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DIECI CONSIGLI PER VIVERE LA RELIGIONE NEL XXI SECOLO
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1. Ri-legati. Evita il solipsismo (l’egoismo), l’individualismo, la solitudine nefasta. Legati di nuovo, ritrovati nel più profondo di te stesso, là dove si coltivano i beni infiniti;
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Riavvicinati alla natura, della quale siamo tutti espressione e coscienza; al prossimo, da cui inevitabilmente dipendiamo; a Dio, che ci ama incondizionatamente. Questo è religione, religo, ri-legare.
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2. Tieni presente che le religioni sono sorte nella storia dell’umanità all’incirca otto mila anni fa. La spiritualità, poi, è tanto antica quanto la stessa umanità. È il fondamento di ogni religione, così come l’amore lo è in relazione alla famiglia.
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Cerca nella tua religione di perfezionare la sua spiritualità. Non credere della religione che non coltiva la spiritualità e dà priorità ai dogmi, ai precetti, ai comandamenti, alle gerarchie e alle leggi.
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3. Verifica se la tua religione è centrata sul dono maggiore di Dio: la vita. Una religione centrata sull’autorità, sulla dottrina, sull’idea di peccato, sulla predestinazione, è oppio del popolo. «Sono venuto perché tutti abbiano vita e vita in abbondanza» ha detto Gesù (Giovanni 10, 10).
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La religione, quindi, non può restare indifferente a tutto ciò che soffoca o minaccia la vita: oppressione, esclusione, sottomissione, discriminazione, squalifica di chi non abbraccia lo stesso credo.
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4. Impegnati in una comunità religiosa che lavora per dare priorità alla spiritualità. Religione è comunione.
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E imprimi alla tuacomunità un carattere sociale: combatti la miseria, sii solidale con i poveri e con chi soffre ingiustamente; difendi in modo intransigente la vita; denuncia le strutture di morte; annuncia un «altro mondo possibile», più giusto e libero, dove tutti possano vivere con dignità e felicità.
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5. Interiorizza la tua esperienza religiosa: trasforma il tuo credo nel tuo fare. Riduci la contraddizione tra la tua preghiera e la tua azione.
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Fai per gli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. Ama come Dio ci ama: incondizionatamente.
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6. Prega. La religione senza preghiera è come un menù senza portate. Riserva un momento della tua giornata per incontrarti con Dio nell’intimo di te stesso.
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Medita. Lascia che lo Spirito Divino diffonda il suo spirito dentro di te e dilati la tua capacità di amare.
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7. Sii tollerante con le altre religioni, così come desideri che lo siano nei confronti della tua.
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Liberati da qualunque tendenza fondamentalista di chi si crede padrone della verità e migliore interprete della volontà di Dio. Cerca di dialogare con coloro che manifestano fedi diverse dalla tua. Chi ama non è intollerante.
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8. Ricordati: Dio non ha religione. Siamo noi che, istituzionalizzando diverse esperienze spirituali, creiamo le religioni. Tutte sono inserite in questo mondo in cui viviamo e hanno una intrinseca interrelazione.
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Ogni religione svolge, nella società in cui si inserisce, un ruolo politico, sia legittimando ingiustizie o rimanendo indifferente, sia denunciandole profeticamente in nome del principio per cui siamo tutti figli e figlie di Dio. Pertanto abbiamo il diritto di fare dell’umanità la nostra famiglia.
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9. L’albero si conosce dai frutti. Verifica se la tua religione è una religione d’amore o escludente, se semina benedizioni o è messaggera dell’inferno, serva del progetto di Dio nella storia umana o del potere del denaro.
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10. Dio è amore. Una religione che non porta all’amore non è una cosa di Dio. Più importante di avere fede, abbracciare una religione, frequentare templi, è amare.
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«Anche se avessi una fede capace di spostare le montagne, ma non avessi l’amore non mi servirebbe a nulla», disse l’apostolo Paolo (1 Corinzi 13,2). Vale molto di più un ateo che ama che un credente che odia, discrimina e opprime. L’amore è la radice e il frutto di ogni vera religione; e l’esperienza di Dio, di ogni autentica fede.
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Música: Sourde d’Emeraud
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