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LEZIONI CLIL STORIA DELL’ARTE/FRANCESE
A.S A cura di prof. Claudio Puccetti (Storia dell’Arte) in collaborazione con prof.ssa Michèle Pouzaud (Francese) Classe 3DL
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modulo 1 Nota 1 Iconografia - Termine che deriva dal greco eikón ‘immagine’ e gráfein ‘scrivere’, ‘disegnare’. Nel campo degli studi di Storia dell’Arte L’iconografia si occupa quindi della descrizione e classificazione delle immagini che costituiscono il soggetto dell’opera d’arte, si occupa cioè di cosa viene rappresentato prima di affrontare il come l’artista abbia raffigurato il soggetto: si occupa della descrizione del soggetto e solo in un secondo momento si esaminano i “linguaggi” artistici, diversi nelle varie epoche e culture, dipendenti anche dalla personalità dell’autore. Solo attraverso la descrizione e l’identificazione dell’immagine, effettuata mediante il riconoscimento di simboli tradizionali o ricorrenti, sarà possibile giungere al significato o contenuto dell’opera. Ciò che davvero appare differente nei vari tempi e luoghi è allora lo stile, il modo di interpretare il tema; i criteri e le modalità espressive, la composizione della scena, la scelta cromatica e tecnica sono infatti i fattori che evidenziano e rispecchiano la differenza tra opere nate in contesti storico-artistici diversi. Iconologia - Termine che deriva dal greco eikón ‘immagine’ e logía ‘discorso’. L’iconologia ha l’obiettivo quindi di descrivere in modo approfondito l’indagine del contenuto o significato culturale più profondo dell’immagine, ponendo in relazione la sua iconografia con la personalità dell’artista, con i principi filosofici e religiosi dell’epoca in cui l’opera è stata prodotta. L'iconologia si differenzia dall'iconografia, perché questa si occupa della descrizione dei temi presenti nell'opera d'arte, mentre l'iconologia ha lo scopo di interpretare gli stessi temi. L’iconologia, infatti,si presenta come uno studio con compiti diversi da quelli prevalentemente descrittivi e classificatori dell’iconografia. L’iconologia approfondisce i rapporti tra i significati delle opere d’arte e gli altri prodotti culturali (religiosi, filosofici scientifici) elaborati dalla società nell’epoca a cui appartengono.
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Introduzione alla lettura dell’opera d’arte
SOMMARIO 1. Iconografia e Iconologia 2. Livello preiconografico e analisi iconografica Il soggetto: i generi: natura morta, ritratto, paesaggio, pittura di genere, rappresentazione sacra e rappresentazione storica; Il contenuto: attributi iconografici di miti, santi, allegorie e simboli; L’artista e il committente; Il contesto storico. 3. Analisi formale e strutturale Forma, punto, linea, luce e ombra, colore; Composizione, campo visivo, peso visivo, ritmo, simmetria, e spazio 4. Le tecniche 5. Interpretazione iconologica Nota 3 Iconografia - Termine che deriva dal greco eikón ‘immagine’ e gráfein ‘scrivere’, ‘disegnare’. Nel campo degli studi di Storia dell’Arte L’iconografia si occupa quindi della descrizione e classificazione delle immagini che costituiscono il soggetto dell’opera d’arte, si occupa cioè di cosa viene rappresentato prima di affrontare il come l’artista abbia raffigurato il soggetto: si occupa della descrizione del soggetto e solo in un secondo momento si esaminano i “linguaggi” artistici, diversi nelle varie epoche e culture, dipendenti anche dalla personalità dell’autore. Solo attraverso la descrizione e l’identificazione dell’immagine, effettuata mediante il riconoscimento di simboli tradizionali o ricorrenti, sarà possibile giungere al significato o contenuto dell’opera. Ciò che davvero appare differente nei vari tempi e luoghi è allora lo stile, il modo di interpretare il tema; i criteri e le modalità espressive, la composizione della scena, la scelta cromatica e tecnica sono infatti i fattori che evidenziano e rispecchiano la differenza tra opere nate in contesti storico-artistici diversi. Iconologia - Termine che deriva dal greco eikón ‘immagine’ e logía ‘discorso’. L’iconologia ha l’obiettivo quindi di descrivere in modo approfondito l’indagine del contenuto o significato culturale più profondo dell’immagine, ponendo in relazione la sua iconografia con la personalità dell’artista, con i principi filosofici e religiosi dell’epoca in cui l’opera è stata prodotta. L'iconologia si differenzia dall'iconografia, perché questa si occupa della descrizione dei temi presenti nell'opera d'arte, mentre l'iconologia ha lo scopo di interpretare gli stessi temi. L’iconologia, infatti,si presenta come uno studio con compiti diversi da quelli prevalentemente descrittivi e classificatori dell’iconografia. L’iconologia approfondisce i rapporti tra i significati delle opere d’arte e gli altri prodotti culturali (religiosi, filosofici scientifici) elaborati dalla società nell’epoca a cui appartengono.
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1 ICONOGRAFIA E ICONOLOGIA
Secondo Erwin Panofsky nella lettura di un’immagine l’iconologia dovrebbe rappresentare il punto di arrivo di un processo di ricerca che si articola in tre livelli: descrizione preiconografica, analisi iconografica, interpretazione iconologica. Tali fasi non vanno intese come operazioni irrelate o momenti cronologici distinti di una stessa indagine, bensì come metodi di approccio fusi l’uno nell’altro entro un unico e indivisibile processo organico, poiché fanno riferimento ad aspetti diversi di un fenomeno unico, e precisamente l’opera d’arte nella sua totalità. Nota 1 Secondo Erwin Panofsky (storico dell’arte tedesco a cui si deve l’affermarsi del nuovo metodo) nella lettura di un’immagine l’iconologia dovrebbe rappresentare il punto di arrivo di un processo di ricerca che si articola in tre livelli: descrizione preiconografica, analisi iconografica, interpretazione iconologica. Tali fasi non vanno intese come operazioni irrelate o momenti cronologici distinti di una stessa indagine, bensì come metodi di approccio fusi l’uno nell’altro entro un unico e indivisibile processo organico, poiché fanno riferimento ad aspetti diversi di un fenomeno unico, e precisamente l’opera d’arte nella sua totalità. Livello preiconografico - viene descritto il soggetto primario o naturale sulla base soltanto di una percezione immediata e dell’“esperienza pratica” dell’osservatore. Si tratta di una ricognizione oggettiva dell’immagine nelle sue pure forme, cioè quelle configurazioni di linee e colori che rappresentano oggetti, esseri umani, piante, case, eventi e ne individuano i toni espressivi quali la serenità di un paesaggio, la tristezza di uno sguardo, ecc.. Analisi iconografica - viene indagato il soggetto secondario o convenzionale al fine di riconoscere il senso dei motivi artistici, ovvero, i temi, le storie e le allegorie; in altre parole si individua in un’opera ciò che accade, dove accade e in che epoca, chi sono i personaggi, i precedenti storici; per fare questo è necessaria la conoscenza di come temi, storie e allegorie sono stati trasmessi dalle fonti letterarie. Interpretazione iconologica - si mira a cogliere il significato intrinseco o il contenuto del soggetto, intendendo per contenuto il mondo dei valori simbolici delle immagini nei quali si rivela l’atteggiamento fondamentale di una nazione, di un’epoca, di una classe, di una convinzione religiosa o filosofica: princìpi che una singola personalità inconsapevolmente qualifica e condensa in una singola opera.
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Descrizione preiconografica
iconografia e iconologia viene descritto il soggetto primario o naturale sulla base soltanto di una percezione immediata e dell’“esperienza pratica” dell’osservatore. Si tratta di una ricognizione oggettiva dell’immagine nelle sue pure forme, cioè quelle configurazioni di linee e colori che rappresentano oggetti, esseri umani, piante, case, eventi e ne individuano i toni espressivi quali la serenità di un paesaggio, la tristezza di uno sguardo, ecc.. Descrizione preiconografica viene indagato il soggetto secondario o convenzionale al fine di riconoscere il senso dei motivi artistici, ovvero, i temi, le storie e le allegorie; in altre parole si individua in un’opera ciò che accade, dove accade e in che epoca, chi sono i personaggi, i precedenti storici; per fare questo è necessaria la conoscenza di come temi, storie e allegorie sono stati trasmessi dalle fonti letterarie. Analisi iconografica Che cos’è un’opera d’arte? Un’immagine artistica può stupire per la sua bellezza o per la sua perfezione tecnica; può emozionare o, al contrario, deludere, perché ci risulta incomprensibile ad una lettura immediata. La prima valutazione dell’opera è di tipo spontaneo, ovvero legato alle nostre impressioni e alla sua qualità visiva. Ne osserviamo i colori, gli andamenti e la qualità delle linee, l’organizzazione delle forme. Questi sono alcuni tra gli elementi del linguaggio di un’opera d’arte, sia essa un dipinto, una scultura, un’incisione, un mosaico o un monumento architettonico. Dalle pitture rupestri del Paleolitico fino alle manifestazioni artistiche dei nostri giorni, le diverse civiltà hanno elaborato forme di comunicazione originali, che, se interpretate correttamente, diventano una chiave di lettura della stessa storia dell’uomo. Storicamente, i diversi linguaggi espressivi sono stati classificati per stili, e in base a questa classificazione ne valutiamo l’aspetto estetico. L’analisi stilistica dell’opera d’arte (cioè l’analisi dei suoi valori strettamente formali) deve però essere affiancata dall’analisi di altri fattori: il contesto culturale, la committenza, la funzione dell’opera, i processi di ideazione, gli aspetti tecnici. Tutti questi elementi compongono l’insieme di significati, storici, sociali, religiosi, psicologici, di cui l’immagine è portatrice. Un’opera d’arte è il risultato di una volontà creativa, espressa all’interno di un contesto culturale e linguistico ben definito. Per questo va interpretata sulla base dei parametri storici e culturali del periodo in cui è stata realizzata. Strumenti di analisi di un’opera d’arte Un’indagine che si svolga a questi diversi livelli deve avvalersi di strumenti metodologici e concettuali adeguati.Un primo passo per individuare il significato dell’opera consiste nel collocarla all’interno di una specifica categoria, corrispondente al genere artistico. I generi artistici vengono classificati in base ai contenuti ed offrono già una prima indicazione sulla funzione dell’opera, la sua committenza, la collocazione, l’ambito culturale. Possono essere di carattere sacro, mitologico, storico, profano; all’interno di quest’ultimo distinguiamo, ad esempio, il ritratto, il paesaggio, la natura morta. Queste teorie classificatorie non valgono di fronte a molta parte dell’arte contemporanea, ed in particolare all’arte astratta, in cui la forma rappresenta direttamente il contenuto, senza mediazioni di significato. L’interpretazione, in questi casi, va dunque operata entro un ambito strettamente linguistico. Nell’analisi dell’opera d’arte, si procede cercando informazioni che riguardano i dati tecnici e materiali dell’opera. È necessario, a questo proposito, accompagnare l’osservazione diretta con una documentazione operata su testi o fonti originali. L’analisi formale e quella iconografica corrispondono alla parte centrale del lavoro; la prima implica il possesso di adeguati strumenti metodologici, la seconda esige la capacità di collocare nel giusto contesto il sistema di significati di cui le immagini sono portatrici. Soltanto un corretto procedimento può portare ad una giusta interpretazione dell’opera; questa, infatti, può possedere significati nascosti anche nei casi in cui presenta un soggetto tradizionale o una struttura compositiva di facile comprensione. È fondamentale avvicinarsi all’opera d’arte senza pregiudizi di ordine culturale, che sono generalmente determinati da un approccio passivo o consuetudinario all’immagine: primo fra tutti il concetto di bello legato alla categoria della verosimiglianza dell’immagine, cioè della sua fedeltà al dato naturale. L’altro pregiudizio comune si riassume nel principio per cui sarebbe “bello ciò che piace”. Questo principio vale a livello emotivo, ma non corrisponde all’esigenza di una analisi critica, tecnica e scientifica dell’opera d’arte. Il termine “bello” è usato in modo molto ambiguo nel linguaggio ordinario; forse dovremmo, a proposito di opere d’arte, usare sempre il termine “artistico”. Allora, la domanda diventerebbe: è oppure no un’opera d’arte quella che sto osservando o studiando, al di là del fatto che mi piaccia o no? si mira a cogliere il significato intrinseco o il contenuto del soggetto, intendendo per contenuto il mondo dei valori simbolici delle immagini nei quali si rivela l’atteggiamento fondamentale di una nazione, di un’epoca, di una classe, di una convinzione religiosa o filosofica: princìpi che una singola personalità inconsapevolmente qualifica e condensa in una singola opera. Interpretazione iconologica
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iconografia e iconologia
ICONOGRAFIA: Termine che deriva dal greco eikón ‘immagine’ e gráfein ‘scrivere’, ‘disegnare’. Nel campo degli studi di Storia dell’Arte L’iconografia si occupa quindi della descrizione e classificazione delle immagini che costituiscono il soggetto dell’opera d’arte, si occupa cioè di cosa viene rappresentato prima di affrontare il come l’artista abbia raffigurato il soggetto: si occupa della descrizione del soggetto e solo in un secondo momento si esaminano i “linguaggi” artistici, diversi nelle varie epoche e culture, dipendenti anche dalla personalità dell’autore. Solo attraverso la descrizione e l’identificazione dell’immagine, effettuata mediante il riconoscimento di simboli tradizionali o ricorrenti, sarà possibile giungere al significato o contenuto dell’opera. Ciò che davvero appare differente nei vari tempi e luoghi è allora lo stile, il modo di interpretare il tema; i criteri e le modalità espressive, la composizione della scena, la scelta cromatica e tecnica sono infatti i fattori che evidenziano e rispecchiano la differenza tra opere nate in contesti storico-artistici diversi.
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iconografia e iconologia
ICONOLOGIA Termine che deriva dal greco eikón ‘immagine’ e logía ‘discorso’. L’iconologia ha l’obiettivo quindi di descrivere in modo approfondito l’indagine del contenuto o significato culturale più profondo dell’immagine, ponendo in relazione la sua iconografia con la personalità dell’artista, con i principi filosofici e religiosi dell’epoca in cui l’opera è stata prodotta. L'iconologia si differenzia dall'iconografia, perché questa si occupa della descrizione dei temi presenti nell'opera d'arte, mentre l'iconologia ha lo scopo di interpretare gli stessi temi. L’iconologia, infatti, si presenta come uno studio con compiti diversi da quelli prevalentemente descrittivi e classificatori dell’iconografia. L’iconologia approfondisce i rapporti tra i significati delle opere d’arte e gli altri prodotti culturali (religiosi, filosofici scientifici) elaborati dalla società nell’epoca a cui appartengono.
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2 ANALISI ICONOGRAFICA IL SOGGETTO
Il soggetto è il contenuto dell’opera, è il suo tema. Un’opera può rappresentare un soggetto religioso oppure un paesaggio, una natura morta, un ritratto, una scena storica (generi iconografici). Talvolta è già evidenziato dal titolo dell’opera e basta approfondirne i contenuti. Dal primo Novecento, con le avanguardie storiche, l’arte si è svincolata dalla ricerca del soggetto; il poeta francese Guillaume Apollinaire diceva, a proposito del Cubismo, che “nell’arte moderna il soggetto non conta più o conta poco”. Questo concetto trova il suo momento di maggiore realizzazione nell’astrattismo, in cui il contenuto corrisponde alla forma stessa.
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analisi iconografica I GENERI In base al soggetto raffigurato, l’opera d’arte appartiene ad uno specifico genere iconografico; i principali sono : la natura morta, il ritratto, il paesaggio, la pittura di genere, la rappresentazione di storia (sacra e profana). Generi iconografici La natura morta = Il termine, coniato intorno al 1650, si riferisce alla pittura di oggetti inanimati. Le prime n.m. furono realizzate da pittori fiamminghi nel XVI secolo. In Italia fu Caravaggio che diede inizio a questo genere. Il ritratto = Consiste nella rappresentazione di individui ben caratterizzati e quindi riconoscibili. Il ritratto ebbe una straordinaria ampiezza di interpretazioni legate a numerosi fattori: la capacità di interpretazione psicologica del soggetto, la volontà di connotare la posizione sociale ed il potere del personaggio, la maggiore o minore ricerca di somiglianza fisica, di realismo o di idealizzazione estetica. Il paesaggio = La pittura di paesaggio si affermò come genere autonomo agli inizi del ‘600. il pittore può rappresentare la natura realisticamente o in modo da ottenere un’immagine “ideale”, d’ispirazione classica”, una natura perfetta, rielaborata intellettualmente dall’artista. Nell’800 romantico inglese la sua vitalità venne esaltata dalla rappresentazione di cataclismi e tempeste osservati dall’uomo che riflette sulla grandiosità dei fenomeni naturali (sublime). La scena di genere = Si affermò nei secoli XVII e XVIII in seguito alla rinnovata attenzione per gli aspetti quotidiani della realtà. Essa consiste infatti in una raffigurazione di momenti, episodi e personaggi tratti dalla vita di tutti i giorni. Spesso è protagonista la gente del popolo. Le storie sacre = Questo genere riguarda la scelta di un singolo episodio religioso, la narrazione completa della vita di un personaggio (Gesù, la Madonna, i Santi) o di interi libri della Bibbia (per esempio la Genesi). Raffigurazioni profane = la mitologia classica è un grande repertorio di temi e soggetti da cui sono tratte moltissime raffigurazioni. Soggetti profani riguardano anche la frequente rappresentazione, spesso allegorica, di mesi e stagioni; anche la scena di genere rientra nell’ambito di temi profani. Allegoria: il termine indica la rappresentazione di un concetto o di un soggetto astratto. L’allegoria si traduce spesso in una “personificazione”, la figura cioè incarna e rappresenta ciò che è riferibile ad una immagine precisa. Si possono così vedere raffigurati le Virtù (Giustizia, Prudenza ecc.), i Vizi (Lussuria, Avarizia ecc.) o concetti universali come la guerra, la fertilità, la libertà.
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Il termine, coniato intorno al 1650,
analisi iconografica I GENERI LA NATURA MORTA Il termine, coniato intorno al 1650, si riferisce alla pittura di oggetti inanimati. Le prime nature morte furono realizzate da pittori fiamminghi nel XVI secolo. In Italia fu Caravaggio che diede inizio a questo genere.
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frutta, cibo, strumenti musicali, oggetti, fiori... LA NATURA MORTA
analisi iconografica I GENERI LA NATURA MORTA frutta, cibo, strumenti musicali, oggetti, fiori... Caravaggio Canestra di frutta, 1599, Pinacoteca Ambrosiana, Milano Paul Cezanne Natura morta
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musicali, oggetti, fiori...
analisi iconografica I GENERI LA NATURA MORTA frutta, cibo, strumenti musicali, oggetti, fiori... Maestro delle Vanitas XVII secolo Pieter Claesz Vanitas 1625 Pieter Claesz, Pittore olandese Barocco, nato in Germania, in Westfalia, o in Belgio a Berchem, intorno al 1598, si stabilì ad Haarlem, in Olanda nel Il giovane pittore visse e lavorò per tutta la vita ad Haarlem, dove si sposò e con il pittore Claeasz Willem, detto Heda ( ) fondarono una inconfondibile tradizione di pittura di natura morta detta "ontbijt" che produsse con grande precisione tavole imbandite, nature morte e vanità.
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frutta, cibo, strumenti musicali, oggetti, fiori... LA NATURA MORTA
analisi iconografica I GENERI LA NATURA MORTA frutta, cibo, strumenti musicali, oggetti, fiori... Pieter Claesz Natura morta con strumenti musicali Baschenis Evaristo Natura morta con strumenti musicali 1650 Pinacoteca dell'Accademia Carrara, Bergamo Evaristo Baschenis ( ) è uno dei più insigni pittori bergamaschi del 600. La famiglia Baschenis, originaria di Averara, nell'alta Val Brembana, ebbe una lunga tradizione in campo artistico. Baschenis prese gli ordini tra il 1640 e il La sua vita di sacerdote gli consentì di viaggiare e di esercitare la sua attività artistica con il massimo della libertà e della disponibilità di tempo, essendo egli tra l'altro in buone condizioni economiche. Si applicò quasi esclusivamente al genere della Natura morta, cucine e soprattutto strumenti musicali; questi ultimi sono gli unici attori della scena rappresentata, dal momento che aboliva nelle sue opere la figura umana. L'interesse per gli strumenti musicali è dovuto al fatto che Evaristo era un musicista. Il lavoro più prestigioso e impegnativo di Baschenis fu quello realizzato per la biblioteca del monastero di San Giorgio Maggiore a Venezia.
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musicali, oggetti, fiori...
analisi iconografica I GENERI LA NATURA MORTA frutta, cibo, strumenti musicali, oggetti, fiori... George Braque Natura morta con strumenti musicali 1908 Kunstmuseum Basel, Switzerland Paul Cezanne Natura morta Museo dell'Hermitage San Pietroburgo
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analisi iconografica I GENERI IL RITRATTO Consiste nella rappresentazione di individui ben caratterizzati e quindi riconoscibili. Il ritratto ebbe una straordinaria ampiezza di interpretazioni legate a numerosi fattori: la capacità di interpretazione psicologica del soggetto, la volontà di connotare la posizione sociale ed il potere del personaggio, la maggiore o minore ricerca di somiglianza fisica, di realismo o di idealizzazione estetica.
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il ritratto di interpretazione
analisi iconografica I GENERI IL RITRATTO il ritratto di interpretazione psicologica Jan Vermeer 1665-Ragazza con un orecchino di perla Mauritshuis, l’Aia,Olanda Tiziano L'Uomo del guanto 1523, Parigi Louvre Jan Vermeer, pittore olandese, nasce a Delft il 30 ottobre 1632, secondo di due figli di un mercante d'arte, tessitore di seta e gestore di una taverna che Jan ha rilevato dopo la morte del padre nel La frequentazione, attraverso il padre, di artisti locali e collezionisti, influenza precocemente il ragazzo che, già intorno alla metà del 1640, comincia la sua formazione artistica. Nel 1653 sposa una ragazza cattolica da cui avrà undici figli e quello stesso anno diventa un maestro nella corporazione dei pittori di Delft. Sembra che Jan Vermeer abbia dipinto molto poco e che abbia venduto solo una parte della sua produzione, dato che la maggior parte dei suoi dipinti erano ancora nelle mani della sua famiglia, quando morì. Tuttavia le sue altre attività di mercante d'arte e di taverniere gli permisero di sostenere egregiamente la sua numerosa famiglia fino all'invasione francese del 1672, quando la Francia invase i Paesi Bassi. Le opere giovanili di Vermeer hanno colori caldi ispirati ai dipinti della scuola di Rembrandt, mentre la composizione ed i soggetti suggeriscono l'influenza dei Caravaggisti. Alla morte di Pieter Claesz Van Ruijven, grande collezionista di dipinti e principale committente dei quadri dell’artista, la situazione economica del pittore e della sua famiglia di quindici figli (di cui cinque moriranno in tenera età), divenne insostenibile. Travolto dai debiti l'artista morì ancora giovane nel dicembre del 1675 e, l'anno dopo, la moglie, costretta a dichiarare bancarotta dichiarerà: “a causa delle grandi spese dovute ai figli e per le quali non disponeva più di mezzi personali, si è afflitto e indebolito talmente che ha perso la salute ed è morto nel giro di un giorno e mezzo”.
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rappresentazione del potere
analisi iconografica I GENERI IL RITRATTO il ritratto come rappresentazione del potere Raffaello Sanzio Papa Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi, 1518 Firenze, Uffizi Jean A. D. Ingres Napoleone sul trono imperiale 1806 Parigi, Musée de l'Armée
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l’autoritratto IL RITRATTO I GENERI iconografica analisi
Tiziano Vecellio Autoritratto ca. 1566 Museo del Prado, Madrid Rembrandt H. Van Rijn Autoritratto 1669 National Gallery, London
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analisi iconografica I GENERI IL PAESAGGIO La pittura di paesaggio si affermò come genere autonomo agli inizi del ‘600. Il paesaggio veniva rappresentato in modo realistico o idealizzato (ispirazione classica, natura perfetta rielaborata intellettualmente dall’artista). Nell’800 romantico inglese la sua vitalità venne esaltata e sublimata dalla rappresentazione di cataclismi e tempeste osservati dall’uomo che riflette sulla grandiosità dei fenomeni naturali.
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interiore IL PAESAGGIO I GENERI iconografica analisi
Caspar David Friedrich-1818 Il viandante sul mare di nebbia-Kunsthalle Hamburg John Constable 1822 nuvole
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fra ideale classico e veduta
analisi iconografica I GENERI IL PAESAGGIO fra ideale classico e veduta Claude Lorrein 1645-Paesaggio con Apollo e Mercurio- Roma, Galleria Doria-Pamphilj Canaletto A.Canal, Palazzo ducale e veduta di Venezia, Firenze,Uffizi
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analisi iconografica I GENERI LA PITTURA DI GENERE Per pittura di genere si intende la fedele e minuta rappresentazione pittorica di scene di vita quotidiana, in cui si ritraggono personaggi anonimi, borghesi o popolani, intenti al lavoro, in scene di festa ecc., ma anche paesaggi, nature morte o composizioni. La tradizione della p.di g. si fa risalire per lo più alla pittura fiamminga e olandese del 16° e 17° sec. (P. Bruegel il Vecchio è considerato l'antesignano). In Italia si sviluppò una fiorente produzione di p. di g. a partire dalla fine del ‘500 (I. Bassano, A.Carracci ecc...).
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LA PITTURA DI GENERE I GENERI iconografica analisi Pieter Bruegel
il Vecchio 1565 I Cacciatori nella neve Kunsthistorisches Museum, Vienna
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LA PITTURA DI GENERE I GENERI iconografica analisi Annibale Carracci
1583/1585 Il mangiatore di fagioli Galleria Colonna Roma
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LA PITTURA DI GENERE I GENERI iconografica analisi Annibale Carracci
1583/1585 La bottega del macellaio
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LA PITTURA DI GENERE I GENERI iconografica analisi Johannes Vermeer
LA Merlettaia circa Musée Du Louvre, Paris Johannes Vermeer La Lattaia 1659 Rijksmuseum Amsterdam
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LA RAFFIGURAZIONE DI STORIA
analisi iconografica I GENERI LA RAFFIGURAZIONE DI STORIA La raffigurazione di storia può essere sacra o profana; quella sacra può illustrare un singolo episodio religioso, narrare la vita completa di un personaggio (Gesù, la Madonna, Santi), interi libri della Bibbia (per esempio la Genesi) o episodi tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento.
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episodio religioso LA STORIA SACRA I GENERI iconografica analisi
Giotto Compianto sul Cristo morto Cappella degli Scrovegni- Padova Beato Angelico AnnunciazioneMuseo di San Marco Firenze
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vita di un personaggio LA STORIA SACRA I GENERI iconografica analisi
Bonavventura Berlinghieri S.Francesco e storie della sua vita 1235 Chiesa di S.Francesco,Pescia.
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vita di un personaggio LA STORIA SACRA I GENERI iconografica analisi
Giotto Le storie di San Francesco Basilica superiore Assisi
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vita di un personaggio LA STORIA SACRA I GENERI iconografica analisi
Duccio da Boninsegna 26 Storie della Passione e Resurrezione di Cristo
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LA RAFFIGURAZIONE DI STORIA
analisi iconografica I GENERI LA RAFFIGURAZIONE DI STORIA La raffigurazione di storia profana illustra un avvenimento realmente accaduto nel passato o nel presente. Può riguardare la scelta di un singolo episodio storico, o una sequenza di episodi, la celebrazione di un personaggio (imperatore condottiero), più in generale episodi tratti dalle vicende umane. La pittura di storia è la rappresentazione di scene, eventi e personaggi desunta da fonti storiche, letterarie, con intenti prevalentemente spesso commemorativi e celebrativi. A partire dal XV secolo, la pittura di storia acquista in tutte le accademie artistiche il ruolo di genere più alto e nobile di pittura. La pittura di storia assume forme e significati diversi nelle varie epoche. In età umanistica e rinascimentale. episodi della storia civile o della storia sacra vengono reinventati in ambienti e abiti contemporanei per sottolinearne l'attualità, come in Masaccio, Mantegna o Piero della Francesca. Nel Barocco, il genere storico acquista invece una dimensione più allegorica, mentre nella seconda metà del Settecento i personaggi storici e mitologici riprendono, con David, le vesti del proprio tempo e acquistano un senso moralmente esemplare di virtù civiche rivoluzionarie, prima di trasformarsi nella prima metà dell'Ottocento con Géricault (La zattera della Medusa) o Delacroix (La libertà che guida il popolo) in simboli della lotta per la libertà. Ma nell'Ottocento, a partire dall'epoca napoleonica e dal Romanticismo, cessano gradualmente i riferimenti al passato e la pittura di storia si orienta verso gli avvenimenti reali della vita contemporanea, attraverso l'esaltazione dell'eroe singolo (Napoleone, Nelson, ecc.) o collettivo (il popolo). In tutte queste trasformazioni la pittura di storia conserva sempre, tuttavia, il proprio fondamentale carattere celebrativo e tale carattere avrà anche l'arte italiana risorgimentale, accanto a quello propriamente documentario (Fattori, De Albertis, ecc.), sollecitato dalla nuova sensibilità verso la realtà e il vero. Proprio l'intento documentario sfocerà, infine, nel Realismo della seconda metà dell'Ottocento, quando la pittura di storia si spoglia definitivamente del suo carattere aulico e celebrativo per assumere quello rappresentativo, di esaltazione e o di denuncia, della realtà sociale e urbana moderna, in cui non sono più gli individui, ma le collettività i veri protagonisti. In questo senso carattere di vera e propria denuncia degli orrori della guerra hanno anche alcuni veri e propri quadri di storia del Novecento, come il Trittico della guerra di Otto Dix (1929-'32) o Guernica di Picasso (1937). Una ripresa della pittura di storia e del suo carattere celebrativo, con esiti artisticamente quasi sempre discutibili, possono essere considerate anche molte opere dell'arte ufficiale del nazismo o del cosiddetto "realismo socialista" nell'Unione sovietica stalinista. Quest'ultimo indirizzo, in particolare, ha avuto i suoi ultimi suoi epigoni nel dopoguerra in Italia con artisti come Guttuso, i cui Funerali di Togliatti restano, in questo senso, l'esempio forse più noto e migliore.
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episodio storico LA STORIA DELL’UOMO I GENERI iconografica analisi
Francesco Hayez I Vespri Siciliani 1822,Roma, Galleria Nazionale di Arte Moderna
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episodio storico LA STORIA DELL’UOMO I GENERI iconografica analisi
Jaques Louis David Il giuramento degli Orazi
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episodio storico LA STORIA DELL’UOMO I GENERI iconografica analisi
Eugéne Delacroix. La Libertà che guida il popolo Parigi, Louvre.
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celebrativo LA STORIA DELL’UOMO I GENERI iconografica analisi
Ara Pacis (particolare del rilievo) Roma
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celebrativo LA STORIA DELL’UOMO I GENERI iconografica analisi
Jacques Louis David L'incoronazione di Napoleone Musée du Louvre, Parigi
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