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PubblicatoDiana Speranza Modificato 8 anni fa
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LEZIONI CLIL STORIA DELL’ARTE/FRANCESE A.S. 2014-2015 A cura di prof. Claudio Puccetti (Storia dell’Arte) in collaborazione con prof.ssa Michèle Pouzaud (Francese) Classe 4DL
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LA SCULTURA DAL RINASCIMENTO AL BAROCCO
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indice 1.Modulo 1 - Il linguaggio della scultura: il volume, lo spazio, la superficie e il colore (modellato e chiaroscuro); la luce, la linea e la composizione. 2.Modulo 2 - La scultura nel ‘400: i protagonisti, Donatello e gli altri (Jacopo della Quercia, Nicolò dell’Arca, Andrea Verrocchio, Luca della Robbia, Antonio Pollaiolo): analisi di opere significatine. 3.Modulo 3 - La scultura nel medio Rinascimento (fine’400/1520): l’opera di Michelangelo Buonarroti: analisi di opere significative. 4.Modulo 4 - La scultura nel Tardo Rinascimento/Manierismo (1520/1600): Benvenuto Cellini e Jean de Boulogne detto Giambologna: analisi di opere significative. 5.Modulo 5 - La scultura nel ‘600: Gian Lorenzo Bernini; analisi di opere significative. Confronti e conclusione. La scultura dal ‘400 al ‘600
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La scultura nel Tardo Rinascimento (Manierismo) Modulo 4
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Il Manierismo (1520/1600) La scultura nel ‘500 Il Manierismo è generalmente considerato come una reazione all'armonia, all'ordine e alla perfezione dell'arte del XV e dell'inizio del XVI secolo. Si allontana dall'equilibrio dell'arte rinascimentale prediligendo piuttosto artificiosità e complessità, drammaticità e movimento. L’arte manierista ricerca la grazia, l’eccentrico, il bizzarro, il capriccio e rifiuta le regole. Dal 1520 al 1600 è lo stile dominante in Italia ed è espressione del gusto d'élite delle corti cinquecentesche. È caratterizzato da: una diversa concezione dello spazio: la prospettiva è spesso distorta o assente una diversa concezione delle proporzioni nella figura umana: la figura tende ad una marcata stilizzazione e prevede spesso pose contorte e innaturali una maggiore utilizzazione di luci e ombre composizioni elaborate e virtuosistiche forme esagerate e movimenti drammatici una ricerca di virtuosismo stilistico ed eleganza formale un’attenzione per la vita interiore una religiosità profonda ma difficile e insicura la pluri-faccialità della scultura
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La scultura nel ‘500 Il Manierismo (1520/1600) La scultura sino alla metà del ‘500 risente dell’influenza del genio e del talento di Michelangelo; tuttavia non mancano però scultori in grado di staccarsi dalle idee e dalle regole della tradizione classica, e di formulare uno stile e una tecnica originale e personale. Nel corso della seconda metà del XVI secolo (periodo che oggi chiamiamo Manierismo), nasce il concetto di pluri-faccialità: l’opera non privilegia la veduta frontale (considerata generalmente la principale) ma vedute multiple. L’artista cioè rende efficace l’opera da qualsiasi punto di osservazione. Ciò è visibile nell’opera di Cellini e soprattutto in quella di Giambologna. Benvenuto Cellini (Firenze 1500 - Firenze 1571) Scultore, orafo e scrittore, considerato uno dei più importanti artisti del Manierismo. Giambologna (Douai 1529 - Firenze 1608) Pseudonimo di Jean de Boulogne, scultore fiammingo attivo in Italia, in particolare a Firenze. Benvenuto Cellini, ritratto Giambologna, ritratto
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La scultura nel ‘500 Benvenuto Cellini La sua formazione avviene nella bottega di un orafo fiorentino. Di carattere violento, ha per tutta la vita problemi con la giustizia e per questo è costretto a cambiare spesso luogo. A Roma lavora per i papi Clemente VII e Paolo III Farnese; poi si reca in Francia presso il re Francesco I e successivamente ritorna a Firenze dove lavora per Cosimo I. Al periodo francese appartiene la “Ninfa di Fontainebleau” e la “Saliera d'oro” di Francesco I. Nella “Saliera” le due figure (in oro) esprimono l'incontro tra due mondi; Nettuno (il mare) armato di tridente è portato in trionfo dai suoi quattro cavalli marini; Gea (la Terra) regge fiori e frutti e siede su un elefante (emblema del re Francesco I). Le due divinità sono accompagnate da ogni sorta di animali appartenenti ai rispettivi regni e affioranti tra le onde del mare o tra i solchi della terra. Benvenuto Cellini - Saliera di Francesco I, 1543 (Vienna, Kunsthistorisches Museum) B.Cellini, Ninfa di Fontainebleau, Parigi museo del Louvre
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La scultura nel ‘500 Benvenuto Cellini La scultura rappresenta Perseo in piedi sul corpo di Medusa appena decapitata, la spada impugnata nella mano destra mentre la sinistra solleva trionfante la testa del mostro tenuta per i capelli. L’opera, commissionata da Cosimo I, ha significato politico: l'affermazione del Duca che dà un "taglio" alle esperienze repubblicane (Medusa). La statua è un esempio tipico del Manierismo per: la straordinaria eleganza dei particolari concepiti con fantastico estro la drammaticità e il forte movimento l’artificiosità e la complessità compositiva la volontà di ricercare la grazia, l’eccentrico, il bizzarro, il capriccio virtuosismo ed eleganza formale la pluri-faccialità della scultura Benvenuto Cellini Perseo con la testa di Medusa 1545/1554, Piazza della Signoria, Loggia dei Lanzi, Firenze
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La scultura nel ‘500 Benvenuto Cellini Benvenuto Cellini – Perseo, particolari In questa scultura Cellini mira alla pluri-faccialità. Lo si deduce anche dai dettagli: la feroce maschera sul retro dell’elmo alato e la testa di Medusa dall’espressione spettrale posta sul fronte, che obbligano lo spettatore a trasformarsi da statico (fermo) in cinetico (movimento).
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La scultura nel ‘500 Benvenuto Cellini Benvenuto Cellini – Perseo, particolari del basamento: Giove, Mercurio, Minerva e Danae, Firenze, Museo Nazionale del Bergello Anche il basamento marmoreo, su cui poggia il Perseo, è riccamente decorato con quattro statue in bronzo di Giove, Mercurio, Minerva e Danae, tutte racchiuse entro nicchie.
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La scultura nel ‘500 Giambologna Giambologna è da considerarsi, dopo Michelangelo, il più grande scultore del ‘500 e quello la cui influenza si fece maggiormente sentire fino ai primi del ‘600. Dopo un tirocinio in ambito manieristico svolto a Douai (nord della Francia e capoluogo culturale delle Fiandre), si reca in Italia e a Roma studia le sculture antiche e le opere di Michelangelo. Successivamente si stabilisce a Firenze al servizio dei Medici dove viene in contatto con Ammannati e Cellini del quale emula la cesellata finitezza nei suoi piccoli bronzi dedicati a Mercurio, famoso quello del Bargello. Giambologna Mercurio Firenze, Museo del Bargello 1580 Bologna, Museo Civico, 1563 Vienna, Kunsthistorisches Museum Parigi, Louvre
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La scultura nel ‘500 Interviene nella decorazione scultorea di alcuni giardini di ville fiorentine e del Giardino di Boboli (Fontane di Venere, delle Scimmie e dell'Oceano); degna di nota è la statua di “Venere Anadiomene” che si asciuga le lunghe trecce alla sommità della Fontana, dove le forme floride e tondeggianti si assimilano alla tornita purezza dell'anfora sulla quale la dea poggia il piede. Giambologna Fontana di Oceano Firenze, Giardino di Boboli 1571-76 Venere Firenze, Villa La Petraia, 1570-71
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La scultura nel ‘500 Giambologna Di forte ispirazione manieristica è la statua marmorea di “Ercole e il centauro Nesso”: è caratterizzata dalla grande forza plastica espressa dalla poderosa torsione (quasi elastica) del corpo del centauro, piegato dalla forza di Ercole. Giambologna Ercole e il centauro Nesso Firenze, Piazza della Signoria, Loggia dei Lanzi, 1594-1600
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La scultura nel ‘500 Giambologna Nel gruppo del “Ratto delle Sabine”, considerato tra i capolavori del Manierismo, l’artista rappresenta un giovane che solleva sopra la sua testa una fanciulla, mentre bloccato fra le sue gambe un vecchio si dispera. Per questo la statua è anche nota come “Le tre età dell'uomo”. L’opera è caratterizzata da una complessa struttura, sviluppata secondo l'elegante modulo della linea serpentinata che potenzia gli effetti di spazio e di movimento. Emerge anche qui efficacemente il concetto della pluri-faccialità della scultura. Giambologna - Ratto delle Sabine Firenze, Loggia dei Lanzi, 1579/1583
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La scultura nel ‘500 Giambologna Questo gruppo di tre figure, costruito con movimento a vortice, illustra nel modo più pieno e convincente il nuovo ideale della scultura a vedute multiple. Le torsioni dei corpi intorno ai propri assi, la ricchezza del movimento e del contro-movimento, l’incrociarsi e il sovrapporsi dei corpi e delle membra, inducono inconsapevolmente l’osservatore a girare attorno al gruppo. Giambologna Ratto delle Sabine Firenze, Loggia dei Lanzi, 1579/1583
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La scultura nel ‘500 Alla base della pittoresca e allegorica invenzione dell'Appennino vi è sicuramento un bozzetto in argilla che rappresenta un Dio fluviale (il Nilo), a testimoniare che la grandezza dell’opera si manifesta già nella prima fase dell’ideazione (bozzetto) e non solo nella realizzazione (opera finita). In quest’opera Giambologna ottiene un mirabile accordo tra scenario naturale e forma plastica, anticipando certi aspetti del gusto barocco. Giambologna Appennino, parco Villa Demidoff, Pratolino Firenze 1580 Giambologna bozzetto per un dio fluviale
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