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Il pensiero femminile come pensiero della nascita

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Presentazione sul tema: "Il pensiero femminile come pensiero della nascita"— Transcript della presentazione:

1 Il pensiero femminile come pensiero della nascita
L’uomo è prima di tutto un nato, un essere vivente nato. -María Zambrano-

2 Olympe de Gouges ( )

3 La Donna nasce libera e rimane uguale all’uomo nei diritti
La Donna nasce libera e rimane uguale all’uomo nei diritti. […] Uomo sei capace di essere giusto? È una donna che te lo domanda; tu non la priverai almeno di questo diritto. […] Chi ti ha dato il diritto di opprimere il mio sesso? […] Guarda gli animali, consulta gli elementi, studia i vegetali […] dovunque li troverai confusi, dovunque essi coopereranno armoniosamente a questo capolavoro immortale. (Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina)

4 Suffragette ( )

5 Simone de Beauvoir ( )

6 Donne non si nasce, lo si diventa.
[…] è l’insieme della storia e della civiltà ad elaborare quel prodotto intermedio tra il maschio e il castrato che chiamiamo donna […]. (Il secondo sesso)

7 Simone Weil ( )

8 Edith Stein ( )

9 María Zambrano ( )

10 Io non mi lasciavo trattare in un altro modo per il solo fatto di essere donna […] non fui femminista, fui femminile […]. (da un’intervista a Zambrano) [Bisogna] cancellare dal nostro schema sociale il triste incubo della schiavitù femminile […] [così da favorire la completa] entrata della donna nell’impero della dignità. (All’ombra del dio sconosciuto)

11 [La donna] non rinnega né prova rancore nei confronti dell’uomo perché non si sente sottomessa a lui. [Tuttavia] esige da lui uno spirito degno del suo: gli chiede […] un ideale che dia una prospettiva alla loro vita. […] Non diremo mai che la donna debba essere uguale all’uomo: per certi aspetti dovrebbe essere il contrario. (All’ombra del dio sconosciuto)

12 La cosa più decisiva è misteriosa della vita [è] la nascita, [nonché] la più intima, profonda situazione dell’essere umano, [ossia l’evento che dà vita ad un] individuo irriducibilmente differente dagli altri […], unico. [Dunque], la condizione originaria dell’umanità è di trovarsi nati nella vita [e] l’essere è essere-nati, andando verso una rinascita [auto-coscienziale] senza fine. [L’uomo è] prima di tutto un nato, un essere vivente nato, [proiettato verso una nascita perenne].(Per l’amore e per la libertà)

13 Vivere è errare […] nel seno infinito di una realtà che non ci abbandona, ma che neppure ci lascia sprofondare in essa, resistenza ultima che obbliga ad uscire fuori, a sorreggerci […]. (Delirio e destino) Si nasce sempre ciechi (Sentimenti per un’autobiografia) [poiché] colui che guarda è prima di tutto un cieco che non può vedere se stesso [e] il vedere alla maniera umana è inseparabile dall’essere visto, [dal momento che] nessuno guarda mai, fosse anche nella solitudine di un paesaggio deserto […], senza sentirsi al tempo stesso visto. (Chiari del bosco)

14 [L’uomo è chiamato] a nascere […] lungo la propria esistenza, ma non in solitudine, bensì con la responsabilità di vedere e di essere visto, di giudicare e di essere giudicato, di dover edificare un mondo in cui possa venir racchiuso questo essere prematuramente nato […]. (Il sogno creatore) Vivere soli significa vivere a metà, essere reclusi, condannati […]. (Delirio e destino)

15 Hannah Arendt ( )

16 L’inizio è la suprema capacità dell’uomo; politicamente si identifica con la libertà umana […] Questo inizio è garantito da ogni nuova nascita; è in verità ogni uomo. (Le origini del totalitarismo)

17 Il fatto decisivo che determina l’uomo come essere consapevolmente rammemorante è la nascita o natalità, il fatto che siamo venuti al mondo attraverso la nascita, mentre ciò che determina l’uomo come essere desiderante è la morte o mortalità. [E] una vita senza discorso e senza azione […] è letteralmente morta per il mondo; ha cessato di essere una vita umana perché non è più vissuta fra gli uomini. Con la parola e con l’agire ci inseriamo nel mondo e questo inserimento è come una seconda nascita […] (Vita activa)

18 L’azione è l’attività politica per eccellenza, [per cui] la natalità e non la mortalità può essere la categoria centrale del pensiero politico. (Vita activa) […] il miracolo che preserva il mondo dalla sua normale […] rovina è […] il fatto della natalità, in cui è ontologicamente radicata la facoltà di agire [ossia] la nascita di nuovi uomini […], l’azione di cui essi sono capaci in virtù dell’esser nati. (Vita activa)


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