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L’igiene per la visione, per l’occhio e per il posto di lavoro “L’occhio è la finestra dell’anima” (1508–1519)(1508–1519)

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Presentazione sul tema: "L’igiene per la visione, per l’occhio e per il posto di lavoro “L’occhio è la finestra dell’anima” (1508–1519)(1508–1519)"— Transcript della presentazione:

1 L’igiene per la visione, per l’occhio e per il posto di lavoro “L’occhio è la finestra dell’anima” (1508–1519)(1508–1519)

2 Evitare la cecità e l'ipovisione La prevenzione in oftalmologia L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha indicato nella prevenzione l'obiettivo principale della Sanità Pubblica. PREVENZIONE IN OFTALMOLOGIA Salvaguardare il bene prezioso della vista

3 QUALITÀ DELLA VISTA, QUALITÀ DELLA VITA Il progressivo invecchiamento della popolazione e le sue implicazioni sociali, economiche e sanitarie ha portato ad un nuovo concetto di salute “… la capacità di esercitare autonomamente il proprio ruolo sociale e le attività della vita quotidiana …” Non può esserci una buona qualità della vita senza una adeguata qualità della vista

4 QUALITÀ DELLA VISIONE Oggi si parla sempre più di “qualità della visione” … non viene chiesto solo una funzione visiva qualitativamente sufficiente, ma anche qualitativamente confortevole …

5 QUALITÀ DELLA VISIONE “La visione è uno stato di benessere soggettivo determinato dall’assenza di disabilità visive” Tuttavia la qualità della visione non può essere misurata in termini oggettivi perché la sensazione e la valutazione soggettiva pongono dei limiti LimitiLimiti Componente soggettiva Componente soggettiva Componente psicologica Componente psicologica Componente soggettiva Componente soggettiva Componente psicologica Componente psicologica

6 PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE 2014-2018 L’impatto psicosociale di cecità e ipovisione è molto rilevante, soprattutto se compaiono alla nascita o precocemente nell’infanzia, dove creano situazioni complesse perché, oltre a determinare una disabilità settoriale, interferiscono con numerose aree dello sviluppo e dell’apprendimento L’impatto psicosociale di cecità e ipovisione è molto rilevante, soprattutto se compaiono alla nascita o precocemente nell’infanzia, dove creano situazioni complesse perché, oltre a determinare una disabilità settoriale, interferiscono con numerose aree dello sviluppo e dell’apprendimento I difetti oculari congeniti (cataratta, glaucoma, retinoblastoma, retinopatia del prematuro) rappresentano >80% delle cause di cecità e ipovisione nei bambini fino a 5 aa e >60% sino a 10 aa I difetti oculari congeniti (cataratta, glaucoma, retinoblastoma, retinopatia del prematuro) rappresentano >80% delle cause di cecità e ipovisione nei bambini fino a 5 aa e >60% sino a 10 aa La prevenzione di ipovisione e ambliopia trova il suo ideale primo momento alla nascita, come sottolinea il PNP 2014-2018 La prevenzione di ipovisione e ambliopia trova il suo ideale primo momento alla nascita, come sottolinea il PNP 2014-2018 L’impatto psicosociale di cecità e ipovisione è molto rilevante, soprattutto se compaiono alla nascita o precocemente nell’infanzia, dove creano situazioni complesse perché, oltre a determinare una disabilità settoriale, interferiscono con numerose aree dello sviluppo e dell’apprendimento L’impatto psicosociale di cecità e ipovisione è molto rilevante, soprattutto se compaiono alla nascita o precocemente nell’infanzia, dove creano situazioni complesse perché, oltre a determinare una disabilità settoriale, interferiscono con numerose aree dello sviluppo e dell’apprendimento I difetti oculari congeniti (cataratta, glaucoma, retinoblastoma, retinopatia del prematuro) rappresentano >80% delle cause di cecità e ipovisione nei bambini fino a 5 aa e >60% sino a 10 aa I difetti oculari congeniti (cataratta, glaucoma, retinoblastoma, retinopatia del prematuro) rappresentano >80% delle cause di cecità e ipovisione nei bambini fino a 5 aa e >60% sino a 10 aa La prevenzione di ipovisione e ambliopia trova il suo ideale primo momento alla nascita, come sottolinea il PNP 2014-2018 La prevenzione di ipovisione e ambliopia trova il suo ideale primo momento alla nascita, come sottolinea il PNP 2014-2018

7 PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONE 2014-2018 L’identificazione delle cause di danno funzionale o di ostacolo alla maturazione della visione tanto più è precoce, tanto più garantisce possibilità di trattamento o di efficaci provvedimenti riabilitativi L’identificazione delle cause di danno funzionale o di ostacolo alla maturazione della visione tanto più è precoce, tanto più garantisce possibilità di trattamento o di efficaci provvedimenti riabilitativi Tuttavia, il problema dell’ipovisione, sempre in relazione all’invecchiamento, assume rilievo soprattutto nell’età anziana. Il fattore di rischio più importante per l’ipovisione è l’età (RR>20 volte >65 aa) Tuttavia, il problema dell’ipovisione, sempre in relazione all’invecchiamento, assume rilievo soprattutto nell’età anziana. Il fattore di rischio più importante per l’ipovisione è l’età (RR>20 volte >65 aa) L’identificazione delle cause di danno funzionale o di ostacolo alla maturazione della visione tanto più è precoce, tanto più garantisce possibilità di trattamento o di efficaci provvedimenti riabilitativi L’identificazione delle cause di danno funzionale o di ostacolo alla maturazione della visione tanto più è precoce, tanto più garantisce possibilità di trattamento o di efficaci provvedimenti riabilitativi Tuttavia, il problema dell’ipovisione, sempre in relazione all’invecchiamento, assume rilievo soprattutto nell’età anziana. Il fattore di rischio più importante per l’ipovisione è l’età (RR>20 volte >65 aa) Tuttavia, il problema dell’ipovisione, sempre in relazione all’invecchiamento, assume rilievo soprattutto nell’età anziana. Il fattore di rischio più importante per l’ipovisione è l’età (RR>20 volte >65 aa)

8 PNP 2014-2018 Pianificazione di programmi di prevenzione collettiva finalizzati ad affrontare rischi diffusi nella popolazione generale Pianificazione di programmi di prevenzione collettiva finalizzati ad affrontare rischi diffusi nella popolazione generale Programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio Programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio Programmi di prevenzione individuale, finalizzati a introdurre metodologie nell’ambito dei percorsi diagnostici-terapeutici-riabilitativi che ne migliorino la qualità e l’appropriatezza Programmi di prevenzione individuale, finalizzati a introdurre metodologie nell’ambito dei percorsi diagnostici-terapeutici-riabilitativi che ne migliorino la qualità e l’appropriatezza Pianificazione di programmi di prevenzione collettiva finalizzati ad affrontare rischi diffusi nella popolazione generale Pianificazione di programmi di prevenzione collettiva finalizzati ad affrontare rischi diffusi nella popolazione generale Programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio Programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio Programmi di prevenzione individuale, finalizzati a introdurre metodologie nell’ambito dei percorsi diagnostici-terapeutici-riabilitativi che ne migliorino la qualità e l’appropriatezza Programmi di prevenzione individuale, finalizzati a introdurre metodologie nell’ambito dei percorsi diagnostici-terapeutici-riabilitativi che ne migliorino la qualità e l’appropriatezza

9 Il contributo che la prevenzione può dare in questo settore assistenziale è di tipo metodologico; il PNP persegue i seguenti obiettivi: Effettuare screening di popolazione per l’individuazione precoce di tali patologie, secondo criteri e caratteristiche di appropriatezza, definendone la collocazione nei diversi sistemi organizzativi Effettuare screening di popolazione per l’individuazione precoce di tali patologie, secondo criteri e caratteristiche di appropriatezza, definendone la collocazione nei diversi sistemi organizzativi Definire percorsi diagnostico-terapeutici-riabilitativi con particolare riguardo all’appropriatezza del ricovero o trattamento ambulatoriale, della fornitura di protesi, dei controlli di follow-up Definire percorsi diagnostico-terapeutici-riabilitativi con particolare riguardo all’appropriatezza del ricovero o trattamento ambulatoriale, della fornitura di protesi, dei controlli di follow-up PNP 2014-2018

10 PREVENZIONE NELLA DISABILITA Per promuovere e rafforzare le condizioni per un “invecchiamento attivo” è necessario favorire l’adozione di scelte salutari, sostenendo, allo stesso tempo, l’azione sui determinanti di salute di natura sociale Mentre molto già si è fatto e si fa in campo di prevenzione universale e di prevenzione selettiva, sembra, invece, ancora mancare una consapevolezza diffusa e condivisa su missione e funzione della prevenzione terziaria, che è destinata ad avere una rilevanza sempre maggiore in futuro Per promuovere e rafforzare le condizioni per un “invecchiamento attivo” è necessario favorire l’adozione di scelte salutari, sostenendo, allo stesso tempo, l’azione sui determinanti di salute di natura sociale Mentre molto già si è fatto e si fa in campo di prevenzione universale e di prevenzione selettiva, sembra, invece, ancora mancare una consapevolezza diffusa e condivisa su missione e funzione della prevenzione terziaria, che è destinata ad avere una rilevanza sempre maggiore in futuro

11 L’invecchiamento della popolazione incide sui bisogni sanitari per il prevalere di alcune tipologie di patologie quali (cronico-degenerative, cardiovascolari, tumorali) che se non adeguatamente trattate possono evolvere in condizioni più o meno gravi di non autosufficienza PREVENZIONE NELLA DISABILITÀ La prevenzione terziaria deve essere in grado di progettare dei percorsi di cura che siano in grado di ridurre il peso delle complicanze Cieco accompagnato in un giardino sensoriale

12 PREVENZIONE NELLA DISABILITÀ (I) Percorso “parlante” (Polo Nazionale Ipovisione di Roma) Percorso tattilo-plantare (Policlinico Gemelli) OCCHIALI HIGH-TECH PER IPOVEDENTI Una microtelecamera incorporata nella montatura, un minicomputer da tasca e un reticolo di led inseriti nelle lenti

13 Linee Guida sulla riabilitazione (G.U. 30.5.1998 n°138) Attività sanitarie di riabilitazione: Interventi di valutazione diagnostica e tutte le procedure riabilitative finalizzate a portare il soggetto a contenere o minimizzare la sua disabilità Attività sanitarie di riabilitazione: Interventi di valutazione diagnostica e tutte le procedure riabilitative finalizzate a portare il soggetto a contenere o minimizzare la sua disabilità Attività di riabilitazione sociale: Interventi finalizzati a garantire al soggetto disabile la massima partecipazione possibile alla vita sociale al fine di contenere la condizione di handicap Attività di riabilitazione sociale: Interventi finalizzati a garantire al soggetto disabile la massima partecipazione possibile alla vita sociale al fine di contenere la condizione di handicap Attività sanitarie di riabilitazione: Interventi di valutazione diagnostica e tutte le procedure riabilitative finalizzate a portare il soggetto a contenere o minimizzare la sua disabilità Attività sanitarie di riabilitazione: Interventi di valutazione diagnostica e tutte le procedure riabilitative finalizzate a portare il soggetto a contenere o minimizzare la sua disabilità Attività di riabilitazione sociale: Interventi finalizzati a garantire al soggetto disabile la massima partecipazione possibile alla vita sociale al fine di contenere la condizione di handicap Attività di riabilitazione sociale: Interventi finalizzati a garantire al soggetto disabile la massima partecipazione possibile alla vita sociale al fine di contenere la condizione di handicap

14 Legge n. 284 (28 agosto 1997) Cultura della prevenzione Cultura della prevenzione Istituisce strutture specializzate: Centri per l’educazione e la riabilitazione visiva (Prevenzione secondaria e terziaria) Istituisce strutture specializzate: Centri per l’educazione e la riabilitazione visiva (Prevenzione secondaria e terziaria) Finanzia iniziative di informazione sociale Finanzia iniziative di informazione sociale Finanzia la costituzione e le attività della IAPB (Agenzia internazionale Prevenzione Cecità - Sezione Italiana) (Prevenzione primaria) Finanzia la costituzione e le attività della IAPB (Agenzia internazionale Prevenzione Cecità - Sezione Italiana) (Prevenzione primaria) Cultura della prevenzione Cultura della prevenzione Istituisce strutture specializzate: Centri per l’educazione e la riabilitazione visiva (Prevenzione secondaria e terziaria) Istituisce strutture specializzate: Centri per l’educazione e la riabilitazione visiva (Prevenzione secondaria e terziaria) Finanzia iniziative di informazione sociale Finanzia iniziative di informazione sociale Finanzia la costituzione e le attività della IAPB (Agenzia internazionale Prevenzione Cecità - Sezione Italiana) (Prevenzione primaria) Finanzia la costituzione e le attività della IAPB (Agenzia internazionale Prevenzione Cecità - Sezione Italiana) (Prevenzione primaria) “Disposizioni per la prevenzione della cecità e per la riabilitazione visiva e l'integrazione sociale e lavorativa dei ciechi pluriminorati”

15 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia Sono i professionisti di Sanità primaria dell’occhio e del sistema visivo, che offrono assistenza generale a occhi e visione, la quale include refrazione, evidenziazione e gestione di patologie oculari e la riabilitazione di condizioni del sistema visivo Sono i professionisti di Sanità primaria dell’occhio e del sistema visivo, che offrono assistenza generale a occhi e visione, la quale include refrazione, evidenziazione e gestione di patologie oculari e la riabilitazione di condizioni del sistema visivo Professione sanitaria autonoma, formata e regolamentata Professione sanitaria autonoma, formata e regolamentata Optometria Optometristi

16 Attività dell’optometrista In Italia si coniuga di fatto con l’attività dell’ottico, la quale, a sua volta, è regolata dal Regio Decreto del 31 maggio 1928 “Disciplina delle Arti Ausiliarie delle Professioni Sanitarie” che all’articolo 12 sancisce che: “ Gli ottici possono confezionare, apprestare e vendere direttamente al pubblico occhiali e lenti, soltanto su prescrizione del medico, a meno che si tratti di occhiali protettivi o correttivi dei difetti semplici di miopia e presbiopia, esclusiva l’ipermetropia, l’astigmatismo e l’afachia. È in ogni caso consentito ai suddetti esercenti di fornire direttamente al pubblico e riparare, anche senza prescrizione medica, lenti ed occhiali, quando la persona che ne dà la commissione presenti loro le lenti o le parti delle medesime di cui chiede il ricambio o la riparazione. È del pari consentito ai suddetti esercenti di ripetere la vendita al pubblico di lenti od occhiali in base a precedenti prescrizioni mediche che siano conservate dall’esercente stesso, oppure esibite dall’acquirente. ” In Italia si coniuga di fatto con l’attività dell’ottico, la quale, a sua volta, è regolata dal Regio Decreto del 31 maggio 1928 “Disciplina delle Arti Ausiliarie delle Professioni Sanitarie” che all’articolo 12 sancisce che: “ Gli ottici possono confezionare, apprestare e vendere direttamente al pubblico occhiali e lenti, soltanto su prescrizione del medico, a meno che si tratti di occhiali protettivi o correttivi dei difetti semplici di miopia e presbiopia, esclusiva l’ipermetropia, l’astigmatismo e l’afachia. È in ogni caso consentito ai suddetti esercenti di fornire direttamente al pubblico e riparare, anche senza prescrizione medica, lenti ed occhiali, quando la persona che ne dà la commissione presenti loro le lenti o le parti delle medesime di cui chiede il ricambio o la riparazione. È del pari consentito ai suddetti esercenti di ripetere la vendita al pubblico di lenti od occhiali in base a precedenti prescrizioni mediche che siano conservate dall’esercente stesso, oppure esibite dall’acquirente. ”

17 Attività dell’optometrista (I) determinare lo stato refrattivo oculare e valutare la presenza di condizioni fisiologiche e funzionali necessarie alla visione determinare lo stato refrattivo oculare e valutare la presenza di condizioni fisiologiche e funzionali necessarie alla visione riconoscere eventuali anomalie oculari riconoscere eventuali anomalie oculari selezionare, progettare, fornire ed adattare i necessari ausili ottici selezionare, progettare, fornire ed adattare i necessari ausili ottici preservare, proteggere e migliorare le performance visive preservare, proteggere e migliorare le performance visive Diversamente da quello riportato in questo articolo di Legge, il ruolo dell’optometrista è:

18  Sono raccomandazioni per la cura dei pazienti che combinano le migliori evidenze scientifiche attuali e di ricerca con perizia clinica per raccomandare misure appropriate per la diagnosi e per la gestione di pazienti con occhi e condizioni di visione diversi  Gli optometristi, attraverso la loro formazione clinica, l’esperienza, le conoscenze e le competenze, forniscono un’efficace prevenzione per quanto riguarda la visione e l’occhio nei pazienti Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia “Optometric Clinical Practice Guidelines”

19 Diagnosi del trattamento Diagnosi del trattamento Valutazione e gestione Valutazione e gestione Sostegno personale Sostegno personale Consulti con paziente Consulti con paziente Educazione e prevenzione riguardo le complicanze Educazione e prevenzione riguardo le complicanze Le cure primarie di assistenza, sono costituite da diversi componenti essenziali: Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (I) “Optometric Clinical Practice Guidelines”

20 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (II) “Optometric Clinical Practice Guidelines” Tutte le persone hanno bisogno degli occhi e dei servizi di assistenza della visione in ciascuna fase della loro vita Tutte le persone hanno bisogno degli occhi e dei servizi di assistenza della visione in ciascuna fase della loro vita Per loro stessa natura, gli occhi e la visione prevedono la valutazione, gestione e coordinamento di un ampio spettro di esigenze di ordine assistenziale Per loro stessa natura, gli occhi e la visione prevedono la valutazione, gestione e coordinamento di un ampio spettro di esigenze di ordine assistenziale Le “Linee Guida Optometriche per la Pratica Clinica” descrivono le procedure d’esame per la valutazione dello stato di benessere visivo e oculare, cercando di fornire informazioni chiare e confortevoli Le “Linee Guida Optometriche per la Pratica Clinica” descrivono le procedure d’esame per la valutazione dello stato di benessere visivo e oculare, cercando di fornire informazioni chiare e confortevoli La prevenzione visiva e oculare, è un importante punto di ingresso nel sistema sanitario perché:

21 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (III) “Optometric Clinical Practice Guidelines” Sviluppare un calendario appropriato per esami visivi e oculari Sviluppare un calendario appropriato per esami visivi e oculari Selezionare procedure di esame adeguate Selezionare procedure di esame adeguate Ridurre al minimo o evitare gli effetti negativi dei problemi visivi tramite l’individuazione precoce, l’istruzione e la prevenzione Ridurre al minimo o evitare gli effetti negativi dei problemi visivi tramite l’individuazione precoce, l’istruzione e la prevenzione Informare ed educare i pazienti e gli altri professionisti circa la necessità e la frequenza degli esami Informare ed educare i pazienti e gli altri professionisti circa la necessità e la frequenza degli esami Le indicazioni delle linee guida aiuta gli optometristi nel raggiungimento dei seguenti obiettivi:

22 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (IV) “Optometric Clinical Practice Guidelines”  Un corretto e completo esame dell’occhio e della visione, fornisce i mezzi per la valutazione dell’intero sistema visivo e permette di ottenere informazioni per diagnosticare la causa dei sintomi riferiti dal paziente  Fornisce anche i mezzi per identificare la presenza di patologie oculari o sistemiche che possono essere presenti senza sintomi  L’esame è un processo di dinamica interattiva (raccolta di dati soggettivi ed oggettivi attraverso l’osservazione, i vari test ed il dialogo)

23 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (V) “Optometric Clinical Practice Guidelines” Gli obiettivi della valutazione globale dell’occhio sono:  verificare lo stato funzionale degli occhi e del sistema visivo, tenendo conto delle richieste e delle esigenze particolari di visione  Valutare la salute oculare  Stabilire una diagnosi  Formulare un piano di trattamento e di gestione  Conoscere ed educare il paziente in relazione alle sue condizioni visive, oculari, le relative cure sistemiche, lo stato di salute e le raccomandazioni per il trattamento, la gestione e la cura

24 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (VI) “Optometric Clinical Practice Guidelines”  Gli esami globali periodici da parte degli optometristi sono una parte importante della prevenzione sanitaria, fornendo l’individuazione precoce di disturbi oculari e problemi di performance visive. Molti disturbi visivi e oculari non creano sintomi evidenti, pertanto le persone spesso non sanno di avere certe patologie  Diagnosi e trattamento sono importanti per mantenere una confortevole visione ed una buona salute oculare  Uno studio USA ha stimato che circa 92.700 nuovi casi di cecità ogni anno sarebbero stati curabili attraverso un rilevamento preventivo ed un trattamento tempestivo Individuazione precoce e prevenzione

25 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (VII) “Optometric Clinical Practice Guidelines” L’esame visivo secondo le linee guida dell’AOA e della IACLE deve comprendere almeno le seguenti procedure: a.Storia del paziente b.Acutezza visiva c.Test preliminari d.Refrazione e.Motilità oculare, visione binoculare e accomodazione f.Salute oculare e sistemi di prevenzione g.Test supplementari h.Valutazione e diagnosi

26 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (VIII) a.Storia del paziente L’anamnesi del paziente è la componente iniziale dell’esame con l’obiettivo di ottenere informazioni essenziali sulla percezione, sulla qualità della visione e riguardo questioni relative alla medicina. Aiuta ad identificare e valutare le aree problematiche e fornisce all’optometrista l’opportunità di conoscere il paziente, con il quale istituire un rapporto di fiducia. I principali componenti della storia clinica del paziente sono:  la natura del problema che presenta  la storia visiva e oculare  la storia di salute generale, che può includere una storia sociale e una revisione dei sistemi di utilizzo di farmaci, droga, uso di minerali, integratori a base di erbe ed integratori vitaminici; una documentazione delle allergie da farmaci e l’utilizzo di altri medicinali complementari e alternativi  la familiarità con problematiche oculari  la formazione professionale e i requisiti di visione  le informazioni inerenti a precedenti controlli

27 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (IX) b.Acutezza visiva L’acuità visiva, misurata con e senza occhiali o lenti a contatto, comprende:  acutezza visiva a distanza (DVA)  acutezza visiva a distanza ravvicinata (NVA)  acutezza valutata per la rispettiva distanza di lavoro

28 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (X) c.Test preliminari La componente preliminare d’esame va a definire la funzione visiva e la salute oculare. Le procedure di collaudo e la strumentazione utilizzata fanno sì che non vi sia un rigoroso ordine di esecuzione dei test, infatti le seguenti aree possono essere valutate al momento opportuno:  Osservazione generale del paziente (es. aspetto generale, postura, mobilità)  Osservazione delle aree esterne (oculare e facciale)  Osservazione più accurata del segmento anteriore oculare (tramite lampada a fessura)  Dimensione pupillare e relative risposte in seguito a stimoli  versioni e duzioni  Punto prossimo di convergenza (PPC)  Cover test  Stereopsi  Visione dei colori

29 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (XI) d.Refrazione L’analisi degli errori di refrazione comprende valutazioni oggettive e soggettive dei bisogni del paziente. L’obiettivo è quello di determinare la correzione necessaria per fornire l’acuità visiva ottimale per tutte le distanze. L’analisi di refrazione può includere:  Misurazione della correzione ottica più recente del paziente  Misurazione della curvatura corneale anteriore (cheratometria, topografia corneale)  Misurazione oggettiva dello stato di refrazione  Misurazione soggettiva della refrazione mono e binoculare a diverse distanze di lavoro

30 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (XII) e.Motilità oculare, visione binoculare e accomodazione A seconda dell’età del paziente, dei segni e sintomi visivi, dei risultati ai test preliminari, delle adeguate prove della motilità oculare, della funzione visiva a distanza e prossimale e all’accomodazione sarà fatta una valutazione complessiva. Diverse procedure possono essere utilizzate per valutare:  motilità oculare  ampiezza e facilità delle vergenze  forie orizzontali e verticali  visione binoculare  soppressione  ampiezza e facilità accomodativa  accomodazione relativa negativa e positiva

31 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (XIII) f.Salute oculare e sistemi di prevenzione La valutazione approfondita dello stato di salute degli occhi e delle strutture collegate è una componente importante e integrante di un’analisi visiva. Essa comprende anche la valutazione delle eventuali complicanze oculari causate da farmaci usati dal paziente. Queste ed altre procedure e tecnologie, possono essere utilizzate per poter ottenere un quadro finale:  valutazione del segmento anteriore e degli annessi oculari  misurazione della pressione intraoculare (IOP)  valutazione del segmento oculare posteriore  screening del campo visivo (il confronto, o un altro metodo)

32 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (XIV) g.Test supplementari Durante la valutazione oculare e visiva, l’optometrista valuta costantemente le informazioni ottenute dal paziente insieme ai risultati clinici raccolti. L’interpretazione soggettiva dei dati oggettivi può indicare la necessità di ulteriori test, eseguiti o consigliati dall’optometrista. Ulteriori procedure possono essere eseguite immediatamente o durante gli esami successivi (ad esempio: pachimetria, sensibilità corneale, test di sensibilità al contrasto). Ci sono diversi motivi per l’esecuzione di procedure aggiuntive. Integrare o chiarire i dati esistenti serve:  confermare o escludere la diagnosi differenziale  rendere possibile una più approfondita valutazione  fornire strumenti alternativi per la valutazione dei pazienti che non possono essere pienamente cooperativi

33 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (XV) h.Valutazione e diagnosi Al termine dell’esame l’optometrista valuta i dati per stabilire e formulare un piano di trattamento e di gestione. In alcuni casi è possibile il rinvio (consultazione o trattamento) ad un altro esperto (altro optometrista, oftalmologo, contattologo, posturologo, ecc.).

34 GESTIONE DEL PAZIENTE Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (XVI) La comunicazione con il paziente, al termine del completo esame visivo deve comprendere la verifica e la discussione dei risultati dell’esame. Il paziente va educato facendogli comprendere:  il suo stato di salute visivo e oculare in relazione ai sintomi visivi  la correzione di refrazione, la quale fornisce una migliore visuale ed una miglior efficienza  le opzioni terapeutiche disponibili, compresi i rischi, i benefici e risultati attesi  il percorso di trattamento  l’importanza della sua disciplina riguardo al trattamento prescritto  i benefici del follow-up

35 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (XVII)  L’interpretazione dei dati, la natura e la gravità del problema diagnosticato ed il giudizio professionale dell’optometrista contribuiscono alle decisioni riguardanti il trattamento e la gestione del caso (sulla base dell’esame l’optometrista può decidere che il paziente abbia bisogno di servizi aggiuntivi, quindi può coordinare la cura del paziente con altri operatori sanitari)  La consultazione professionale con un optometrista può essere necessaria per diversi scopi:  valutazione completa dell’analisi visiva  trattamento e gestione LAC  riabilitazione dell’ipovisione e visual training  L’interpretazione dei dati, la natura e la gravità del problema diagnosticato ed il giudizio professionale dell’optometrista contribuiscono alle decisioni riguardanti il trattamento e la gestione del caso (sulla base dell’esame l’optometrista può decidere che il paziente abbia bisogno di servizi aggiuntivi, quindi può coordinare la cura del paziente con altri operatori sanitari)  La consultazione professionale con un optometrista può essere necessaria per diversi scopi:  valutazione completa dell’analisi visiva  trattamento e gestione LAC  riabilitazione dell’ipovisione e visual training

36 Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (XVIII) Tempistiche consigliate per i controlli Età del Paziente (anni)Asintomatico (assenza di rischi) Sintomatico (presenza di rischio) (presenza di rischio) Da 18 a 40 Ogni due anni Ogni 1/2 aa o quando raccomandato Da 40 a 61 Ogni due anni Ogni 1/2 aa o quando raccomandato Oltre i 61 Ogni anno Ogni anno o quando raccomandato Raccomandare più frequenti esami ad alcuni pazienti, in particolare i diabetici, gli affetti da ipertensione, gli aventi storia familiare positiva alle malattie oculari, o le cui risultanze cliniche aumentano il loro potenziale di rischio, coloro che lavorano in occupazioni che sono visivamente molto esigenti, coloro che hanno subìto interventi chirurgici agli occhi o semplicemente alle persone con problematiche di salute.

37  La valutazione dell’occhio e della visione è una componente importante nel mantenimento dello stato di salute; in quanto professionisti della visione, gli optometristi hanno la capacità ed il dovere di esaminare, diagnosticare e gestire una vasta gamma di occhi e di problematiche visive  Ciò è reso possibile anche grazie a queste raccomandazioni di ordine clinico, le quali cercano di indirizzare il lavoro del professionista ad un risultato corretto ed efficace, evitandogli errori di svolgimento e di valutazione, che, recando danno, lo porterebbero ad avere sanzioni amministrative e penali  Un’aspettativa primaria dei pazienti è il mantenimento o ripristino di una visione nitida e confortevole, in più la conservazione di una buona salute oculare  È compito degli optometristi soddisfare queste esigenze  La valutazione dell’occhio e della visione è una componente importante nel mantenimento dello stato di salute; in quanto professionisti della visione, gli optometristi hanno la capacità ed il dovere di esaminare, diagnosticare e gestire una vasta gamma di occhi e di problematiche visive  Ciò è reso possibile anche grazie a queste raccomandazioni di ordine clinico, le quali cercano di indirizzare il lavoro del professionista ad un risultato corretto ed efficace, evitandogli errori di svolgimento e di valutazione, che, recando danno, lo porterebbero ad avere sanzioni amministrative e penali  Un’aspettativa primaria dei pazienti è il mantenimento o ripristino di una visione nitida e confortevole, in più la conservazione di una buona salute oculare  È compito degli optometristi soddisfare queste esigenze Linee Guida per la pratica clinica in optometria e contattologia (XIX)

38 1.alla nascita: per escludere malformazioni o malattie congenite 2.intorno ai tre anni: per valutare l'armonico sviluppo morfologico e funzionale visivo 3.durante la scuola dell’obbligo 4.prima dell’avviamento al lavoro 5.intorno ai quarant’anni, al momento dell'insorgenza della presbiopia 6.dopo i 50-60 anni è l’oculista, caso per caso, a stabilire la periodicità dei controlli 1.alla nascita: per escludere malformazioni o malattie congenite 2.intorno ai tre anni: per valutare l'armonico sviluppo morfologico e funzionale visivo 3.durante la scuola dell’obbligo 4.prima dell’avviamento al lavoro 5.intorno ai quarant’anni, al momento dell'insorgenza della presbiopia 6.dopo i 50-60 anni è l’oculista, caso per caso, a stabilire la periodicità dei controlli Per una corretta prevenzione delle malattie oculari, quando è opportuno sottoporsi a visita oculistica? Se il soggetto è sano (e non è un individuo a rischio per malattie oculari particolari): IAPB “La prevenzione delle malattie oculari”

39 Lavaggio accurato delle mani ogni qualvolta si intende eseguire una qualsiasi manovra sugli occhi e sulle palpebre (applicazione lenti a contatto, instillazione di colliri lubrificanti, uso del trucco) Lavaggio accurato delle mani ogni qualvolta si intende eseguire una qualsiasi manovra sugli occhi e sulle palpebre (applicazione lenti a contatto, instillazione di colliri lubrificanti, uso del trucco) Un appropriato lavaggio prevede la rimozione di eventuali anelli, l’uso di acqua tiepida e di un detergente idoneo Un appropriato lavaggio prevede la rimozione di eventuali anelli, l’uso di acqua tiepida e di un detergente idoneo Spesso l’azione meccanica di lavarsi il viso, e quindi gli occhi, due volte al giorno, non è sufficiente a rimuovere in maniera completa eventuali secrezioni cutanee, trucco o altri agenti inquinanti che spesso si accumulano tra le ciglia Spesso l’azione meccanica di lavarsi il viso, e quindi gli occhi, due volte al giorno, non è sufficiente a rimuovere in maniera completa eventuali secrezioni cutanee, trucco o altri agenti inquinanti che spesso si accumulano tra le ciglia

40 È opportuno utilizzare detergenti palpebrali specifici che possono essere: Casalinghi (soluzioni bollite di bicarbonato o camomilla) Casalinghi (soluzioni bollite di bicarbonato o camomilla) Specifici (shampoo o gel, fazzolettini detergenti) Specifici (shampoo o gel, fazzolettini detergenti) Medical devices (garze sterili medicate già confezionate) Medical devices (garze sterili medicate già confezionate) Igiene oculare quotidiana

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42 Testo Unico D.Lgs. 81/2008 306 articoli e XIII Titoli. 51 Allegati: Titolo I: 1-61, Principi Comuni Titolo I: 1-61, Principi Comuni Titolo II: 62-68, Luoghi Lavoro Titolo II: 62-68, Luoghi Lavoro Titolo III: 69-87, Attrezzature/DPI Titolo III: 69-87, Attrezzature/DPI Titolo IV: 88-160, Cantieri temporanei o mobili Titolo IV: 88-160, Cantieri temporanei o mobili Titolo V: 161-166, Segnaletica Titolo V: 161-166, Segnaletica Titolo VI: 167-171, Movimentazione manuale dei carichi Titolo VI: 167-171, Movimentazione manuale dei carichi Titolo VII: 172-179, Attrezzature munite di videoterminali Titolo VII: 172-179, Attrezzature munite di videoterminali Titolo VIII: 180-220, Agenti FISICI Titolo VIII: 180-220, Agenti FISICI Titolo IX: 221-265, Sostanze PERICOLOSE Titolo IX: 221-265, Sostanze PERICOLOSE Titolo X: 266-286, Esposizione ad agenti BIOLOGICI Titolo X: 266-286, Esposizione ad agenti BIOLOGICI Titolo XI: 287-297, Protezione da Atmosfere Esplosive Titolo XI: 287-297, Protezione da Atmosfere Esplosive Titolo XII-XIII: 298-306, Disposizioni Finali Titolo XII-XIII: 298-306, Disposizioni Finali 306 articoli e XIII Titoli. 51 Allegati: Titolo I: 1-61, Principi Comuni Titolo I: 1-61, Principi Comuni Titolo II: 62-68, Luoghi Lavoro Titolo II: 62-68, Luoghi Lavoro Titolo III: 69-87, Attrezzature/DPI Titolo III: 69-87, Attrezzature/DPI Titolo IV: 88-160, Cantieri temporanei o mobili Titolo IV: 88-160, Cantieri temporanei o mobili Titolo V: 161-166, Segnaletica Titolo V: 161-166, Segnaletica Titolo VI: 167-171, Movimentazione manuale dei carichi Titolo VI: 167-171, Movimentazione manuale dei carichi Titolo VII: 172-179, Attrezzature munite di videoterminali Titolo VII: 172-179, Attrezzature munite di videoterminali Titolo VIII: 180-220, Agenti FISICI Titolo VIII: 180-220, Agenti FISICI Titolo IX: 221-265, Sostanze PERICOLOSE Titolo IX: 221-265, Sostanze PERICOLOSE Titolo X: 266-286, Esposizione ad agenti BIOLOGICI Titolo X: 266-286, Esposizione ad agenti BIOLOGICI Titolo XI: 287-297, Protezione da Atmosfere Esplosive Titolo XI: 287-297, Protezione da Atmosfere Esplosive Titolo XII-XIII: 298-306, Disposizioni Finali Titolo XII-XIII: 298-306, Disposizioni Finali La sicurezza nell’utilizzo dei videoterminali

43 VIDEOTERMINALE (VDT) Schermo alfanumerico o grafico (o impiegato per visionare filmati analogici o digitali) a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato (tubo catodico, schermo a cristalli liquidi, schermo al plasma, etc.) La sicurezza nell’utilizzo dei videoterminali (art. 173 D.Lgs. 81/2008)

44 La sicurezza nell’utilizzo dei videoterminali POSTO DI LAVORO L’insieme delle attrezzature munite di VDT  tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, ovvero software per l'interfaccia uomo-macchina  apparecchiatura connesse (unità a dischi, telefono, modem, stampante, supporto per i documenti, sedia, piano di lavoro, nonché l'ambiente di lavoro immediatamente circostante) (art. 173 D.Lgs. 81/2008) Sono comprese:

45 Utilizzo di un VDT in modo sistematico ed abituale, per almeno 20 ore settimanali, dedotte le pause LAVORATORELAVORATORE La sicurezza nell’utilizzo dei videoterminali (art. 173 D.Lgs. 81/2008)

46 Uso di attrezzature munite di videoterminale Diritto alle pause (almeno 15’ ogni 120’) art. 174. OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Valutazione dei rischi Disturbi Visivi Postura e affaticamento fisico e mentale Organizzazione del lavoro non ripetitiva e monotona (artt. 174-175 D.Lgs. 81/2008) Condizioni ergonomiche e di igiene ambientale art. 175. SVOLGIMENTO QUOTIDIANO DEL LAVORO

47 Uso di attrezzature munite di videoterminale SORVEGLIANZA SANITARIA (art. 176 D.Lgs. 81/2008) Dell’apparato muscolo-scheletrico Dell’apparato muscolo-scheletrico Degli occhi e della vista Degli occhi e della vista Dell’apparato muscolo-scheletrico Dell’apparato muscolo-scheletrico Degli occhi e della vista Degli occhi e della vista  Quinquennale  >50 aa, biennale  Quinquennale  >50 aa, biennale I lavoratori sono sottoposti a S.S. specifica (più di 20 ore/sett.) per evidenziare eventuali rischi/danni: FREQUENZA DELLE VISITE MEDICHE

48 Uso di attrezzature munite di videoterminale INFORMAZIONE E FORMAZIONE (art. 177 D.Lgs. 81/2008) Il datore di lavoro fornisce informazioni su: misure di prevenzione applicabili al posto di lavoro misure di prevenzione applicabili al posto di lavoro modalità di svolgimento attività modalità di svolgimento attività Protezione occhi e vista Protezione occhi e vista misure di prevenzione applicabili al posto di lavoro misure di prevenzione applicabili al posto di lavoro modalità di svolgimento attività modalità di svolgimento attività Protezione occhi e vista Protezione occhi e vista Il datore di lavoro assicura inoltre una formazione adeguata

49 FATTORI DI RISCHIO Microclima Microclima Inquinanti aerodispersi Inquinanti aerodispersi Illuminazione Illuminazione Posture incongrue Posture incongrue Microclima Microclima Inquinanti aerodispersi Inquinanti aerodispersi Illuminazione Illuminazione Posture incongrue Posture incongrue

50 PATOLOGIE COLLEGATE ALL’IMPIEGO DI VDT ASTENOPIA ASTENOPIA DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI STRESS STRESS

51 ASTENOPIAASTENOPIA È l’insieme dei disturbi visivi provocati dall’eccessivo affaticamento dell’apparato visivo: Cefalea Cefalea Vertigini Vertigini Nausea Nausea Vomito Vomito Cefalea Cefalea Vertigini Vertigini Nausea Nausea Vomito Vomito DISTURBI VISIVI Visione sdoppiata Visione sdoppiata Abbagliamento Abbagliamento Annebbiamento transitorio Annebbiamento transitorio Fastidio alla luce (fotofobia) Fastidio alla luce (fotofobia) Scotomi Scotomi SINTOMI OCULARI Lacrimazione o secchezza Lacrimazione o secchezza Bruciore Bruciore Prurito Prurito Sensazione di corpo estraneo Sensazione di corpo estraneo Tensione e dolore al bulbo oculare e periorbitaria Tensione e dolore al bulbo oculare e periorbitaria SINTOMI GENERALI

52 ASTENOPIAASTENOPIA Possibili cause: Illuminazione Illuminazione Riflessi da superfici lucide Riflessi da superfici lucide Luce diretta da finestre o da fonti artificiali Luce diretta da finestre o da fonti artificiali Superfici di colore estremo (bianco o nero) Superfici di colore estremo (bianco o nero) Scarsa definizione dei caratteri Scarsa definizione dei caratteri Non è dimostrato che il VDT può causare danni permanenti irreversibili all’occhio

53 DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI SintomiSintomi Dolore Dolore Rigidità Rigidità Parestesie localizzate a: Parestesie localizzate a:  Braccia  polsi  dita Dolore Dolore Rigidità Rigidità Parestesie localizzate a: Parestesie localizzate a:  Braccia  polsi  dita Le cause: Posizioni di lavoro inadeguate per errata scelta e disposizione di arredi e VDT Posizioni di lavoro inadeguate per errata scelta e disposizione di arredi e VDT Posizioni di lavoro fisse o tempi prolungati Posizioni di lavoro fisse o tempi prolungati Movimenti rapidi e ripetitivi delle mani, digitazione o uso del mouse per tempi lunghi Movimenti rapidi e ripetitivi delle mani, digitazione o uso del mouse per tempi lunghi Posizioni di lavoro inadeguate per errata scelta e disposizione di arredi e VDT Posizioni di lavoro inadeguate per errata scelta e disposizione di arredi e VDT Posizioni di lavoro fisse o tempi prolungati Posizioni di lavoro fisse o tempi prolungati Movimenti rapidi e ripetitivi delle mani, digitazione o uso del mouse per tempi lunghi Movimenti rapidi e ripetitivi delle mani, digitazione o uso del mouse per tempi lunghi

54 LO STRESS  I disturbi possono essere di tipo psicologico e psicosomatico (ansia, depressione, digestione difficile, insonnia, irritabilità, mal di testa, stanchezza eccessiva, tensione nervosa)  Si determina quando le capacità di una persona non sono adeguate al tipo ed al livello delle richieste lavorative  Il tipo di reazione ad una situazione dipende anche dalla personalità del soggetto: lo stesso tipo di lavoro può risultare soddisfacente, monotono o complesso in personalità diverse  Si determina quando le capacità di una persona non sono adeguate al tipo ed al livello delle richieste lavorative  Il tipo di reazione ad una situazione dipende anche dalla personalità del soggetto: lo stesso tipo di lavoro può risultare soddisfacente, monotono o complesso in personalità diverse

55 LE PRINCIPALI CAUSE POSSONO DERIVARE DA: Fattori dipendenti dal lavoro Fattori dipendenti dal lavoro Fattori indipendenti dal lavoro Fattori indipendenti dal lavoro  Organizzazione lavoro  Rapporti conflittuali uomo/macchina  Rapporti conflittuali con colleghi o superiori  Complessità e responsabilità lavoro  Monotonia  Ripetitività  Fattori ambientali (rumore, spazi inadeguati)  Comuni preoccupazioni legate a vita familiare e sociale

56 Tutti questi sintomi possono essere controllati riducendo il tempo trascorso davanti al VDT o sospendendone l’uso per un periodo di tempo proporzionale alla gravità dei disturbi Tutti questi sintomi possono essere controllati riducendo il tempo trascorso davanti al VDT o sospendendone l’uso per un periodo di tempo proporzionale alla gravità dei disturbi È opportuno sottoporsi a visita oculistica se i disturbi persistono È opportuno sottoporsi a visita oculistica se i disturbi persistono Quando si è affetti da congiuntiviti, cheratiti e altri processi infiammatori oculari è opportuno sospendere o ridurre al minimo indispensabile l’attività svolta di fronte al monitor Quando si è affetti da congiuntiviti, cheratiti e altri processi infiammatori oculari è opportuno sospendere o ridurre al minimo indispensabile l’attività svolta di fronte al monitor MALATTIE OCULARI ASSOCIATE L’utilizzo di VDT NON è associato a comparsa di patologie oculari quali GLAUCOMA, RETINOPATIA DIABETICA, IPERTENSIVA, ALTERAZIONI DEL NERVO OTTICO e non è causa di un loro eventuale peggioramento L’utilizzo di VDT NON è associato a comparsa di patologie oculari quali GLAUCOMA, RETINOPATIA DIABETICA, IPERTENSIVA, ALTERAZIONI DEL NERVO OTTICO e non è causa di un loro eventuale peggioramento

57 ALTRI DISTURBI ALL’IRRAGGIAMENTO L’esposizione a radiazioni ionizzanti e non dal VDT, non è pregiudizievole alla salute L’esposizione a radiazioni ionizzanti e non dal VDT, non è pregiudizievole alla salute Aumento di incidenza di cataratta: non è dimostrato alcun nesso causale con VDT Aumento di incidenza di cataratta: non è dimostrato alcun nesso causale con VDT Non sembra esistere un nesso tra esposizione al VDT e patologie della sfera riproduttiva Non sembra esistere un nesso tra esposizione al VDT e patologie della sfera riproduttiva Casi di dermatite apparentemente correlati con VDT e probabilmente ascrivibili a un campo elettrostatico, nell’aria circostante l’operatore; ma il miglioramento del microclima (aumento ventilazione e umidità relativa) elimina il disturbo Casi di dermatite apparentemente correlati con VDT e probabilmente ascrivibili a un campo elettrostatico, nell’aria circostante l’operatore; ma il miglioramento del microclima (aumento ventilazione e umidità relativa) elimina il disturbo

58 REQUISITI MINIMI regolabile ( altezza, inclinabile) contrasto ottimale e assenza riflessi esente da sfarfallamento regolabile ( altezza, inclinabile) contrasto ottimale e assenza riflessi esente da sfarfallamento opaco e supporto documenti stabile comodo con possibilità di movimento regolabile in altezza schienale regolabile in altezza e inclinazione cinque appoggi comodo con possibilità di movimento regolabile in altezza schienale regolabile in altezza e inclinazione cinque appoggi consigliatoconsigliato inclinabile opaca antiriflesso caratteri ben contrastati sui tasti inclinabile opaca antiriflesso caratteri ben contrastati sui tasti SedileSedile TastieraTastiera Piano di lavoro PoggiapiediPoggiapiedi SchermoSchermo (All. XXXIV - D.Lgs. 81/2008)

59 SORVEGLIANZA MEDICA  Effettuata dal medico competente/autorizzato  Basata sulla medicina del lavoro  Giudizio di idoneità vincolante: si può fare ricorso  Si articola in visite mediche:  Preventive, periodiche  Straordinarie, eccezionali  Indagini specialistiche

60 SORVEGLIANZA MEDICA  Lavoratori VDT sottoposti a sorveglianza periodica delle visite, fatti salvi i casi particolari stabiliti dal medico:  Biennale: per i lavoratori classificati come idonei con prescrizioni  Biennale: per i lavoratori che abbiano compiuto il 50 anno di età  Quinquennale: negli altri casi  Lavoratore sottoposto a controllo oftalmologico, su richiesta, se sospetta alterazione funzione visiva, confermata dal medico, oppure se l’esito della visita medica ne evidenzia la necessità.

61 Un illuminamento orizzontale tra i 200/400 lux rappresenta il miglior compromesso Preferire lampade fluorescenti di colore bianco o bianco a tonalità calda che sono meno soggetti a fenomeni di sfarfallamento e rispondono alle crescenti esigenze di comfort nell’ambiente lavorativo ILLUMINAZIONEILLUMINAZIONE Colore della luce:

62 Pertanto i locali vanno illuminati con lampade a strisce continue disposte a 90° rispetto al VDT Pertanto i locali vanno illuminati con lampade a strisce continue disposte a 90° rispetto al VDT LUCE ARTIFICIALE La luce artificiale deve avere una ubicazione che non consenta riflessi sulla superficie del video La luce artificiale deve avere una ubicazione che non consenta riflessi sulla superficie del video

63 È indispensabile posizionare l’unità video in modo che le finestre non vengano mai a trovarsi davanti o dietro, ma parallele allo sguardo dell’operatore LUCE NATURALE

64 Regolare correttamente la posizione del videoterminale USO CORRETTO V.D.T.

65 POSIZIONAMENTOPOSIZIONAMENTO Video parallelo alle finestre Video parallelo alle finestre Illuminazione idonea ad evitare riflessi Illuminazione idonea ad evitare riflessi Tende o veneziane Tende o veneziane Video parallelo alle finestre Video parallelo alle finestre Illuminazione idonea ad evitare riflessi Illuminazione idonea ad evitare riflessi Tende o veneziane Tende o veneziane


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