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Francesco Lauria, Cisl Roma, 14 settembre 2016 Social Dialogue Working Group Gruppo di Dialogo Sociale.

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Presentazione sul tema: "Francesco Lauria, Cisl Roma, 14 settembre 2016 Social Dialogue Working Group Gruppo di Dialogo Sociale."— Transcript della presentazione:

1 Francesco Lauria, Cisl Roma, 14 settembre 2016 Social Dialogue Working Group Gruppo di Dialogo Sociale

2 Un progetto a supporto del dialogo sociale - Uno dei principali obiettivi del progetto: cooperazione e confronto tra i partner sociali - Realizzazione di linee guida a sostegno del dialogo sociale e della contrattazione collettiva nell’ambito del distacco transnazionale - Due settori pilota: Edilizia – Trasporti (attenzione trasversale alla questione del lavoro interinale) - Raccordo con gruppo Cooperazione Amministrativa

3 Paesi coinvolti Italia (in particolare trasporto ed edilizia) Germania (Esperienza Sportello Lavoratori Distaccati) Belgio (ruolo del Consiglio dei partners sociali) Romania (in raccordo con autorità ispettiva) Dimensione Europea (EFBWW – ETUC)

4 Mettere a sistema esperienze esistenti… - Accordi di mutuo riconoscimento tra casse edili europee (Italia, Germania, Francia, Austria…) -Contrattazione d’anticipo sul modello di Expo 2015, anche per quel che riguarda il distacco -Azione congiunta, anche in raccordo con gli ispettorati del lavoro, per prevenire abusi. -Verificare l’estensione al distacco e alla catena di fornitura di alcuni accordi quadro int.li (TCA)

5 Quale contributo della Cisl? - La Cisl ha contribuito al progetto a livello confederale, edilizia, trasporti, attraverso Iscos Cisl Domanda di fondo: L’Europa è ancora un luogo di lavoro comune, con tutele comuni, diritti comuni, in cui il sindacato si fa protagonista? - Non solo monitoraggio legislativo e giudiziario (Direttive, CdGE), ma protagonismo negoziale nel “conflitto tra diritti” per sviluppare un’azione sindacale e contrattuale nazionale e int.le

6 Il distacco e gli accordi quadro internazionali (TCA): contenuti - Accesso dei sindacati ai luoghi di lavoro -Obblighi comuni di informazione e consultazione sui luoghi di lavoro “transnazionali” ove avviene il distacco -Dichiarazione preventiva nelle multinazionali e nelle catene di fornitura sulle modalità di distacco (con il coinvolgimento sindacale) -Possibilità per i sindacati di rappresentare i lavoratori presso l’autorità giudiziaria, al di là di esplicita delega -Compagnie di trasporto e minimi contrattuali da applicare -Dichiarazioni e monitoraggio congiunto dell’utilizzo del distacco tramite agenzie di lavoro temporaneo

7 Catene di fornitura (anche extra Ue) Riconoscimento da parte dell’impresa madre degli impegni su: salute e sicurezza, retribuzione, diritto di associazione, condizioni di vita e di alloggio dei lavoratori distaccati, possibile intervento sindacale diretto a tutela dei lavoratori

8 Un’opportunità nella nostra legge di trasposizione (Dir 67/2014) Osservatorio congiunto tra Ministero del Lavoro e parti sociali sul distacco transazionale di manodopera in Italia (Art 6. Dlgs 136-2016). Convenzione con l’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro (Anpal): compito di monitoraggio del fenomeno, al fine di favorire un utilizzo del distacco di manodopera rispettoso delle condizioni di lavoro e di occupazione previste dalla normativa italiana ed europea. Riconoscimento importante del ruolo delle parti sociali per la promozione di un mercato del lavoro trasparente ed inclusivo, pienamente coerente con l’impostazione dei progetti europei Enfoster ed Enacting

9 COSA VOGLIAMO PREVENIRE: Febbraio 2009. Lindsley (Gb) Manifestazione contro i lavoratori italiani distaccati da Irem – su piattaforma Total

10 Un pilastro europeo dei diritti sociali Sostenere e migliorare la proposta della Commissione Europea per la revisione della Direttiva “madre” 96/71 Affiancare alla revisione normativa la “libera azione” delle parti sociali, a livello nazionale, settoriale, europeo, aziende/gruppi multinazionali Cooperazione tripartita contro le palesi violazioni e l’utilizzo di “pacchetti di lavoratori a basso costo” anche attraverso l’utilizzo di agenzie di lavoro temporaneo fittiziamente insediate in paesi di “invio” (es. Romania, Bulgaria).


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