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IL GOLD STANDARD: INTRODUZIONE
Un paese ha un sistema monetario aureo quando l’oro è il numerario monetario del paese e/o quando gli altri mezzi usati come numerario monetario (titoli dello stato o delle banche) sono prontamente redimibili in oro a richiesta dei creditori Un sistema aureo internazionale si ha quando l’oro costituisce il numerario effettivo nella gran parte dei paesi e/o quando gli altri mezzi usati nei vari paesi quali numerario sono prontamente redimibili in oro a richiesta dei portatori. In pratica, un Sistema aureo (Gold Standard) è un sistema monetario nel quale l’unità di conto è rappresentata da una quantità fissa di oro. Se un paese nel quale la valuta legale è il doblone aderisce al Gold Standard, significa che un doblone equivale a un certo numero di grammi oro e i detentori di una unità di moneta possono sempre chiedere di trasformarla in quella data quantità di oro. Il sistema ebbe una lunga gestazione storica e diverse fasi evolutive. Nei sistemi monetari del passato diversi tipi di moneta – moneta fiduciaria, banconote, depositi – erano mutamente convertibili e convertibili con l’oro
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L’Inghilterra costituì un sistema aureo nel 18° secolo
L’Inghilterra costituì un sistema aureo nel 18° secolo. In precedenza, operava in regime di argento, e il Silver standard era usato nelle isole britanniche e nella maggior parte degli altri paesi europei. Nell’Inghilterra di Enrico VIII un penny conteneva 1,555 grammi di argento puro. Isacc Newton, direttore della Zecca inglese dal 1699 al 1726, operò per il trasferimento del sistema monetario dalla base argentea alla base aurea. Nel 1717 Newton fissò il valore di una ghinea d’oro a 21 scellini d’argento e stabilì un cambio fisso tra la sterlina e l’oro, avviando il ritiro del circolante su base argentea. Il valore dell’oro fissato da Newton è rimasto invariato per circa due secoli, con la sola eccezione del periodo delle guerre napoleoniche. David Ricardo, il campione del libero scambio, riteneva che un ben funzionante sistema di scambi internazionali avesse bisogno di un metro di misura affidabile, del tipo fornito dai metalli preziosi. Ricardo era tuttavia consapevole che nemmeno l’oro e l’argento rappresentavano una misura perfetta dei valori assoluti:
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Dal 1880 circa alla prima guerra mondiale la maggior parte dei principali paesi attivi nel commercio internazionale aderirono al Gold standard. Questo periodo è noto come «l’era del Gold standard». E’ il periodo della Belle Epoque: Can Can, guerre coloniali, le grandi esposizioni universali, la diffusione della prima rivoluzione industriale (ferrovie, vapore) e l’avvio della seconda (elettricità, trasporti) Adozione del Gold standard: Regno Unito: 1819 Germania: 1871 Stati Uniti: regime aureo di fatto nel 1834, de jure nel 1879 Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Finlandia, Francia, Olanda, Italia, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia, Sud Africa, Svizzera: 1880 Russia, Argentina, Austria-Ungheria, India: intorno 1900
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Perché ci interessa studiare il Gold standard? Pro e contro
Sebbene un sistema aureo possa funzionare senza valute nazionali (nei paesi aderenti circolano monete «internazionali» con un particolare contenuto aureo: l’«euro», ancorché non basato sull’oro, è oggi l’equivalente di una moneta «senza sovranità», un unicum storico), nel Gold standard storico i paesi aderenti mantenevano la propria moneta il cui valore era espresso in termini di oro. Il valore esterno di ciascuna moneta era determinato confrontando il contenuto aureo di ciascuna valuta. Perché ci interessa studiare il Gold standard? Pro e contro Costituisce uno dei «collanti» principali della prima globalizzazione capitalistica (dalla seconda metà del XIX secolo alla prima guerra mondiale) e permette di studiare, in un caso concreto, le connessioni tra regimi di cambio fissi e crescita economica I sostenitori dell’ancoraggio all’oro sostengono che il sistema garantisce stabilità macroeconomica, contrariamente ai regimi basati sulla moneta fiduciaria, esposti ai capricci delle autorità di politica economica e dei governi I sostenitori del Gold standard sottolineano l’importanza degli «automatismi» impliciti nelle regole del sistema che sottraggono la gestione dell’economia alla discrezionalità arbitraria dei policy makers I critici del Gold standard mettono in luce la natura vincolistica del regime che limita fortemente le opzioni di politica economica: in questo senso il Gold standard viene talvolta confrontato con il sistema dell’Euro, anch’esso un sistema fortemente improntato al rispetto di rigidi criteri macroeconomici, o con sistemi ancora più rigidi («dollarizzazione») I critici del Gold standard osservano che il sistema teorico si basava su regole, mentre il suo funzionamento pratico era spesso il risultato della violazione di tali regole. Un limite poco notato del sistema aureo è il suo costo di gestione: si è stimato che la gestione della base aurea del sistema monetario internazionale costava negli Stati Uniti, nel 1960, circa 2,5 punti di Pil. Si stima che un costo ancora maggiore (4 o 5 per cento) derivi dalla sostituzione della valuta nazionale con il dollaro nei paesi dell’America Latina in regime di «dollarizzazione». Il Gold standard storico era tanto un sistema di cambio che «lubrificava» le relazioni economiche internazionale quanto una «filosofia» di come funziona o dovrebbe funzionare un sistema economico ispirato ai principi del libero scambio: in questo senso, lo studio del Gold standard permette di vedere, in filigrana, i vizi e le virtù del regimi liberoscambisti
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L’attrazione per l’oro si spiega anche come riserva di valore, sebbene la storia mostri che esso tende ad aumentare di valore maggiormente nei periodi di deflazione che nei periodi di inflazione, offrendo quindi una protezione limitata nel breve-medio termine Gold standard Il Gold standard segna la pratica scomparsa del bimetallismo
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L’adozione generalizzata del Gold standard dopo il si spiega in larga parte con l’importanza di Londra come centro finanziario e dell’Inghilterra come potenza economica ancora egemone in quegli anni. La sterlina si assicurò il predominio assoluto come moneta di scambio internazionale grazie anche al predominio inglese nel campo della banca e dei trasporti. Un altro fattore è legato alla diminuzione del prezzo dell’argento e alle difficoltà incontrate dai sistemi monetari continentali (Francia, Belgio, Italia, Svizzera) basati sull’argento. Tra il 1850 e il 1870 imponenti operazioni di arbitraggio sull’argento avvennero tra la Francia, che disponeva di stock di monete argentee «vecchie», e paesi, come il Belgio e la Svizzera, che disponevano di stock di monete «nuove». Le monete della Francia, con un contenuto di metallo minore, venivano portate negli altri paesi e scambiate con monete «pesanti». La caduta del valore dell’argento e le difficoltà monetarie incoraggiano i paesi a passare al tallone aureo. Negli Stati Uniti la moneta argento era preferita dagli agricoltori indebitati che puntavano alla moneta facile, mentre l’oro era preferito dagli industriali che vedevano nella stabilità dei prezzi un vantaggio per il nascente commercio industriale del paese e per l’importazione di materie prime a buon mercato. Gold standard
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Quando il Gold Standard viene avviato su scala mondiale, il Regno Unito è l’officina del mondo: nel 1860 rappresenta un quinto della produzione mondiale dei beni manifatturieri avendo il 2 per cento della popolazione mondiale 1830: prevalenza industriale dei paesi extraeuropei (Cina e India) : prevalenza industriale della Gran Bretagna quando la Gran Bretagna «impone» il Gold standard è al massimo della sua potenza industriale, ma comincia a perdere terreno rispetto alle altre potenze emergenti (USA e Germania) : inizio del declino della Gran Bretagna come potenza industriale, crescita della potenza industriale degli Stati Uniti e della Germania
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Nei paesi dell’America Latina, l’ancoraggio all’oro fu incerto e alterno perché i grandi proprietari terrieri erano favorevoli alla moneta facile e al deprezzamento del segno monetario per favorire le esportazioni, mentre gli investitori stranieri, in primo luogo l’Inghilterra, desideravano la stabilità finanziaria per proteggere i propri investimenti. I sistemi monetari come terreno di conflitto politico tra paesi e tra classi sociali nei diversi paesi
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CL = wL, w = salario monetario unitario, L = occupazione
Costi totali di produzione (CT) = costi del lavoro (CL) + costi dei beni di produzione importati (CM) CL = wL, w = salario monetario unitario, L = occupazione CM = Pm M, Pm = prezzo delle importazioni in moneta locale, M = quantità delle importazioni 𝑐= 𝐶𝑇 𝑌 = 𝑤𝐿 𝑌 + 𝑃 𝑚 𝑀 𝑌 costi per unità di prodotto 𝑐= 𝑤 𝑞 + 𝑃 𝑚 𝑚 q = Y/L, prodotto per unità di lavoro, m = M/Y, importazioni per unità di prodotto E = tasso di cambio nominale (valuta nazionale/valuta estera), P* = prezzo internazionale in valuta estera 𝑃 𝑚 =𝐸 𝑃 ∗ 𝑃=(1+µ)𝑐=(1+µ)( 𝑤 𝑞 + 𝐸𝑃 ∗ 𝑚) P = prezzo finale interno, µ = mark up sui costi totali di produzione Dati i salari monetari (non sono indicizzati), una svalutazione, DE > 0, fa aumentare i prezzi interni meno dei prezzi delle importazioni, peggiora le ragioni di scambio favorendo le esportazioni, riduce i salari reali; l’effetto è amplificato se la svalutazione è accompagnata a politiche di moderazione salariale per contenere l’inflazione interna. Spiegazione argomento di De Cecco
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I cambiamenti nel prezzo dell’oro segnalano cambiamenti nel regime monetario internazionale
Dopo la prima guerra mondiale il Gold standard viene resuscitato per un breve periodo – – e poi abbandonato da quasi tutti i paesi dopo la crisi del Dopo la seconda guerra mondiale il sistema monetario instaurato a Bretton Woods nel 1944 si basa su un regime di gold-exchange standard, dove il dollaro USA era la moneta di riferimento il cui valore era ancorato all’oro. Nel 1971 il Presidente USA Nixon ritirò il paese dagli accordi di Bretton Woods è dichiarò che la Federal Reserve non era più obbligata a cambiare dollari in oro: fine del sistema di Bretton Woods
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Intervallo delle quotazioni del dollaro 4,90 $/£ - 4,84 $/£
Un regime di Gold standard implica un sistema internazionale di cambi fissi. Nel 1900 una moneta d’oro da 1 £ contiene 113,0016 grammi di oro, mentre una moneta d’oro da 1 $ contiene 23,22 grammi di oro. Quindi E = 113,0016/23,22 = 4,87 $/£ (dollari per una sterlina) Parità aurea Detenere una sterlina o 4,87 dollari è equivalente in termini di contento di metallo prezioso. Dato il costo di trasporto dell’oro da New York a Londra, pari a 3 centesimi di dollaro per ogni sterlina, il tasso di cambio £/$ non può muoversi al di sopra o al di sotto della parità aurea per più di 3 centesimi di dollaro: Intervallo delle quotazioni del dollaro 4,90 $/£ - 4,84 $/£ Poniamo che il tasso di cambio $/£ sia maggiore di 4,90, ad es. 5 $/£. Una persona che disponga di una sterlina può ottenere 5 dollari sul mercato dei cambi e con quelli comperare abbastanza oro da recuperare la sterlina iniziale, i costi di trasporto e fare un profitto. Il «mercato» comincia a vendere sterline e riporta il cambio sotto il punto dell’oro. In breve, al tasso di cambio $/£ > 4,90 nessuno compra sterline: si acquista invece a New York il controvalore in oro di 4,87 dollari, si trasporta l’oro a Londra al costo di 3 centesimi e in cambio si ottiene una sterlina (costo della transazione 4,87+3 centesimi = 4,90). 4,90 $/£ rappresenta il punto dell’oro all’esportazione, ovvero quel tasso di cambio al quale gli Stati Uniti esportano oro. Nello stesso modo, nessuno è disposto a ricevere meno di 4,84 per una sterlina: si acquista a Londra il controvalore in oro di una sterlina, si trasporta l’oro a New York al costo di tre centesimi e si ottengono 4,87 dollari (costo della transazione 4,87 – 3 centesimi = 4,84) 4,84 $/£ rappresenta il punto dell’oro all’importazione, ovvero quel tasso di cambio al quale gli Stati Uniti importano oro Fintantoché le autorità monetarie mantengono le loro monete convertibili alle parità auree, il rapporto tra le parità auree determina il tasso di cambio nominale
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Quantità di dollari per periodo
Mercato dei cambi Il grafico rappresenta il mercato dei cambi nei «paesi euro» (sistema bilaterale euro/dollaro) L’asse verticale misura il prezzo del dollaro in euro (tasso di cambio R), l’asse orizzontale misure le quantità in dollari. La curva DD riflette la domanda dei residenti euro per beni e servizi americani e per finanziare investimenti negli USA La curva OO riflette le importazioni USA e gli investimenti nell’area euro. Al cambio R* il mercato dei cambi è in equilibrio R=Euro/Dollaro O Offerta di dollari D Quanto più basso è il tasso di cambio, ovvero quanto minore è la quantità di euro necessaria per acquistare un dollaro, tanto meno è costoso per gli europei acquistare negli Stati Uniti e tanto maggiore la domanda di dollari degli europei. Nello stesso modo, quanto maggiore è la quantità di euro incassata per ogni dollaro gli americani ricevono più euro per ogni dollaro e quindi trovano le merci europee meno costose e spendono in Europa di più, offrendo agli europei più dollari. R* O D Domanda di dollari Quantità di dollari per periodo
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Nel punto A l’avanzo commerciale europea comporta un eccesso di offerta di dollari e un eccesso di domanda di euro che tende a far apprezzare il cambio (E ↓)
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Mercato dei cambi in regime di cambi flessibili
Un aumento della domanda di dollari degli europei (aumentano le importazioni) sposta verso destra la curva DD. Al cambio R1 si determina un eccesso di domanda di dollari, AB (eccesso di offerta di euro) In cambi flessibili l’euro si deprezza fino al livello R2 L’aggiustamento prende la forma sia di una riduzione della quantità di dollari domandata sia di un aumento del prezzo dei dollari R=Euro/Dollaro O D R2 R1 A B O D Quantità di dollari per periodo
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Mercato dei cambi in regime di cambi flessibili
Un aumento dell’offerta di dollari sul mercato europeo (aumentano le importazioni USA) sposta verso il basso la curva OO. Al cambio R1 si determina un eccesso di offerta di dollari, AC (eccesso di domanda di euro) In cambi flessibili l’euro si apprezza fino al livello R3 L’aggiustamento prende la forma sia di un aumento della quantità di dollari domandata sia di una riduzione del prezzo dei dollari R=Euro/Dollaro O D R1 A C R3 O D Quantità di dollari per periodo
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Mercato dei cambi in regime di gold standard
R* è la parità centrale (parità aurea) R=Euro/Dollaro O c = costo di trasporto dell’oro (per ogni euro) Se il cambio E/$ supera R* + c gli europei preferiscono esportare oro che comprare dollari: R* + c punto dell’oro all’esportazione Se il cambio E/$ scende sotto R* - c gli europei preferiscono importare oro che vendere dollari: R* - c = punto dell’oro all’importazione D R* + c R* R* - c O D Quantità di dollari per periodo
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Mercato dei cambi in regime di gold standard: funzionamento
Se l’eccesso di domanda di dollari è «limitato» il cambio può muoversi entro il punto dell’oro all’esportazione Se l’eccesso di offerta di dollari è «limitato» il cambio può muoversi entro il punto dell’oro all’importazione
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Per variazioni «ampie» della domanda di dollari, si determinano deflussi di oro (pari ad A B = disavanzo commerciale dell’Europa) Per variazioni «ampie» dell’offerta di dollari, si determinano afflussi di oro (pari a CD = davanzo commerciale dell’Europa)
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Se entrambe le curve si spostano l’autorità monetaria può stabilire un nuovo valore del tasso di cambio all’interno dei punti dell’oro (E)
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Percentuale di paesi indipendenti in regime di Gold Standard
Tra il 1870 e il 1902 tutti i paesi più industrializzati aderiscono al Gold Standard Il sistema opera più debolmente e con molte oscillazioni nei paesi prevalentemente agricoli e «periferici» Grande depressione mondiale Prima guerra mondiale Percentuale di paesi indipendenti in regime di Gold Standard
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Pil pro capite, Collocazione storica dei regimi di cambio: il Gold standard
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Gold Standard: regole del gioco
Per un paese straniero, indicato con F, vale una relazione analoga 3) PFG · AuF = hF · MF Il tasso di cambio è dato dal rapporto tra i prezzi dell’oro: R = PG /PFG
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Il Gold standard come regime di cambi fissi
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Un modello formale dell’aggiustamento esterno in regime di Gold standard
Teoria quantitativa della moneta 4) M = k · P · y P= prezzi interni y = reddito reale k = parametro pari a 1/V, dove V è la velocità di circolazione della moneta Tenendo presente la relazione 1 5) M = PG Au/h = k · P · y La «filosofia» del modello prevede che il sistema possegga una inerente tendenza all’equilibrio macroeconomico che garantisce il continuo pieno impiego y = costante Pertanto, dalla 4) si deriva una stretta relazione di proporzionalità tra la quantità di oro, espressa al valore stipulato, e il livello dei prezzi interni 6) P = z · Au dove z = PG /(h · y · k) Nel quadro del Gold standard per inflazione – aumento di P - si intende o un deprezzamento dell’oro (aumento del suo prezzo) o un aumento della quantità di oro o, ancora, una riduzione del valore della moneta rispetto all’oro (riduzione del coefficiente h dovuto ad es. ad una «eccessiva» creazione di credito).
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Settore estero 𝑥=𝐴 𝑃 ∗ 𝑃 𝛼 𝑊 𝑎 𝑒𝑠𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 (𝐴 𝑐𝑜𝑠𝑡𝑎𝑛𝑡𝑒, 𝑊 𝑑𝑜𝑚𝑎𝑛𝑑𝑎 𝑚𝑜𝑛𝑑𝑖𝑎𝑙𝑒, 𝑃 ∗ 𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑖 𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑛𝑖 𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑛𝑒𝑡𝑎 𝑙𝑜𝑐𝑎𝑙𝑒, 𝑃 𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑖) P* = RPF dove R = tasso di cambio (unità di valuta nazionale per un «dollaro»), PF = prezzo internazionale in valuta estera Poiché esiste ovunque il pieno impiego, tanto W quanto y sono costanti; possiamo scrivere 7) 𝑥=𝑎 𝑃 ∗ 𝑃 𝛼 8) 𝑚=𝑏 𝑃 𝑃 ∗ 𝛽 dove a e b sono costanti. Dato il tasso di cambio e il prezzo estero in valuta estera, la ragione di scambio P/P* coincide, a meno di un fattore di proporzionalità, con i prezzi interni. Un miglioramento della ragione di scambio riduce le esportazioni e aumenta le importazioni
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Settore estero: i movimenti internazionali di oro
Il saldo di conto corrente equivale ai movimenti finanziari (qui rappresentati dai flussi di oro) Conto corrente = conto finanziario … un paese in avanzo di bilancia commerciale subirà un afflusso di oro, mentre un paese in disavanzo subirà un deflusso di oro... 9) 𝑃𝑥− 𝑃 ∗ 𝑚=𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑒𝑟𝑣𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖=Δ𝐴𝑢 𝑑𝑜𝑣𝑒 Δ 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑐𝑎 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑠𝑠𝑜𝑙𝑢𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑖𝑜𝑑𝑜 Dato il prezzo dell’oro e il coefficiente di riserva, la variazione della riserva aurea è proporzionale alla variazione dell’offerta di moneta interna, con opportuna scelta delle unità possiamo ipotizzare che la variazione dell’oro corrisponda alla variazione della quantità di moneta 10) 𝑃𝑥− 𝑃 ∗ 𝑚=𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑒𝑟𝑣𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖=Δ𝑀
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Meccanismo automatico di aggiustamento del Gold standard
- dato un disavanzo commerciale, la fuoriuscita di oro monetario riduce l’offerta di moneta che, a sua volta, riduce i prezzi interni e quindi, dati i prezzi esteri, peggiora le ragioni di scambio; si determina un aumento delle esportazioni e una riduzione delle importazioni; il processo procede finché lo squilibrio è eliminato. L’argomento di Hume, Of the balance of trade Dice Hume: Supponiamo che vengano improvvisamente distrutti i quattro quinti della moneta circolante in Inghilterra: i prezzi e i salari cadrebbero in proporzione e la concorrenza dei prezzi bassi sarebbe fatale per i paesi stranieri; in breve tempo l’Inghilterra, grazie al surplus commerciale garantito dalla competitività di prezzo, recupererebbe la moneta distrutta; l’aumento della moneta farebbe progressivamente aumentare i prezzi finché l’equilibrio esterno sia ripristinato. L’opposto avviene se la moneta viene improvvisamente quintuplicata: aumentano i prezzi interni, la bilancia commerciale va in disavanzo, l’oro che esce riduce l’offerta di moneta; si torna allo stato quo ante.
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Prima condizione di validità del modello
Legame tra oro monetario e offerta di moneta (ipotesi di cambi fissi in regime aureo) Seconda condizione di validità del modello Legame tra offerta di moneta e prezzi interni (teoria quantitativa della moneta) Terza condizione di validità del modello Condizione di Marshall Lerner 𝑥 =−𝑎 ·𝑃 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑢𝑛𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑒𝑠𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 (𝑑𝑎𝑡𝑎 𝑙 ′ 𝑖𝑛𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑖 𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑛𝑖) 𝑚 =𝛽· 𝑃 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑢𝑛𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑖𝑚𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 (𝑑𝑎𝑡𝑎 𝑙 ′ 𝑖𝑛𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑧𝑧𝑖 𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑛𝑖) 11) 𝐵=𝑃·𝑥 − 𝑃 ∗ ·𝑚 =𝑏𝑖𝑙𝑎𝑛𝑐𝑖𝑎 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒 12) 𝑑𝐵=𝑑𝑥·𝑃+𝑥·𝑑𝑃 − 𝑃 ∗ ·𝑑𝑚 −𝑚·𝑑 𝑃 ∗ =𝑑𝑥·𝑃−𝑥·𝑑𝑃 − 𝑃 ∗ ·𝑑𝑚 𝑑𝑥 𝑥 = 𝑥 →𝑑𝑥= 𝑥𝑥 =−𝑎· 𝑥𝑃 𝑑𝑚 𝑥 = 𝑚 →𝑑𝑚= 𝑚𝑚 =𝛽𝑚 𝑃 𝑑𝐵=−𝑥𝑃𝑎 𝑃 +𝑥·𝑑𝑃 −𝑚 𝑃 ∗ 𝛽 𝑃 =−𝑥𝑃𝑎 𝑃 +𝑥·𝑑𝑃 𝑃 𝑃 −𝑚 𝑃 ∗ 𝛽 𝑃 𝑑𝐵=−𝑥𝑃𝑎 𝑃 +𝑥𝑃 𝑃 −𝑚 𝑃 ∗ 𝛽 𝑃
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Il processo di aggiustamento della bilancia corrente può essere rafforzato dall’effetto ricchezza.
Un paese in avanzo riceve oro che fa aumentare l’offerta di moneta e i prezzi e peggiorare la competitività con conseguente riduzione dell’avanzo; l’aumento dello stock di moneta può generare effetti ricchezza che incoraggiano la domanda di importazioni facilitando il processo di aggiustamento La concezione tradizionale del funzionamento del Gold standard ipotizza che l’aggiustamento automatico fosse rafforzato dalle banche centrali per mezzo delle «regole del gioco» che prevedevano nei paesi deficitari aumenti del tasso di sconto o operazioni di mercato aperto orientate ad aumentare i tassi di interesse e ridurre il credito interno, e nei paesi eccedentari riduzioni del tasso di sconto ed espansioni del credito. In tal modo questo avrebbe provocato movimenti compensatori dei capitali (dai paesi in avanzo ai paesi in deficit) e nello stesso tempo accelerare il movimento dei prezzi necessario per il riequilibrio.
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L’inflazione interna peggiora la bilancia commerciale
Meccanismo ipotizzato nel modello classico di aggiustamento del Gold standard Se la Banca centrale aumenta le banconote produce un aumento dei prezzi interni L’inflazione interna peggiora la bilancia commerciale Il deficit esterno determina un deflusso di oro La Banca centrale deve aumentare il tasso d’interesse e contrarre il credito abbassando i prezzi e determinando un miglioramento della bilancia commerciale: alla fine viene ripristinato il rapporto iniziale tra moneta e base aurea e la manovra della banca centrale viene «sterilizzata» Alternativamente: Se la bilancia commerciale è in disavanzo si determina un deflusso di oro La Banca centrale vede ridurre la copertura aurea delle banconote in circolazione e effettua una stretta creditizia per ripristinare il rapporto moneta/oro La stretta creditizia contribuisce ad abbassare i prezzi. La riduzione dei prezzi migliora il saldo commerciale e il deflusso di oro cessa La Gran Bretagna è sostenitrice del Gold standard anche per l’ascendente intellettuale esercitato da David Ricardo. Ricardo non vuole che il funzionamento del mercato della moneta sia sottratto alle stesse regole che presiedono al funzionamento dei mercati privati. Siccome lo scambio nei mercati privati è associato allo sforzo lavorativo e alla produttività, anche la moneta deve essere un «bene» prodotto con uno sforzo produttivo. Per Ricardo la moneta fiduciaria (inconvertibile) non è un bene economico poiché viene prodotta senza costo e uno stato non è più povero in funzione della moneta inconvertibile che emette (può anzi «derubare» il pubblico stampando moneta in eccesso). E’ l’oro che deve determinare il valore della moneta perché il suo valore è determinato dal principio della scarsità relativa. Una volta che la moneta sia «liberata» dai capricci del sovrano, l’economia può essere regolata dalla dinamica dei prezzi relativi e dei vantaggi comparati. Per Ricardo la bilancia commerciale dipende dai prezzi relativi e questo deve essere il meccanismo che deve produrre l’equilibrio internazionale e interno
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1) Posizione iniziale di squilibrio esterno a, con prezzi «alti», P1
2) Si determina un deflusso di oro -B1 = DAu 𝑃𝑥− 𝑃 ∗ 𝑚=Δ𝐴𝑢 3) Si determina una riduzione dell’offerta di moneta DM= - DAu Vale ac = M1M2 Δ𝑀=Δ𝐴𝑢 M= 𝑘𝑃𝑦 B1 a 4) Il processo procede finché B = 0 M1 a P1 Schema grafico dell’aggiustamento classico della bilancia dei pagamenti
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Se non vale la condizione di Marshall Lerner, la relazione B/P è positivamente inclinata.
Se il punto di partenza è un livello di prezzi «alti» e la bilancia è in surplus gli afflussi di oro fanno aumentare i prezzi che fanno aumentare il surplus etc. Lo squilibrio è cumulativo. L’opposto avviene se si parte da un livello di prezzi «bassi».
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Qual era uno degli ingredienti centrali della «stabilità» del gold standard?
Un fattore importante era l’impegno delle autorità nei paesi del nocciolo duro del sistema – Gran Bretagna, Francia e Germania – di assumere sempre e comunque tutte le misure necessarie a difendere le riserve auree delle banche centrali e a mantenere la convertibilità in oro della moneta. Se una banca perdeva oro e il cambio tendeva a deprezzarsi si verificava un afflusso di capitali in previsione dei guadagni che si sarebbero avuto quando le autorità fossero intervenute per bloccare la perdita di oro stabilizzare il cambio. Poiché non c’erano dubbi sull’impegno a mantenere la parità esistente, i capitali affluivano rapidamente e in volumi consistenti. Il tasso di cambio quindi si rafforzava rendendo minima l’esigenza di interventi dell’autorità Un altro fattore era rappresentato dal ruolo egemone della Gran Bretagna nel sistema monetario internazionale che agiva come prestatore internazionale di ultima istanza
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Modello a due paesi Introducendo un secondo paese, F, con la medesima struttura economica di quello già visto, H (home) possiamo affrontare il tema della distribuzione internazionale dell’oro monetario Per il secondo paese, indicato qui con un *, abbiamo dove le variabili hanno il significato definito bilancia commerciale di Foreign in dollari bilancia commerciale di Home in valuta locale, dove PF = prezzi locali delle importazioni R = cambio nominale (ad es: euro/dollari) Dividiamo ambo i lati della 16 e della 17 per PF e poniamo per comodità il tasso di cambio nominale R = 1 … dove BF e BH sono grandezze «reali» espresse nel numerario di Foreign («dollari») e r = P/P* = 1/r* è la ragione di scambio di Home e r* = PF /PF* quella di Foreign.
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In un mondo a due paesi vale la condizione di simmetria
18) 𝑟𝑥= 𝑟𝑚 𝐹 →𝑥= 𝑚 𝐹 le esportazioni di H sono le importazioni di F 19) 𝑥 𝐹 = 𝑚 le esportazioni di F sono le importazioni di H La 18 e la 19 implicano che la bilancia corrente di F e pari, con segno opposto, alla bilancia corrente di H Dati i prezzi dell’oro nei due paesi, dato il tasso di cambio e data la quantità complessiva di oro nel «mondo», l’offerta di moneta mondiale è data da 20) MF + M/R = PFG · AuF/hF + (PG · Au/h)/R = g* · AuF + g · Au = Q dove g* e g sono parametri e Q una costante Funzionamento del modello Se un paese è in disavanzo esterno, l’altro è in avanzo; il paese in disavanzo perde oro a vantaggio dell’altro paese; i prezzi scendono nel paese in disavanzo e aumentano nel paese in avanzo; il peggioramento (miglioramento) della ragione di scambio favorisce la riduzione del disavanzo (riassorbimento del surplus); quando le bilance commerciali sono di nuovo in equilibrio cessano i flussi internazionale di oro e ogni paese dispone di una quantità di oro proporzionale alla sua «dimensione», data dal valore del reddito nazionale, P · y. Oro di Foreign MF = kF · PF · yF = PFG · AuF /hF AuF = qF · PF · yF dove qF = kF · PFG /hF è un parametro Oro di Home M = k · P · y = PG · Au /h Au = q · P · y dove q = k · PG /h è un parametro Per una data configurazione dei parametri le quantità di oro nei due paesi sono proporzionali alla dimensione del paese data dal reddito nominale
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