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“Una testa ben fatta è una testa fatta per organizzare le conoscenze così da evitare la loro sterile accumulazione” “Nell’educazione occorre trasformare.

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1 “Una testa ben fatta è una testa fatta per organizzare le conoscenze così da evitare la loro sterile accumulazione” “Nell’educazione occorre trasformare le informazioni in conoscenza e la conoscenza in sapienza” Edgar Morin

2 “ Occorre rigenerare la laicità e lavorare per la nascita di una democrazia cognitiva attraverso la problematizzazione del Progresso, della Scienza, della Tecnica, della Ragione. Lo sviluppo della democrazia cognitiva è possibile solo all’interno di una riorganizzazione del sapere” Edgar Morin

3 La mission residuale e le funzioni obsolete della scuola di oggi
Trasmissione dei saperi Socializzazione secondaria Cura delle competenze professionali FUNZIONI RESIDUE Principale veicolo di inculturazione dei giovani Staffetta esperienziale intergenerazionale Manutenzione della cultura del leggere e dello scrivere Principale (anche se non unica) agenzia di socializzazione extra-familiare

4 Le missioni dell’educazione per Morin
Attitudine ad organizzare la conoscenza Insegnamento della condizione umana Apprendistato alla vita Apprendistato all’incertezza Educazione alla cittadinanza nazionale, europea e planetaria

5 Insegnare l’etica pubblica nell’età della planetarizzazione
La cittadinanza civile, politica e sociale ‘classica’ (diritti e doveri civili, politici, etico-sociali ed economici della Costituzione Italiana) La cittadinanza ‘glocale’ (globale e locale), tra identità locali, appartenenze,particolarismi e nuove identità sovranazionali (per noi quella europea in particolare) 3. Altre cittadinanze: la cittadinanza planetaria, bio-naturalistica, multimediale, di genere, delle generazioni future (concetto di “cittadinanza diffusa”)

6 Interdisciplinarietà
Pluri o multi disciplinarietà Interdisciplinarietà Transdisciplinarietà “Scambio di dati e informazioni tra pensieri diversi” “Comunicazione e integrazione tra contenuti e metodi di saperi diversi” “Valorizza le conoscenze delle singole discipline che, alimentandosi le une con le altre, riescono a dare una visione del mondo che singolarmente non avrebbero mai potuto dare”

7 Le emergenze formative, educative e cognitive
Attivare un ‘filtro critico’ per selezionare la massa delle informazioni e incanalarle verso una vera conoscenza “apprendendo ad apprendere” Lottare contro l’iperspecialismo e la fossilizzazione cognitiva Opporsi alla manipolazione dei mass-media e all’eccessiva pervasività della telecomunicazione unidirezionale Ricostruire l’alleanza tra le scienze “umano-sociali” e le “scienze naturali” Interrogarsi sul valore ‘euristico’ delle discipline insegnate Accettare la sfida della non-neutralità e non-oggettività delle scienze (sia naturali che sociali) Educare alla cittadinanza locale, nazionale, europea e mondiale Relativizzare il sapere occidentale e comprendere le culture ‘altre’ (relativismo culturale) Il “sapere etico” è il sapere per la sostenibilità dello sviluppo e per la solidarietà sociale..e non quello per la competizione e l’incomprensione

8 Le 3 sfide e i 2 blocchi per una Riforma dell’ Educazione
♦ Culturale ♦ Sociologica/ informatica ♦ Civica Vedi lettura pag 197

9 Riforma del pensiero Il nostro pensiero attuale subisce 4 mutilazioni:
Il riduzionismo La visione binaria delle cose La causalità lineare Il manicheismo Occorre lottare contro: Il paradigma della disgiunzione e della separazione L’illusione che noi siamo già pervenuti alla “società della conoscenza” L’illusione che la nostra conoscenza – inclusa quella scientifica – disporrebbe della piena razionalità La disgiunzione tra scienza ed etica

10 OCCORRE EVITARE IPERSPECIALISMO ED APPROCCI RIDUZIONISTICI Definizione di iper-specializzazione: “Specializzazione che si ripiega su sé stessa senza permettere la sua integrazione in una problematica globale o in una concezione d’insieme dell’oggetto di cui essa considera solo un aspetto o una parte” Definizione di approccio riduzionistico: “Fare riferimento ad una sola serie di fattori per definire la totalità dei problemi posti dalla crisi multiforme più che una soluzione è il problema stesso” (Aurelio Peccei)

11 I 7 saperi necessari per l’educazione al futuro
Le cecità della conoscenza: l’errore e l’illusione I principi di una conoscenza pertinente Insegnare la condizione umana Insegnare l’identità terrestre Affrontare le incertezze Insegnare la comprensione L’etica del genere umano

12 1. Le cecità della conoscenza: l’errore e l’illusione
L’educazione deve primariamente preoccuparsi di far conoscere che cosa è conoscere. Occorre preparare gli allievi ad affrontare i rischi permanenti dell’errore e dell’illusione che non cessano di parassitare la mente umana. E’ necessario potenziare nell’insegnamento lo studio dei caratteri cerebrali, mentali e culturali della conoscenza umana, delle disposizioni psichiche e culturali che la inducono e rischiano l’errore e l’illusione.

13 2. I principi di una conoscenza pertinente
E’ necessario promuovere una conoscenza capace di cogliere i problemi fondamentali e globali per inscrivere in essi le conoscenze parziali e locali. La supremazia di una conoscenza frammentata nelle diverse discipline rende spesso incapaci di effettuare legami tra le parti e la totalità; si deve far posto ad un modo di conoscere capace di cogliere e situare le informazioni in un contesto e in un insieme. Occorre un metodo in grado di cogliere le relazioni e le influenze reciproche tra le parti e il tutto in un mondo complesso.

14 3. Insegnare la condizione umana
L’essere umano è al contempo fisico, biologico, psichico, culturale, sociale, storico. Questa “unità complessa” della natura umana è completamente disintegrata nell’insegnamento attraverso le discipline. Ciascuno dovrebbe invece avere conoscenza e coscienza del carattere complesso della propria identità. La “condizione umana” dovrebbe essere oggetto essenziale di ogni insegnamento. Occorre ricomporre l’unità dell’essere umano riunendo e organizzando le conoscenze disperse nelle scienze della natura, nelle scienze umane, nella letteratura e nella filosofia per mostrare il legame indissolubile tra l’unità e la diversità di tutto ciò che è umano.

15 4. Insegnare l’identità terrestre
Il destino ormai planetario del genere umano è un’altra realtà fondamentale spesso ignorata dall’insegnamento. La conoscenza degli sviluppi dell’era planetaria e il riconoscimento dell’”identità terrestre” devono divenire uno dei principali oggetti dello insegnamento. E’ opportuno insegnare la storia dell’era planetaria che inizia nel 1500 con la comunicazione tra tutti i continenti e mostrare come tutte le parti del mondo siano divenute inter-solidali senza occultare le oppressioni e le dominazioni che hanno devastato e ancora devastano l’umanità. Si dovrà indicare il complesso della crisi planetaria che segna il XX secolo per mostrare come tutti gli esseri umani vivano una stessa “comunità di destino”.

16 5. Affrontare le incertezze
Le scienze ci hanno fatto acquisire molte certezze, ma nel corso del XX secolo ci hanno anche rivelato innumerevoli campi di incertezza. L’insegnamento dovrebbe comprendere l’insegna- mento delle incertezze che sono apparse nelle scienze fisiche (microfisica, termodinamica, cosmologia) nelle scienze della evoluzione biologica e nelle scienze storiche. Occorre disporre di strategie che consentano di affrontare i rischi, l’inatteso, l’incerto. Bisogna apprendere a navigare in un oceano di incertezze attraverso arcipelaghi di certezze.

17 6. Insegnare la comprensione
La comprensione è al contempo il mezzo e il fine della comunicazione umana. Il pianeta ha bisogno in tutti i sensi di reciproche comprensioni. Lo sviluppo della comprensione richiede però una “riforma della mentalità”. La reciproca comprensione tra umani, sia prossimi che lontani, è ormai vitale affinché le relazioni umane escano dallo stato barbaro di incomprensione. Occorre studiare le radici dell’incomprensione, nelle sue modalità e nei suoi effetti, cioè le origini (psico-socio-antropo- logiche) del razzismo e della xenofobia.

18 7. L’etica del genere umano
L’insegnamento deve produrre una “antropo-etica” capace di riconoscere il carattere ternario della condizione umana: l’etica individuo/specie/società richiede il controllo della società da parte dell’individuo e dell’individuo da parte della società, cioè la democrazia; l’etica individuo/specie/società nel XX secolo richiede la solidarietà terrestre. L’etica deve formarsi nelle menti a partire dalla coscienza che l’umano è allo stesso tempo un individuo, parte della società, parte di una specie. Portiamo in ciascuno di noi questa triplice realtà. A partire da ciò si profilano due grandi sfide del nuovo millennio: far vivere la democrazia contro i “deficit democratici” e le involuzioni e gli imbarbarimenti sempre possibili e portare a compimento l’umanità come “comunità planetaria” (cioè far nascere una cittadinanza terrestre nella nostra “Terra-Patria”).


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