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PubblicatoElisa Mancuso Modificato 7 anni fa
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VIVERE NEL CONO D'OMBRA:PRECARIETÀ, VULNERABILITÀ ED ESCLUSIONE SOCIALE GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI Alessandra Righi | Istat SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA 25-26 NOVEMBRE 2016 CONVEGNO SCIENTIFICO LA SOCIETÀ ITALIANA E LE GRANDI CRISI ECONOMICHE
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La condizione giovanile e i NEET
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI La condizione giovanile e i NEET I NEET 15-29enni passano dal 19,3% al 25,7% crescendo soprattutto tra i maschi (dal 15,6% al 24,2%) rispetto alle femmine (dal 23,0% al 27,1%) Aumentano i 18-34enni che vivono ancora a casa (dal 66,9% al 73,6% per i maschi e dal 55,2% al 60,7% per le femmine) Quasi raddoppia il tasso di disoccupazione giovanile dal 15,3% al 29,9% (per i maschi dal 13,5% al 28,8%; per le femmine dal 17,7% al 31,4%) Il tasso di occupazione dei 15-29enni scende dal 39,1% al 28,6% (per i maschi dal 45,1% al 32,6%, per le femmine dal 32,8% al 24,4%) I laureati aumentano (dal 14,9% al 20% tra i maschi e dal 23,5% al 30,8% tra le femmine) e contemporaneamente diminuisce l’abbandono scolastico dei enni (dal 22,7% al 18% per i maschi e dal 17% a 12% per le femmine) Tra il 2008 e il 2015 in Italia peggiorano le condizioni del mercato del lavoro per i giovani, aumentano drammaticamente i NEET e cresce il numero di ragazzi che vivono ancora a casa Migliorano solo gli indicatori riferiti all’istruzione, anche se l’Italia rimane in fondo alla classifica europea
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25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA
GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI I NEET tra i 15-29enni Con la crisi, la quota di NEET aumenta in quasi tutti i paesi UE Nel 2015 l’Italia detiene in Europa il primato negativo della più alta quota di NEET enni per entrambi i sessi, seguita da Grecia (22,2% maschi, 26,1% femmine), Croazia (20,8% maschi) e Romania (26,1% femmine)
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NEET Giovani che non studiano e non lavorano dopo la grande crisi I NEET tra i 15-29enni Tra il 2008 e il 2015 in Ue si possono rintracciare 4 modelli di evoluzione per età dei NEET : Nel 2015 tra le giovani la quota delle NEET aumenta al crescere dell’età Tra i maschi invece nella maggior parte dei paesi dell’Unione, compresa l’Italia, la quota di NEET è più alta tra i anni rispetto ai anni
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I NEET tra i 15-29enni Istruzione
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI I NEET tra i 15-29enni Istruzione Con la crisi, le quote maggiori dei NEET non si registrano più tra i meno istruiti ma tra i diplomati In Italia le NEET sono più istruite dei NEET Prima della crisi, in quasi tutti i paesi UE le quote maggiori di NEET si registravano tra i ragazzi meno istruiti, seguiti da quelli con un’istruzione secondaria e poi terziaria Dopo la crisi, le maggiori quote di NEET si osservano tra i diplomati In Italia, tra il 2008 e il 2015, sono aumentati soprattutto i NEET tra i diplomati (da 6,6% al 12,6% i maschi e dal 9,6% al 13,8% le femmine), mentre sono diminuite le NEET tra le persone con al massimo la licenza media Nel 2015, in Italia, i NEET sono il 12,6% dei diplomati, il 9,8% dei maschi con al massimo la licenza media e l’1,8% dei laureati Le NEET invece sono più istruite: il 3,8% delle laureate, 13,8% delle diplomate e il 9,5% di quelle con bassi titoli di studio
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I NEET tra i 15-29enni - Condizione
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI I NEET tra i 15-29enni - Condizione In UE non si osserva una evoluzione univoca dei NEET per condizione lavorativa, ma coesistono diversi modelli di crescita/diminuzione dei gruppi di attivi e inattivi In generale, prevale l’aumento di entrambi i gruppi Solo in Svezia, Germania e UK entrambi i gruppi decrescono
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I NEET tra i 15-29enni Territorio Nazionalità
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI I NEET tra i 15-29enni Territorio Il fenomeno dei NEET è più diffuso al Sud e tra le ragazze, anche se i ragazzi hanno risentito di più della crisi Nazionalità In Italia sono più i NEET stranieri che quelli italiani, soprattutto tra le ragazze Con la crisi i NEET sono aumentati in tutte le regioni, soprattutto in Sicilia, Calabria e Abruzzo per i maschi e in Calabria, Umbria ed Emilia-Romagna per le femmine In generale la crescita è stata maggiore per i maschi, tranne che in Emilia-Romagna, in Umbria e nella provincia autonoma di Bolzano dove sono state di più le ragazze a risentire della crisi Il fenomeno è più diffuso nel Mezzogiorno, in particolare, in Calabria (41% maschi e 38,6% femmine), Sicilia (39,7% maschi e 38,9% femmine) e Campania (34% maschi e 36,6% femmine) In tutte le regioni la quota di NEET per le femminile è superiore a quella dei maschi, tranne in Calabria, Sicilia, Abruzzo, Sardegna, Liguria e Valle d’Aosta Con la crisi, in quasi tutti i paesi Ue sono aumentati più i NEET nazionali di quelli stranieri. I paesi con la maggiore quota di NEET stranieri, insieme all’Italia, sono la Spagna e la Grecia In Italia però, tra i maschi, sono cresciuti più i NEET stranieri Nel 2015 la quota dei NEET tra gli stranieri (25,3% per i maschi e al 44,6% per le femmine) è superiore a quella degli italiani, specie per le ragazze
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Diverse categorie di NEET
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI Diverse categorie di NEET Re-entrants: giovani che rientreranno presto nel MdL/istruzione Disoccupati di breve periodo Disoccupati di lungo periodo Indisponibili a causa di disabilità Indisponibili per responsabilità familiari Lavoratori scoraggiati Altro: categoria molto eterogenea che comprende sia i più vulnerabili a serio rischio di esclusione sociale, sia quelli che aspettano un’opportunità specifica per lavorare I NEET sono un fenomeno complesso ed eterogeneo che comprende categorie molto diverse tra loro Secondo Eurofund (2016) tra i NEET si possono distinguere almeno 7 gruppi caratterizzati dalla posizione non lavorativa:
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Diverse categorie di NEET
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI Diverse categorie di NEET In Italia, nel 2013, tra i NEET prevalgono i disoccupati di lungo periodo (26,3%), i non disponibili per responsabilità familiari (15%) e gli scoraggiati (14,1%), mentre in Europa prevalgono i disoccupati di breve periodo (25,5%), di lungo periodo (23,1%) e gli indisponibili per responsabilità familiari (20,3%) In Italia i NEET maschi sono soprattutto disoccupati, specie di lungo periodo (31,4% ), le NEET sono soprattutto indisponibili per responsabilità familiari (23,9%) e in quota minore disoccupate di lungo termine (21,7%) Composizione dei NEET (2013) Composizione dei NEET per genere (2013) Fonte: “Exploring the diversity of NEETs” Eurofund 2016
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Diverse categorie di NEET
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI Diverse categorie di NEET I NEET alla ricerca di un lavoro e le NEET inattive sono caratterizzati da percorsi di studio irregolare Le scuole medie risultano essere un passaggio cruciale rispetto alla futura condizione di NEET La precarietà caratterizza anche le precedenti esperienze lavorative dei NEET: la forma contrattuale prevalente dell’ultima esperienza sono gli accordi informali oltre la metà dei NEET è riuscita a trovare l’ultimo impiego solo grazie alle conoscenze personali (contro il 42,7% del totale) molto scarso è il ruolo di intermediazione che esercitano le Agenzie pubbliche per l’impiego e le agenzie interinali Dall’indagine Isfol (2013) sul fenomeno dell’inattività tra i giovani 25-34enni sappiamo che :
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GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI Costi economici Il costo economico è calcolato sia come differenza tra ciò che è stato percepito (in termini di trasferimenti pubblici) da un NEET rispetto a un non-NEET con caratteristiche simili sia in termini di mancato contributo dei NEET alla società Considera l’insieme dei trasferimenti e delle indennità statali percepiti da un NEET (e.g. l’indennità di disoccupazione), per rappresentare il potenziale risparmio di finanza pubblica che si realizzerebbe se i NEET fossero re-inseriti nel mercato del lavoro Considera il mancato contributo dei NEET alla società (reddito mancato, tasse e contributi sociali non versati, consumi mancati), catturando la differenza tra l’output potenziale dell’economia e quello reale Uno studio dell’Eurofund del 2012 ha calcolato per i paesi Ue i costi economici (in percentuale del PIL) dei NEET nel 2008 e nel 2011
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NEET Giovani che non studiano e non lavorano dopo la grande crisi Costi economici Emerge che i costi sono particolarmente elevati per i paesi del Sud Europa e per l’Irlanda, ma tra il 2008 e il 2011 la situazione peggiora per molti paesi dell’Europa centrorientale: Fonte: “NEETs Young people not in employment, education or training: Characteristics, costs and policy responses in Europe” Eurofund 2012
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Costi sociali Secondo Isfol (2013) i NEET:
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI Costi sociali Secondo Eurofund (2012) nei Paesi mediterranei i NEET sembrano mostrare maggiore interesse per la politica rispetto ai non-NEET, senza però partecipare attivamente o riuscire a riconoscersi nelle forze politiche esistenti Alcuni dati riferiti ai NEET sembrano rappresentare elementi di rischio di esclusione sociale Secondo Isfol (2013) i NEET: si immaginano ancora senza lavoro o con un lavoro precario tra 10 anni in misura enormemente superiore ai giovani che lavorano possono però contare sull’appoggio di una rete relazionale quanto i giovani che lavorano, in particolar modo sulla famiglia Secondo Alfieri, et al (2015) i NEET rispetto ai coetanei che studiano/lavorano: hanno meno fiducia nelle istituzioni sono meno impegnati nel volontariato sono molto meno coinvolti in gruppi politici
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Fattori di rischio e interventi di policy
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI Fattori di rischio e interventi di policy Eurofund (2012) mostra che alcune caratteristiche individuali aumentano la probabilità di diventare NEET: Basso livello di educazione Basso reddito familiare Vivere in aree remote/isolate, non in grandi centri urbani Ambiente familiare difficile Background d’immigrazione Soffrire di qualche genere di disabilità Per riuscire a promuovere politiche veramente efficaci di contrasto/prevenzione del fenomeno è necessario operare con strumenti differenti a seconda dei sottogruppi in cui si articolano i NEET Rosina (2015) evidenzia gli elementi istituzionali che non facilitano la transizione scuola lavoro e aumentano il rischio di essere NEET in Italia: limiti del sistema formativo limiti del sistema produttivo e MDL fattori culturali e sociali Occorre rispondere con: interventi sul sistema formativo politiche di supporto alla transizione scuola-lavoro politiche di conciliazione
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Fattori di rischio Interventi di policy Sistema formativo
25-26 NOVEMBRE 2016 | SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO DOPO LA GRANDE CRISI Fattori di rischio Interventi di policy Sistema formativo Inadeguatezza delle competenze acquisite rispetto alle richieste del mercato Debolezza dei percorsi tecnici e della formazione professionale Scarso rendimento dei titoli di studio più elevati Prevenzione abbandono e dispersione scolastica Acquisizione competenze utili per aumentare l’occupabilità dei giovani Sistema produttivo Scarsa domanda di lavoro di «qualità» e di personale qualificato Riforme del lavoro che hanno favorito la flessibilità e aziende che hanno tagliato sul costo del lavoro hanno prodotto un peggioramento delle opportunità per i giovani Programma Garanzia Giovani Maggiori incentivi all’assunzione dei giovani Promozione e ristrutturazione dei centri per l’impiego Sostegno all’imprenditorialità giovanile e alle start-up Fattori culturali Società con forti legami familiari e reti di sostegno informale ma politiche pubbliche inefficaci e inefficienti Scarsa fiducia dei giovani nelle istituzioni Scasa mobilità intergenerazionale Promozione di politiche di conciliazione lavoro-famiglia, soprattutto in aiuto delle donne NEET inattive
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