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PubblicatoValentino Simone Modificato 7 anni fa
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Niebla (1914) Come in Amor y pedagogía, anche in Niebla, oltre alla narrazione, figurano tre frammenti complementari: il prologo e il postprologo corrispondono alla data iniziale di pubblicazione, mentre il terzo è una storia dell'opera scritta nel 1935 per la nuova edizione, apparsa allora. Il prologo è firmato da Víctor Goti, amico di Augusto Pérez, il protagonista, e dell'autore. Prologhista situato al contempo nel mondo letterario e in quello reale. Víctor Goti è una figura fittizia e allo stesso tempo una persona viva, così intimo di Miguel de Unamuno che questi gli commissiona la scrittura del prologo.
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Per comprendere Unamuno bisogna partire dal carattere contraddittorio e ambiguo del suo pensiero relativamente all'essenza e all'esistenza dell'uomo. Il prologhista-personaggio è anche l'inventore del termine nivola. Per legare ancor più strettamente il personaggio con il mondo romanzesco, l'autore lo presenta come amico di Fulgencio Entrambosmares, grottesco personaggio di Amor y pedagogía attraverso il quale comunica con lo stesso Unamuno che si caricaturizzò in Entrambosmares. Il personaggio Augusto si scontra con il suo stesso creatore, reclamando il suo libero arbitrio. Nivola è neologismo deformante coniato sulla designazione tecnica di novela ed enuncia un nuovo progetto di romanzo non imbrigliato da regole, genere aperto.
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L'atteggiamento di Unamuno nei confronti dei personaggi da lui inventati ricorda quello di Pirandello. In entrambi lo scontro fra il personaggio e l'autore ha un senso differente rispetto agli scrittori del passato. La ribellione di Víctor Goti e Augusto Pérez contro Unamuno simboleggia quella dell'uomo quando reclama libertà per vivere e forgiare un destino indipendente e personale. Sin dal prologo risulta chiaro il tema cardinale del romanzo e tangenzialmente quello dell'autonomia del personaggio. L'ente fittizio assume a poco a poco essenza reale.
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Niebla è il romanzo dell'assurdo esistenziale, dell'uomo perso nell'angoscia di una vita senza scopo. La vita è nebbia e fra la nebbia si aprono i percorsi per cui vaghiamo. Nebulosa è cosa incognita, enigmatica; per questo i personaggi vivono precariamente, interiorizzati, cercando se stessi. La nebbia è il simbolo del nulla, come lo è della vita. Questa presentazione della realtà è già una presentazione indiretta delle opinioni di Unamuno sul senso della vita. Si vive quando si ama e quando si soffre, ma amore e sofferenza forse sono invenzioni, chimere forgiate per alimentare la nostra necessità di essere, di esistere. L'insicurezza di Augusto è l'insicurezza unamuniana.
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Quando l'autore decide di distruggere il suo personaggio, impedendogli di suicidarsi (cioè di dare testimonianza di una volontà operante), forza il meccanismo romanzesco per mostrare il suo potere. Unamuno penetra nell'universo fittizio da lui creato e cerca di trasformarsi in personaggio sognando di raggiungere così un'esistenza più vigorosa e prolungata. Grazie alla coincidenza fra autore e personaggio introduce in Niebla un'altra narrazione che la duplica e in un certo modo la spiega: l'autore della seconda narrazione è a sua volta personaggio della prima. Se il racconto fittizio è ciò che avviene in un secondo livello della narrazione, il primo piano romanzesco si identifica con il piano reale.
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Ciò che quest'opera può avere di nebuloso e vago è ben espresso dal titolo: con esso viene segnalato il carattere ambiguo del suo ambito, territorio di frontiera fra il quotidiano vivere e la divagazione introspettiva. Idea della vita come commedia o tragedia e del mondo come scenario di essa. Rappresentazione e vita come interpretazione di un ruolo in cui tutto è predeterminato. Già Amor y pedagogía fu scritto partendo dall'idea che "il mondo è un teatro e in esso ciascuno recita un ruolo". Di lì le teorie sulla "morcilla" che nel gergo teatrale sono le parole intercalate dall'attore nel suo ruolo, fuori dal testo. La “morcilla” è un modo di entrare nella commedia dicendo qualcosa di personale, qualcosa di proveniente dal nostro io più autentico. Poi torna il dubbio e ci chiediamo se la “morcilla”, l'intervento personale, non è anch'esso previsto dalla coscienza e onniscienza dell'autore. In ogni caso, la “morcilla” sembra essere l'unica possibilità di sfuggire alla subordinazione e mancanza di libertà che sentiamo mentre rappresentiamo la commedia della vita.
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In Niebla, come negli altri romanzi unamuniani, l'azione non è localizzata in un'epoca precisa e un luogo definito. Unamuno volle eliminare la descrizione dei personaggi, per evidenziare il conflitto intimo, lo scontro di passioni e volontà. I romanzi di Unamuno, per il loro appassionato soggettivismo, parlano direttamente al cuore. Il desiderio di essere fedele alla realtà portò Unamuno a costruire un personaggio radicalmente contraddittorio, come è solito essere l'uomo. Niebla presenta storie intercalate che si riferiscono a fatti e personaggi svincolati dall'azione principale. Non sono indispensabili ma pertinenti, ciascuna a modo suo. Troviamo 5 storie intercalate, inclusa quella di Víctor Goti. Tutte queste storie illuminano la psicologia del protagonista, annunciano avvenimenti futuri e facilitano la fusione fra il mondo reale e quello fittizio.
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1) La prima delle storie intercalate introduce il protagonista di un altro romanzo di Unamuno, Avito Carrascal. Lezione ricevuta da Avito, fallito pedagogo, che dice che l'unica maestra di vita è la vita stessa e non c'è pedagogia che valga. Avito gli consiglia di agire, di liberarsi dal controllo della madre. 2) La storia di Víctor si sviluppa in diretto rapporto con l'azione principale. Víctor è guida e confidente del protagonista. Unamuno utilizza Víctor per esporre le sue idee sul matrimonio. 3) Storia di don Antonio, la cui vita è fatta da altri. Vicenda di tradimento e abbandono che preannuncia l'abbandono di Augusto da parte di Eugenia. 4) Storia del fogueteiro: tratta del cieco che vede con gli occhi dell'anima, più penetranti di quelli veri. Il tema della cecità è fortemente galdosiano. 5) L'ultima storia intercalata è quella di Eloíno, complementare a quella di Antonio. Il tema di entrambe è un tradimento ma nella prima il tradimento nega l'amore, mentre nell'altra è l'origine di un nuovo amore o di qualcosa di accettato come tale.
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Drammatizzazione del romanzo e dominio del dialogo
Drammatizzazione del romanzo e dominio del dialogo. Fa parte del progetto di conferire autonomia ai personaggi. Complemento naturale della forma dialogata è l'utilizzazione del soliloquio. Le grandi metafore di Unamuno sono la vita come sogno e il gran teatro del mondo. Uso massiccio di metafore anche nella descrizione dei personaggi. Il pensiero unamuniano si manifesta attraverso l'immagine: "el alma es un manantial que sólo se revela en lágrimas".
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