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Pasqua e le sue tradizioni.

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Presentazione sul tema: "Pasqua e le sue tradizioni."— Transcript della presentazione:

1 Pasqua e le sue tradizioni

2 In tutto il mondo l’uovo è il simbolo della Pasqua
In tutto il mondo l’uovo è il simbolo della Pasqua. Dipinto o intagliato, di cioccolato o di zucchero, di terracotta o di cartapesta, l’uovo è parte integrante della ricorrenza pasquale. Simbolo della vita che nasce, l’uovo cosmico è all’origine del mondo: al suo interno avrebbe contenuto il germe degli esseri. Presso i greci, i cinesi e i persiani l’uovo era anche il dono che veniva scambiato in occasione delle feste primaverili, quale simbolo della fertilità e dell’eterno ritorno della vita. Anche in occasione della Pasqua cristiana, dunque, è presente l’uovo quale dono augurale, che ancora una volta è simbolo di rinascita, ma questa volta non della natura bensì dell’uomo stesso, della resurrezione di Cristo: il guscio è la tomba dalla quale Cristo uscì vivo. l'uovo di Pasqua

3 il pulcino Anche il pulcino come l'uovo era visto come simbolo di fertilità e quasi magia, a causa dell'allora inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto così particolare. Le uova, associate alla primavera per secoli, con l'avvento del Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma dell'uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce dall'uovo, oggetto a prima vista inerte, Gesù Cristo uscì vivo dalla sua tomba. 

4 Il coniglietto pasquale trova origine dai riti pagani precristiani sulla fertilità ed è considerato il simbolo del rinnovamento della vita e della primavera. Il coniglio come simbolo della Pasqua sembra avere origine in Germania nel XV secolo. Secondo la tradizione tedesca il coniglietto pasquale porta un cesto di uova colorate ai bambini che si sono comportati bene.

5 Fin da origini lontanissime, addirittura
La festa di Pasqua, oltre alle radicate motivazioni religiose, è legata al primo risvegliarsi della natura.  Fin da origini lontanissime, addirittura pre-cristiane l'evento nasce come motivo di ringraziamento e di offerta delle primizie del campo e dell'orto.  Oggi, come allora, in molti paesi europei troviamo sulle tavole le spighe di grano tramutate in pane, le erbe, le uova e l'agnello. I cristiani di origine pagana celebravano la Pasqua ogni domenica. Nel 325 con il concilio di Nicea si stabilì definitivamente che la Pasqua doveva essere celebrata da tutta la cristianità la prima domenica dopo la luna piena seguente l'equinozio di primavera.

6 L'agnello è una consuetudine religiosa
L'agnello è una consuetudine religiosa. L'offerta del sangue dell'agnello per gli ebrei era un atto religioso, ma politicamente simboleggiava le vite di tutti i figli d'Israele sacrificate dai faraoni. Ogni vita perduta nel corso della lotta per la libertà fu simbolizzata dall'agnello, mentre il pasto significò il sacrificio a Dio accettato dalla nazione per la propria libertà. In breve, la nazione d'Israele era nata da una lotta violenta e questa fu ritualmente simbolizzata nel sacrificio dell'agnello pasquale. La loro Pasqua dura otto giorni, durante i quali ogni famiglia mangia agnello con erbe amare dopo avere cosparso con il suo sangue gli stipiti della porta di casa, a ricordo del gesto che aveva significato la salvezza dei loro primogeniti.  Anche i cristiani mangiano agnello, sebbene questo abbia un significato diverso: esso rappresenta il corpo innocente di Gesù crocifisso. 

7 La Pasqua ebraica Gli ebrei celebrano con la loro Pasqua la liberazione dalla schiavitù egiziana, mentre i cristiani celebrano nel giorno di Pasqua la Resurrezione di Cristo. Fin dalla nascita della cristianità la data della Pasqua ebraica e di quella cristiana non coincisero e solo dopo qualche secolo dalla morte di Cristo la comunità cristiana stabilì un criterio più o meno univoco per determinare la data delle celebrazioni Pasquali. La loro Pasqua dura otto giorni, durante i quali ogni famiglia mangia agnello con erbe amare dopo avere cosparso con il suo sangue gli stipiti della porta di casa, a ricordo del gesto che aveva significato la salvezza dei loro primogeniti.

8 La Pasqua ortodossa Per gli ortodossi è la festa per eccellenza, da trascorrere insieme alla famiglia, agli amici, agli affetti più cari, come per i cattolici il Natale. Tutta la settimana santa viene celebrata con una solennità particolare, che ha il suo culmine nella cerimonia del sabato, quando, a mezzanotte in punto, il “pope” (sacerdote) bussando dall’esterno per tre volte alla porta maggiore della chiesa annuncerà “Cristo è risorto” (in greco Christos anesti, in russo Christos voskrès) e spalancando le porte della chiesa intonerà l’inno della resurrezione lanciando foglie di alloro. La cerimonia è resa particolarmente suggestiva dalla luce delle candele che tutti i fedeli tengono in mano. Il Pope che lancia le foglie di alloro I fedeli con le candele accese

9 La Pasqua cristiana La Pasqua cristiana deriva da quella ebraica, Pesah, che vuol dire passare oltre. E' la massima festività della liturgia cristiana, perchè celebra la passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo. Durante l’ultima cena Gesù secondo la narrazione evangelica, istituì il sacramento dell'eucarestia. Il fatto che il Signore decise di riportare in vita Gesù, ingiustamente ucciso, per i fedeli significa che Dio approvò le scelte di vita di Cristo.  Ossia l'aiuto ai poveri, la solidarietà, la fraternità e l'amore per gli altri, tanto da sacrificare la propria vita per questi ideali.  

10 Con il Mercoledì delle Ceneri ha inizio il periodo di Quaresima che culminerà nella Settimana Santa.
La Quaresima ha lo scopo di invitare i fedeli a imitare il periodo di 40 giorni di meditazione e astinenza che Gesù passò nel deserto prima di cominciare la sua predicazione. La Settimana Santa è quella in cui si celebrano i riti che condurranno alla Pasqua.             La Settimana Santa si apre con la Domenica delle Palme che rievoca l’entrata di Gesù a Gerusalemme con l’acclamazione del popolo che sventola palme e ramoscelli d’ulivo. Il Lunedì si ricorda l'invocazione di Gesù nell'orto degli ulivi.             Il Martedì si rievocano gli atti di Gesù che si prepara alla fine dei suoi giorni sulla terra. Altri atti della Passione, come la flagellazione e la coronazione di spine, vengono rievocati il Mercoledì.                                 

11 Il Giovedì santo è il giorno in cui la Chiesa, ricordando l'Ultima Cena di Gesù, celebra l'istituzione dell'Eucaristia e si rievoca la lavanda dei piedi per rinnovare la memoria di quell'atto di umiltà con cui Gesù Cristo li lavò ai suoi apostoli. Dopo la Messa si spogliano gli altari per rappresentarci Gesù Cristo spogliato delle sue vesti per essere flagellato e affisso alla croce, Dal Giovedì sino al Sabato santo si legano le campane in segno di partecipazione alla passione e alla morte di Cristo. Tra i riti della Settimana Santa la giornata del Venerdì è la più intensa e toccante perché si ricorda la Passione e Morte di Cristo, adorando la Croce. In molti paesi è possibile assistere alla rappresentazione della Via Crucis per le strade cittadine. Nel Sabato santo si slegano le campane, si onorano la sepoltura di Gesù Cristo e la sua discesa al limbo. Si benedice inoltre il fonte battesimale perché anticamente in questo giorno, e alla vigilia di Pentecoste, veniva conferito il Battesimo, e si accende il cero pasquale che verrà spento per l'Ascensione, a simboleggiare la presenza, prima e la dipartita poi, di Cristo tra e da gli uomini.

12 E’ il giorno della morte di Gesù sulla Croce.
Il Venerdì Santo E’ il giorno della morte di Gesù sulla Croce. Solitamente, poi, in ogni parrocchia si effettua la Via Crucis o più in generale la processione devozionale con il Crocifisso, le statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, o le statue che rappresentano i Misteri, ossia le stazioni della Via Crucis. Il Papa celebra quest'ultimo rito presso il Colosseo.

13 Poiché l'Eucaristia viene interamente consumata il Venerdì, il Sabato Santo i tabernacoli sono vuoti e, non essendoci il Santissimo Sacramento nelle chiese, entrando si genuflette adorando la Croce. Nella notte si celebra la solenne Veglia pasquale, che, nella chiesa cattolica, è la celebrazione più importante di tutto l'Anno Liturgico. Si celebra la Resurrezione di Cristo attraverso la liturgia del fuoco: al fuoco nuovo di accende il cero pasquale, che viene portato processionalmente in chiesa; durante la processione si proclama La luce di Cristo, e si accendono le candele dei fedeli. All'arrivo al presbiterio il cero è incensato e si proclama l'Annuncio Pasquale. La domenica di Resurrezione torna a riecheggiare la gioia della veglia pasquale.

14 Durante la Settimana Santa nei paesi cattolici si svolgono diversi riti che rievocano la Passione di Cristo: si benedicono le case, si consuma l'agnello pasquale, si distribuiscono uova e dolci a forma di colomba. In molti paesi si effettuano due processioni in contemporanea: una con il Cristo morto, l'altra con la Vergine Addolorata. Le processioni partono da due chiese diverse e si incontrano in un luogo preciso, in cui avviene ciò che viene chiamato "l'affrontata", ossia l'incontro di Maria con il figlio defunto.

15 PROVINCIA DI PALERMO Il centro storico di Palermo si anima con le spettacolari processioni del dramma doloroso di Cristo Morto, almeno quattro le più importanti: quella dei Cocchieri, della confraternita di Maria SS.Addolorata, della Soledad e dei Cassari, tante altre sono organizzate nei vari quartieri della città. I riti greci legati alla settimana santa hanno conservato il loro fascino all'interno della Piana degli albanesi, nel palermitano, dove si ritrovano cinque delle otto comunità albanesi presenti nell'isola. Qui resiste un clima di convivenza civile tra due diverse etnie quella ortodossa e quella cattolica. Il momento migliore per ascoltare i canti tipici è il venerdì santo, quando si intonano i passi evangelici che narrano la passione e morte del Cristo. A Prizzi è rappresentata la lotta tra bene e male, ma stavolta dal sapore profano rispetto alle precedenti. Alcuni cittadini si travestono da "diavoli" grazie all'ausilio di grandi maschere e costumi rossi ed attraversano la citta' con l'intento di prendere dei prigionieri da condurre all'inferno. Tale luogo altro non e' che una comune osteria dove i "dannati" sono obbligati a bere vino e ad offrirlo ai presenti. A tarda sera, quando oramai le botti saranno svuotate, interverra' la Vergine, accompagnata da uno stuolo di angeli, a liberare i malcapitati.

16 PROVINCIA DI AGRIGENTO
Tra tutte le manifestazioni che celebrano la Santa Pasqua nella provincia di Agrigento, quella che si svolge a San Biagio Platani è sicuramente una delle più suggestive. Questo rito che nasce dal culto della Madonna e di Cristo che origina la nascita delle due confraternite, Madunnara e Signurara. Questa divisione da origine ad una competizione vivacissima ed appassionante, che si conclude la notte di sabato, quando ciascuna confraternita allestisce la parte del corso che le compete. La preparazione richiede una grande quantità di materiale come le canne, il salice, l'asparago, l'alloro, il rosmarino, i cereali, i datteri, e il pane, ognuno dei quali è ricco di un alto significato simbolico. La parte più importante è costituita dagli archi centrali, sotto i quali la domenica mattina avviene l'incontro tra Gesù risorto e la Madonna. Di anno in anno, viene cambiata l'estetica del corso, mentre resta invariata la struttura architettonica, costituita dall'entrata, dal viale e dall'arco.

17 PROVINCIA DI CALTANISSETTA
Il Venerdì Santo a Caltanissetta si può assistere alla secolare processione del Cristo Nero che riesce ogni anno a coinvolgere nella preghiera tutta la città. All’imbrunire, il piccolo crocifisso viene portato in processione per le vie del centro storico su un prezioso baldacchino d’oro, portato a spalle dai raccoglitori di erbe selvatiche, i cosiddetti Fugliamara, protagonisti indiscussi della processione, che durante il solenne corteo intonano struggenti “Lamintanze”. È sicuramente la processione più sentita dagli abitanti della città, che per tutto il giorno si accalcano per le strade del centro storico per rivolgere una preghiera al “Signore della città”, chiamato così perché anticamente, sino al 1625, ne era il patrono.

18 PROVINCIA DI CATANIA Nei primi giorni della settimana santa si organizza a Caltagirone la Via Crucis. Molto caratteristica che sfrutta la maestosa scalinata della città che viene illimunata con lumini disposti in modo da formare immagini; tale via crucis ripercorre gli ultimi eventi della vita terrena di Gesù, dall'incontro con Pilato alla sua morte in croce. Uno dei momenti più forti per la fede di questa città è il venerdì santo, quando il Cataletto del Cristo morto e la statua della Madonna Addolorata sono portati in processione a spalla dai fedeli. La domenica di Pasqua si ha una processione più imponente: ci sono tre statue, quella di S. Pietro, quella del Cristo risorto e quella della Madre. Quando si ha l'incontro tra Madre e Figlio, in prossimità della scalinata di S. Maria del Monte, la statua della Madonna è liberata dal manto nero del lutto e scopre quello bianco e celeste, segno di gioia.

19 PROVINCIA DI ENNA La settimana santa ad Enna prevede una sentita e concreta partecipazione delle dieci confraternite presenti nella città. Il venerdì santo i confrati si ritrovano nel Duomo dove sono stati riposti i due simulacri, pronti per ripartire per una nuova processione che durerà fino a notte fonda, per poi rientrare nel Duomo. La domenica di Pasqua si ha l'incontro tra la Madonna ed il figlio risorto, evento che attua la scomparsa del dolore e l'arrivo della festa. A Pietraperzia, il Venerdì Santo rappresenta il momento di maggiore interesse. All’imbrunire viene portato fuori dalla chiesa una grande asta di legno alla cui sommità, in un cerchio di ferro vengono annodate delle fasce che ogni anno i fedeli annodano per sciogliere il loro voto a Cristo. A questo punto U Signuri di li fasci percorre le strade di tutto il paese, gli "incappucciati" seguono il simulacro portando a spalla la bara del Cristo morto e della Vergine.

20 PROVINCIA DI MESSINA Durante la settimana santa, a S. Fratello, nella provincia di Messina, si ha l'unione del dolore per la perdita del Cristo e della fastosità tipica del carnevale. Una miriade di contadini e pastori si travestono da "giudei" con dei particolari costumi costituiti da giubbe rosse e gialle impreziosite con motivi floreali e ricami e da un cappuccio rosso che ricopre la testa. Tali costumi ricordano in parte quelli dei soldati romani che flagellarono Gesù. Tali "giudei" ripercorrono le vie della città con squilli di trombe, catene minacciose e campanacci in modo allegro con il chiaro intento di distogliere l'attenzione popolare dal dolore per la morte di Gesù Cristo. Il contrasto ha il suo punto cruciale il venerdì santo, quando il corteo che segue il Crocifisso è disturbato ed interrotto nel suo cammino dall'arrivo festoso dei giudei.

21 PROVINCIA DI RAGUSA Tutta la settimana santa nella parte antica di Ragusa, Ibla, il giovedi santo si ha la visita dei fedeli alle varie parrocchie per i "sepolcri", cioè gli altari preparati in alcune chiese con fiori, vasi con cereali che riproducono l'originario sepolcro del Cristo; in altre chiese, come quella dedicata al Crocifisso, si rispetta l'antica usanza di lasciare la chiesa al buio. Il venerdi santo quando si ha la processione dei simulacri del Cristo e della Madonna. A Modica in provincia di Ragusa il giorno più caratteristico dei festeggiamenti pasquali cade proprio il giorno di Pasqua, quando il simulacro della Madonna ancora in lutto è portato in processione per la via principale della città; quando si scorge da lontano la statua del Cristo risorto, la processione prevede l'incontro delle due statue, la liberazione dal manto nero della Madonna ed il volo di colombe. L'evento è noto con l'espressione di "Madonna Vasa-Vasa" perchè, nel momento dell'incontro, le due statue si avvicinano per un bacio.

22 PROVINCIA DI SIRACUSA Il venerdì santo di Canicattini Bagni in provincia di Siracusa è caratterizzato da molti anni da una processione che ha perso alcuni dettagli organizzativi nel corso del tempo, ma non ha di sicuro perso il suo fascino ed il coinvolgimento dei numerosi fedeli. Si porta in processione, attuata attraverso l'ausilio di macchinari, la statua dell'Ecce Homo, in cartapesta e posta su di un fercolo di stile gotico, immagine preceduta da uno stendardo nero che anticamente era portato in processione dal contadino che aveva offerto la più grossa quantità di grano al Signore e che oggi è trasportata da una persona regolarmente retribuita. Anche le offerte di prodotti agricoli attuate nel passato sono state sostituite da quelle in denaro.

23 PROVINCIA DI TRAPANI La processione dei Misteri di Trapani si attua "a scinnuta dei misteri", cioè il gruppo statuario che rappresenta il "misteri" di turno viene posto in evidenza rispetto agli altri. In tutto si hanno sei misteri che sono addobbati per l'occasione, a partire dalla Caduta al Cedron, alla flagellazione, fino ad arrivare all'Addolorata. Ogni misteri è affidato ad una particolare confraternita di artigiani e lavoratori. Durante questi venerdì di Quaresima i ragazzi trasportano a spalla dei fercoli con delle immagini sacre e poi andranno in giro per la città a raccogliere le offerte dei fedeli. Il venerdì santo si ha la processione più imponente di questi misteri con la partecipazione dei 18 gruppi lignei appartenenti alle maestranze più l'urna del Cristo morto e dell'Addolorata. Tale processione parte nel primo pomeriggio del venerdi, con l'accompaganento musicale, per terminare la mattina del sabato.

24 La colomba è il simbolo dello Spirito Santo e vuole ricordare la pace che tornò fra Dio e gli uomini dopo il diluvio universale, infatti fu proprio una colomba a tornare nell’Arca di Noè con un ramoscello d’ulivo nel becco.

25 La fede e l'amore verso Dio rendano i credenti di ogni religione artefici coraggiosi di comprensione e di perdono, pazienti tessitori di un proficuo dialogo interreligioso, che inauguri un'era nuova di giustizia e di pace. Giovanni Paolo II

26 Specialmente per i piccoli e i poveri,
proclamiamo oggi la speranza della pace, della pace vera, fondata sui solidi pilastri dell'amore e della giustizia, della verità e della libertà.

27 Possano tutti i credenti del mondo
congiungere i loro sforzi per costruire un'umanità più giusta e fraterna; possano operare instancabilmente, perché le convinzioni religiose non siano mai causa di divisione e di odio, ma solo e sempre sorgente di fraternità, di concordia, di amore.

28 RINASCITA DOPO LA MORTE = PACE DOPO LA GUERRA
Gianluca

29

30 Gli alunni diversamente abili e gli alunni tutor hanno collaborato alla realizzazione di questo libro elettronico, coadiuvati nell’assemblaggio del progetto dalle docenti di sostegno. Si ringrazia il Dirigente Scolastico per averne consentito la realizzazione. Buona Pasqua


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