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PubblicatoGiorgiana Ruggeri Modificato 8 anni fa
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Con questo lavoro vorrei presentarvi il percorso turistico –culturale che ho svolto durante l’uscita didattica del 18 aprile 2016 con le classi 1C e 1F a.f.m., perché anche voi, come me, possiate apprezzare questi luoghi, spesso scarsamente valorizzati, sebbene abbiano tanto da raccontarci. Ora proverò a dirvi quello che hanno raccontato a me: - il Parco delle Pozzelle di Castrignano dei Greci ; - le Neviere di Carpignano ; - il Lago Alimini piccolo ; -la Serra di Corigliano d’Otranto. Buona visione da Eleonora Marrocco
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Parco delle Pozzelle di Castrignano dei Greci Il Parco delle pozzelle di Castrignano dei Greci è uno dei più ampi e meglio conservati della Grecìa Salentina. Al suo interno si trovano, ancora ben conservate, circa un centinaio di pozzelle, serbatoi profondi dai quattro ai sei metri, a forma di imbuto capovolto, utilizzati per la raccolta dell’acqua. L’usanza di scavare pozzi negli avvallamenti risale all’epoca della dominazione bizantina nella zona. Le pozzelle sono state scavate nella roccia friabile in un avvallamento naturale del terreno e coperte con pietre di calcare permeabile. In questo modo le acque piovane potevano filtrare nella pietra e riempire le cavità. Alla sommità, poi, un blocco lapideo, forato al centro, permetteva di calare i secchi per prelevare l’acqua. Ancora oggi, nel parco, è possibile vedere i solchi lasciati dalle funi e dalle catene che, nei secoli scorsi, hanno sollevato i secchi pieni d’acqua. Accanto alle pozzelle si possono ammirare alcune “pile” in pietra, utilizzate per abbeverare gli animali. Oggi il Parco è utilizzato per lo svago e il tempo libero e come spazio per manifestazioni e concerti.
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Neviere di Carpignano In passato l’uomo, per poter godere del privilegio di avere bevande e cibi freddi durante i mesi torridi, si ingegnò utilizzando ciò che la natura gli metteva a disposizione: la neve. Essa era merce preziosa ed un’abbondante nevicata era considerata una benedizione. Con ogni mezzo l’uomo cercò di utilizzare questo prezioso genere anche quando madre natura non lo forniva, ossia durante la stagione estiva. Nei paesi a clima temperato, l’utilizzo della neve era consuetudine sia per l’uso alimentare sia per quello medico: serviva per preparare sorbetti e bevande, per conservare i cibi, come riserva di acqua potabile per i periodi di siccità, ma era usata anche per curare febbri, ascessi, contusioni, ecc. La neve veniva conservata in luoghi freschi ed umidi, quali sotterranei, grotte, scantinati e fosse oppure in costruzioni apposite, chiamate neviere. Queste ultime assunsero forme e tipologie diverse in funzione della zona geografica in cui si trovavano ed a seconda delle necessità locali.
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Lago Alimini piccolo Alimini Piccolo è generato da numerose sorgenti di acqua dolce, dette Fontanelle. Si estende in lunghezza per circa 2 km e la profondità non supera il metro e mezzo. Il lago, che ha sponde basse e pianeggianti, viene alimentato dalla falda freatica del canale Rio Grande che a sua volta è generato dalle numerose sorgenti presenti presso la vicina Serra di Montevergine. Le acque del lago sono quasi sempre dolci, ma durante la stagione estiva, a causa dell’ evaporazione delle acque, il lago tende a diventare salino. Tra la vegetazione acquatica dei laghi si trovano anche alcune essenze rare: orchidee di palude, castagne d'acqua, erba vescica. Buona parte dei laghi, specie Alimini Grande, è dominio del pino d'Aleppo, di acacie, olivastri, lauri, corbezzoli, lentisco, mirto in un intrigo di tronchi, rami, rovi e profumi. La caccia è proibita e così i laghi sono frequentati da uccelli migratori.
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Serra di Corigliano d’Otranto Una delle dorsali o serre del Salento è la Serra di Corigliano. Su quest’ultima troviamo torre Cumirri la quale, a sua volta, si trova sulla strada che unisce Lecce a Leuca. Questa torre serviva come protezione per coloro che percorrevano la strada. Oltre alla torre possiamo notare delle immense cave, che non sono naturali ma scavate dall’uomo per utilizzare la calcarenite. In una di queste cave negli anni settanta fu creata una discarica, la quale venne dopo poco tempo, chiusa in quanto, secondo l’acquedotto Pugliese, questa discarica inquinava l’acqua.
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