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“ Docenti di sostegno…… si diventa”
Auditorium Polo Leonardo Modena 17 gennaio 2017 Referente CTS-Modena Simonetta Spaggiari
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LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE
L’attuale società si pone come SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA, caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità RISCHI vs OPPORTUNITA’
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LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE
“Le classi scolastiche sono caratterizzate da molteplici diversità, legate alle differenze nei modi di apprendere, ai livelli di apprendimento raggiunti, alle specifiche inclinazioni….., ma anche a condizioni particolari che possono essere causa di difficoltà nell’apprendimento, oppure a particolari stati emotivi e affettivi” (Indicazioni per il Curricolo – 2007)
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LA SFIDA DELL’ISTRUZIONE DI FRONTE ALLA DIVERSITA’
CENTRALITA’ DELLA PERSONA (STUDENTE) Non è pensabile una scuola costruita su un modello unico di studente astratto (Indicazioni per il Curricolo – 2007)
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LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE
Occorre garantire la libertà e l’uguaglianza nel rispetto delle differenze di tutti e dell’identità di ciascuno. Ciò è un bisogno ineludibile per una CITTADINANZA ATTIVA
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LE NUOVE SFIDE PER L’ISTRUZIONE
UGUAGLIANZA DELLE OPPORTUNITA’ FORMATIVE VALORIZZAZIONE QUALITA’ DIFFERENZE DELL’ISTRUZIONE INDIVIDUALI
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LEGGE 107/15 comma 181, alla lettera d)
“Promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità e riconoscimento delle differenti modalità di comunicazione” ridefinizione del ruolo del personale docente di sostegno “al fine di favorire l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, anche attraverso l'istituzione di appositi percorsi di formazione universitaria”. L’obiettivo è quindi quello di una maggiore e più specifica qualificazione ma anche riconoscimento del suo ruolo che deve essere tutt’altro che marginale. La formazione obbligatoria dei docenti, introdotta con il comma 123 della Legge 107/2015 prevista nel Piano Nazionale di Formazione
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LA NORMATIVA SULL’INCLUSIONE SCOLASTICA:
DALL’ INTEGRAZIONE • LEGGE L. 517/77 (riconoscimento dell’insegnante di sostegno precedentemente definito “insegnante specialista dal DPR n°970/75) • L. 104/92 • L 53/2003 (personalizzazione piani di studio) ALL’ INCLUSIONE • L. 170 del 8 ott DSA • DM n lug – Linee guida allegate al DM n. 5669 • DIRETTIVA BES – 27 dic. 2012 Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’Inclusione Scolastica • CIRCOLARE MINISTERIALE n marzo 2013 Indicazioni operative riguardanti la Direttiva del 27/12/2012 • LEGGE 107/15 “Buona Scuola” comma 180 e 181
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Integrazione Inclusione
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Inserimento, Integrazione, Inclusione
I significati di Inserimento, Integrazione, Inclusione
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INSERIMENTO Il termine inserimento non pone ormai questioni interpretative: è diffusamente consolidata la tendenza a circoscrivere la questione alla fase storica che ha riguardato il passaggio degli alunni portatori di handicap dalle classi differenziali e scuole speciali alle classi di scuola comune
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nel senso di mera esposizione al contesto
ASSUNTO Agire sul piano organizzativo e didattico, ricercando e sperimentando strategie e modalità di programmazione e di intervento sempre più efficaci Il paradigma culturale degli anni Settanta del secolo scorso che fu quello partecipativo nel senso di mera esposizione al contesto
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INTEGRAZIONE EXCURSUS NORMATIVO
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Legge n. 118 del 30 marzo 1971 Conferma l’impegno di tutela del diritto all’integrazione per lottare contro forme di emarginazione che apparivano sempre più evidenti. L’articolo 2 descriveva le persone con handicap in questi termini: “Cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo, compresi gli irregolari psichici per oligofrenia di carattere organico e dismetabolico, insufficienza mentali derivanti da difetti sensoriali e funzionali che abbiano subìto una riduzione permanente della capacità lavorativa non inferiore a un terzo o, se minori di anni 18, che abbiano difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni proprie della loro età”.
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Legge n. 118 del 30 marzo 1971: Ha prefigurato il principio dell’abbattimento delle barriere architettoniche, anche se solo sette anni dopo sarebbe entrato in vigore il regolamento attuativo di cui al D.P.R. n. 348/78, che ha configurato, tra l’altro, i vari tipi di barriere.
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Legge n. 517 del 4 agosto 1977 Ha sancito l’abolizione delle classi differenziali avviato forme di integrazione in favore degli alunni portatori di handicap, attraverso l’inserimento nelle classi normali sostenuto dalla presenza di insegnanti specializzati promosso nuove forme di gestione dei tempi, degli spazi, delle risorse scolastiche prefigurato una diversa organizzazione della classe, prevedendo attività di gruppi a livello intra e inter-classe.
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Con la Legge n. 517/1977 fu avviato un processo di medicalizzazione dell’handicap lasciando prevalere, purtroppo, l’aspetto certificativo; ciò contribuì indirettamente a provocare un’inarrestabile deriva sul piano formativo per quegli alunni ai quali, pur presentando notevoli difficoltà, disturbi e svantaggi, non venivano rivolte forme di tutela in quanto privi di un’adeguata certificazione (1) Milito D., Belsito F., Strategie metodologiche per l’integrazione e l’inclusione, Roma, Anicia, 2014
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C.M. n. 258 del 22 settembre 1983 Fornisce indicazioni per il raggiungimento di intese tra: Scuole Enti Locali Azienda Sanitaria in favore dell’integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap
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Legge n. 104 del 5 febbraio 1992 Detta i principi dell’ordinamento in materia di: - diritti - integrazione sociale - assistenza della persona handicappata Ha segnato una svolta politica e culturale a favore delle persone disabili Ha focalizzato la situazione di handicap, proiettandola verso una condizione ben più ampia di svantaggio sociale, in quanto la salute della persona è in relazione all’ambiente ( più o meno favorevole)
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Art. 13 - educativo - riabilitativo - sociale
Progetto globale di integrazione: - educativo - riabilitativo - sociale Tale tripartizione è stata effettuata dal legislatore non con la volontà di provocare compartimentalizzazioni (e, quindi, scissioni invalicabili fra le diverse programmazioni degli interventi al servizio delle persone in situazione di handicap), bensì essendo diversi gli attori intervenienti, titolari ognuno di determinate responsabilità e chiamati ad operare in un contesto sociale, istituzionale, politico molto complesso, si è voluto circoscrivere gli ambiti di competenza tenendo, sullo sfondo, comunque, lo scenario è tale da inquadrare i processi attivati seguendo un’ottica sinergica e ispirata da un unico scopo: la piena integrazione delle persone disabili nella famiglia, nella scuola, nel mondo del lavoro, nella società
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D.P.R. 24 febbraio 1994 Atto di indirizzo e coordinamento relativo ai compiti delle Unità Sanitarie locali in materia di alunni portatori di handicap. Declina dettagliatamente la configurazione degli strumenti di progettazione introdotti dalla Legge n. 104/1992: Diagnosi Funzionale (DF) Profilo Dinamico Funzionale (PDF) Piano Educativo Individualizzato (PEI) Attualmente con l’approvazione della Legge Regionale dell’Emilia Romagna n°4/2008, la Certificazione finalizzata all’Integrazione Scolastica di alunni in situazione di Handicap (CIS) ai sensi della 104/92, rientra tra le funzioni medico legali della Commissione di accertamento della disabilità (art1, comma2; art.3)
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Legge-quadro n. 328 del 18 ottobre 2000
Ha prefigurato la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali al fine di promuovere il “progetto globale di vita” Il paradigma era quello di un sistema formativo integrato scuola-territorio, con nuove sinergie tra gli attori formativi, economici, culturali e sociali di una comunità, nuovi percorsi di alternanza scuola-lavoro, nuove risposte di formazione professionale funzionali al “progetto di vita” della persona disabile.
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LEGGE n°53/2003 Pone le basi per la
Personalizzazione dei percorsi di studio Centralità dello studente Ruolo della famiglia Professionalità docente Rapporto della scuola con il territorio e il mondo del lavoro
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INCLUSIONE EXCURSUS NORMATIVO
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L'Inclusione scolastica è un processo
finalizzato a realizzare il diritto allo studio di tutti gli alunni... con disabilità, con disturbi specifici di apprendimento, con difficoltà di sviluppo e di socializzazione, con situazioni di disagio… ……cioè con Bisogni Educativi Speciali, qualunque siano le cause che danno vita ad una difficoltà di funzionamento.
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La scuola di tutti e di ciascuno
"Non c'è peggiore ingiustizia del dare cose uguali a persone che uguali non sono” (Don Milani) Bisogni educativi speciali e scuola inclusiva "Istruire non è selezionare, al contrario è sforzarsi di far riuscire tutti, è quindi lottare contro la curva di Gauss presa come modello di selezione.” (G. De Landsheere)
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Il termine “inclusione” è stato reso ufficiale dalla Convenzione dell’ONU sui diritti delle persone con disabilità (New York – 13 dicembre 2006), ratificata dall’Italia con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009
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Convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità (2006)
Scopo: promuovere, proteggere e assicurare il pieno ed eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà fondamentali da parte delle persone con disabilità promuovere il rispetto per la loro inerente dignità La Convenzione ha recepito quanto risultava formalizzato dall’OMS nel 2001 attraverso il superamento delle diverse concezioni di disabilità diffusamente in uso nelle epoche precedenti.
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La versione pienamente condivisa dall’OMS e recepita dalla Convenzione è stata quella che interpreta la disabilità come un’interazione fra caratteristiche funzionali della persona e contesto. Il modello che ne scaturisce è quello bio-psico-sociale posto alla base dell’ICF (Classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute), secondo cui la disabilità sorge da un’interazione fra le caratteristiche funzionali di una persona e l’insieme di aspetti fisici, psicologici, attitudinali e sociali tipici dell’ambiente in cui essa si trova a vivere
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Finalmente risultava superata la visione radicalmente biomedica, secondo la quale la disabilità era da considerare come la conseguenza diretta di una menomazione o di una limitazione, collegando proprio a tali fattori, opportunamente certificati, gli interventi da porre in essere sul soggetto stesso per puntare ad un miglioramento della qualità della vita.
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Legge n. 18 del 3 marzo 2009 Principi
(a) Il rispetto per la dignità intrinseca, l’autonomia individuale (compresa la libertà di compiere le proprie scelte) e l’indipendenza delle persone; (b) La non-discriminazione; (c) La piena ed effettiva partecipazione e inclusione all’interno della società; (d) Il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità come parte della diversità umana e dell’umanità stessa; (e) La parità di opportunità; (f) L’accessibilità; (g) La parità tra uomini e donne; (h) Il rispetto per lo sviluppo delle capacità dei bambini con disabilità e il rispetto per il diritto dei bambini con disabilità a preservare la propria identità
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Linee guida sull’integrazione scolastica
degli alunni con disabilità (2009) Diramate con nota ministeriale n del 4 agosto 2009, hanno fornito indicazioni in materia di integrazione scolastica nelle scuole di ogni ordine e grado. Il testo normativo insiste molto sul valore dell’integrazione come frutto dello scambio relazionale fra alunni con disabilità e compagni e sull’importanza del senso pedagogico di questo rapporto che si realizza in classe.
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Le Linee Guida sull’ integrazione scolastica, introducono due elementi di riferimento importanti:
la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità l’ICF International classification of functioning (Classificazione del Funzionamento, della Disabilità e della Salute introdotta nel 2001 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità), fondamentale indicatore da considerare nella Diagnosi Funzionale (DF), nel Profilo Dinamico Funzionale (PDF) e nel Piano Educativo Individualizzato (PEI)
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È interessante rilevare che la citata normativa viene riletta alla luce :
del nuovo principio costituzionale dell’autonomia scolastica (Legge n. 59 del 15 marzo 1997) della Convenzione mondiale sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009 dell’ICF, tre fonti che permettono di superare la visione unilaterale sanitaria della disabilità con l’adozione di un approccio bio-psico-sociale, proposto a tutti gli operatori della scuola
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Il subentrare e il diffondersi del termine "inclusione" ha posto importanti questioni all’interno del dibattito pedagogico e politico-istituzionale: basti pensare al superamento del concetto di integrazione come processo riferito esclusivamente alle persone disabili per effetto del subentrare di un’ottica rivolta a problematiche ben più ampie e complesse come quella riguardante i bisogni educativi speciali
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BES Macrocategoria riferita a qualsiasi difficoltà evolutiva in ambito educativo e/o apprendimento causata da un funzionamento problematico per il soggetto in termini di danno, ostacolo al suo benessere, limitazione alla sua libertà e stigma sociale, indipendente dall’eziologia e che necessita di intervento didattico individualizzato
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Il riconoscimento di tale macrocategoria, intesa come l’insieme di alunni esposti al rischio dell’insuccesso scolastico, ha implicato l’attribuzione di un particolare valore al termine inclusione, ritenuto più funzionale al riconoscimento del diritto alla diversità non soltanto identificata con la disabilità.
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Ad ampliare l’orizzonte, facendo anche per certi versi chiarezza, ha contribuito la classificazione effettuata dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) con cui sono state individuate tre macrocategorie transnazionali a cui ricondurre tutti i BES: 1. disabilità o deficit, spesso ben definibili in termini medico-sanitari derivanti da carenze organico-funzionali attribuibili a menomazioni e/o patologie organiche (deficit sensoriali, motori o neurologici) 2. difficoltà emotive e comportamentali o specifiche difficoltà di apprendimento (DSA) 3. alunni svantaggiati che presentano problemi determinati dall’ambiente socio-economico, culturale e socio-linguistico di provenienza (alunni stranieri, minori non accompagnati)
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CONCETTI CHIAVE • Centralità della PERSONA che apprende
• EQUITÀ come valorizzazione delle differenze • Necessita di percorsi PERSONALIZZATI E FLESSIBILI • Dimensione longitudinale del processo di inclusione • Ottica del progetto di vita • Coordinamento sinergico tra vita a scuola e vita nel contesto • Logica ICF
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Modelli teorici: dall’integrazione all’inclusione
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Modello sulla capacità (Capability Approach)
Il focus viene spostato dalle situazioni della disabilità, alla ricerca nell’uguaglianza in termini di possibilità e scelte Il superamento della disabilità non coincide con l’adeguamento ad una "normalità", ma con l’ampliamento delle possibilità di scelta per l’individuo, riconoscimento dei suoi punti di forza
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Modello ICF La disabilità viene definita come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra: La condizione di salute di un individuo e I fattori personali da un lato E i fattori ambientali (che rappresentano le circostanze in cui vive l’individuo dall’altro)
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Modello sociale (Disability Studies)
Ci si concentra sulle barriere che esistono all’interno del contesto sociale Le quali impediscono a una persona di raggiungere lo stesso livello di funzionamento delle altre. È la società a dover essere ridisegnata!
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I modelli della disabilità
Individuale (Medico) ICF Sociale (Disability Studies) Capacità (Capability Approach)
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BES DSA DIRETTIVA — 27 dic . 2012 CIRCOLARE MINISTERIALE
LA RECENTE NORMATIVA SULL’ INCLUSIONE SCOLASTICA BES SEGNALAZIONE DSA (Bisogni Educativi Speciali) (Disturbi Specifici di Apprendimento) DIRETTIVA — 27 dic DM n lug – Linee guida allegate al DM n. 5669 Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’Inclusione Scolastica “Linee guida regionali per l'individuazione precoce delle difficoltà di apprendimento nella letto scrittura e nell’aritmetica” (Protocollo di intesa tra l’Ufficio Scolastico Regionale e la Regione Emilia Romagna ai sensi dell’art.7 comma 1 della Legge 8 Ottobre 2010 n°170 – Nota 2678 del dell’USRER). CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8 Prot marzo 2013 Indicazioni operative riguardanti la Direttiva del 27/01/12
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DIRETTIVA - 27 gennaio 2012 3 GRANDI SOTTO-CATEGORIE :
LA RECENTE NORMATIVA SULL’INCLUSIONE SCOLASTICA DIRETTIVA - 27 gennaio 2012 Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’Inclusione Scolastica BES : Area dello svantaggio scolastico che ricomprende diverse problematiche. 3 GRANDI SOTTO-CATEGORIE : 1. DISABILITÀ 2. DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI 3. SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO, CULTURALE
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DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO-DSA
LA RECENTE NORMATIVA SULL’ INCLUSIONE SCOLASTICA DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO-DSA DEFICIT DEL LINGUAGGIO DEFICIT DELLE ABILITÀ NON VERBALI DEFICIT DELLA COORDINAZIONE MOTORIA • DEFICIT DELL’ATTENZIONE E DELL’IPERATTIVITÀ • IL FUNZIONAMENTO COGNITIVO LIMITE (BORDERLINE COGNITIVO) è considerato ai confini tra disabilità e disturbo specifico.
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LA RECENTE NORMATIVA SULL’INCLUSIONE SCOLASTICA
INTERVENTI-1 1.DISABILITÀ: sostegno scolastico in base al o ai codici nosografici della classificazione ICD-10 2. DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI: non in tutti i casi può esserci la certificazione in base alla L. 104/92 (DSA-F81.1/F81.9) ADHD in assenza di comorbilità (F90.0 ) DISTURBI DELL’AREA DEL LINGUAGGIO E NON VERBALI (codici da F80.1…F82…F83…) 3. SVANTAGGIO SOCIO-ECONOMICO, LINGUISTICO CULTURALE
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INTERVENTI – 2 Elaborazione di un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con BES Redazione di un PDP (Piano Didattico Personalizzato) individualizzato o riferito a tutti gli alunni della classe con BES (strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti e documentazione delle strategie programmate per la famiglia) I Consigli di Classe posso assumere determinazioni sull’assunzione di misure compensative e dispensative, sulla base dell’analisi della certificazione prodotta dalle famiglie e di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico
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INTERVENTI – 3 FORMAZIONE In considerazione della complessità dei bisogni all’interno di ogni classe la formazione docenti è indispensabile per adottare una didattica inclusiva Attivazione di corsi di formazione professionale e Master: Didattica e psicopedagogia dei DSA Didattica e psicopedagogia per l’autismo Didattica e psicopedagogia per l’ADHD Didattica e psicopedagogia per le disabilità intellettive Didattica e psicopedagogia per l’educazione psicomotoria Didattica e psicopedagogia per la disabilità sensoriale
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ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’OTTIMALE
REALIZZAZIONE DELL’INCLUSIONE SCOLASTICA “La direttiva affida un ruolo fondamentale ai CTS - Centri Territoriali di Supporto, quale interfaccia fra l’Amministrazione e le scuole, e tra le scuole stesse nonché quale rete di supporto al processo di integrazione, allo sviluppo professionale dei docenti e alla diffusione delle migliori pratiche”. Cir. Min. n. 8 06/03/13 PUNTI DI RIFERIMENTO per le scuole e DI COORDINAMENTO con Province, Comuni, Municipi, Servizi Sanitari, Associazioni delle persone disabili, Centri di ricerca di formazione e di documentazione FUNZIONE DI: Informazione e formazione Consulenza Gestione degli ausili e comodato d’uso Buone pratiche e attività di ricerca e sperimentazione Promozione di intese territoriali per l’inclusione
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CONCETTO DI INTELLIGENZA TERRITORIALE
(D. Ianes) CTS – Centri Terriroriali di Supporto (livello provinciale) CTI – Centri Territoriali per l’Inclusione ( livello distrettuale) Istituiti a livello distrettuale Devono collegarsi o assorbire i preesistenti Centri Territoriali per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, i Centri di Documentazione per l’integrazione scolastica (CDH) e i Centri Territoriali di Risorse per l’integrazione scolastica (CTRH) Svolgono funzione di collegamento con le scuole del distretto per formare reti
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CTS Modena c/o IPSIA “F.Corni”- V.le Tassoni, 3 – (MO) 059/212575
Rete Regionale dei CTS CTS Modena c/o IPSIA “F.Corni”- V.le Tassoni, 3 – (MO) 059/212575 Indirizzo mail:
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LA RETE IN PROVINCIA DI MODENA
CTS-MO CTI Centri di Inclusione Territoriale 7 in provincia di Modena Carpi Finale Emilia Pavullo Modena Sassuolo San Cesario Vignola Centro Territoriale di Supporto di Modena
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SPORTELLO AUTISMO E’ un servizio di consulenza scolastica rivolto ai docenti in quanto riguarda esclusivamente interventi di carattere pedagogico-didattico Sono esclusi dalla consulenza: Temi di pertinenza sanitaria Quesiti relative ad organici/assegnazione del personale Eventuali difficoltà comunicativo-relazionale del personale scolastico Ogni altro tema che afferisca direttamente alla competenza del Dirigente
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FINALITÀ Supporto alle scuole per definizione progetti didattico-educativi Essere punto di studio e di confronto sulla didattica Essere punto di informazione e formazione per i docenti
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Prossimi appuntamenti con la formazione del CTS di Modena:
Corso di formazione-sperimentazione per docenti delle classi terminali delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado su prevenzione al bullismo e cyberbullismo “ SperimentAzione No Cyber” (Febbraio-Maggio 2017) Presentazione Sportello autismo 3 Febbraio 2017 Scuole Mattarella
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Centro Territoriale di Supporto di Modena
c/o I.P.S.I.A “ F. Corni” Modena Viale Tassoni,3 tel Dirigente: Alessandra Magnanini Referente: Simonetta Spaggiari Docenti operatori C.T.S.: Spaggiari Simonetta (Referente CTS, referente formazione Inclusione, DSA e Cyberbullismo) Zanarini Giuliana (ricerca didattica) Arcuri Rosa Maria (area disabilità, autismo) Cocchi Manuela (area disabilità, autismo, somministratore TTAP), Scurani Antonella (somministratore TTAP) Docenti collaboratori: Berni Romana (area disabilità, autismo) Tomasini Andrea (area disabilità, autismo) Servizi di consulenza e comodato di ausili (solo su appuntamento)
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GRAZIE PER L’ ATTENZIONE…..
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