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PubblicatoGiuseppina Manzo Modificato 8 anni fa
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1 SAMUELE 1-7
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1 SAMUELE CAP.3 PREMESSA La stragrande maggioranza dei commenti si concentra sulla chiamata di Samuele e sull’atteggiamento da lui assunto di fronte a Dio: “Parla o Signore che il tuo servo ti ascolta” La lettura dell’intero capitolo mette in evidenza invece il ruolo che la Parola di Dio deve avere nella vita del popolo, in un momento grave come quello del passaggio alla monarchia
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LETTURA E DIVISIONE DEL TESTO
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1.La parola di Dio era rara 1 Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. 2 E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. 3 La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l’arca di Dio. 4 Allora il Signore chiamò: «Samuele!» ed egli rispose: «Eccomi», 5 poi corse da Eli e gli disse: «Mi hai chiamato, eccomi!». Egli rispose: «Non ti ho chiamato, torna a dormire!». Tornò e si mise a dormire. 6 Ma il Signore chiamò di nuovo: «Samuele!»; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Ma quello rispose di nuovo: «Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!».
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2. Samuele non conosceva il Signore 7 In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. 8 Il Signore tornò a chiamare: «Samuele!» per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: «Mi hai chiamato, eccomi!». Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. 9 Eli disse a Samuele: «Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: “Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta”». Samuele andò a dormire al suo posto.
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3. “Parla….” 10 Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose subito: «Parla, perché il tuo servo ti ascolta».
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4. La Parola di Dio è Giudizio 11 Allora il Signore disse a Samuele: «Ecco, io sto per fare in Israele una cosa che risuonerà negli orecchi di chiunque l’udrà. 12 In quel giorno compirò contro Eli quanto ho pronunciato riguardo alla sua casa, da cima a fondo. 13 Gli ho annunciato che io faccio giustizia della casa di lui per sempre, perché sapeva che i suoi figli disonoravano Dio e non li ha ammoniti. 14 Per questo io giuro contro la casa di Eli: non sarà mai espiata la colpa della casa di Eli, né con i sacrifici né con le offerte!».
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5.Samuele portavoce di Dio 15 Samuele dormì fino al mattino, poi aprì i battenti della casa del Signore. Samuele però temeva di manifestare la visione a Eli. 16 Eli chiamò Samuele e gli disse: «Samuele, figlio mio». Rispose: «Eccomi». 17 Disse: «Che discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio faccia a te e anche peggio, se mi nasconderai una sola parola di quanto ti ha detto». 18 Allora Samuele gli svelò tutto e non tenne nascosto nulla. E disse: «È il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene».
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6. Samuele custode della Parola 19 Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. 20 Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del Signore. 21 Il Signore continuò ad apparire a Silo, perché il Signore si rivelava a Samuele a Silo con la sua parola.
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3,1b-6: La parola di Dio era rara in quei giorni… -Il libro dei Gdc concludeva: … in Israele ognuno faceva come gli pareva (21,25b) -Il v.2 sottolinea il sonno di Eli e l’incapacità dei suoi occhi di vedere… -Rimane la lampada accesa nel santuario, segno della fedeltà di Dio, dove c’è l’arca di Dio
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-La cecità è pertanto incapacità a distinguere il “suono” della Parola dai suoni del mondo. Viceversa il servo di Dio compie il cammino opposto, dai suoni e rumori del mondo, al suono della Parola -La rarità della Parola è anche il suo valore prezioso, che non si trova se gli interessi sono altrove…
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v.7 … Samuele non conosceva il Signore, né gli era stata rivelata la parola del Signore
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La “terza volta” non è più un suono, ma “comprese che il Signore chiamava il giovane” E’ un discernimento che invita il giovane al rapporto fondamentale con Dio
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“PARLA SIGNORE IL TUO SERVO ASCOLTA”
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v. 10 -12: il contenuto della Parola è il giudizio durissimo di Dio contro la casa e i figli di Eli, che non sarà espiato neppure con sacrifici e offerte. Il rapporto culto-giustizia è uno degli elementi fondamentali del profetismo classico
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v.16-17: Samuele, renitente deve riferire a Eli, tutto quello che Dio gli ha detto. Si specifica così il ruolo di Samuele di portavoce di Dio.
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v.19 Samuele non lascia cadere a terra nessuna delle parole (il verbo napal significa anche far abortire)
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Alcune considerazioni teologiche 1.Il testo non è solo una rilettura della storia, ma attraverso le vicende e i ricordi del passato è una presa di coscienza della propria identità. 2.La rarità della Parola è sia la preziosità della Parola su ogni altra parola umana, che il silenzio di Dio 3.L’uomo non è capace di rispondere alle attese profonde del cuore. E d’altronde Dio non smette di interpellarlo, mettendo ansia e turbamento.
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4. Solo nella condizione di umile disponibilità è possibile recuperare il rapporto “fondamentale che lega Israele a Dio”, cioè l’ascolto (cfr. “Shemà Israel”) 5. La parola giunge come “giudizio di condanna” sia nell’avere separato il culto dalla giustizia, sia nel considerare più importanti le proprie esigenze che quelle di Dio (cfr. Aggeo e Zaccaria) 6. Giudicato e purificato dalla Parola, il popolo riscopre il suo ruolo e identità di fronte al mondo. Custodire la Parola.
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L’Arca dell’Alleanza
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Ricordiamo quanto già detto in precedenza: L’arca era un cofano rettangolare, portato con l’aiuto di sbarre di legno. Essa è scomparsa con la distruzione di Gerusalemme o forse durante il regno dell’empio Manasse e non fu più rifatta (cfr. Ger.3,16): 16 Quando poi vi sarete moltiplicati e sarete stati fecondi nel paese, in quei giorni – oracolo del Signore – non si parlerà più dell’arca dell’alleanza del Signore: non verrà più in mente a nessuno e nessuno se ne ricorderà, non sarà rimpianta né rifatta
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CAPP.4-7 -Il soggetto principale di questi capitoli è l’Arca. -E’ facile notare la vena umoristica dei racconti. -Essi sono riportati come prefazione alla storia della monarchia e all’evento dell’intronizzazione dell’Arca nel tempio di Salomone. -Cosa rimane ancora dopo la distruzione del tempio e l’esilio? L’Arca o l’Alleanza?
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Alcune riflessioni 1.L’arca dell’Alleanza non è un talismano o un portafortuna. 2.E’ pur sempre il segno della presenza di Dio, dell’unico Signore e gli dei sono un nulla. Oltraggiare la presenza è fonte di ogni male 3.L’Arca è condotta a Kiriat-Iearim (campi di Iaar). E vi rimane fin quando Davide non la porterà solennemente in Gerusalemme (2 Sam 6,1-8)
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4. Per questa purificazione Samuele raduna tutti a Mispa, luogo di raduno tradizionale di Israele. Mispa significa “Torre di vedetta”. La funzione di Samuele diventa simile a quella di Mosè, che intercede e giudica. 5. Allora le vicende dell’Arca…. (sulla base di Geremia ed Ezechiele) vogliono condurre la fede del credente alla“nuova alleanza” e al “cuore nuovo” luogo dove viene scritta la legge di Dio
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Conclusione al primo quadro L’analisi condotta ci porta a mettere in luce queste tre cose che caratterizzeranno la fede di Israele: a)Il NOME (la fede nell’unico Dio) b)La PAROLA (custodita e ascoltata con fedeltà) c)Apertura all’annuncio profetico della NUOVA ALLEANZA, scritta nei cuori.
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