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Modus operandi ed effetti macroeconomici (vedi cap. 18 Cellini)

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Presentazione sul tema: "Modus operandi ed effetti macroeconomici (vedi cap. 18 Cellini)"— Transcript della presentazione:

1 Modus operandi ed effetti macroeconomici (vedi cap. 18 Cellini)
Politica Fiscale Modus operandi ed effetti macroeconomici (vedi cap. 18 Cellini)

2 Politica Fiscale Definizione: Qualsiasi intervento posto in essere da un organo, un ente o un’istituzione che è parte del settore pubblico Gli interventi di politica fiscale producono, di solito, una variazione nel bilancio del settore pubblico Il bilancio pubblico consente di ottenere informazioni utili per definire obiettivi e strumenti La sua composizione indica il peso relativo degli obiettivi (le priorità)

3 I soggetti (vedi http://www.rgs.mef.gov.it/VERSIONE-I/ )
Esistono tre macro settori che compongono il settore pubblico: le amministrazioni pubbliche centrali dello Stato (settore statale): Camere, Presidente, Consiglio dei Ministri e Ministeri Enti economici nazionali (Cassa Depositi e Prestiti, ANAS,..) enti portuali, lirici Enti di ricerca (CNR, INMF, Area Science Park…) le amministrazioni locali 20 regioni, 8100 comuni e 110 province, (ultimi due in contrazione/cancellazione) 319 ASL e ospedali (in contrazione) camere di commercio e le università (enti locali dopo Titolo V, riforme) gli enti previdenziali (Inps, Inail).

4 La struttura secondo ISTAT (elenco per il 2014 disponibile al sito:

5 Gli obiettivi Promuovere l’efficienza allocativa con:
Offerta di beni e servizi (beni pubblici e meritori) Interventi regolamentativi Interventi di stabilizzazione macroeconomica Promuovere una maggiore equità distributiva di Reddito Ricchezza Opportunità di accesso ad attività economiche e sociali

6 Gli Strumenti Spesa pubblica per beni pubblici e meritori (difesa, sicurezza, scuola, previdenza sociale, infrastrutture civili) persegue gli obiettivi (1 e 2). Gli strumenti si trovano in voci di bilancio diverse (consumi intermedi, personale e trasferimenti) Spesa per protezione sociale (TR), sempre ob. 1 e 2 con effetti di stabilizzazione automatica del ciclo (sussidi di disoccupazione, imposizione progressiva…) Entrate tributarie per finanziare la spesa e finalità dirette a realizzare ob. 1 e 2 (IRPEF, IVA, Carbon tax…) Indebitamento (vs. imposizione o altre entrate) con finalità di stabilizzazione (della spesa) nel breve periodo.

7 La manovra di finanza pubblica o ciclo di programmazione
A partire da quest'anno la manovra di finanza pubblica è operata con la sola legge di bilancio, che ora ricomprende anche la ex legge di stabilità. A seguito dell'entrata in vigore della Legge 4 agosto 2016, n. 163, i contenuti della legge di bilancio e della legge di stabilità sono ricompresi in un unico provvedimento, costituito dalla nuova legge di bilancio, riferita ad un periodo triennale, la quale si articola in due sezioni: la prima sezione svolge in sostanza le funzioni dell'ex disegno di legge di stabilità, è dedicata alle innovazioni legislative, definisce il quadro di riferimento finanziario e contiene le misure quantitative necessarie a realizzare gli obiettivi programmatici indicati nel DEF (e nella Nota di aggiornamento al DEF);   la seconda sezione ricalca quelle del disegno di legge di bilancio e espone, per l'entrata e per la spesa, le unità di voto parlamentare e riporta le variazioni non determinate da innovazioni normative (ad es., rimodulazioni compensative verticali - tra capitoli di spesa – ed orizzontali - su uno stesso capitolo di spesa, nonché rifinanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni di spese disposte da norme preesistenti). Nel 2017 il  valore della manovra ammonta a 27 miliardi di euro con un disavanzo per i conti pubblici che nel 2016 salirà al 2,3% sul PIL

8 Documento di economia e finanza
Il DEF è sostitutivo sia del Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (DPEF) e del DPF, la Decisione di Finanza Pubblica ai sensi della L. 31 Dicembre 2009 n. 196 e modificata dalla Legge 39/2011. Con quest’ultima legge si introduce il Documento di economia e finanza. Viene presentato annualmente dal Governo alle Camere entro il 10 aprile, contiene il quadro della programmazione economico finanziaria su base triennale, è composto dal Programma nazionale di stabilità, da una seconda sezione contenente analisi e tendenze della finanza pubblica e la relativa nota metodologica e dalla terza sezione in cui vi è il Programma Nazionale di riforma, con i relativi allegati. Il DEF va presentato alle Istituzioni comunitarie entro il 30 aprile

9 La manovra di finanza pubblica
Il Governo presenta alle Camere la Nota di aggiornamento al DEF annualmente entro il 27 settembre, per le conseguenti deliberazioni parlamentari. La DEF contiene l’esposizione dei dati tendenziali a legislazione vigente del conto economico della pubblica amministrazione, del saldo di cassa e del debito, sia nel complesso, che ripartiti per i diversi sotto- settori in cui la P.A. è articolata: amministrazione centrale, amministrazioni locali ed enti di previdenza e assistenza sociale. Tra aprile e settembre intervengono altri momenti di programmazione: Il rendiconto generale dello Stato (30 giugno) Disegno di legge di assestamento (30 giugno) Linee guida articolazione del DEF (10 settembre) Disegni di legge collegati alla manovra di finanza pubblica (entro il mese di gennaio) Specifici documenti di programmazione delle AP diverse dallo Stato Esempio di disegno di legge collegato:

10 La legge di stabilità e di bilancio
La presentazione alle Camere della DEF viene dunque ravvicinata alla presentazione del disegno di legge di stabilità e del disegno di legge di bilancio, fissata al 15 ottobre (in passato era il 30 settembre).

11 I contenuti della legge di stabilità 2015 (Legge 23 dicembre 2014, n
Per quanto riguarda la struttura complessiva della legge, si conferma la sua suddivisione in articolato e tabelle. Vedi slides per spot su misure di intervento Governo

12 I documenti programmatici e la manovra di Finanza Pubblica

13 Bilancio Pubblico e gli aspetti Macroeconomici della domanda autonoma
Quanto pesa la spesa autonoma dello stato? La quota degli investimenti come va? Quali componenti sono importanti per il consumo? Il reddito disponibile La ricchezza netta delle famiglie in rapporto al reddito disponibile è aumentata, passando da un rapporto di 1 a 6 a 1 a 8,2 nel 2010

14 Dove troviamo “i numeri” per il nostro sistema?
Approfondimento

15 Il Bilancio Pubblico: le sue componenti
Le Classificazioni del bilancio Il bilancio dello Stato I saldi della finanza pubblica Il bilancio degli enti locali

16 Classificazioni del Bilancio
Esistono diverse classificazioni del bilancio, rispetto: ai soggetti dell’attività finanziaria pubblica all’oggetto, cioè alle operazioni rilevate ai criteri di registrazione all’orizzonte temporale alle fasi e alla natura delle valutazioni ai criteri di classificazione delle entrate e delle spese

17 L’oggetto Ai fini delle rilevazioni sono riportate in bilancio tutte le operazioni ad eccezione delle gestioni fuori bilancio, che sono tuttavia eccezionali.

18 I criteri di registrazione
Il bilancio di competenza, include l’ammontare delle somme che si autorizza rispettivamente di accertare per le entrate e di impegnare per le uscite, durante il periodo di riferimento, anche se le entrate e le uscite siano poi riscosse o pagate nello stesso periodo o in periodi successivi. Il bilancio di cassa, invece, include l’ammontare delle somme che si prevede rispettivamente di riscuotere per le entrate e di pagare per le uscite durante il periodo di riferimento, indipendentemente dal fatto che i rispettivi accertamenti o impegni si siano giuridicamente realizzati nello stesso periodo o in periodi precedenti.

19 L’orizzonte temporale
Il bilancio annuale ha carattere deliberativo e autorizzativo Il bilancio pluriennale ha carattere conoscitivo e programmatico Le rilevazioni infrannuali (es. il conto trimestrale o mensile) hanno carattere informativo Esempio Bilancio di Previsione semplificato: Espone in maniera sintetica i dati di previsione della legge di bilancio. È suddiviso in tre sezioni: la prima espone i risultati differenziali (effetti sui saldi di finanza pubblica); la seconda contiene una analisi delle entrate e la terza parte una analisi della spesa per voci economiche e per missioni e programmi.

20 Le fasi e la natura delle valutazioni
Previsioni e Risultati le valutazioni e la correttezza delle scelte pubbliche dipendono dal grado di scostamento tra le previsioni e i risultati si distinguono previsioni tendenziali (previsioni che proiettano gli aggregati del bilancio a legislazione invariata) e programmatiche (previsioni che tengono conto delle manovre necessarie per il raggiungimento degli obiettivi di politica economica)

21 I criteri di classificazione
Amministrativa: consente il controllo sulla regolarità formale della destinazione delle risorse stanziate in bilancio e sulla individuazione dei centri di costo e di responsabilità Economica: distingue la parte corrente da quella in conto capitale Funzionale: raggruppa le voci per settori d’intervento

22 Il Bilancio dello Stato: il conto economico
Per il dettaglio si veda se interessati Legge di Bilancio 2015 e programmatica (sito RGS)

23 I saldi della finanza pubblica
Il saldo misura la differenza tra le uscite e le entrate di un bilancio Considerate le numerose classificazioni di bilancio, esistono più definizioni di saldo Saldo corrente: differenza tra entrate e spese di parte corrente (risparmio pubblico) Saldo in conto capitale: differenza tra entrate e spese in c/capitale La somma dei due saldi dà luogo all’indebitamento netto Saldo netto da finanziare: è dato dalla somma dell’indebitamento netto e del saldo tra componenti attive e passive delle partecipazioni azionarie, dei conferimenti e delle concessioni di crediti. In termini di cassa, esso corrisponde alla nozione di fabbisogno …

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25 … il fabbisogno Per fabbisogno si intende:
il saldo tra la somma delle entrate di cassa, escluse quelle derivanti da accensione di mutui, e la somma delle uscite, escluse quelle per il rimborso dei mutui in breve, l’ammontare di risorse che devono essere raccolte dall’esterno per finanziare l’eccedenza delle spese rispetto alle entrate proprie

26 Conto delle Partite Finanziarie
Conto Economico Conto Finanziario Conto delle Partite Finanziarie Entrate correnti Entrate in c/capitale Spese correnti Accensione prestiti Concessione crediti Rimborso prestiti _ Spese in c/capitale Saldo in c/capitale Saldo corrente Indebitamento Netto Rimborso crediti = + Entrate (rimborso crediti) Uscite (concessione crediti) SALDO FABBISOGNO (formazione) (copertura) Variazioni Passività Variazioni attività Saldo Finanziario

27 … il fabbisogno Il fabbisogno di cassa del settore statale (SS) è stato in passato e prima della riforma Costituzionale il saldo di finanza pubblica maggiormente utilizzato in Italia Il decentramento e le privatizzazioni hanno ridotto la significatività del fabbisogno del settore statale, al quale si aggiunge il concetto di indebitamento netto ai fini del Patto di Stabilità e di Crescita Oggi l’andamento del debito pubblico non può più essere valutato in maniera soddisfacente solo sulla base del fabbisogno del SS, occorre allargare al Settore Pubblico.

28 Il bilancio degli enti locali
Il bilancio pubblico e la Costituzione – art.119 La struttura del bilancio degli enti locali I dati di bilancio: Per le Amministrazioni pubbliche assumono rilevo due saldi per gli scopi della programmazione europea: l’indebitamento netto, calcolato dall’Istat, e il fabbisogno, calcolato dalla Banca d’Italia.

29 La struttura del Bilancio
TITOLO V - LE REGIONI, LE PROVINCE, I COMUNI (modifiche introdotte dalla legge costituzionale n.3 del 18 ottobre 2001) L’autonomia degli enti territoriali: il collegamento con il bilancio dell’ente locale (1 …) Art.119 I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio. La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante. Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite. La struttura del Bilancio Le Entrate e le Spese degli enti territoriali Entrate tributarie (Titolo I) ed Entrate extratributarie (Titolo III) Entrate tributarie (Titolo 1) o Trasferimenti correnti (Titolo II) Trasferimenti correnti (Titolo II) Spese correnti (Titolo I) e Spese per rimborso mutui e prestiti (Titolo 3)

30 La struttura del Bilancio: Le spese di investimento (Titolo II)
TITOLO V - LE REGIONI, LE PROVINCE, I COMUNI (modifiche introdotte dalla legge costituzionale n.3 del 18 ottobre 2001) L’autonomia degli enti territoriali: il collegamento con il bilancio dell’ente locale (… 2) Art.119 Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all'indebitamento solo per finanziare spese di investimento. E' esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti. La struttura del Bilancio: Le spese di investimento (Titolo II) Trasferimenti in conto capitale (Titolo IV) Alienazioni patrimoniali (Titolo IV) Entrate derivanti da accensioni di mutui e prestiti (Titolo V)

31 La struttura del Bilancio degli enti locali
Le entrate per Titoli e Categorie Le spese per Titoli e Funzioni La classificazione economica e funzionale delle spese correnti e in conto capitale

32 Le entrate per Titoli e Categorie
Titolo I: Entrate tributarie Categoria 1: Imposte Risorse: IMU Categoria 2: Tasse Risorse: Service Tax (TASI e TARI dal 2014) Categoria 3: Tributi speciali Risorse: diritti servizi pubbliche affissioni Titolo II: Trasferimenti Categoria 1: Contributi dallo Stato Categoria 2: ... Titolo III: Entrate extratributarie Categoria 1: Proventi dei servizi pubblici Titolo IV: Entrate da alienazioni, trasferimenti e riscossioni di crediti Categoria 1: Alienazioni di beni patrimoniali Titolo V: Entrate da assunzioni di prestiti Categoria 1: Anticipazioni di cassa Categoria 2:

33 Le spese per Titoli e Funzioni
Titolo I: Spese correnti Funzioni … Servizi … Interventi Titolo II: Spese in conto capitale Titolo III: Spese per rimborso mutui

34 La classificazione economica e funzionale delle spese correnti
Personale Acquisto di beni di consumo e o di materie prime Prestazioni di servizi Utilizzo di beni di terzi Trasferimenti Interessi passivi e oneri finanziari diversi Imposte e tasse Oneri straordinari della gestione corrente Ammortamenti di esercizio Fondo svalutazione crediti Fondo di riserva

35 La classificazione economica e funzionale delle spese in conto capitale
Acquisizione di beni immobili Espropri e servitù onerose Acquisto di beni specifici per realizzazioni in economia Utilizzo di beni di terzi per realizzazioni in economia Acquisizione di beni mobili, macchine ed attrezzature tecnico-scientifiche Incarichi professionali esterni Trasferimenti di capitale Partecipazioni azionarie Conferimenti di capitale Concessioni di crediti e anticipazioni

36 I dati e i saldi di Bilancio: Istat e Banca d’Italia
Istat: distingue il conto economico dal conto finanziario, per l’indebitamento netto (parte sopra la linea) Valore di riferimento per regola deficit 3% del PIL Banca d’Italia: distingue le transazioni del conto economico e della parte attiva del conto finanziario da quelle della parte passiva del conto finanziario, per il fabbisogno (parte sotto la linea) regola debito (60% PIL)

37 Legge di bilancio e spesa
Le spese finali sono riportate in base alla loro finalità in bilancio, per missioni e programmi. Nel 2015 (documento Camera Deputati):

38 Il raccordo tra contabilità UE
Il raccordo tra la classificazione per missioni e programmi e le regole europee è assicurato dall’adozione della COFOG (Classification Of Function Of Government) come ulteriore livello di qualificazione della spesa. Nella redazione di tale bilancio della spesa si considerano il bilancio economico, raccordato con la Contabilità nazionale e le funzioni di spesa

39 La spesa per categorie funzionali COFOG
Nota: Vedi Rapporto RGS – La spesa pubblica in Europa anni

40 Quali sono i problemi principali del sistema?
Il modello macroeconomico italiano

41 Vediamo qual è la struttura della Domanda Aggregata nel 2012
Troppo elevata? PA: Pubblica Amministrazione ISP: Istituzioni Private Sociali

42 Quanto pesa la spesa dello Stato? Prospettive di riduzione
Regola del debito: regola numerica per valutare l’adeguatezza del processo di riduzione ai fini dell’applicazione della Procedura per i disavanzi eccessivi. Gli Stati membri il cui debito supera il 60 per cento del PIL dovranno adottare misure per ridurlo di 1/20 della differenza rispetto a tale soglia nel corso degli ultimi tre anni. I. Visco (2011), La governance economica europea, marzo 2011

43 Com’è andata realmente? La spesa PA
Fonte: RGS – La Spesa pubblica in Europa

44 Il Pil: è diminuito in media negli ultimi 7 anni di 1,3 punti percentuali anno ( ,8%; ,1%)

45 Risultato: spesa in aumento sul PIL
2009: 47,3 e PIL -5,5% 2013: 45,5 e PIL-1,7% Dato riferito al 2008

46 L’investimento si contrae in Italia e si stabilizza su valori molto bassi (…ma 2015 + 1,6%)

47 E nella crisi….

48 … ed il conseguente crollo del Capitale

49 I consumi delle famiglie contribuiscono alla crescita del Pil?
2013 Consumi Privati 58,4 PA+ISP 21,2 Investimenti 16,7 Saldo BC 3,7 Rapporto Confcommercio, marzo 2011

50 L’andamento dei consumi interni

51 Le fluttuazioni nel reddito sono determinate dai cicli economici e sono diverse tra generi: il consumo dipende in primis dal reddito da lavoro Valori in milioni e in termini correnti

52 Da quali famiglie provengono i consumi aggregati: composizione per condizione professionale della persona di riferimento - anno 2009 nota: in parentesi le quote riferite all'anno 1997; Rapporto Confcommercio, marzo 2011

53 Consumo e risparmio: trend e crisi
RICORDIAMO CHE S=I

54 Perché si consuma di più di quanto non sia possibile dato il reddito?

55 Perché la ricchezza delle famiglie aumenta, ma si è ridotta dell’8% dall’inizio della crisi
Banca d’Italia (2014), Supplemento Bollettino Statistico n. 69

56 Il risparmio diminuisce e cresce la componente capital gain prima della crisi

57 La ricchezza netta aumenta, ma..

58 Aumenta la quota di abitazioni di proprietà

59 La ricchezza finanziaria: le attività

60 La ricchezza finanziaria: le passività


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