con DSAAlunni con ADHD Alunni con svantaggio socio-economico, linguistico, culturale. Marialuisa Di Cicco Alunni con Bisogni Educativi Speciali

24 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI D.M. 27 dicembre 2012 -Riflessione sulla complessa varietà delle nostre classi, ampliamento dell’area dello svantaggio sociale -Importante apporto del modello ICF (valutazione della persona nella sua totalità, interazione con l’ambiente, prospettiva positiva non medicalizzata) -Nuova attenzione: ogni alunno può manifestare Bisogni Educativi Speciali in modo CONTINUATIVO o in un DETERMINATO PERIODO di TEMPO -Va potenziata la cultura dell’inclusione e i docenti devono essere informati ed formati -Valore strategico dei CTS (centri territoriali di Supporto) Marialuisa Di Cicco

25 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI D.M. 27 dicembre 2012 - Tutte queste problematiche non sono necessariamente comprese nelle tutele della L.104 LEGGE 170/2010 punto di svolta: “apre un diverso canale di cura educatica, concretizzando i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella legge 53/2003”. [par. 1] -Approccio educativo, non meramente clinico e legato alle diagnosi e alle certificazioni [par.1.2] -Estensione dei benefici della Legge 170 (strumenti compensativi e misure dispensative, Decreto 5669/2011) [par.1.5] -Decisione dei C.d.C. sulla base della documentazione clinica o sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico (AUTONOMIA dei CdC) Marialuisa Di Cicco

26 Rapporto tra : DiagnosiPDP Marialuisa Di Cicco Una “buona” diagnosi (completa e chiara) è il primo passo per impostare il nostro intervento

27 LA DIAGNOSI (art. 3) CHI LA FA? 1. E’ effettuata dal Servizio Sanitario Nazionale. 2. Le Regioni possono prevedere che la diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate, qualora non sia possibile effettuarla nell’ambito dei trattamenti specialistici erogati dall’SSN). Delega alle Regioni, dopo Conferenza Stato - Regioni che stabilisca direttive uniformi in materia Consensus: multidisciplinarietà, collaborazione, continuo aggiornamento e formazione dell’equipe. NOTA del MIUR del 26 maggio 2011 datate prima della L.170 Diagnosi datate dopo la L.170 La scuola può accettare anche diagnosi di strutture private Solo diagnosi del SSN

28 LA DIAGNOSI (art. 3 L.170) CHI LA FA? 1. E’ effettuata dal Servizio Sanitario Nazionale. 2. Le Regioni possono prevedere che la diagnosi sia effettuata da specialisti o strutture accreditate, qualora non sia possibile effettuarla nell’ambito dei trattamenti specialistici erogati dall’SSN). Delega alle Regioni, dopo Conferenza Stato - Regioni che stabilisca direttive uniformi in materia Consensus: multidisciplinarietà, collaborazione, continuo aggiornamento e formazione dell’equipe. NOTA del MIUR del 26 maggio 2011 datate prima della L.170 Diagnosi datate dopo la L.170 La scuola può accettare anche diagnosi di strutture private Solo diagnosi del SSN

29 … la diagnosi … in attesa di nuovi specifici provvedimenti PROBLEMATICHE del SSN (risorse e competenze) 1)Difficoltà nell’effettuare diagnosi entro una tempistica adeguata 2)Diagnosi che non rispettano i criteri della Consensus (non complete ed esaustive anche ai fini della stesura del PDP) 3)Casi in cui viene negata la diagnosi a ragazzi di 14 /15 anni 4)I bambini e i ragazzi vengono inviati a Distretti sanitari extra- provinciali o extra-regionali per avere diagnosi in tempi ragionevoli ed approfondite. Proposta di Legge Regionale n.215/2010 (Consiglieri Verì, Argirò, De Fanis) -Elenco di professionisti abilitati all’atto diagnostico che garantisca entro un periodo non superiore a 60 giorni il completamento dell’iter diagnostico e l’individuazione dei percorsi di intervento e di recupero. (art. 4 comma 3)

30 “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei DSA” Conferenza Stato-Regioni 25 luglio 2012 Scopo: rendere uniformi modalità e forme di attestazione della diagnosi in tutto il territorio nazionale Proporre un modello condiviso di diagnosi per garantire la presenza dei necessari elementi conoscitivi. Criterio della tempestività (art.1) Parametri per l’individuazione delle strutture accreditate (art.2) Marialuisa Di Cicco

31 “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei DSA” Conferenza Stato-Regioni 25 luglio 2012 La certificazione di DSA deve essere articolata e chiara. Non è sufficiente la menzione della categoria diagnostica ma deve contenere “le informazioni necessarie per stilare una programmazione educativa e didattica”. Nella certificazione devono esserci anche gli elementi utili per delineare un PROFILO di FUNZIONAMENTO che deve essere scritto in “termini comprensibili” e deve essere “facilmente traducibile in indicazione operative per la prassi didattica.” Marialuisa Di Cicco Art. 3

32 Profilo di funzionamento Documento complesso Accordo Governo-Regioni “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei disturbi specifici di apprendimento” (25/07/2012)

33 Accordo 25 luglio 2012 Esempio di diagnosi secondo l’accordo Marialuisa Di Cicco

34 PDP: ascolto

35 Incontri di ricerca-azione PDP 2 marzo 14.30/16.30 Volta 2 marzo 17/19 Aterno-Manthonè 9 marzo 14.30/16.30 San Valentino 11 marzo 14.30/16.30 Cepagatti 18 marzo 14.30/16.30 Manoppello


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