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ANCA articolazione prossimale dell’arto inferiore
orientare l’arto in tutte le direzioni dello spazio 3 gradi di libertà. enartrosi Rapporto tra testa del femore e acetabolo (cavità articolare dell’anca)
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GRADI di LIBERTA’ Piano frontale Piano sagittale Piano orizzontale
Asse antero-posteriore Movimenti di abduzione-adduzione Piano sagittale Asse trasversale Movimenti di flesso-estensione Piano orizzontale Asse verticale Movimenti di rotazione esterna ed interna
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Articolazaione coxofemorale
Grande stabilità Lussazione rara Minore ampiezza di movimento Funzione: Sostegno del peso locomozione
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Movimento di Flessione
Avvicina la superficie della coscia al torace 2 fattori influenzano l’ampiezza della flessione Movimento attivo/passivo Ginocchio esteso/flesso (mm ischiocrurali) Flessione attiva – ginocchio esteso 90° “ ginocchio flesso 120° Flessione passiva – ginocchio esteso 120° “ ginocchio flesso 145° Flessione passiva e simultanea di anche e ginocchia Contatto del tronco con le cosce x basculamento del bacino posteriormente in seguito a appianamento dell’iperlordosi
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Movimento di Estensione
Arto inferiore spostato posteriormente al piano frontale L’ampiezza dell’estensione influenzata dal del legamento ileo-femorale 2 fattori influenzano l’ampiezza della flessione Movimento attivo/passivo Ginocchio esteso/flesso (mm ischiocrurali) Estensione attiva – ginocchio esteso 20° “ – ginocchio flesso 10° Estensione passiva – ginocchio esteso 20° “ ginocchio flesso 30° L’estensione è aumentata per il basculamento in basso ed in avanti del bacino iperlorodsi lombare
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Movimento di Abduzione
Porta l’arto in fuori lo allontana dal piano di simmetria del corpo L’abduzione di un’anca si accompagna sempre all’abduzione dell’anca controlaterale per basculamento del bacino tramite l’inclinazione di una linea ideale passante per le fossette lombari Misura ROM arto abdotto / piano di simmetria del corpo Arto abdotto / arto controlaterale
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Movimento di Abduzione
Movimento massimo di abduzione arto abdotto / piano di simmetria del corpo 45° Arto abdotto / arto controlaterale ° In appoggio monopodalico l’abduzione dell’arto a 45° provoca un’inclinazione del bacino sul lato portante di 45° ed il rachide compensa l’inclinazione del bacino con una curva convessa sul lato portante
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Movimento di Abduzione
L’abduzione è limitata da: Legamento ileo-femorale e pubo-femorale collo femorale contro il ciglio cotiloideo Abduzione estrema negli atleti Attiva 120° - 130° Passiva 180° es. spaccata frontale Non è abduzione pura Basculamento in avanti del bacino Iperlordosi lombare Insieme di abduzione e flessione
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Movimento di Adduzione
Porta l’arto in dentro e lo avvicina al piano di simmetria del corpo NON ESISTE un movimento puro di adduzione dalla posizione di riferimento Movimento di adduzione relativa Si parte da una posizione di abduzione Movimento di adduzione combinata Combinata alla estensione dell’anca Combinata alla flessione dell’anca
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Movimento di Adduzione
Movimento di adduzione combinata Adduzione di un’anca / abduzione della controlaterale Con una inclinazione del bacino Incurvamento del rachide Es. in piedi con gambe divaricate e il peso del corpo su un arto Angolo di abduzione > angolo di adduzione Posizione seduta: adduzione flessione extrarotaione Questa è la posizione più instabile dell’anca
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Movimento di Rotazione
Posizione eretta o supina Extrarotazione punta piede verso fuori Intra “ “ “ “ dentro Posizione prona o seduta (detende i leg. Ileo e pubofemorali) Gamba flessa sulla coscia ad angolo retto Gamba inclinata in fuori intrarotazione “ “ in dentro extrarotazione Intrarotazione 30° - 40° Extrarotazione 60°
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Movimento di Rotazione
Dipende dall’angolo di antiversione del collo femore Fisiologica nell’infanzia Bambino angolo >> Cammino piede verso l’interno e piede piatto Patologica Bambini con abitudini posturali sbagliate Es. sedersi x terra fra i talloni con ginocchia flesse Grande plasticità bambino esagerata antiversione Correzione con posizione yoga
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Movimento di Circonduzione
Combinazione di movimenti elementari attorno ai 3 assi Descrive nello spazio un cono con vertice nel centro dell’articolazione Il cono di circonduzione non è regolare Le sue ampiezze non sono uguali in tutte le direzioni dello spazio
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Rapporti articolari Enartrosi La testa femorale : 2/3 di una sfera
Superifici sferiche La testa femorale : 2/3 di una sfera Al centro si incorciano i 3 assi Orizzontale Verticale Antero-posteiore Cavità glenoidea accoglie la testa femore Semisfera Ricoperta da un cercine cotiloideo
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Testa del Femore Anglo di inclinazione: 125°
asse del collo del femore (è obliquo- in alto, in dietro, in avanti) Asse diafisario Angolo di declinazione o antiversione: 10° - 30° asse del collo del femore Piano frontale (passante x il centro della testa)
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Cavità Cotiloidea Cavità cotiloidea è orientata
in fuori in basso in avanti Linea immaginaria dell’orientamento del cotile con l’asse orizzontale forma un angolo di 30° - 40° Angolo di Wiberg 30° (linea passante per il cotile e l’asse antero-posteriore) Parte superiore del cotile deborda dalla testa
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Rapporti Superfici Articolari
Diverso orientamento dei 2 capi articolari: Testa del femore (in alto, in dentro, in avanti) Cavità glenoide (in fuori, in basso, in avanti) La parte antero-posterire della cartilagine rimane scoperta Coincidenza superfici articolari Flessione 90° Abduzione leggera Extrarotazione leggera Corrisponde alla posizione quadrupede
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Architettura del Femore e del Bacino
RISCHIO FRATTURA COLLO Il peso del corpo dalla testa del femore è trasmesso alla diafisi attraverso il collo femorale (braccio di leva) In stazione eretta l’asse meccanico che unisce le 3 articolazione lascia all’esterno l’asse di forza femorale frattura del collo del femore Struttura tipica delle lamelle di osso spongioso
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Architettura del Femore
LAMELLE OSSO SPONGIOSO 4 fasci Fascio arciforme Corticale esterna della diafisi parte inferiore corticale cefalica Fascio cefalico Corticale interna della diafisi e corticale inferiore collo parte superiore corticale cefalica Fascio trocanterico Corticale interna della diafisi grande trocnatere Fibre corticali parallele al grande trocantere
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Rischio fratture - osteoporosi
Il fascio arciforme e il fascio cefalico Formano una struttura solida che interessa la testa e la parte inferiore della corticale del collo Il fascio arciforme e il fascio trocanterico Formano una struttura solida che la parte superiore della corticale del collo Fra queste 2 strutture esiste una parte meno solida a rischio di fratture e l’osteoporosi la rende ancora più fragile
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Struttra del Bacino Struttura ad anello chiuso
trasmette le sollecitazioni verticale del rachide alle 2 articolazioni coxo-femorale Travate sacro-cotiloidee Travate sacro-ischiatiche
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Articolazione coxofemorale
Il rapporto fra le due superfici è reso idoneo dal labbro che amplia la superficie articolare rendendola idonea ad accogliere la testa del femore e a contenere l’articolazione stessa
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Cercine Cotiloideo Anello fibrocartilagineo
Inserito sul ciglio cotiloideo Aumenta la profondità della cavità
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Articolazione coxofemorale
Al centro della cavità glenoidea è presente una depressione chiamata fossa dell’acetabolo che accoglie il legamento rotondo che si inserisce sulla fovea capitis del femore portando una maggiore stabilità all’articolazione
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Legamento Rotondo Benderella fibrosa Scarso ruolo meccanico
Importatne ruolo nella vacolarizzazione Branca posteriore dell’arteria otturatoria Arteria del legamento rotondo
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Capsula Articolare Manicotto cilindrico
fra l’osso iliaco e l’estremità sup. femore Rinforzata da potenti legamenti Superficie anteriore: Legamento ileo-femorale Fascio ileo-pertrocanterico Fascio ileo-piccolo trocantere Legamento pubo-femorale Superficie posteriore: Legamento ischio-femorale
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Legamenti e flesso-estensione
Ipotesi uomo quadrupede Flessione di anca i legamenti sono detesi Estensione di anca i legamenti si detendono Posizione di riferimento: in piedi i legamenti sono moderatamente tesi
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Legamenti e intra-extrarotazione
Rotazione esterna: La linea intertrocanterica si allontana dal ciglio cotiloideo leg. Ileo-pertrocanterico teso pubo-femorale teso Lig. Ischio-femorale deteso Rotazione interna: leg. Ileo-pertrocanterico deteso pubo-femorale deteso Lig. Ischio-femorale teso
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Legamenti e Adduzione-Abduzione
Leg. Ileo-pertrocanterico si tende Leg ischio-femorale lieve tensione Leg ischio-femorale si rilascai Abduzione: Leg. pubofemorale si tende Leg ischio-femorale si tende Gli altri si detendono
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Fattori di Coattazione
Testa del femore premuta nella cavità glenoidea dalla forza di reazione (direzione ascendente) che si oppone al peso del corpo (direzione discendente) Contatto fra le 2 superfici: 2 fattori Pressione Atmosferica: Positiva all’esterno Negativa all’interno Legamenti e Muscoli Anteriormente predominanza di leg. Robusti Posteriormente predominanza muscoli
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Muscoli Flessori dell’Anca
Situati davanti al piano frontale passante per il centro dell’articolazione Tutti passano al davanti dell’asse di flesso-estensione Principali: Ileo-psoas Sartorio Retto anteriore Tensore della fascia lata
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Muscoli dell’arto inferiore
ILEOPSOAS plesso lombare e nervo femorale E’ formato dal grande psoas (facce laterali della XXI T e delle prime 4 L e dal muscolo iliaco (labbro interno cresta iliaca- due spine iliache anteriori- fossa iliaca- ala del sacro) Si uniscono per inserirsi sul femore
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ileopsoas AZIONE: 1. Flette la coscia sul bacino adducendola e ruotandola esternamente 2. : flette il tronco e lo inclina dal proprio lato prendendo punto fisso sul femore
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Muscoli anteriori della coscia
M. SARTORIO nervo femorale AZIONE: Flette la coscia sul bacino Flette la gamba sulla coscia Può abdurre e ruotare all’esterno la coscia
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Muscoli anteriori della coscia
M. QUADRICIPITE FEMORALE nervo femorale E’ composta da quattro fasci: Retto femorale Vasto laterale Vasto mediale Vasto intermedio
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Retto Anteriore Potente flessore:
La sua azione dipende dal grado di flessione del ginocchio + efficace a ginocchio flesso Importante nella marcia (fase di avanzamento) Flette l’anca Estende il ginocchio
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Muscoli anteriori della coscia
TENSORE DELLA FASCIA ALATA AZIONE: Stabilizza il bacino Abduce la coscia Flette coscia
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Flessione Anca muscoli accessori
Pettineo: >> adduttore Medio adduttore: partecipa alla flessione Retto interno fasci anteriori del piccolo e medio gluteo
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Muscoli Flessori dell’Anca
Si distinguono in 2 gruppi: Flessori – Abduttori – Intrarotatori Fasci anter. Medio e piccolo gluteo Tensore della fascia lata Flessori – Adduttori – Extrarotatori Ileo-psoas Pettineo Medio Adduttore
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Muscoli Estensori dell’Anca
Situati dietro al piano frontale passante per il centro dell’articolazione 2 gruppi in base alla sede di inserzione estremità superiore del femore In prossimità del ginocchio Prinicpali: Grande gluteo bicipite Ischiocrurali semitendinoso semimembranoso Terzo adduttore
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Muscoli estensori GRANDE GLUTEO Nervo gluteo iinferiore Azione:
estende e ruota lateralmente il femore facendo punto fisso sul femore: 2. mantiene la stazione eretta e 3. favorisce la deambulazione
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ischiocrurali Sono muscoli biarticolari
Efficacia dipende dalla posizione del ginocchio L’estensione ginocchio facilita l’estensione il loro lavoro di estensione dell’anca
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MM med. e post. della coscia
M. BICIPITE FEMORALE Nervo tibiale e peroniero AZIONE. Estende la coscia Flette la gamba
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MM Med. e post. della coscia
M. SEMITENDINOSO Nervo tibiale AZIONE: Estende la coscia Flette la gamba Adduce e ruota internamente la gamba
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MM med. e post. della coscia
M. SEMIMEMBRANOSO Nervo tibiale AZIONE: Estende la coscia Flette la gamba Adduce e ruota intern. la gamba
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Muscoli Estensori dell’Anca
Azioni secondarie di abduzione / adduzione Asse antero-posteriore YY’ MM passanti al di sopra dell’asse YY’ Fasci più alti del grande gluteo Fasci posteriori del medio e piccolo gluteo Determinano abduzione MM passanti al di sotto dell’asse YY’ Ischiocrurali Grande gluteo Adduttori (al di dietro del piano frontale) Determinano adduzione
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Movimento Puro Contrazione antagonista sinergica equilibrata fra i diversi gruppi muscolari che provocano il movimento. Es. estensione senza componente adduttoria o abduttoria tutti i muscoli estensori devono contrarsi Ciò vale per tutti i movimenti
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Muscoli Estensori dell’Anca
Stabilizzano il bacino sul piano anteroposteriore Il bacino bascula in avanti il CG passa davanti all’articolazione dell’anca e i mm si attivano per raddrizzarlo Nella deambulazione il movimento di estensione dell’arto è dovuto solo agli ischiocrurali. Nella corsa il grande gluteo è in primo paino
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Muscoli Abduttori dell’Anca
Situati al di fuori del piano sagittale passante per il centro dell’articolazione Mm principali Medio gluteo Piccolo gluteo Tensore della fascia lata piriforme
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Muscoli Abduttori dell’Anca
Medio gluteo nervo gluteo superiore AZIONE: Abduce il femore e lo ruota esternamente Inclina lateralmente il bacino prendendo punto fisso sul femore
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Muscoli Abduttori dell’Anca
Piccolo gluteo Nervo gluteo superiore AZIONE: Abduce e ruota il femore Inclina omolateralmente il bacino prendendo punto fisso sul femore
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Muscoli Abduttori dell’Anca
PIRIFORME collaterale plesso sacrale AZIONE: Ruota lateralmente il femore Stabilizzatore dell’articolazione coxofemorale
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Muscoli Abduttori dell’Anca
Azione secondaria di flessione – estensione, ciò dipende dalla posizione dei mm rispetto ad un piano frontale Mm situati al davanti – flessione – intrarot Tensore della fascia lata Fasci anteriori del medio gluteo Quasi totalità del piccolo gluteo MM situati al di dietro – estensione - extrarot Fasci posteriori del piccolo e medio gluteo Fasci abduttori del grande gluteo
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Equilibrio Trasversale del Bacino
Appoggio bilaterale Contrazione simultanea degli adduttori e abduttori. Il bacino è stabile in posizione asimmetrica Appoggio unilaterale L’equilibrio è assicurato solamente dagli abduttori del lato portante
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Muscoli Adduttori dell’Anca
Situati all’interno del piano sagittale passante per il centro dell’articolazione Visti posteriormente formano un ventaglio lungo tutta la lunghezza del femore Mm responsabili del movimento: Grande adduttore
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Muscoli Adduttori dell’Anca
GRANDE ADDUTTORE Nervo otturatore e ischiatico AZIONE: Adduce Ruota estern la coscia
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Muscoli Adduttori dell’Anca
Retto interno Semimebranoso – Semitendinoso – bicipite femorale Grande gluteo (quasi totalità) Quadrato del femore Pettineo Otturatore interno Otturatore estenro
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Muscoli Adduttori dell’Anca
GRANDE GLUTEO Nervo gluteo iinferiore Azione: estende e ruota lateralmente il femore facendo punto fisso sul femore: 2. mantiene la stazione eretta e 3. favorisce la deambulazione
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Muscoli Adduttori dell’Anca
QUADRATO DEL FEMORE Ramo collaterale del plesso sacrale AZIONE: Ruota lateralmente il femore Stabilizza l’articolazione dell’anca
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Muscoli Adduttori dell’Anca
M. PETTINEO Nervo femorale AZIONE Adduce Flette Ruota esternamente la coscia
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Muscoli Adduttori dell’Anca
OTTURATORIO INTERNO nervo otturatorio interno AZIONE: Ruota lateralmente il femore Stabilizza l’articolazione coxofemorale
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Muscoli Adduttori dell’Anca
OTTURATORIO ESTERNO nervo otturatorio AZIONE: Ruota lateralmente il femore Stabilizza l’articolazione dell’anca
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MM. med. e post. della coscia
M. GRACILE nervo otturatorio AZIONE: Adduce la coscia Flette e ruota medialmente la gamba
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MM med. e post. della coscia
M. ADDUTTORE LUNGO NERVO OTTURATORIO AZIONE: Adduce Ruota estern la coscia
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MM med. e post. della coscia
M. ADDUTTORE BREVE NERVO OTTURATORIO AZIONE: Adduce Ruota estern la coscia
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Muscoli Adduttori dell’Anca
Azione secondaria di flessione – estensione. Dipende dalla sede della loro inserzione superiore rispetto al piano frontale Dietro sulla branca ischio-pubica i mm sono estensori Fasci inferiori del grande adduttore Terzo adduttore Mm posteriori della coscia Davanti sono flessori Pettineo Piccolo e medio adduttore Fascio superiore del medio adduttore Retto interno
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Muscoli Rotatori dell’Anca
Rotatori interni: Tensore della fascia lata Piccolo gluteo Medio gluteo
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Muscoli Rotatori dell’Anca
GEMELLI Rami collaterali del plesso sacrale AZIONE: Ruotano lateralmente il femore Stabilizzano l’articolazione coxofemorale
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INDICAZIONI ALL’INTERVENTO
FRATTURA DEL FEMORE MEDIALE: SOTTOCAPITATA MESOCERVICALE LATERALE: BASICERVICALE PERTROCANTERICA SOTTOTROCNATERICA
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INDICAZIONI PROTESI TOTALE
Artrite Spondilite anchilosante Necrosi avascolare Dopo frattura o lussazione idiopatica Tumore osseo Malattia dei cassoni Malattie degenerative articolari - artrosi Displasia congenita dell’anca
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INDICAZIONI PROTESI TOTALE
Protesi d’anca fallita Frattura o lussazione Acetabolo Estremo prossimale del femore Fusione o pseudoartrosi d’anca Osteomielite Epifisiolisi femorale Emofilia Nefropatie Tubercolosi
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FRATTURE DI FEMORE FRATTURE MEDIALI:
ENDOPROTESI (SOSTITUZIONE DI UNO SOLO DEI DUE CAPI ARTICOLARI – STELO E TESTA OMERALE)
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FRATTURE DI FEMORE FRATTURE LATERALI:
MEZZI DI SINTESI (CHIODI DI ENDER – PLACCA E VITI – CHIDO GAMMA BLOCCATO)
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ARTROSI AFFEZIONE DEGENERATIVA CRONICA A CARICO DELLE STRUTTURE OSSEE E DELLE COMPONENTI ARTICOLARI (CARTILAGINE,SINOVIA, CAPSULA).
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ARTROSI Classificazione Artrosi Primaria o Idiopatica;
Artrosi Secondaria a Fattori Locali e Generali ed a Eventi Traumatici.
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EZIOLOGIA FORME PRIMARIE: FORME SECONDARIE: sconosciuta
ETÀ (aumenta con l'età dopo i 50 anni) SESSO (sotto i 50 anni maschi; femmine sopra i 50 anni METABOLISMO (artrosi associata ad obesità, ipertensione, diabete) GENETICA (ereditarietà autosomica dominante nell'artrosi generalizzata)
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EPIDEMIOLOGIA ricopre il 9,4 % di tutte le patologie
E’ la causa più frequente di invalidità transitoria o permanente nella popolazione italiana.
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Meccanismo patogenetico
alterazione biochimica degenerativa della composizione della sostanza fondamentale (ex. proteoglicani) della cartilagine articolare.
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Meccanismo patogenetico
patogenesi dell'artrosi come un difetto di biosintesi dei proteoglicani da parte del condrocita (elemento vivente della cartilagine preposto alla sintesi ed al catabolismo della sostanza fondamentale).
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Anatomia patologica Alterazioni cartilaginee (colorito giallastro delle articolazioni; assotigliamento e fissurazioni; ulcerazioni, che possono mettere a nudo l'osso subcondrale) Osteofiti marginali (cercini ossei a becco) Osteosclerosi subcondrale (addensamento di tessuto osseo nelle zone di maggiore carico alternato a quadri di rarefazioni ossee "cavità pseudocistiche o geodi") Alterazioni della membrana sinoviale e della capsula artricolare.
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Caratteristiche generali
Gruppo eterogeneo di condizioni acomunate da patologie e condizioni radiiografiche simili Perdita focale di cartilagine articolare all’interno di una articolazione sinoviale accompagnata da una reazione ipertrofica nell’osso subcondrale e nel margine articolare
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Caratteristiche generali
Evidenza radiografica di restringimento dello spazio articolare, sclerosi subcondrale, formazione di cisti e osteofiti marginali Frequente correlata all’età, con chiari schemi di coinvolgimento di mani, anche , ginocchia e articolazioni interspinose del rachide
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Caratteristiche generali
CARATTERISTICHE CLINICHE dolore articolare durante l’uso, rigidità delle articolazioni dopo un periodo di inattività perdita di articolarità (ROM)
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SINTOMI Dolore durante l’attività
Rigidità dopo inattività (che permane di solito per circa 30 minuti) Perdita di movimento (difficoltà nello svolgere alcuni compiti) Senso di insicurezza e instabilità Limitazioni funzionali e handicap
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SEGNI Punti dolenti alla pressione intorno al margine articolare
Edema duro del margine articolare Scrosci e crepiti articolari (rumore di crepitio o blocchi) Modesta infiammazione Movimenti limitati e dolenti Rigidità articolare Instabilità (evidente distruzione ossea o articolare)
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CLINICA Il quadro sintomatologico della patologia artrosica è dominato da un dolore di tipo gravativo che insorge generalmente all'inizio del movimento, raggiunge un acme al carico massimo dell'articolazione, cessa con il riposo ed il calore o la sottrazione al carico. Esso è costante ed ingravescente anche se con il movimento cede.
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QUADRO CLINICO La malattia è alternata da periodi di remissione e
periodi di riacutizzazione della sintomatologia.
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CLINICA RIGIDITÀ si manifesta al mattino "al risveglio" e si risolve dopo qualche movimento di flesso-estensione.
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CLINICA L'artrosi dell'anca si manifesta clinicamente con coxalgia che si accentua con lo sforzo, e zoppia. L'irradiazione del dolore è all'inguine alla faccia interna della coscia ed al ginocchio; Limitazione dei movimenti di flessione, estensione, rotazione interna, rotazione esterna, abduzione ed adduzione.
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ALTERAZIONI RADIOLOGICHE
Diminuzione della rima articolare, per degenerazione e assotigliamento della cartilagine Sclerosi dell'osso subcondrale Cavità geodiche Osteofiti articolari (accumulo di materiale catabolico che favorisce il precipitare di sali di calcio) Progressiva deformazione dei contorni articolari, per fenomeni regressivi (ulcerazioni della cartilagini) e fenomeni produttivi (osteofiti) Anchilosi ossea subtotale e totale
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ARTROSI ENDOPROTESI (SOSTITUZIONE DI UNO SOLO DEI DUE CAPI ARTICOLARI – STELO E TESTA OMERALE) ARTROPROTESI (SOSTITUZIONE DELL’INTERA ARTICOLAZIONE: CAVITA ACETABOLARE E TESTA FEMORALE)
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ARTROSI IGIENE POSTURALE: DIMINUZIONE DEL PESO CORPOREO
UTILIZZO DI AUSILI PER DISTRIBUIRE IL CARICO ESERCIZI DI MOBILIZZAZIONE PASSIVA E ATTIVA DELL’ARTICOLAZIONE
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TERAPIA dell’ARTROSI TERAPIA CON ANTINFIAMMATORI NON FANS
TERAPIA CON GLUCOSAMMINA X IL MANTENIMENTO DELLA CARTILAGINE PRESENTE TERAPIA FISICA ANTALGICA TERAPIA RIABILITATIVA
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Esercizi per pazienti NON sottoposti a protesi
Da supino: Rotazione intra ed extra dell’arto inferiore
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Esercizi per pazienti NON sottoposti a protesi
Da supino Sforbiciate contro resistenza
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Esercizi per pazienti NON sottoposti a protesi
Da supino Elevazione dell’arto teso
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Esercizi per pazienti NON sottoposti a protesi
Da supino Elevazione del ginocchio al petto
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Esercizi per pazienti NON sottoposti a protesi
Sul fianco: Accavallamenti delle ginocchia
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Esercizi per pazienti NON sottoposti a protesi
Sul fianco: Calci laterali
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Esercizi per pazienti NON sottoposti a protesi
In piedi: Elevazione dell’arto sul paino sagittale Elevazione dell’arto sul piano frontale
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CONTROINDICAZIONI alla protesi d’anca
Controindicazioni assolute: Infezione in fase acuta dell’articolazione Infezione sistemica o sepsi Articolazione neuropatica Tumore maligno che non consente un’adeguata fissazione dell’impianto
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CONTROINDICAZIONI alla protesi d’anca
Controindicazioni relative: Infezione localizzata,in particolare vescica, cute,torace o altre localizzazioni. Muscolatura abduttoria assente o insufficiente Deficit neurologico progressivo Qualsiasi processo che distrugga rapidamente l’osso Pazienti che richiedono procedure urologiche importanti es. resezione transuretrale della prostata
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Norme da eseguire prima del ricovero
Essere provvisti di un numero di telefono di un familiare o di un amico Fare installare un rialzo per il water nel bagno del paziente durante il suo ricovero
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Norme da eseguire prima del ricovero
Durante la degenza in ospedale: Vestiti al ginocchio Biancheria intima comoda Portare vestiti usati più frequentemente x far pratica dopo alcuni giorni dall’intervento nella vestizione Portare scarpe senza stringhe
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Norme da eseguire prima del ricovero
Consigli per la convalescenza a casa: Misurare l’altezza del letto Misurare l’altezza del water e sistemare la carta igienica in modo da non compiere movimenti di rotazione per prenderla Misurare l’altezza della poltrona Sistemare adeguatamente le provviste in cucina deve essere evitata un’eccessiva flessione dell’anca con carico moderato
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Accertamenti in fase preoperatoria
Ematochimici: emocromo completo, elettroforesi sieroproteica, proteine totali, azotemia, creatininemia, bilirubinemia, sodiemia, potassiemia, pseudocolinesterasi creatininfosfochinasi (CPK), AST (sGOT), ALT (sGPT), tempo di protrombina, tempo di tromboplastina parziale, esame delle urine. - Gruppo sanguigno (solo per interventi di sostituzione protesica) -ECG - Radiografia del torace
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TERAPIA La sera prima dell’intervento inizia la profilassi anitbiotica e antitrombotica Al paziente verrà sottoposto per accettazione un modulo di consenso per l'intervento, per l'anestesia e per eventuali trasfusioni di sangue.
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Artrosi Riabilitazione pre-intevento
Istruire sulle operazioni da adottare per prevenire le lussazioni Istruzioni sui trasferimenti Per entrare ed uscire dal letto Sedia Restrizioni sull’altezza della sedia: evitare sedie basse. Si insegna a guardare il soffitto mentre si siede per evitare di inclinare in avanti il tronco Evitare di incrociare le gambe sedendosi Alzarsi da una sedia: prima scivolare sul bordo della sedia e poi alzarsi
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Artrosi Riabilitazione pre-intevento
Uso di una comoda rialzata: il sedile amovibile è sistemato sulla poltrona inclinato, con la parte dietro, al fine di aiutare la persona ad alzarsi. Il sedile rialzato va installato al domicilio prima dell’intervento
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Artrosi Riabilitazione pre-intevento
DEAMBULAZIONE: deambulatore In scarico Carico sfiorante Carico parziale progressivo stampelle
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Artrosi Riabilitazione pre-intevento
ESERCIZI: Rinforzare la muscolatura Mantenere o aumentare il ROM articolare attivo e passivo Mostrare ciò che verrà fatto il primo giorno Passaggi posturali Trasferimenti letto - Wc
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FASE POSTOPERATORIA Al termine dell'intervento l'arto operato, avvolto in apposite bende elastiche è posto in una ferula di posizione Sulla ferita verrà posta una borsa del ghiaccio. Dalla coscia fuoriescono due tubicini di drenaggio che verranno rimossi dopo 2 giorni.
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FASE POSTOPERATORIA RISCHIO: LUSSAZIONE
Endoprotesi: maggiore rischio di lussazione Artroprotesi: minore rischio di lussazione
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FASE POSTOPERATORIA PROTESI CEMENTATE:
Caricare secondo tolleranza con un deambulatore per almeno 6 settimane Poi utilizzare una stampella nella mano controlaterale per 4-6 mesi
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FASE POSTOPERATORIA PROTESI NON CEMENTATE:
Deambulazione con carico sfiorante usando un deambulatore per 6-8 settimane Poi utilizare un bastone nella mano controlaterlae per un periodo di 4-6 mesi
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FASE POSTOPERATORIA La carrozzina può essere utile per percorrere lunghe distanze, evitare una flessione eccessiva dell’anca, oltre i 80° Bisogna assicurarsi che i poggiapiedi siano sufficientemente lunghi. Sistemare un cuscino triangolare sul sedile della carrozzina, con il lato più spesso posteriormente , per evitare una flessione eccessiva dell’anca.
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Riabilitazione postoperatoria
Cuscino di abduzione A letto mettere un cuscino di abduzione per gli arti inferiori Per evitare una lussazione della protesi. Il cuscino non permette una flessione eccessiva del ginocchio e dell’anca Da utilizzare mentre si dorme o si riposa a letto per un periodo di 5-6 settimane
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Riabilitazione postoperatoria
Controllo temperatura Controllo drenaggio Controllo fascia elastica Minzione spontanea Rimozione catetere Ginnastica vescicale Regolarizzazione dell’evacuazione con lassativi sondina rettale Clistere
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Riabilitazione postoperatoria
Riabilitazione per l’uso del bagno Agevolare l’uso del bagno con assistenza e con l’uso di un alza-water Insegnare i trasferimenti in bagno quando il paziente è in grado di camminare per 3-4 metri fuori dalla stanza Usare sempre un sedile per la comoda di rialzo
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Riabilitazione postoperatoria
AUSILI: Il terapista occupazionale procurerà gli ausili e lui stesso o l’infermiere e istruirà il paziente circa le attività assistite della vita quotidiana Raccoglitore o infilacalze per aiutare a prendere gli oggetti sul pavimento o per infilare i calzini e collant Utilizzare il calzascarpe per infilare scarpe o pantofole chiuse
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Riabilitazione postoperatoria
ISTRUZIONI PER I TRASFERIMENTI Dal letto alla sedia Evitare di chinarsi in avanti per alzarsi dalla sedia o dal letto Prima far scivolare le anche in avanti fino al bordo anteriore della sedia, poi cominciare ad alzarsi Non incrociare le gambe quando ci si volta dalla posizione supina a quella seduta sul letto Assistere il paziente fino a quando non è in grado di effettuare trasferimenti sicuri
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Riabilitazione postoperatoria
TRASFERIMENTI Bagno Usare un alza-water con assistenza Continuare l’assistenza finché non è in grado di effettuare trasferimenti sicuri
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Riabilitazione postoperatoria
TRAINING PER LE SCALE Il buono sale in paradiso L’arto “buono” o non operato sale per primo il gradino Il cattivo scende all’inferno L’arto “cattivo” od operato scende per primo il gradino
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Riabilitazione postoperatoria
Trasferimenti verso casa Insegnare al paziente a viaggiare sul sedile posteriore di un auto a 4 porte, reclinare o sistemare il sedile in maniera confortevole, ponendo uno o due cuscini sotto la testa o le spalle per evitare di affossarsi Evitare di sedersi nel modo consueto (anca flessa oltre i 90°) per evitare una lussazione posteriore in caso di frenata improvvisa
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Riabilitazione postoperatoria
Trasferimenti verso casa Per chi non ha un auto a 4 porte, sedersi sul sedile anteriore con due cuscini e lo schienale reclinato (ridurre al minimo la flessione d’anca) Seguire questi principi per 6 settimane, finche non sia raggiunta la stabilizzazione dei tessuti molli
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Riabilitazione postoperatoria
Trasferimenti verso casa È possibile cominciare a guidare 6 settimane dopo l’intervento Rivedere le precauzioni da adottare e le istruzioni insieme al paziente
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Riabilitazione postoperatoria
Progredire con li esercizi di Abduzione dell’anca fin quando il paziente non è in grado di deambulare normalmente
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Indicazioni sulla sedia: deve avere braccioli. deve essere alta almeno 70 cm, inclusa l’imbottitura, dall’alto del cuscino a terra. Se siete particolarmente alti, vi servirà una sedia più alta o se siete bassi più bassa. Se non avete una sedia con i braccioli potreste chiederne una in prestito. Se la vostra sedia deve essere alzata potreste farvi realizzare delle prolunghe per le gambe della sedia.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Come sedersi: Camminate verso la sedia, giratevi lentamente. Quando sentite che il retro delle vostre gambe tocca il cuscino, avanzate la gamba operata davanti a voi Sorreggetevi ai braccioli e portando il peso sulle braccia e sull’arto non operato, sedetevi lentamente.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Come alzarsi: Con l’arto operato dritto, spostate il peso sull’arto non operato e spingetevi in alto con le braccia. Ristabilite l’equilibrio e riprendete il vostro bastone o le vostre stampelle
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Il letto: Il vostro letto deve essere alto almeno 70 cm, dal materasso al pavimento. Dovete posizionarlo in modo tale che possiate muovervi agevolmente nel salire e scendere dallo stesso in modo tale che possiate salire prima con la gamba non operata e poi tirare su quella operata.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Come salire e scendere dal letto: Per salire sul letto posizionatevi dal lato della gamba operata. Sedetevi sul letto e spingetevi indietro fino a poggiarvi con sicurezza prima di girarvi verso l’estremità del letto. Fate la stessa procedura al contrario per scendere dal letto. Non dormite sul lato operato per le prime 6 settimane dopo l’operazione
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Come sollevare le coperte: Un piumino o una trapunta sono più facili da muovere piuttosto che delle coperte. Se non c’è nessuno che sistemi le coperte: a portata di mano un bastone per potersi aiutare a sollevare le coperte e a spostarle sul lato opposto prima di alzarsi. Per rifare il letto e cambiare le lenzuola farvi aiutare da qualcuno per le prime settimane
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Rapporti La normale attività sessuale può essere ripresa quando il paziente si sentirà pronto L’unica accortezza: inizialmente dovrà stare supino ed evitare le torsioni. Nel dubbio parlare con il medico.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Fare il bagno: Aspettare almeno 6 settimane, o il tempo che suggerisce vostro medico, prima di fare un bagno da soli.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Lavarsi: Il paziente necessita di aiuto per lavarsi i piedi e tagliarsi le unghie degli stessi nelle prime 6 settimane dopo il vostro ritorno a casa. Aiutare il paziente a provvedere ed a organizzarsi per queste necessità prima di lasciare l’ospedale.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Usare la toilette: Necessità di alzare il water per le prime settimane dal ritorno a casa. E’ possibile acquistare l’accessorio necessario nelle sanitarie più attrezzate.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Sedersi e alzarsi dalla toilette: Se il water rialzato del pz ha la possibilità di avere dei braccioli comportarsi come quando si siede ed alza dalla sua poltrona. Se il suo water rialzato non ha braccioli, dovrà utilizzare il sostegno del suo bracciolo o delle sue stampelle durante la sua convalescenza. Poggiate una stampella dal lato non operato e tenete l’altro con l’altra mano dal lato operato. Sostenendo il vostro peso con l’aiuto della stampella e con la gamba operata tesa davanti a voi, poggiate la mano libera del lato non operato sul bordo del water e sedetevi lentamente. Per alzarvi eseguite tutte le operazioni descritte al contrario.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Pulizie igieniche: Istruite il paziente a dover effettuare torsioni per raggiungere la carta igienica, utilizzando la mano del lato non operato, non piegandosi in modo esagerato.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Vestirsi – Abbigliamento: Gli abiti del pz dovranno essere a portata di mano, non dovrà piegarsi per prenderli, per cui prima dell’intervento sistemarli in modo da utilizzare gli scomparti ed i cassetti dell’armadio che sono alla altezza della vita o più in alto. Quando ritornerà a casa deve usare scarpe basse e comode. Se preferisce scarpe con le stringhe , si consiglierà di sostituirle con delle stringhe elastiche per rendere più facile da indossare.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Come vestirsi: Raggruppare i vestiti che vuole indossare e metterli sul letto vicino al pz, prima di iniziare a vestirsi. In ospedale verranno suggeriti gli appositi accorgimenti da adottare, iniziando dal basso, sedetevi sul letto o su una sedia per vestirvi indossate la biancheria intima aiutandovi a tirarla su con il manico del vostro bastone
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Vestirsi: 3. iniziate dalla gamba operata 4. esistono in commercio degli apparecchi che possono esservi di aiuto nell’indossare calze e calzini 5. infilate la scarpa della gamba non operata mentre siete seduti 6. alzatevi in piedi e appoggiandovi ad un mobile indossate l’altra scarpa 7. appoggiate il bastone e sorreggetevi al mobile per assumere una posizione stabile 8. spingete delicatamente il piede della gamba operata dentro la scarpa aiutandovi se necessario, con il bastone o con un calzascarpe
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Spogliarsi: Utilizzate la stessa procedura al contrario per le scarpe
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Restrizioni delle attività domestiche e della vita quotidiana
Valutare l’ambiente domestico e le attività quotidiane in funzione degli ostacoli alla riabilitazione Predisporre a domicilio le attrezzature necessarie Valutare se esistono barriere alla mobilità Istruire un programma di esercizi a domicilio realisticamente eseguibile
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Istruzione per il ritorno a domicilio
A casa – in cucina Al momento della prenotazione per l’intervento consigliare al pz di fare la spesa prima di operarsi in modo da avere già il cibo in casa al suo ritorno. Se ha un surgelatore, consigliare di surgelate alcuni piatti già pronti
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Istruzione per il ritorno a domicilio
A casa – in cucina: Consigliare di stipare il contenuto del frigorifero in modo da raggiungere con più facilità i generi di primo consumo senza doversi piegare Può essere utile avere un carrello a portata di mano per spostare il cibo.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
A casa: Consigliare al pz di sedersi il più possibile per effettuare le faccende dopo l’operazione. In cucina è utile avere una sedi alta almeno 70 cm per esempio se sta preparando delle pietanze
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Lavori pesanti: I lavori pesanti come portare pesi o fare le pulizie dovrebbero essere lasciati ad altri. farsi aiutare da qualcuno per fare la spesa, fare il bucato e preparare i pasti. Non passare l’aspirapolvere. Non fare il letto. Non lavare i pavimenti. Non sollevare pesanti cesti di biancheria.
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Istruzione per il ritorno a domicilio
Giardinaggio: Quando il pz riprenderà a fare del giardinaggio dopo almeno 8 – 12 settimane dal suo intervento, deve evitare di piegarsi troppo, fare delle torsioni o sollevare pesi e nelle prime settimane evitare anche di zappare. E’ preferibile flettere le ginocchia piuttosto che piegarsi
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USARE LA MACCHINA Parcheggiare la macchina:
Controllare che la macchina sia parcheggiata distante dal marciapiede in modo che il pz sia sullo stesso livello della macchina quando deve salire. Insegnare a posizionare il sedile più indietro possibile e leggermente reclinato.
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USARE LA MACCHINA Entrare e Uscire dalla macchina:
Utilizzare gli stessi accorgimenti di quelli effettuati per entrare ed uscire dal letto. Entrare delicatamente nell'’auto e abbassarsi lentamente fino a sedersi. Poi sollevarsi delicatamente per accomodarsi sul sedile tenendo tesa la gamba operata. Accomodatevi sul sedile lentamente sistemando bene il piede della gamba operata. Un telo di plastica sul sedile potrà essere d’aiuto x scivolare più facilmente mentre il pz si sistema. Per uscire dall’auto eseguire gli stessi movimenti a ritroso.
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USARE LA MACCHINA Il paziente non potrà guidare per un periodo di 6 mesi
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DA RICORDARE Da ricordare al pz che
La protesi d’anca è concepita per togliere il dolore, restituire la mobilità e in molti casi ripristinare la parità di lunghezza degli arti per migliorare la capacità di movimento.
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DA RICORDARE Esercizi:
Camminare, poco ma di frequente è un buon esercizio, ma evitare salite e discese o sentieri scoscesi.
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Esercizi che sottopongono a stress articolare
Cyclette Sci Scalata In tutti questi movimenti si ha una flessione importante dell’anca oltre ad un importante carico
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Esercizi che non sottongono l’articolazione a stress
Cicloergometro a braccio Vogatore Corso in acqua con salvagente
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DA RICORDARE Non piegatevi:
Se vi cade qualcosa non inchinatevi per raccoglierla, aiutatevi con il bastone.
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DA RICORDARE Un’anca artificiale non è identica ad una naturale e deve essere trattata con cautela. Nei primi mesi, l’articolazione deve ristabilirsi dall’operazione. Si devono prendere precauzioni particolari per i primi 6 – 12 mesi dopo l’intervento per evitare la lussazione dell’anca stessa.
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Prevenire Complicanze Postoperatorie
La possibilità di complicanze post operatorie sono molto basse. Complicanze serie come le infezioni, hanno una incidenza molto bassa, meno del 2%. Tuttavia, come per tutti gli interventi, i pazienti sottoposti da un intervento di artroprotesi possono presentare il rischio di qualche complicazione – la maggior parte delle quali può risolversi con facilità.
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INFEZIONE L’infezione si può presentare nella ferita o nell’area attorno all’ articolazione. Può essere diagnosticata già in ospedale, dopo il ritorno a casa o dopo anni.
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INFEZIONE Dopo l’intervento, i pazienti vengono sottoposti ad una terapia antibiotica per prevenire le infezioni.
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INFEZIONE Per il resto della loro vita, i pazienti possono dover assumere antibiotici prima di sottoporsi anche ad interventi di minore importanza perché ciò aiuta a ridurre la possibilità che si presentino infezioni nell’area dell’articolazione artificiale.
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TROMBI Il pericolo che si formino dei trombi deriva da fattori diversi , inclusa la minore mobilità del paziente, che riduce la circolazione sanguigna. Ci sono vari modi per ridurre la possibilità di formazione di trombi
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PREVENZIONE TROMBOSI Anticoagulanti (medicinali che fluidificano il sangue), calze elastiche che migliorano la circolazione del sangue nelle gambe, pressoterapia (gambali di plastica che si gonfiano per stimolare la circolazione nelle gambe) tenere sollevate le gambe per evitare il ristagno del sangue camminare
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PREVENZIONE TROMBOSI tenere sollevate le gambe per evitare il ristagno del sangue Mobilizzazione passiva e attiva del collo-piede in flessione dorsale e plantare (questo movimento provoca una contrazione dei muscoli della gamba che favorisce il ritorno venoso) camminare
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CONGESTIONE POLMONARE
La polmonite è un rischio che si può presentare dopo interventi importanti. Per evitare la congestione polmonare ai pazienti vengono insegnati una serie di esercizi respiratori.
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6-12 settimane Non avere fretta Non fare il bagno se non assistiti
Non guidare Non fare giardinaggio Non fare torsioni Non accavallare le gambe Dormire supini Seduti alla giusta altezza Non avere fretta
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