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«La Casa per l’Autismo» Candelo (Biella)

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Presentazione sul tema: "«La Casa per l’Autismo» Candelo (Biella)"— Transcript della presentazione:

1 «La Casa per l’Autismo» Candelo (Biella)
18 febbraio 2017 Dott. Bert Pichal Dott.ssa Laura Ughetto Budin

2 Agenda della giornata:
Definizione di comportamento Definizione di comportamento problema Priorità e criteri nella scelta del comportamento Forma e funzione del comportamento Come analizzare il comportamento Strategie per la modifica del comportamento Come lo affronteremo: strumenti teorico-pratici basati sul comportamentismo

3 Definiamo Il comportamento è….

4 È l’attività di un essere vivente; tutto ciò che una persona fa.
E’ ogni interazione dell’organismo con l’ambiente, caratterizzata da movimenti osservabili nello spazio e nel tempo; provoca un cambiamento visibile (misurabile) nell’ambiente PERCHE’ CI SIA COMPORTAMENTO CI DEVE ESSERE L’AMBIENTE!!! Cooper, Heron & Heward, 1987

5 Ambiente Comportamento

6 Presupposti teorici: Ogni comportamento serve una funzione La maggior parte dei comportamenti umani è acquisita

7 Definiamo il comportamento problema è…

8 (non esiste una definizione standard)
Possiamo definirlo come un qualsiasi comportamento che impedisce all’individuo l’accesso al contesto sociale a cui appartiene A C

9 Attenzione al «socialmente significativo»
per l’individuo per l’individuo in funzione al suo contesto di vita

10 Priorità nella scelta del TB (Target Behavior)
Facciamoci delle domande Il c. mette in pericolo l’individuo che lo emette o gli altri? La frequenza del c.? Da quanto tempo si manifesta? Quali c. emette l’individuo per richiedere? Il c. alternativo è più «vantaggioso»? (immediato: accesso R; futuro: sviluppo di nuove abilità, indipendenza) Il c. attira attenzione negativa da parte dell’ambiente? Valutazione costi/benefici Social validity

11 Criteri per la scelta del comportamento
Eccesso (interrompere in continuazione la lezione, alzare sempre la mano, abbracciare tutti…) Deficit (bambino non vocale che usa le immagini solo per richiedere biscotti, mettersi le scarpe in autonomia solo nell’ora di ginnastica, chiedere aiuto all’adulto solo se promptato…)

12 Due possibili definizioni
Topografica forma con cui un comportamento si presenta Funzionale effetto che il comportamento emesso ha sull’ambiente

13 RIASSUMENDO il comportamento (problema) è osservabile descrivibile misurabile socialmente significativo INIZIALMENTE descritto in base alla sua TOPOGRAFIA!!!

14 La definizione funzionale
Le 3 funzioni del comportamento Accesso Evitamento/fuga Autostimolazione *

15 Ogni comportamento ha una funzione,
quindi anche il comportamento problema ha una funzione (uno scopo) che deve essere investigato, se vogliamo capire come intervenire.

16 Valutazione funzionale del comportamento FBA
Valutazione indiretta: colloquio con la famiglia, checklist, questionari Valutazione descrittiva: prevede osservazione diretta, compilazione di ABC (FA (sperimentale, per testare ipotesi)) Analizzare il comportamento da un punto di vista funzionale ci permette di formulare una ipotesi di intervento

17 L’ ABC: l’unità di analisi del comportamento
(eventi setting) Indaga la possibile relazione temporale, di dipendenza tra antecedente-comportamento-conseguenza ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA Mo / sd Rinforzo/punizione

18 L’ ABC: l’unità di analisi del comportamento
ANTECEDENTE A COMPORTAMENTO B CONSEGUENZA C L’insegnante si allontana per aiutare un compagno L’alunno strappa la pagina del quaderno L’insegnante corre dall’alunno e lo sgrida

19 L’ ABC: l’unità di analisi del comportamento (in futuro)
ANTECEDENTE A COMPORTAMENTO B CONSEGUENZA C L’insegnante corre dall’alunno e lo sgrida 1.l’alunno si calma oppure 2.l’alunno continua a emettere c.problema L’insegnante Non si allontana più …….

20 L’insegnante corre dall’alunno e lo sgrida
L’ ABC: l’unità di analisi del comportamento ANTECEDENTE A COMPORTAMENTO B CONSEGUENZA C L’adulto assegna il compito L’alunno inizia a scrivere, ma poi cerca di alzarsi dal banco e allontanarsi L’insegnante corre dall’alunno e lo sgrida …..

21 L’ ABC: l’unità di analisi del comportamento (in futuro)
ANTECEDENTE A COMPORTAMENTO B CONSEGUENZA C L’insegnante interviene dicendo «torna a sederti e finisci il tuo lavoro» 1.l’alunno si allontana sempre di più oppure 2.l’alunno si mette ad urlare L’adulto insegue il bambino… L’adulto cerca di far calmare il bambino….

22 Il bambino smette di urlare
L’ ABC: l’unità di analisi del comportamento ANTECEDENTE A COMPORTAMENTO B CONSEGUENZA C Il bambino si mette ad urlare L’adulto gli dà il tablet Il bambino smette di urlare

23 L’ ABC: l’unità di analisi del comportamento
(eventi setting) ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENZA

24 In sintesi, perché fare una valutazione funzionale?
Per identificare ciò che accade immediatamente prima l’emissione del comportamento Per identificare ciò che accade immediatamente dopo l’emissione comportamentale Perché attraverso la comprensione della funzione del comportamento emesso e delle conseguenze ambientali, posso identificare rinforzatori per sviluppare COMPORTAMENTI ALTERNATIVI (funzionalmente simili, ma topograficamente differenti!!!)

25 E le stereotipie? Alcune riflessioni: ………………………..

26 Event settings Programma scolastico o istruzioni: Cambiamento di programma o di routine; Compito difficile (troppo semplice o troppo complicato) Programma è privo di significato; Ambiente è poco o per niente gratificante; Elaborazione lenta dell’informazione; Mancanza di possibilità di scelta Poca variazione nei compiti; Alta percentuale di errori.

27 Event settings Ambiente: temperatura poco confortevole Illuminazione inappropriata Ambiente rumoroso Affollato Poco spazio per muoversi Sedia scomoda Disposizione dei materiali e dei giochi

28 Event settings Variabili biologiche, mediche o personali: Malattia Allergie Farmaci (effetti e effetti collaterali) Fatica Fame/Sete

29 Event settings Sociali: Presenza di personale e l’attenzione ricevuto Presenza di compagni e l’attenzione ricevuto da loro Presenza di qualcuno in particolare (persone preferite e non) Cambiamenti nel personale o dei compagni Disaccordo con qualcuno Prossimità o vicinanza di altri

30 Come Intervenire? Intervento proattivo:
Lavoro sugli antecedenti, progetto strategie per prevenire o ridurre la probabilità che un comportamento si manifesti. Intervento reattivo: progetto come gestire le conseguenze e modificare la frequenza e la topografia del comportamento.

31 Intervento proattivo ADATTARE L’AMBIENTE
02/03/11 Intervento proattivo ADATTARE L’AMBIENTE → Chiarificazione dello spazio : quale comportamento ci aspettiamo in quel posto? Dove?  mangiare, dormire, lavarsi, vestirsi, svestirsi, giocare, imparare, lavorare, …

32 quale comportamento ci aspettiamo in quel posto?
Intervento proattivo ADATTARE L’AMBIENTE → Chiarificazione dello spazio : quale comportamento ci aspettiamo in quel posto? Dove?  mangiare, dormire, lavarsi, vestirsi, svestirsi, giocare, imparare, lavorare,

33 Intervento proattivo I segnali che lo spazio invia devono essere coerenti con le attività che in quello spazio si svolgono e con le abilità che andiamo ad insegnare. AMBITO INTERSOGGETTIVITà LAVORI A TAVOLINO GIOCHI A DUE TEMPO LIBERO CUCINA

34 Dividendo l’ambiente in modo chiaro il vostro bambino:
Intervento proattivo ADATTARE L’AMBIENTE Dividendo l’ambiente in modo chiaro il vostro bambino: Ha dei punti di riferimento e di conseguenza riuscirà ad orientarsi meglio; Capisce meglio cosa si aspetta da lui e cosa farà; Guadagna in autonomia; Sarà meno ansioso ; Colaborerà più facilmente (perché le cose sono prevedibili e più chiare).

35 Intervento proattivo ADATTARE L’AMBIENTE
Ogni spazio ha la sua funzione o dividere uno spazio per assegnare delle funzioni alle sue parti Delineando limiti, confini chiari se necessario Elisa Clementi 35

36 Intervento proattivo ADATTARE L’AMBIENTE Delle volte significa anche:
Creare spazzi isolati ad esempio da rumori, luce troppo forte, stimoli visivi disturbanti, ... Oppure creare spazi dove c’è una visuale completa dell’ ambiente,... Aggiungere dei supporti visivi ……

37 CHIARIFICAZIONE DEL TEMPO
Intervento proattivo CHIARIFICAZIONE DEL TEMPO Persone con autismo fanno fatica a percepire il tempo, a capire la successione degli eventi e delle attività e ad organizzarsi. Per aiutare a capire QUANDO e CHE COSA si fa dobbiamo spesso rendere visibile il tempo rispondendo alle domande:         Che cosa faccio adesso?         Che cosa faccio dopo?         Con chi ?

38 Intervento proattivo Schema giornaliero, agenda
STRUMENTI Schema giornaliero, agenda Timer, orologio, orologio di sabbia, canzone, …. Schema di lavoro Organizzazione di lavoro Strutturazione del compito …….

39 Intervento proattivo Pairing
Apprendimento di nuove abilità più funzionali/adeguate Rinforzo di altri comportamenti (tutti, adeguati, incompatibili) Strutturazione Prevedibilità, Supporti visivi, Storie Sociali, ….

40 Intervento proattivo Training sulla comunicazione
Training sull’accettazione del No Training sull’attesa Accettare le transizioni Sostituzione sensoriale

41 Intervento proattivo attenzione alla persona:
02/03/11 Intervento proattivo attenzione alla persona: MANTENERE ALTA LA MOTIVAZIONE ATTIVITA’ E RICHIESTE MONITORATE METODOLOGIE CORRETTE Prompting Rinforzo Apprendimento senza errori Variare la difficoltà Materiale e procedure

42 Intervento reattivi Estinzione: Mantenimento del compito
sottrazione del rinforzo (sociale, sensoriale), attenzione al fenomeno dell’extinction burste allo spostamento di funzione su comportamenti ancor più problematici Mantenimento del compito Blocco della risposta (comportamenti pericolosi) Ridirezionamento

43 Intervento reattivi Costo della risposta: Ipercorrezione: Time-out:
Perdita del rinforzo Ipercorrezione: la conseguenza di aver messo in atto un comportamento inappropriato è di dover ripristinare la situazione adeguata più ulteriori azioni correttive (rovescio il banco, lo devo rimettere a posto e pulire) Time-out: Esclusione del soggetto dal contesto

44 Attenzione alla persona
02/03/11 Attenzione alla persona Fornire un rapporto fondato sulla condivisione, patto di collaborazione , reciproco dare e avere. Aumentare la tolleranza alla dilazione della gratificazione e consegna r + Fornire alternative di scelta (empowerment) (J. Reichle; C. Davis; R. Corner Carr; Durand; Bijou)

45 Quindi, cosa facciamo? gestione crisi TB 2. ABC 3. trattamento
02/03/11 Quindi, cosa facciamo? gestione crisi TB 2. ABC 3. trattamento

46 1. GESTIONE DELLA CRISI Quando è possibile ignorare Proteggere
02/03/11 1. GESTIONE DELLA CRISI Quando è possibile ignorare Proteggere Fermare momentaneamente Spostare soggetti-oggetti coinvolti Introdurre suggerimenti-stimoli

47 2.ABC? Per identificare ciò che accade immediatamente prima l’emissione del comportamento Quali antecedenti favoriscono l’emissione del c. atteso? E la motivazione? Per identificare ciò che accade immediatamente dopo l’emissione comportamentale Qual è l’effetto delle conseguenze ambientali nel tempo? Ho insegnato qualcosa?

48 Attraverso l’ipotesi di che cosa mantiene la dinamica
02/03/11 Accesso Evitamento/fuga Autostimolazione Attraverso l’ipotesi di che cosa mantiene la dinamica  manipolare conseguenze: variare la risposta ambientale al c.p.

49 Privilegiare interventi proattivi
02/03/11 3. TRATTAMENTO: È FONDAMENTALE Privilegiare interventi proattivi Privilegiare l’estinzione e rinforzo differenziale, rispetto alla punizione, perché più efficace Proporre un comportamento alternativo

50 Grazie per l’attenzione!
…… Ora potete emettere un comportamento con funzione di fuga o ….. fare domande!


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