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La prima metà del ‘700 In Europa: In Italia:

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Presentazione sul tema: "La prima metà del ‘700 In Europa: In Italia:"— Transcript della presentazione:

1 La prima metà del ‘700 In Europa: In Italia:
Si combattono molte guerre, perché ciascuna potenza europea vuole prevalere sulle altre ed ottenere il predominio sia in Europa sia nelle colonie d’oltremare. Si tratta di 3 guerre di successione, combattute in apparenza per appoggiare un proprio candidato ai troni via via rimasti vacanti: Guerra di successione spagnola ( ) Guerra di successione polacca ( ) Guerra di successione austriaca ( ). Segue la guerra dei 7 anni, durata appunto 7 anni ( ), che coinvolse non solo l’Europa, ma anche le colonie asiatiche ed americane Le conseguenze di tali scontri sono riassumibili come segue: I Savoia, partecipando ad essi, acquisiscono nuovi territori. Il Regno di Sardegna comprende, oltre che il Piemonte, parte della Lombardia e la Sardegna Nasce una nuova potenza europea: la Prussia, germe della futura Germania L’Inghilterra è la nuova potenza coloniale (in Oriente in India; in Occidente in America settentrionale – Canada) In Italia: Intanto L’Italia continua ad essere divisa e, per gran parte, sottoposta agli stranieri: Al NORD, in Lombardia, dominano gli ASBURGO d’Austria; Al SUD, da Napoli alla Sicilia, regnano i BORBONE di Spagna. Restano Stati indipendenti: Il Regno di Sardegna dei Savoia (Piemonte, parte della Lombardia, Sardegna); Le Repubbliche di Genova e Venezia, ormai in declino; Lo Stato della Chiesa, dal Lazio all’Emilia

2 L’Italia nella prima metà del ‘700
3 2 1 Individua e segna sulla carta: 1. Regno di Sardegna (verde) 2. Lombardia e Toscana degli Asburgo d’Austria (arancione) 3. Repubblica di Venezia (azzurro) 4. Repubblica di Genova (rosso) 5. Stato della Chiesa (giallo) 6. Regno di Napoli + Sicilia dei Borbone di Spagna (marrone) 4 2 5 6 1 6

3 L’Illuminismo e i suoi protagonisti
In Europa si diffonde l’Illuminismo, un movimento di pensiero basato sulla fiducia nella ragione (=lume) umana, unico mezzo capace di far raggiungere all’uomo la verità, di farlo uscire dalle tenebre dell’ignoranza e della superstizione. Gli illuministi credono nel progresso dell’uomo, che grazie alla sua intelligenza può migliorare la società e la sua vita. I valori principali sono la tolleranza, la libertà, l’uguaglianza. Il centro di diffusione è la Francia, paese in cui si distinguono intellettuali come: Montesquieu, che crede nella separazione dei 3 poteri dello Stato: legislativo (del Parlamento), esecutivo (del re e dei suoi ministri), giudiziario (della Magistratura) [leggi la fonte scritta di p. 160 e rispondi alle domande] Voltaire, che difende la libertà di opinione. Celebre la sua massima «disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto di dirlo» Diderot e d’Alembert, ideatori dei 28 volumi dell’Encyclopèdie, che raccoglie tutto il sapere (scienze, arti e mestieri) e intende diffonderlo per il bene ed il progresso dell’uomo. Il progetto fu contrastato da politici e religiosi per le idee innovative favorevoli alla libertà e contro l’assolutismo, l’oppressione, il fanatismo, l’intolleranza religiosa, l’ignoranza Rousseau, che crede nell’uguaglianza di tutti gli uomini, ricchi e poveri, contro ogni forma di ingiustizia, disuguaglianza ed oppressione. Sostiene la democrazia, il potere del popolo di scegliersi i governanti.

4 Illuminismo, politica e religione
Illuminismo e politica In campo politico gli illuministi credono, in generale, in uno Stato più moderno grazie all’intervento di riforme. Alcuni sovrani chiamano gli intellettuali illuministi per attuarle e per questo si parla di assolutismo illuminato tra gli anni 1750/80 in Austria, Prussia, Russia, Toscana, Piemonte. Tali riforme riguardano: In campo amministrativo, una gestione più equa delle tasse e l’eliminazione dei privilegi dei nobili e degli ecclesiastici (con l’introduzione del catasto e della tassazione degli immobili dei nobili) In campo scolastico, l’istruzione primaria obbligatoria In campo giudiziario, pene meno dure e violente (la Toscana, per prima, abolisce la pena di morte) In campo religioso, un clima di tolleranza religiosa verso le altre fedi Illuminismo e religione In campo religioso, gli illuministi credono nel deismo o nell’ateismo: Per i deisti esiste un Dio creatore, ma non coincide con nessun Dio adorato dalle religioni ufficiali, che sono invece portatrici di ignoranza e superstizione con i loro dogmi e i loro misteri Per gli atei non esiste alcun Dio: la religione è solo uno strumenti dei potenti per lasciare il popolo nell’ignoranza e nella paura così da controllarlo e governarlo meglio

5 L’Illuminismo italiano
In Italia l’Illuminismo si diffuse soprattutto nel nord Italia, mentre il sud rimase arretrato perché in mano ai grandi possessori di terre, i latifondisti, disinteressati ed anzi contrari al movimento riformatore. In Lombardia Pietro Verri fonda la rivista «Il Caffè», che affronta i problemi concreti della società e sollecita il governo austriaco ad attuare riforme utili. Vi collabora Cesare Beccaria, autore del saggio «Dei delitti e delle pene», in cui condanna la pena di morte e la tortura ritenendoli un ulteriore reato perpetrato dallo Stato nei confronti dei cittadini, seppur colpevoli. [leggi p. 157]

6 La pena di morte oggi Paesi totalmente abolizionisti: 140 sono quei paesi che hanno abolito la pena di morte per tutti i reati: Albania, Andorra, Angola, Argentina, Armenia, Australia, Austria, Azerbaijan, Belgio, Bhutan, Bolivia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Burundi, Cambogia, Canada, Capo Verde, Cipro, Città del Vaticano, Colombia, Costa d'Avorio, Costa Rica, Croazia, Danimarca, Ecuador, Estonia, Filippine, Finlandia, Francia, Gabon, Georgia, Germania, Gibuti, Grecia, Guinea, Haiti, Honduras, Irlanda, Islanda, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Salomone, Italia, Kiribati, Kirghizistan, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Macedonia, Malta, Mauritius, Messico, Micronesia, Moldavia, Monaco, Montenegro, Mozambico, Namibia, Nepal, Nicaragua, Niue, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Palau, Panama, Paraguay, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Repubblica Dominicana, Repubblica Slovacca, Romania, Ruanda, Samoa, San Marino, Sao Tomè e Principe, Senegal, Serbia (incluso il Kossovo), Seychelles, Slovenia, Sudafrica, Spagna, Svezia, Svizzera, Timor Este, Togo, Turchia, Turkmenistan, Tuvalu, Ucraina, Ungheria, Uruguay, Uzbekistan, Vanuatu, Venezuela. Paesi abolizionisti per reati comuni: 7 sono quei paesi che hanno abolito la pena di morte per i reati comuni, ma la mantengono per casi eccezionali quali, ad esempio, i reati commessi in tempo di guerra: Brasile, Cile, El Salvador, Figi, Israele, Kazakhistan, Perù. Paesi abolizionisti de facto: 35 sono quei paesi che mantengono in vigore la pena di morte, ma nei quali le esecuzioni non hanno luogo da almeno dieci anni, oppure sono paesi che hanno introdotto delle moratorie sulle esecuzioni. Algeria, Benin, Brunei, Burkina Faso, Camerun, Congo, Corea del Sud, Eritrea, Federazione Russa,Ghana, Grenada, Kenya, Laos, Liberia, Madagascar, Malawi, Maldive, Mali, Mauritania, Mongolia, Marocco, Myanmar, Nauru, Niger, Papua Nuova Guinea, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sri Lanka,Suriname, Swaziland, Tagikistan, Tanzania, Tonga, Tunisia, Zambia. Paesi mantenitori: 58 sono quei paesi che mantengono in vigore la pena di morte: Afghanistan, Antigua e Barbuda, Arabia Saudita, Autorità Palestinese, Bahamas, Bahrain, Bangladesh, Barbados, Bielorussia, Belize, Botswana, Ciad, Cina, Comore, Corea del Nord, Cuba, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Gambia, Guatemala, Guinea, Guinea Equatoriale, Guyana, India, Indonesia, Iran, Iraq, Giamaica, Giappone, Giordania, Kuwait, Lesotho, Libano, Libia, Malesia, Nigeria, Oman, Pakistan, Qatar, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Dominicana, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Singapore, Siria, Somalia, Stati Uniti d'America, Sudan, Sudan del Sud, Taiwan, Thailandia, Trinidad e Tobago, Uganda, Vietnam, Yemen, Zimbabwe.

7 L’appello di Papa Francesco
Faccio appello alla coscienza dei governanti, affinché si giunga ad un consenso internazionale per l'abolizione della pena di morte. E propongo a quanti tra loro sono cattolici di compiere un gesto coraggioso ed esemplare: che nessuna condanna venga eseguita in questo Anno Santo della Misericordia. Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati oggi ad operare non solo per l'abolizione della pena di morte, ma anche al fine di migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità umana delle persone private della libertà. Domani avrà luogo a Roma un convegno internazionale dal titolo 'Per un mondo senza la pena di morte', promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. Auspico che il simposio possa dare un rinnovato impulso all'impegno per l'abolizione della pena capitale. Un segno di speranza è costituito dallo sviluppo, nell'opinione pubblica, di una sempre più diffusa contrarietà alla pena di morte anche solo come strumento di legittima difesa sociale. In effetti, le società moderne hanno la possibilità di reprimere efficacemente il crimine senza togliere definitivamente a colui che l'ha commesso la possibilità di redimersi. Il problema va inquadrato nell'ottica di una giustizia penale che sia sempre più conforme alla dignità dell'uomo e al disegno di Dio sull'uomo e la società, e anche a una giustizia penale aperta alla speranza del reinserirsi nella società. Il comandamento 'non uccidere' ha valore assoluto e riguarda sia l'innocente che il colpevole. L’appello di Papa Francesco


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