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Effetti delle radiazioni nucleari L’incidente nucleare di Fukushima

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Presentazione sul tema: "Effetti delle radiazioni nucleari L’incidente nucleare di Fukushima"— Transcript della presentazione:

1 Effetti delle radiazioni nucleari L’incidente nucleare di Fukushima
Scuola Secondaria Primo Grado Balbi Valier – Pieve di Soligo Tecnologia Fonti: Wikipedia

2 La radioattività La radioattività è un fenomeno fisico per cui nuclei instabili si trasformano in nuclei di altri elementi o in isotopi (nuclei di atomi identici dal punto di vista chimico ma con una massa diversa, dovuta a un diverso numero di neutroni) dei nuclei di partenza, emettendo particelle. I diversi nuclei radioattivi possono decadere verso stati più stabili con tempi che variano da pochi milionesimi di secondo a diversi miliardi di anni. La radioattività, presente naturalmente nell’ambiente terrestre, ha effetti biologici sull’uomo a causa delle sue proprietà ionizzanti. Questi effetti sono sfruttati nella diagnostica medica (radiografie, scintigrafie, Tac, Pet ecc.) e nelle terapie antitumorali (radioterapia, terapia neutronica con cattura di boro, adroterapia) ma possono essere nocivi se non attentamente somministrati. Infatti, oltre un certo limite, le radiazioni possono diventare molto pericolose per la salute umana anche in relazione alla durata dell'esposizione. La radioattività è pericolosa soprattutto se caratterizza elementi con un "tempo di dimezzamento" (trasformazione in altri nuclei) che può durare millenni e in grado di fissarsi stabilmente nel corpo umano o di altre specie viventi. La produzione di scorie nucleari, generando elementi radiotossici, è estremamente importante e delicata nel ciclo di produzione dell’energia nucleare e grande attenzione deve venire posta affinché nessuna situazione possa mettere in contatto elementi radioattivi con persone umane

3 Esposizioni alle radiazioni nucleari. Ecco i rischi per la salute
Nausea, perdita dei capelli, emorragie, e poi, a lungo termine, tumori alla tiroide e leucemie, la morte. Sono questi i possibili effetti dell’esposizione alle radiazioni. L’unità di misura è il sievert, che è un valore notevole, tanto che in genere si usa il suo sottomultiplo millisievert (mSv). Per dare un’idea della scala di valori, ciascuno di noi ogni anno assorbe, per via della radioattività naturale, in media 2,4 millisievert. Una radiografia ordinaria comporta per il paziente un assorbimento di 1 millisievert, una Tac oscilla tra i 3 e i 4 mSvt, una Pet o una scintigrafia dai 10 ai 20 mSv. In radioterapia, ovviamente, le dosi salgono molto, in base al tumore che si intende distruggere, e possono superare i 40 mSv. I radiologi hanno come punto fermo la soglia di 6 mSv tollerabili senza conseguenze da un organismo sano.

4 In Giappone, nei pressi della centrale di Fukushima, si è raggiunta la quota di 400 mSv in un’ora di esposizione. Quali sono i possibili danni? Secondo le tabelle dell’Oms, se si viene esposti a un sievert (1.000 mSv) nell’arco di un’ora si incorre in alterazioni temporanee dell’emoglobina; quando si sale a 2-5 sievert si hanno perdita dei capelli, nausea, emorragie. Con 4 sievert assorbiti in una settimana si ha la morte nel 50% dei casi, con 6 è morte certa e immediata. Questo solo nel breve periodo. Nel lungo, come si è visto con drammatica precisione negli anni successivi a Chernobyl, anche dopo 20 e più anni, si rischiano tumori (soprattutto tiroidei), linfomi e leucemie. Le aree del corpo considerate più radio-sensibili sono quelle le cui cellule si moltiplicano molto rapidamente: la pelle, il midollo osseo e le ghiandole sessuali. Mentre reni, fegato, muscoli e sistema nervoso sono ritenuti radio resistenti, poiché le cellule che compongono questi tessuti si riproducono con minore facilità. I rischi più immediati, dunque, sono rappresentati da infiammazioni che coinvolgono la pelle e la bocca, da emorragie sottocutanee e perdita di capelli.

5 Il tasso di mortalità è particolarmente elevato nell’arco di 45 giorni dal momento in cui si viene a contatto con le radiazioni. Contro la contaminazione, le uniche misure con una qualche efficacia sono il chiudersi in casa evitando il più possibile il contatto con l’aria esterna e l’assunzione di iodio, finalizzata a colpire le cellule ormai compromesse evitando che la contaminazione si diffonda nell’organismo. Fondamentale anche l’igiene personale, soprattutto il lavarsi accuratamente le mani. Nei casi più gravi, i piani di intervento di tutti i paesi del mondo prevedono l’evacuazione nel raggio di almeno 5 chilometri dal luogo dell’incidente nucleare.

6 L’incidente nucleare di Fukushima
L’11 marzo 2011, il nord-est del Giappone è stato colpito da un violentissimo terremoto di magnitudo 8,9 con epicentro sul fondo marino del Pacifico a circa 500 kilometri da Tokyo. Il terremoto è stato causato da un forte sollevamento di una parte del fondale. Si è spostata di conseguenza tutta la massa d’acqua sovrastante, creando uno tsunami, ossia un maremoto, con onde alte circa 10 metri che sono penetrate fino a 10 kilometri nell'entroterra. Le vittime, secondo una prima stima, ammontano a circa A questa tragica conseguenza se ne è aggiunta un’altra: nella prefettura di Fukushima, il terremoto e il maremoto hanno danneggiato gravemente quattro dei sei reattori della centrale nucleare.

7 La centrale nucleare è stata costruita su una costa alta appena 4 metri sul livello del mare, e protetta da dighe frangiflutti alte poco più di 5 metri, adatte a fronteggiare un tifone, non uno tsunami. Quando le onde di maremoto alte più di 10 metri hanno investito la costa, i reattori nucleari della centrale sono stati sommersi. In seguito al blocco degli impianti di raffreddamento, si è verificata una serie di esplosioni con fughe di radioattività. Operai e pompieri hanno messo a rischio la propria vita, esponendosi a pericolosi livelli di radioattività nel tentativo di raffreddare i reattori con acqua di mare. Alcuni di loro, lavorando nell’edificio del reattore 3, sono stati contaminati da una radioattività volte superiore a quella normale. Particolarmente preoccupanti sono gli effetti che la diffusione di radioattività può avere in un paese ad alta densità demografica come il Giappone: 335 abitanti per kilometro quadrato, che salgono a circa 6000 ab/km2 nell'area metropolitana di Tokyo, distante poco più di 200 km dalla centrale nucleare di Fukushima.

8 La radioattività in mare di fronte alla centrale di Fukushima risulta migliaia di volte superiore ai livelli di norma: è quindi pericoloso mangiare pesce. Anche l’acqua potabile di Tokyo presenta una radioattività doppia rispetto al livello normale: è stato quindi consigliato di non farla bere ai bambini. È stato anche raccomandato di non mangiare verdure provenienti dalle aree contaminate. È ancora presto per dire quali saranno gli effetti sanitari per la popolazione. Si teme però che essi possano essere gravi. Da 1’05 a 20’

9 L’incidente ha danneggiato tre reattori con conseguente fuoriuscita di fumi radioattivi e poi di acqua contaminata

10 La nube contenente i residui contaminati è arrivata in poco tempo sulle coste dell’America Settentrionale. La distanza e i confini tra gli stati nulla possono in casi come questi.

11 L’emissione di acque contaminate costituisce una minaccia seria, la radioattività di Fukushima si diffonde nell’oceano Pacifico e nessuno ha idea di come fermarla con ragionevole rapidità. La prima mappa evidenzia lo stato delle acque a poche settimane dall’incidente, la seconda riguarda la diffusione della radioattività nella catena alimentare circa un anno dopo.

12 Le foto di Google Street View nella devastazione di Fukushima
Un viaggio nell’area interdetta prossima alla centrale di Fukushima può essere fatto utilizzando Google Street View. Google ha percorso le strade più facilmente attraversabili effettuando le riprese che evidenziano come una della conseguenze più pesanti della tragedia sia l’abbandono di città, case, lavoro, agricoltura e questo sicuramente per alcuni decenni. Le riprese hanno interessato otto comuni, tra i quali Okuma e Futaba. Con i seguenti link ti porti a circa 2 km dalla centrale ma puoi anche avvicinarti di più o andare lungo la costa dove sono evidenti i danni del maremoto.


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