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Stile di vita e malattie di una famiglia aristocratica lucchese:

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Presentazione sul tema: "Stile di vita e malattie di una famiglia aristocratica lucchese:"— Transcript della presentazione:

1 Stile di vita e malattie di una famiglia aristocratica lucchese:
Gino Fornaciari Stile di vita e malattie di una famiglia aristocratica lucchese: i Guinigi e Ilaria del Carretto Agorà della Scienza Biblioteca Civica Agorà 19 novembre 2016

2 PALEOPATOLOGIA LA PALEOPATOLOGIA
La Paleopatologia, definita da Sir Armand Ruffer – uno dei fondatori della disciplina – “the study of disease in ancient human remains” è diventata, in questi ultimi anni, una vera e propria branca autonoma della Medicina comprendente storia, archeologia, antropologia fisica ed anatomia patologica. Sir Armand Ruffer ( ) STORIA ARCHEOLOGIA ANTROPOLOGIA ANATOMIA PATOLOGICA PALEOPATOLOGIA 2

3 Mirko Dražen Grmek (1983) La “Patocenosi”

4 Popolazione PATOCENOSI ereditarietà ambiente frequenza malattie
Ambiente naturale (clima) Mirko Dražen Grmek (1983) ereditarietà ambiente Ambiente culturale (abitudini, cultura materiale) frequenza malattie Intensità (gravità) PATOCENOSI “è l’insieme delle malattie presenti in una popolazione in un determinato ambiente e in una determinata epoca” (Grmek)

5 Hoffmann, 2014 Bioarcheologia e Paleopatologia

6 Anche il gruppo di Paleopatologia
di Pisa, utilizzando queste nuove tecnologie, ha ottenuto risultati importanti: Virus del vaiolo Vaiolo del ‘500 (1986) Cancro del colon con mutazione dell’oncogene K-ras in un re di Napoli del ‘400 (1996) Sifilide venerea del ‘500 (1989) Treponema pallidum condiloma Virus del papilloma umano del ‘500 (2003) Malaria e Leishmaniosi nei Granduchi de’ Medici (2011) Malattia di Chagas e microbioma in una mummia precolombiana dell’ XI secolo (1992 e 2015)

7 La chiesa di S. Francesco
La Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa sta conducendo, con il finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e in accordo con la Soprintendenza Archeologica per la Toscana, lo studio antropologico e paleopatologico delle sepolture ritrovate nella Cappella di S. Lucia, annessa al complesso di S. Francesco e utilizzata come cappella privata e funeraria dalla famiglia Guinigi. La chiesa di S. Francesco La cappella di S. Lucia

8 le tombe plurime a cassone e le tre tombe singole
Cortesia G. Ciampoltrini, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana La cappella Guinigi nel complesso conventuale di S. Francesco a Lucca

9 Lastre terragne di Francesco di Bartolomeo Guinigi (+1358) e di Fetta di Guglielmo di Modigliana (+1359) da Donati, 2009

10 La maggior parte delle sepolture erano deposte in due cassoni funerari ed in un piccolo ossario
(Cortesia G. Ciampoltrini, E. Abela) Cassone Nord Cassone Sud dimensioni dei cassoni: 1x2 m

11 Tomba a cassone Nord in fase avanzata di esplorazione (Cortesia G. Ciampoltrini, E. Abela) I resti scheletrici ritrovati nelle tombe a cassone, dove si sono accumulati in seguito a deposizioni successive nel tempo, sono risultati non in connessione, per cui non è stato possibile effettuare una ricostruzione individuale degli scheletri.

12 Tomba a cassone Nord: sezione
(Cortesia G. Ciampoltrini, E. Abela)

13 Il progetto di studio, che segue il modello ormai collaudato per le serie dei Granduchi dei Medici di Firenze, dei della Rovere di Urbino e dei sovrani aragonesi di Napoli, ha già permesso di ottenere informazioni nuove sull’aspetto fisico, sullo stile di vita e sulle malattie degli esponenti di questa importante famiglia lucchese. Stemma dei Guinigi

14 I resti rinvenuti nelle tombe a cassone sono attribuibili ad una settantina di individui per il ciascun Cassone, per i quali è stato possibile determinare sesso ed età alla morte. Si tratta di un profilo demografico caratterizzato da una preponderante presenza di soggetti adulti in età avanzata

15 Entrambi i sessi sono presenti in ciascun Cassone, ma nel Nord sono prevalenti le donne, mentre nel Sud gli uomini, riflettendo probabilmente la destinazione d’uso attribuitagli da Francesco di Bartolomeo Guinigi: il Cassone Nord per la moglie e le donne della famiglia e il cassone Sud per le proprie spoglie e quelle dei discendenti maschi.

16 Stima della statura delle sepolture del Cassone Nord
uomini donne I valori della statura sono decisamente elevati per l’epoca, in particolare quelli maschili, se si considera che il valore medio dei cadetti di leva in Toscana, a metà dell’800, era di 165,6 cm.

17 La carie dentaria L’altissima incidenza di carie dentaria (ben 64,3% dei denti), superiore a tutte le serie coeve di confronto, depone fortemente non solo per una dieta ricca di zuccheri cariogeni raffinati, ma anche per una vera e propria predisposizione familiare alla malattia.

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19 La carie L’altissima incidenza di carie dentaria (ben 64,3% dei denti), superiore a tutte le serie coeve di confronto, depone fortemente non solo per una dieta ricca di zuccheri cariogeni raffinati, ma anche per una vera e propria predisposizione familiare alla malattia.

20 Caso particolare: usura non alimentare
Un caso particolare di usura non alimentare è l’individuo di sesso femminile LUCG n°1. La donna, di circa 40 anni, mostra i denti di entrambe le arcate fortemente usurati sulla superficie vestibolare, a causa di un’abrasione meccanica intenzionale. Si tratta di un quadro simile a quello di Isabella d’Aragona ( ), duchessa di Milano e di Bari*. *D’Errico, Villa e Fornaciari (1988)

21 Guinigi: dama ignota Isabella d’Aragona
Ritratto di nobildonna lucchese (fine XVI secolo) Ritratto di Isabella d’Aragona (Franceso Laurana) Guinigi: dama ignota Isabella d’Aragona La tipologia di usura è molto simile, ma la ignota dama dei Guinigi non presenta la patina nera di mercurio per la cura della sifilide come Isabella, quindi è probabile che praticasse solo una drastica igiene orale.

22 PROTESI DENTARIA RINASCIMETALE rinvenuta all’interno del Cassone Sud
Si tratta di una protesi dentaria mandibolare formata da cinque denti umani uniti assieme da una lamina metallica in oro. Quattro denti sono ancora uniti, mentre l’ultimo laterale di sinistra è rimasto isolato. I tentativi di associazione con le altre mandibole rinvenute nel Cassone Sud non hanno dato esito positivo.

23 Su ciascun dente, nella parte alta del moncone radicolare al disotto del colletto, furono praticati dal lato linguale due forellini di 0,8 mm di diametro, localizzati uno sopra l’altro, ben visibili radiologicamente.

24 Video della MicroCT (Dr. Daniele Panetta, CNR, Pisa)

25 In ciascun foro fu inserito un piccolo perno che attraversava la radice del dente, fissando la lamina all’elemento dentario. La lamina fuoriesce dai due denti laterali della protesi, piegandosi ad S, e su di essa si trovano altri due fori che avevano lo scopo di fornire ancoraggio ai denti ancora in sito.

26 La protesi dei Guinigi è molto simile a quelle del famoso odontoiatra Pierre Fouchard ( ), ma è da considerare più evoluta in quanto la lamina di supporto non è posizionata esternamente, sulla superficie linguale dei denti, ma all’interno dei monconi radicolari.

27 Gli isotopi stabili e la dieta
La determinazione dei valori del δ13C e del δ15N nel collagene dell’osso archeologico umano ed animale rende possibile la ricostruzione del sistema alimentare locale, della dieta umana e dei relativi modelli di sussistenza. Lo spettrometro di massa, con l’acceleratore 3-MV tandem, utilizzato per la determinazione degli isotopi stabili (2a Università di Napoli)

28 Confronto tra famiglie nobili:
i Guinigi e gli Aragonesi di Napoli (XVI secolo) L’analisi paleonutrizionale isotopica degli individui della tomba a cassone ha rivelato un’alimentazione particolarmente ricca di proteine di origine animale, assai simile a quella dei nobili Aragonesi di Napoli, anche se meno ricca di pesce.

29 L’apporto proteico dei campioni rurali medievali e post-medievali della Toscana si pone ad un livello nettamente inferiore rispetto ai nobili del Rinascimento, compresi i Guinigi, che si posizionano nella parte alta del grafico.

30 Le tombe femminili Tre sepolture primarie femminili, ad inumazione in cassa lignea, risultavano poste nel coro in posizione privilegiata, di fianco alle tombe a cassone di famiglia. La fase archeologica appartiene alla prima metà del ‘400.

31 Indagini effettuate per l’identificazione delle sepolture:
Informazioni storiche Studio antropologico e paleopatologico dei resti scheletrici Profilo isotopico delle tre donne, allo scopo ottenere informazioni sulla loro provenienza e sulla loro alimentazione Confronto isotopico con i resti scheletrici della tomba di famiglia a cassone

32 LE MOGLI DI PAOLO GUINIGI
Da “Le Croniche di Giovanni Sercambi, lucchese” Nel 1400 Paolo sposò M. Caterina degli Antelminelli (nipote di Castruccio Castracani), appena adolescente, che morì qualche mese dopo le nozze, forse di peste. Nel 1403 sposò Ilaria del Carretto, del marchesato di Zuccarello (Savona), dalla quale ebbe due figli. La morte di Ilaria nel 1406, a 26 anni, avvenne a causa di “febbri puerperali”. Nel 1407 Paolo sposò Piacentina dei Varano, figlia di Rodolfo Signore di Camerino, da cui ebbe 6 figli e che morì di parto, nel 1416, dopo 9 anni dal matrimonio. Nel 1420 ultimo matrimonio con Jacopa Trinci deli signori di Foligno. Jacopa morì subito dopo la seconda gravidanza nel 1422.

33 Sepoltura 2 (a destra della tomba a cassone)
(Cortesia G. Ciampoltrini, E. Abela) Si tratta di una donna adulta di discreta corporatura, ma con inserzioni muscolari poco sviluppate, con un’età antropologica compresa tra i 22 ed i 30 anni ed una statura di circa 167 cm, il cui bacino rivela pochi parti.

34 Profilo isotopico L’18O dei denti depone per un’origine non lucchese.
La paleonutrizione (15N e 13C) indica un tipo di alimentazione molto diversa da quella dei Guinigi della tomba a cassone. Guinigi Guinigi P: 0,003

35 (Cortesia G. Ciampoltrini, E. Abela)
Poiché a corredo della sepoltura sono stati rinvenuti un anello d’oro con castone di stile gotico ed una bolla papale di Martino V, che regnò tra il 1417 ed il 1431, i resti scheletrici dovrebbero essere quelli di Jacopa Trinci, dei signori di Foligno, che sposò Paolo Guinigi nel 1420 e morì nel 1422, alla seconda gravidanza, dopo aver partorito una bambina.

36 (Cortesia A. d’Aniello, S. Nelli)

37 (Cortesia A. d’Aniello)

38 Sepoltura 3 (a sinistra della tomba a cassone)
(Cortesia G. Ciampoltrini, E. Abela) Si tratta di un’adolescente con un’età antropologica compresa tra i 12 ed i 16 anni ed una statura di circa 160 cm.

39 Profilo isotopico di T3 L’18O dei denti depone per un’origine lucchese. La paleonutrizione (15N e 13C) attesta un tipo di alimentazione uguale a quella dei Guinigi della tomba a cassone. I dati ottenuti indicano una probabile identificazione con la prima moglie di Paolo Guinigi, Maria Caterina degli Antelminelli (+1400) che, in base ai documenti, morì attorno ai anni di età, forse di peste.

40 Sepoltura 1 (a sinistra della tomba a cassone)
(Cortesia G. Ciampoltrini, E. Abela) Si tratta di una donna adulta di corporatura piuttosto gracile, con un’età antropologica compresa tra i 20 ed i 27 anni ed una statura di circa 158 cm, con alcune alterazioni scheletriche (probabile sublussazione della testa del femore destro, asimmetria vertebrale da lieve scoliosi, esiti di frattura della clavicola destra).

41 Profilo isotopico di T1 P: 0,04 L’18O dei denti depone per un’origine non lucchese. La paleonutrizione (15N e 13C) indica un tipo di alimentazione molto diversa da quella dei Guinigi della tomba a cassone. Guinigi P: 0,04 Quindi, potrebbe trattarsi sia di Piagentina dei Varano (+1416), dei signori di Camerino, che di Ilaria del Carretto ( ), dei signori di Finale, proveniente dal castello di Zuccarello (Savona). Guinigi P: 0,003 P: 0,003

42 Però, mentre.. Piagentina visse a Lucca ben 9 anni, per cui il suo profilo isotopico alimentare, in base al turnover osseo, ebbe tutto il tempo di uniformarsi a quello dei Guinigi, Ilaria visse a Lucca meno di 2 anni, per cui mantenne il profilo isotopico originale, completamente diverso da quello dei Guinigi, proprio come nell’individuo in studio. Pertanto l’identificazione di T1 con Ilaria del Carretto appare la più verosimile.

43 Ulteriori indagini: Sarebbe utile conoscere la concentrazione dell’ 18O nelle acque del castello di Zuccarello all’epoca di Ilaria. Il dato può essere ottenuto dall’analisi di nuovi campioni ossei umani, o animali, coevi provenienti da questa località. Una ulteriore conferma della provenienza può venire dalla determinazione degli isotopi dello Stronzio (87Sr/86Sr) nello smalto dei denti, che si accumula in età infantile. Una conferma definitva potrebbe derivare dal confronto con il DNA mitocondriale di un discendente di Ilaria della linea materna, come il nipote Paolo di Campofregoso. Paolo Guinigi _______ Ilaria ( ) | Ilaria minor (1405) _______ Battista di Campofregoso Paolo di Campofregoso doge di Genova e cardinale ( ) sepolto a Roma nella Basilica dei SS. Apostoli

44 Gli altri Guinigi Restano ancora da studiare i resti scheletrici provenienti dalla tomba a cassone Sud, per un totale di circa 60 individui. Sarà così possibile ricostruire completamente la paleobiologia di questa importantissima famiglia lucchese. (Cortesia G. Ciampoltrini, E. Abela)

45 Divisione di Paleopatologia
Università di Pisa Divisione di Paleopatologia Laboratorio presso la Scuola Medica di Pisa Laboratorio presso la Certosa di Calci


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