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PubblicatoMariana Assunta Longhi Modificato 8 anni fa
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 1 a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 1 Il livello di trasporto prof. G. Russo (grusso@unina.it) ing. A. Violetta (violetta@unina.it)©2008
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 2 Introduzione E’ il cuore dell’intera gerarchia di protocolli Compito: fornire comunicazioni affidabili e convenienti dal computer sorgente al computer destinatario, indipendentemente dalla rete fisica utilizzata Per assolvere questo compito, il livello di trasporto utilizza i servizi forniti dal livello di rete Gli utenti del livello di trasporto sono i processi del livello delle applicazioni
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 3 Obiettivo del livello di trasporto: Offrire un canale di comunicazione tra una coppia di processi (comunicazione point-to- point) Introduzione
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 4 Problemi posti dal livello inferiore (rete): perdita di messaggi riordino di messaggi inoltro di copie multiple dello stesso messaggio limitazione sulla dimensione dei messaggi inoltro di messaggi con un ritardo arbitrariamente lungo Requisiti richiesti dal livello superiore (applicazioni): garantire l’inoltro del messaggio rispettare l’ordine di invio dei messaggi inoltrare solo una copia di ogni messaggio supportare messaggi di lunghezza arbitraria consentire la sincronizzazione tra chi invia e chi riceve consentire a chi riceve di controllare il flusso dei messaggi del mittente supportare la presenza di processi multipli sullo stesso host Problemi e requisiti
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 5 Fornisce un servizio efficiente, affidabile e conveniente alle applicazioni (o al livello sessione) i servizi possono essere connessi o non connessi, proprio come al livello di rete Mette a disposizione funzioni di libreria per i programmi applicativi Gestisce il multiplexing del traffico di rete tra le varie applicazioni Servizi forniti ai livelli superiori
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 6 Esempio di interfaccia verso i programmi applicativi: Si basano su un insieme di primitive per rendere disponibile un punto di accesso al servizio per i client remoti aprire/chiudere una connessione scambiare dati Socket per TCP SocketCrea un punto iniziale/finale di comunicazione BindAssocia un indirizzo locale ad una socket ListenSi rende disponibile ad accettare connessioni AcceptSi blocca nell’attesa di una connessione ConnectTenta di stabilire una connessione SendInvia dati sulla connessione ReceiveRiceve dati dalla connessione CloseChiude la connessione
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 9 Indirizzi del livello di trasporto Applicazioni Livello di trasporto Livelli 1,2,3
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 11 Creare una connessione req ack Problema: se gli ack non arrivano in tempo, il mittente rispedisce i pacchetti, che arrivano duplicati, aprendo una nuova connessione parallela
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 12 Creare una connessione È necessario ridurre il massimo tempo di vita di un pacchetto (questo richiede un supporto da parte del livello rete, per esempio, il “time to live” di IP) A questo punto ogni connessione può numerare le proprie TPDU con numeri di sequenza differenti (ad esempio estratti da un orologio) Quando i numeri di sequenza vengono riutilizzati, le vecchie TPDU sono estinte
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 13 Chiudere una connessione Chiudere una connessione è più semplice che stabilirla, ma comunque qualche piccolo problema c'è anche in questa fase. In questo contesto, rilasciare la connessione significa che l'entità di trasporto rimuove le informazioni sulla connessione dalle proprie tabelle e informa l'utente di livello superiore che la connessione è chiusa. Ci sono due tipi di rilasci: asimmetrico; simmetrico.
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 14 Chiudere una connessione Asimmetrico: quando una delle due parti "mette giù" si chiude immediatamente la connessione. Ciò però può portare alla perdita di dati, in particolare di tutti quelli che l'altra parte ha inviato e non sono ancora arrivati. Simmetrico: si considera la connessione come una coppia di connessioni unidirezionali, che devono essere rilasciate indipendentemente. Quindi, lungo una direzione possono ancora scorrere dei dati anche se la connessione lungo l'altra direzione è stata chiusa. Il rilascio simmetrico è utile quando un processo sa esattamente quanti dati deve spedire, e quindi può autonomamente decidere quando rilasciare la sua connessione in uscita.
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 15 Questa operazione sembra facile ma non lo è, perché la subnet può perdere o duplicare (a causa di ritardi interni) dei pacchetti. Ad esempio, a causa di ripetuti ritardi nell'invio degli ack può succedere che vengano duplicati e successivamente arrivino in perfetto ordine a destinazione tutti i pacchetti precedentemente generati nel corso di una connessione. Ciò in linea di principio può significare che l'attivazione della connessione e tutto il suo svolgimento abbiano luogo due volte. Si immaginino le conseguenze di tale inconveniente se lo scopo di tale connessione fosse stato la richiesta (a una banca) di versare un miliardo sul conto di un personaggio dalla dubbia onestà. Gestione di una connessione
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 16 Il problema di fondo risiede nella possibile esistenza di duplicati ritardatari che arrivano a destinazione molto dopo essere partiti. Una volta che la connessione è stabilita, il problema non si pone. Infatti durante il setup della connessione le peer entity si accordano sul numero iniziale di sequenza, e quindi i doppioni ritardatari non vengono accettati. Viceversa, per risolvere il problema dei duplicati relativi alla fase di attivazione della connessione esiste una soluzione detta three-way handshaking. Gestione di una connessione
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 17 Il protocollo funziona così: il richiedente invia un TPDU di tipo conn.request con un numero x proposto come inizio della sequenza; il destinatario invia un TPDU di tipo ack contenente: la conferma di x; la proposte di un proprio numero y di inizio sequenza; il richiedente invia un TPDU di tipo dati contenente: i primi dati del dialogo; la conferma di y. I valori x e y possono essere generati, ad esempio, sfruttando l'orologio di sistema, in modo da avere valori ogni volta diversi. Three-way handshaking
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 20 Se infine arrivano al destinatario sia un duplicato della richiesta di attivazione che un duplicato del primo TPDU dati, la situazione è la seguente: Esempio: connessione in presenza di duplicati -2
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 21 Esempio: connessione in presenza di duplicati -2 Infatti, in questo caso: il mittente invia un reject alla risposta del destinatario, perché sa di non aver richiesto una seconda connessione (come nel caso precedente); il destinatario scarta il TPDU dati, perché questo reca un ack relativo ad un numero di sequenza (z) precedente e non a quello (y) da lui testé inviato.
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 22 Il problema delle due armate La definizione del problema è la seguente: i due eserciti che compongono l'armata A sono ciascuno più debole dell'esercito che costituisce l'armata B; l'armata A però nel suo complesso è più forte dell'armata B; i due eserciti dell'armata A possono vincere solo se attaccano contemporaneamente; i messaggi fra gli eserciti dell'armata A sono portati da messaggeri che devono attraversare il territorio dell'armata B, dove possono essere catturati. Come fanno ad accordarsi gli eserciti dell'armata A sull'ora dell'attacco? Una possibilità è la seguente: il comandante dell'esercito 1 manda il messaggio "attacchiamo a mezzanotte. Siete d'accordo?"; il messaggio arriva, un ok di risposta parte e arriva a destinazione, ma il comandante dell'esercito 2 esita perché non può essere sicuro che la sua risposta sia arrivata.
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 23 Si potrebbe pensare di risolvere il problema con un passaggio in più (ossia con un three-way handshake): l'arrivo della risposta dell'esercito 2 deve essere a sua volta confermato. Ora però chi esita è il comandante dell'esercito 1, perché se tale conferma si perde, l'armata 2 non saprà che la sua conferma alla proposta di attaccare è arrivata e quindi non attaccherà. Aggiungere ulteriori passaggi non aiuta, perché c'è sempre un messaggio di conferma che è l'ultimo, e chi lo spedisce non può essere sicuro che sia arrivato. Dunque, non esiste soluzione. Il problema delle due armate
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 24 Per fortuna, rilasciare una connessione è meno critico che attaccare un'armata nemica. Quindi, qualche rischio si può anche prendere. Un protocollo di tipo three-way handshaking arricchito con la gestione di timeout è considerato adeguato, anche se non infallibile: il mittente invia un disconn.request e, se non arriva risposta entro un tempo prefissato (timeout), lo invia nuovamente per un massimo di n volte: appena arriva una risposta (disconn.request) rilascia la connessione in ingresso e invia un ack di conferma; se non arriva nessuna risposta, dopo l'ultimo timeout rilascia comunque la connessione in ingresso; il destinatario, quando riceve disconn.request, fa partire un timer, invia a sua volta un disconn.request e attende l'ack di conferma. Quando arriva l'ack o scade il timer, rilascia la connessione in ingresso. Il problema delle due armate
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 26 TCP (Transmission Control Protocol): protocollo orientato alla connessione UDP (User Data Protocol): protocollo senza connessione I protocolli di trasporto
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 27 Fu progettato esplicitamente per fornire un flusso affidabile end-to-end a partire da un internet inaffidabile Ogni macchina che supporta TCP possiede un’entità di trasporto TCP che gestisce i flussi di dati TCP e si interfaccia col livello IP Un’entità TCP riceve flussi di dati dai processi locali, li spezza in unità larghe al più 64 KB (ma generalmente di circa 1500 byte) e spedisce queste unità come datagram IP separate Ogni datagram che arriva al destinatario viene passato all’entità TCP che ricostruisce il flusso originario dei dati Il livello IP non fornisce alcuna garanzia sulla consegna corretta dei datagram: quindi è compito di TCP ritrasmetterli quando necessario TCP
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 33 PSH: dati urgenti (pushed data), da consegnare senza aspettare che il buffer si riempia. RST: richiesta di reset della connessione (ci sono problemi!). SYN: usato nella fase di setup della connessione:SYN=1 ACK=0 richiesta connessione;SYN=1 ACK=1 accettata connessione. FIN: usato per rilasciare una connessione. Header TCP
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 34 Window size: il controllo di flusso è di tipo sliding window di dimensione variabile. Window size dice quanti byte possono essere spediti a partire da quello (compreso) che viene confermato con l'ack number. Un valore zero significa: fermati per un pò, riprenderai quando ti arriverà un uguale ack number con un valore di window size diverso da zero. Checksum: simile a quello di IP; il calcolo include uno pseudoheader. Urgent pointer: puntatore ai dati urgenti. Options: fra le più importanti, negoziabili al setup:dimensione massima dei segmenti da spedire;uso di selective repeat invece che go-back-n;uso di NAK. Header TCP
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 35 Le porte del TCP sono molto più complesse rispetto a quelle dell'UDP, perchè un dato numero di porta non corrisponde ad un singolo oggetto. Infatti nel TCP gli oggetti da identificare sono delle connessioni di circuito virtuali tra due programmi applicativi, e non delle particolari porte. Il TCP usa la connessione, e non la porta di protocollo, come sua fondamentale astrazione; le connessioni sono identificate da una coppia di end points, ognuno dei quali è costituito da due interi host,port, dove l'host è l'indirizzo IP dell'host e port è il numero di porta TCP su quell'host (per esempio: l'end point 128.10.2.3,25 specifica la porta 25 sulla macchina di indirizzo 128.10.2.3). Poichè il TCP identifica una connessione con una coppia di valori, uno dato numero di porta può essere condiviso da più connessioni su una stessa macchina, senza che si crei ambiguità. Perciò la macchina identificata da 128.10.2.3,53 può comunicare simultaneamente con le macchine identificate da 128.2.254.139,1184 e 128.9.0.32,1184. Si possono così creare servizi concorrenti con connessioni multiple simultanee, senza dover riservare un numero di porta locale per ogni connessione. Per esempio, alcuni sistemi forniscono un accesso concorrente al loro servizio di posta elettronica, permettendo a più utenti di spedire un E-mail contemporaneamente. Le porte TCP
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 36 Le porte TCP Ci sono due fondamentali approcci per l'assegnazione delle porte, usando: Central Authority: due computers che devono interoperare tra di loro, si accordano per permettere ad un'autorità centrale di assegnare i numeri di porta (Well-known ports) che necessitano e di pubblicare la lista di tutte le assegnazioni (Universal assignment) il software che gestisce le porte sarà realizzato in base a tale lista. Dynamic Binding: in questo approccio le porte non sono universalmente conosciute; infatti, se un programma necessita di una porta, è il software di rete ad assegnargliela. Per sapere la porta corrente assegnata su un altro computer, è necessario inviargli una richiesta del numero di porta assegnata al servizio di interesse.
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 41 Header UDP Il segmento UDP è composto da due parti: l’intestazione ed il corpo: Il corpo contiene i dati ed ha una lunghezza massima teorica di 65535 byte L’intestazione è composta da quattro campi, ciascuno di 16 bit
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 43 Per verificare l’integrità di un segmento, il protocollo UDP calcola un valore hash, detto checksum, a partire dal contenuto completo del segmento stesso. Il checksum viene calcolato sia sui dati che sull’intestazione. Il checksum è un valore hash: piccole variazioni nel contenuto del segmento modificano sensibilmente il valore di checksum il valore di checksum permette di controllare la presenza di errori di trasmissione Un valore di checksum corretto non significa che il pacchetto sia integro, ma piuttosto che il pacchetto ha una probabilità insignificante di essere errato. Il controllo di integrità confronta il valore di checksum calcolato dal trasmittente con quello calcolato dal ricevente UDP : calcolo dell’integrità
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Università degli Studi di Napoli “Federico II” Facoltà di Scienze MM. FF. NN. – Sez. Informatica Sistemi per l’Elaborazione dell’Informazione: RETI a.a. 2008-2009 prof. Guido Russo – ing. Angelo Violetta 44 Le porte UDP Tabella porte well-know UDP DecimalKeywordUNIX KeywordDescription 7ECHOechoEcho 9DISCARDdiscardDiscard 11USERSsystatActive Users 42NAMESERVERnameHost Name Server 43NICNAMEwhoisWho is 53DOMAINnameserverDomain Name Server 69TFTPtftpTrivial File Transfer
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