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8 marzo 2017 sciopero globale delle donne

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Presentazione sul tema: "8 marzo 2017 sciopero globale delle donne"— Transcript della presentazione:

1 8 marzo 2017 sciopero globale delle donne
Strumenti e Obiettivi di Politica Economica: un caso di studio le donne e l’economia 8 marzo 2017 sciopero globale delle donne

2 Dagli anni ’50 ad oggi: le donne cambiano
Speranza in vita Età al matrimonio Figli extraconiugali Età media al parto Figli per donna Famiglie unipersonali Diploma superiore Laurea Occupazione Quota parlamentari

3 Donne e Lavoro (2017) Le donne hanno un tasso di inattività molto più elevato degli uomini (44,4% della popolazione contro 24,6%) Il tasso di disoccupazione è maggiore: 13,3% contro il 10,9% Il tasso di occupazione è inferiore 48,1% contro il 67,0%

4 Tasso di inattività UE-Italia

5 Donne, lavoro e welfare Accesso più contenuto alle prestazioni di welfare perché meno attive quindi una buona politica è quella di stimolare la partecipazione femminile al lavoro Politiche che attivino le donne dovrebbero agire sulle motivazioni della scarsa partecipazione, quali sono? Salario di riserva elevato (perché ci sono altri percettori in famiglia, perché il lavoro di cura esterno costa, perché l’uso del tempo è diverso, perché le opportunità di lavoro sono diverse) Scarsa disponibilità di servizi per la famiglia (es. 11% delle famiglie può contare su asilo nido, obiettivo 2010: 33%!) Trasporto pubblico poco efficiente: tempi di percorrenza lunghi Tassazione del reddito da lavoro Rigidità degli orari di lavoro

6 Trasferimenti ed incentivi
L’analisi degli effetti delle politiche di sostegno alle famiglie con bassi redditi è stata motivata dalla preoccupazione del potenziale disincentivo al lavoro e della conseguente dipendenza dall’assistenza pubblica. Un aumento dei sussidi o dei trasferimenti di reddito (come i sussidi di disoccupazione) riduce l’offerta di lavoro attraverso un effetto di reddito. La riduzione dell’offerta di lavoro sarà tanto maggiore quanto più l’erogazione del sussidio è vincolata all’uscita dal mercato del lavoro, come nel caso delle pensioni di inabilità o dei prepensionamenti, o alla condizione di disoccupazione, come nel caso dei sussidi di disoccupazione.

7 Vincoli orari e straordinario
L’effetto di vincoli alla scelta dell’orario di lavoro (ad esempio per legislazione) che riduce il benessere dell’individuo costringendolo a scelte di second best . Immaginate il caso di un individuo vincolato a lavorare 40 ore settimanali. Ipotizzate ora che egli sia lasciato libero di fare straordinari, di lavorare a part time….

8 Le scelte della politica: il centro-sinistra
Maggiore riduzione cuneo fiscale per le donne, soprattutto nel mezzogiorno, per salari concordati nella contrattazione integrativa Sgravi per orari di lavoro flessibile Potenziamento servizi per l’infanzia e anziani Accesso privilegiato delle giovani donne al Fondo microcredito Imposta negativa Jobs act: si inserisce la conciliazione vita-lavoro

9 Le scelte della politica: il centro-destra
Detassazione degli straordinari Riforma del tempo scuola e riduzione del corpo insegnante (femminile al 90%) Libro bianco: “la qualità dei servizi per l’infanzia influisce solo in parte su nascite e occupazione”, i principali ostacoli sono fiscali, derivanti da orari contrattuali, e culturali… Tassazione differenziata per donna al sud poco utile e crea problemi di equità, meglio approccio integrato e trasversale a tutte le politiche pubbliche Premi fiscali proporzionati alla composizione del nucleo familiare Sostegno al patto intergenerazionale interno alla famiglia, preferito alla incentivazione di servizi esterni (DONNA ANGELO DEL FOCOLARE!)

10 Aumentare la quota di donne…
Fa bene alle imprese: Legge 120/2011 “Golfo-Mosca” sulle “quote rosa”, il numero di donne nei consigli di amministrazione delle maggiori società quotate ha toccato il 27,4%, superando la media europea (a fine 2011 erano il 7,4 per cento) …. Ma più in generale alla crescita economica

11 … alla crescita economica

12 Classifica mondiale …. SERVONO ANCORA LE POLITICHE DI PARITÀ NEL NOSTRO PAESE

13 Strumenti e obiettivi La politica monetaria

14 Strumenti e obiettivi Per politica monetaria si intende l’insieme delle azioni della banca centrale che influenzano l’insieme dei mezzi di pagamento presenti nel sistema economico Come abbiamo visto in precedenza, il policy maker ha a disposizione degli strumenti per perseguire gli obiettivi nel caso della politica monetaria la relazione che lega gli strumenti agli obiettivi ultimi degli interventi di policy non è diretta

15 La difficoltà dell’approccio
Non ottenendo risultati diretti, la PM ha utilizzato un approccio che vede una gerarchia di obiettivi strettamente collegati tra loro raggiunti progressivamente Perché si insiste sul tema della trasparenza e del modo in cui la BCE trasmette al pubblico il suo operato? Perché per sua natura l’approccio adottato dalla PM è molto articolato e talvolta macchinoso e rischia di togliere trasparenza all’intervento di politica monetaria e di creare incertezza sui mercati finanziari

16 Importanza degli annunci
Le banche centrali indicano il valore dell’obiettivo finale cui è finalizzato il loro comportamento; il comportamento del mercato è influenzato sia dall’annuncio dell’obiettivo finale, sia dalla verifica della condotta della banca centrale ai fini del raggiungimento dell’obiettivo finale.

17 Approccio tradizionale: strumenti e obiettivi
Perché il meccanismo è complesso? Essenzialmente perché gli effetti di una variazione degli strumenti si riflettano sul valore degli obiettivi e si determinino modifiche su diversi mercati (del credito, dei titoli, dei beni, ecc.) richiedono un periodo di tempo abbastanza lungo e presentano un certo grado di incertezza. Mancando un obiettivo diretto, il policy maker definisce degli obiettivi intermedi che interagiscono direttamente ed univocamente con gli obiettivi finali

18 Struttura: strumenti-obiettivi intermedi e finali: il modus operandi

19 Caratteristiche di strumenti e obiettivi
gli strumenti sono tali se: a) sono controllabili direttamente dall’autorità di politica monetaria; b) sono efficaci sugli obiettivi intermedi; c) il loro effetto sugli obiettivi intermedi è separabile rispetto all’effetto di altri strumenti. Gli obiettivi intermedi sono tali se hanno due caratteristiche ben precise: la controllabilità attraverso gli strumenti e lo stretto legame con gli obiettivi finali. Inoltre, devono essere anche misurabili, per poter stabilire con esattezza il valore che dovranno assumere per consentire di raggiungere un determinato obiettivo finale.

20 Un esempio: l’offerta di Moneta
L’offerta di moneta nel modello IS-LM rappresenta un obiettivo intermedio Essa è controllabile attraverso la creazione o distruzione di base monetaria ed è legata all’obiettivo finale del reddito Misurabilità: esistono diverse possibili definizioni dell’aggregato monetario che si differenziano in base al numero di attività che vengono incluse nel concetto di moneta Compito del policy maker è scegliere l’aggregato migliore per il perseguimento del fine

21 Gli aggregati monetari: un possibile strumento (Base Monetaria)
La Banca Centrale Europea (BCE) adotta le seguenti definizioni, a seconda del grado di liquidità (decrescente) delle passività del sistema monetario: M0: circolante (banconote + monete metalliche) M1: M0 + depositi in conto corrente; M2: M1 + depositi con durata prestabilita fino a due anni + depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi; M3: M2 + pronti contro termine + quote di fondi comuni monetari e obbligazioni con scadenza originaria fino a due anni.

22 Obiettivo intermedio alternativo (dopo il 2003)
Tasso d’interesse (anche qui diverse tipologie di aggregati in funzione della scadenza degli strumenti finanziari cui fanno riferimento) Il tasso di interesse sotto il diretto controllo della BCE (strumento) è il tasso di rifinanziamento principale che viene applicato ai prestiti della BCE a favore delle banche ordinarie. Il tasso medio a cui avvengono le transazioni finanziarie in euro tra le banche europee è noto con la sigla EURIBOR (Euro Inter Bank Offered Rate). Esso è ovviamente legato al tasso di rifinanziamento della BCE e, a sua volta, è preso a riferimento per molte operazioni finanziarie (es. mutui).

23 Obiettivi finali Gli obiettivi finali sono quelli comuni alle politiche macroeconomiche, relativi cioè al livello del reddito e dell’occupazione, livello dei prezzi (o del tasso di inflazione), alla crescita del sistema economico Ulteriore obiettivo garantire la stabilità del sistema finanziario, vale a dire l’ordinato svolgimento delle funzioni di intermediazione finanziaria e delle transazioni finanziarie (canale del credito) Tali obiettivi sono inseriti negli Statuti delle BC: Federal Reserve (Fed) statunitense sono obiettivi finali il livello di attività economica ed il tasso d’inflazione BCE è espressamente stabilito che essa debba prioritariamente indirizzare la propria azione all’obiettivo della stabilità dei prezzi.

24 Un riassunto: Strumenti e obiettivi della politica monetaria
Finora abbiamo capito che la BC non controlla tutta la BM, mentre a livello macro la BC dovrebbe perseguire gli obiettivi tipici macroeconomici mantenere stabile o aumentare: Livello del reddito Livello di occupazione Tasso di crescita economica Livello dei prezzi e Pareggio BP Quale sarà l’obiettivo prioritario? Per Keynes tutti (soprattutto i primi 2) Per neoclassici solo stabilità dei prezzi

25 Riassunto: Modus operandi Politica economica
Le variabili di PM possono essere distinte: Strumenti Indicatori (es. tassi interesse di mercato) Obiettivi operativi (es aggregato M2) Obiettivi intermedi (es. M3) Obiettivi finali (livello della crescita e dell’inflazione) Caratteristiche fondamentali degli strumenti: controllabilità, efficacia e separabilità dall’effetto di altre variabili: quindi la moneta no. Principali strumenti possono essere: BM (dipende dal canale di creazione) Coeff. Di riserva obbligatoria Tasso di rifinanziamento principale controlli amministrativi: Massimale sugli impieghi, Vincoli di portafoglio Posizione netta sull’estero (come contropartita di surplus/deficit della BP)

26 Gli strumenti principali
La Base Monetaria: BM = R + CIRC l’offerta di base monetaria è controllata dalla banca centrale e rappresenta dunque uno strumento di politica monetaria L’offerta di base monetaria da parte della banca centrale avviene attraverso i cosiddetti ‘canali di creazione’, che sono: Il canale ‘bancario’ (operazioni di rifinanziamento delle banche ordinarie), il canale ‘estero’: in caso di avanzo della bilancia dei pagamenti la banca centrale interviene sul mercato valutario acquistando valuta estera e aumentando corrispondentemente la base monetaria nazionale, il canale ‘Tesoro’ l’emissione di base monetaria da parte della banca centrale per acquistare direttamente titoli di Stato sul mercato primario il canale ‘altri settori’: diverse operazioni, tra cui la principale è quella delle operazioni di mercato aperto. Tali operazioni possono essere definitive, se la banca centrale detiene (cede) il titolo fino alla scadenza, realizzando quindi un aumento (riduzione) definitivo della base monetaria, oppure provvisorie quando l’acquisto (vendita) avviene con l’impegno ad una successiva vendita (acquisto) a termine. Controllo dell’obiettivo intermedio: Offerta di moneta

27 Coefficiente di riserva obbligatoria
BM = ROB + RL + CIRC Il coefficiente di riserva obbligatoria (ROB): La banca centrale fissa l’ammontare della quota di riserva indicando il coefficiente da rispettare (ρ) Se ρ ↑ la banca centrale obbliga le banche a detenere una maggiore quantità di riserve e quindi induce una riduzione del credito ad imprese e famiglie, ↓ M (obiettivo intermedio) Si tratta di uno strumento poco utilizzato, perché i tempi di adeguamento delle banche sono piuttosto lunghi Riserva libera (RL): riserva libera è una variabile discrezionale per le banche. Consideriamo in questo caso un coefficiente di riserva libera medio (β) applicato dalle banche pari ad una frazione dei depositi

28 Il tasso di rifinanziamento
Si tratta del costo dei prestiti concessi dalla banca centrale alle banche ordinarie in caso di una loro temporanea esigenza di liquidità Se il tasso diminuisce: le banche ordinarie domandano più liquidità e si produce un aumento di base monetaria (attraverso il ‘canale bancario’), mentre un suo aumento riduce la domanda di liquidità delle banche presso la banca centrale e quindi la base monetaria si riduce. Oltre ad influire sulla BM, il tasso di rifinanziamento agisce sulla struttura dei tassi d’interesse a partire dal tasso d’interesse interbancario

29 I controlli amministrativi
Si tratta di provvedimenti che impongono direttamente alle banche ordinarie specifici comportamenti, come ad esempio, fissare: limiti all’espansione del credito (massimale sugli impieghi), cioè controllare i prestiti obblighi specifici in materia di utilizzo dei depositi, per esempio indicando la quota che obbligatoriamente deve essere investita in titoli di Stato (vincoli di portafoglio), cioè sostegno alla politica di indebitamento pubblico

30 Obiettivo intermedio: l’offerta di moneta
M = CIRC +D →OBIETTIVO INTERMEDIO si fa riferimento alla quantità di moneta come ad uno strumento sotto il controllo della banca centrale, trascurando la distinzione tra strumenti ed obiettivi intermedi che qui abbiamo fatto L’offerta di moneta può essere considerata come una variabile esogena, cioè perfettamente controllabile da parte della banca centrale, o come una variabile parzialmente endogena, quando il suo livello è condizionato anche dal comportamento di altri soggetti, le banche ed i privati, la cui domanda di circolante è: CIRC = γD con 0 < γ < 1 → preferenza La domanda di riserve da parte delle banche dipende sia dagli obblighi di riserva, sia da scelte di tipo precauzionale Entrambe queste componenti della domanda di liquidità da parte delle banche sono legate all’ammontare dei depositi raccolti, in base al coefficiente di riserva obbligatoria ρ la prima, ed in base al coefficiente di riserva libera β la seconda: R = ρ D + β D = (ρ + β )D con 0 < β < 1 e 0 < ρ < 1

31 Il moltiplicatore della moneta
BM = (ρ + β)D + γ D = (ρ + β + γ)D Per cui il moltiplicatore diventa: Tornando ad M (M = CIRC +D), essendo che CIRC = γD , → M= γD+ D= (1+ γ)D tenendo conto della relazione con la base monetaria da cui ricaviamo D, cioè: e il moltiplicatore della moneta che lega l’offerta di moneta allo strumento è:

32 Relazione tra base monetaria e quantità di moneta
L’effetto del moltiplicatore monetario In sostanza, quando la banca centrale decide di emettere nuova base monetaria, la quantità di moneta in circolazione aumenta in misura multipla secondo la relazione: ΔM = mm ΔBM

33 La distribuzione della base monetaria
La BM si distribuisce tra settore privato e banche Il settore privato trattiene una parte del circolante e ne deposita una parte La parte depositata presso le banche viene trattenuta in parte per le riserve e in parte viene prestata La parte prestata a famiglie e imprese viene in parte ridepositata presso le banche….il ciclo ricomincia. l’autorità di politica monetaria, manovrando i propri strumenti, è in grado di ottenere il valore desiderato dell’obiettivo intermedio ‘offerta di moneta’ Tuttavia, l’ammontare dell’offerta di moneta può essere considerato un dato esogeno sotto il controllo dell’autorità di politica monetaria e la sua variazione sarà il risultato di una scelta di politica monetaria

34 Come circola la moneta nel nostro Paese

35 Come funziona nella realtà: il sistema europeo
Modalità operative

36 Più importanti

37 Principio generale “La moneta è neutrale nel lungo periodo”
Nel lungo periodo, reddito reale, occupazione, tassi di interesse reali e altre grandezze reali dell’economia dipendono dai fondamentali: tecnologie, preferenze, demografia, caratteristiche istituzionali e operative dei mercati

38 Principio generale E’ difficile spiegare l’inflazione, intesa come crescita elevata e persistente dei prezzi, sulla base degli shock che colpiscono l’offerta aggregata e la domanda aggregata Shock sull’offerta aggregata (cambiamento strutturale): la crescita del reddito in un orizzonte di lungo periodo è spiegata prevalentemente da fattori tecnologici e dalle dinamiche demografiche Shock sulla domanda aggregata: politiche di bilancio pubblico, andamento dei saldi della bilancia dei pagamenti e altri shock della domanda hanno di solito natura temporanea Crescita dello stock di moneta. Un tasso di crescita troppo marcato e persistente dello stock di moneta può invece influenzare in modo persistente la dinamica dei prezzi Condizione necessaria per la tendenziale stabilità dei prezzi, come obiettivo di lungo periodo è il controllo della crescita dello stock di moneta

39 E nel breve periodo? In un orizzonte di breve periodo, il controllo della base monetaria e della liquidità consente di avere una funzione di stabilizzazione economico-finanziaria Nel breve periodo il sistema economico presenta numerose rigidità dei prezzi. Esse fanno si che anche shock di natura nominale possano avere effetti reali negativi Inoltre, tali rigidità possono spiegare perché shock di natura transitoria si propaghino nel tempo, con effetti comunque duraturi

40 Ruolo BCE La BCE svolge quindi un’azione di controllo dell’offerta di moneta volta nel lungo periodo, a stabilizzare il tasso di inflazione dell’Eurozona al 2% nel breve periodo, a effettuare quegli interventi per contrastare shock che modificano le condizioni di liquidità del sistema, con possibili ripercussioni reali, prima agendo sul tasso d’interesse per il rifinanziamento principale e poi con operazioni sul mercato aperto.

41 Qual è la rigidità dei prezzi?
Qualche dato sulla rigidità dei prezzi Tempo medio di aggiustamento dei prezzi per gli USA 4 mesi beni (30% indice dei prezzi al consumo = IPC), 8 mesi servizi (40% IPC). grande disomogeneità: 3 mesi alimentari, 2 trasporti, 10 beni di ricreazione, 14 servizi sanitari. I salari nominali variano con una frequenza simile ai prezzi (2 o 3 volte l’anno), ma spesso la loro variazione non è simultanea. In Europa i tempi di aggiustamento non sono minori e la distribuzione è simile. Paesi a più alta inflazione hanno maggiore varianza e più alta frequenza di cambiamento dei prezzi e salari.

42 Inflation targeting La strategia di intervento della BCE è a “uno stadio”, cioè basata sul solo perseguimento dell’obiettivo finale. Annunci circa il tasso di crescita annua della moneta (aggregato M3) compatibili con l’obiettivo finale sono puramente indicativi. All’atto costitutivo dell’UME (1998) si riteneva che con dati annui del tasso di crescita del reddito reale potenziale del 2-2,5% e del tasso di riduzione della velocità di circolazione della moneta di 0,5-1%, M3 dovesse crescere mediamente al 4,5%: M3 = ΔY + Δp - ΔV = 2% + 2% - (-0.5%) = 4,5% Oggi: Il tasso di crescita sui dodici mesi di M3 è sceso al 2,9 per cento nel quarto trimestre del 2014 e al 4,8 per cento nel novembre del 2016 (es. dati correnti: 1,1%+(0/1%)-(-0,5%)=2/3%

43 Il significato di M3 oggi
Il tasso annuo di crescita di M3 non costituisce un obiettivo (intermedio o operativo) di politica monetaria M3 è una “variabile informativa”. Altre variabili informative usate dalla BCE sono: vari indici dei prezzi (con diversi livelli di disaggregazione) e delle retribuzioni, delle attività reali e finanziarie, tassi di interesse del mercato monetario e finanziario, aggregati di spesa, indici clima di fiducia dei consumatori e delle imprese, indici produzione etc. La slide successiva schematizza queste osservazioni e l’andamento di M3 Lo strumento è diventato il Pegging (o ancoraggio) del tasso di interesse.

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46 Indicatori: L’aggregato di riferimento Monetario M3
Marzo 2014 Aprile 2013

47 E la situazione attuale (novembre 2016)
Aprile 2015


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