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PubblicatoFlaviano Natale Modificato 7 anni fa
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Infiammazione acuta Risposta immediata ad uno stimolo lesivo
Il processo si articola sull’attivazione delle cellule dell’immunità innata e le cellule della parete vascolare RISPOSTA VASCOLARE (modificazioni del calibro e del flusso sanguigno) ESSUDAZIONE (fuoriuscita di molecole per alterazione della barriera sangue-interstizio) MIGRAZIONE CELLULARE
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Modificazioni del microcircolo
Alterazioni del flusso e del calibro vascolare Iperemia attiva Iperemia passiva e stasi Marginazione dei leucociti Pavimentazione dei leucociti Diapedesi Fuoriuscita di: liquido, proteine e cellule dal distretto vascolare nel tessuto interstiziale
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MODIFICAZIONI DEL CALIBRO E DEL FLUSSO VASCOLARE
(La risposta triplice di Lewis Sir Thomas Lewis, 1927) cardiologo britannico ( ) VASOCOSTRIZIONE ARTERIOLARE Consiste in una contrazione transitoria, secondi o qualche minuto, delle cellule muscolari lisce della parete arteriolare. Processo mediato da sistemi di mediatori neurogenici e chimici 2. VASODILATAZIONE CON IPEREMIA ATTIVA Dilatazione delle arteriole pre-capillari, provoca un aumento del flusso sanguigno nel microcircolo (durata variabile) VASODILATAZIONE CON IPEREMIA PASSIVA La fuoriuscita di liquido ricco di proteine nei tessuti extravascolari determina riduzione della velocità del flusso sanguigno. STASI La perdita di liquidi porta all’addensamento degli eritrociti nei vasi del microcircolo e determina un aumento della viscosità del sangue, che si riflette nella presenza di piccoli vasi dilatati contenenti eritrociti impaccati
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La vasodilatazione è indotta da:
istamina, ossido nitrico e dalla muscolatura liscia dei vasi Interessa le arteriole Aumento del flusso ematico Causa del calore e dell’arrossamento
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LA DILATAZIONE DELLE ARTERIOLE E’ LEGATA ALL’EFFETTO DEI
MEDIATORI VASOATTIVI Le arteriole sono vasi di resistenza, se si dilatassero tutte insieme si avrebbe una drammatica caduta della pressione arteriosa l’infiammazione è localizzata, quindi nessun effetto sulla p. arteriosa
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E IL TUMOR? IL RUBOR INDICA BUONE NOTIZIE,
OSSIA RIFORNIMENTO DI SANGUE AL TESSUTO IL CALOR INTERESSA LA CUTE LOCALE IL DOLOR DIPENDE DAI MEDIATORI E IL TUMOR?
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Modificazioni vascolari
Macrofagi o linfociti residenti al momento nel tessuto Nessun flusso netto di liquidi Matrice extracellulare Flusso netto di liquidi verso l’esterno Flusso netto di liquidi verso l’interno pI 32mmHg pI 12mmHg Condizioni normali Arteriola Venula Arteriola Venula pO 25mmHg Espansione della matrice extracellulare dovuta all’edema Capillari Migrazione dei neutrofili Deposizione di fibrina e altre proteine plasmatiche pI 50mmHg Pi 30mmHg Infiammazione Arteriola Venula Capillari Dilatazione dell’arteriola Dilatazione della venula Pressione idrostatica pO 20mmHg Pressione colloido-osmotica Espansione del letto capillare Aumento del flusso ematico
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Il fattore chiave della tumefazione
Tumor Il fattore chiave della tumefazione è rappresentato dalla permeabilità vascolare L’afflusso di sangue è aumentato Il deflusso è ostacolato La rete capillare è riempita
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MODIFICAZIONI PARETE ENDOTELIALE
ALTERAZIONI DELLA MICROCIRCOLAZIONE SENZA CHE SI MANIFESTINO ALTERAZIONI A CARICO DELLA PARETE VASALE il liquido che si accumula nell’interstizio ha la stessa composizione di quello normalmente presente in questa sede TRASUDATO - in caso di ridotto drenaggio linfatico (es. ostruzione o exeresi chirurgica dei vasi linfatici) - ritenzione di sodio (es. iperaldosteronismo) - ipoproteinemia accentuata (es. cirrosi epatica, glomerulonefrosi, iponutrizione) - iperemia da stasi (es. insufficienza cardiaca) MODIFICAZIONI PARETE ENDOTELIALE il liquido che si accumula nell’interstizio ha composizione diversa da quello fisiologico perché ricco di proteine ESSUDATO o EDEMA ESSUDATIVO o FLOGISTICO
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FATTORI CHE FAVORISCONO LA FORMAZIONE DELL’ESSUDATO
A) Aumento della pressione idrostatica intravasale nell’ iperemia attiva e passiva B) Alterazioni della permeabilità dell’endotelio C) Aumento dell’osmolarita’ interstiziale 1) fuoriuscita di proteine dai vasi 2) digestione di proteine per azione di enzimi proteolitici 3) Accumulo di metaboliti 4) Presenza di molecole denaturate o derivate da cellule degenerate o morte 5) scissione di molecole del connettivo.
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Essudato infiammatorio
Alterata permeabilità vascolare Diminuzione pressione Colloido-osmotica Aumento della permeabilità dell’endotelio Aumento pressione idrostatica Essudato infiammatorio RAPPRESENTA IL PASSAGGIO DELLE “DIFESE”: PLASMAPROTEINE E CELLULE EMATICHE ALL’ESTERNO DEL SISTEMA CAPILLARE
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FUNZIONI ESSUDATO INFIAMMATORIO ACUTO
La presenza di fluido e di sali può diluire o tamponare tossine prodotte localmente nell’area del danno tissutale, diffondere nell’area glucosio ed ossigeno, diffondere i mediatori del processo infiammatorio. La fibrina forma una rete in grado di delimitare i microrganismi impedendone la diffusione. Le immunoglobuline ed alcuni componenti del complemento attivato determinano l’opsonizzazione dei microrganismi. L’essudato viene riassorbito dai vasi linfatici agevolando il trasporto degli antigeni ai linfonodi (risposta immunitaria specifica).
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COMPOSIZIONE ESSUDATO INFIAMMATORIO ACUTO
Fluido: contenente sali ed elevate concentrazioni di proteine, qualitativamente simili a quelle del plasma (complemento, immunoglobuline, fibrina). Contiene molte altre sostanze (aminoacidi, polipeptidi, acidi grassi, prodotti secreti dalle cellule) In molti casi contiene prodotti di scissione del collageno Contiene i mediatori dell’infiammazione derivati sia dal plasma che dalle cellule Cellule: Granulociti neutrofili
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Le proporzioni dei componenti dell’essudato possono variare
TIPI DI ESSUDATO INFIAMMATORIO ACUTO Le proporzioni dei componenti dell’essudato possono variare in base al luogo in cui avviene la risposta infiammatoria ed in base alla causa che la determina. ESSUDATO SIEROSO prevalenza di liquido contenente proteine simili al siero Scarsa presenza di leucociti. ESSUDATO PURULENTO prevalenza di granulociti neutrofili (Infezioni da piogeni) ESSUDATO FIBRINOSO prevalenza di fibrina (coagulo ematico senza globuli rossi) ESSUDATO EMORRAGICO contiene eritrociti e presuppone una lesione vascolare.
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rimuovono batteri e fibrina
Destino dell'Essudato Linfondo Macrofagi rimuovono batteri e fibrina PMN muoiono L’essudato viene drenato dai linfatici Stria linfangitica
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Richiamo del leucocita all'azione
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Marginazione Pavimentazione Diapedesi Fagocitosi
La fuoriuscita dei leucociti dal torrente ematico è controllata : dall’endotelio vascolare 2. Dai segnali chemiotattici di origine tissutale
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Il flusso ematico laminare sposta i leucociti
verso la parete della venula Danno LPS, TNF, IL-1 infiammazione del tessuto fattori chemiotattici ed attivanti endotelio vascolare Matrice extracellulare Fibroblasti interstiziali Linfocita IL-8, MIP-1 PAF, PGE, NO membrana basale MIP-1 Eotassina IL-8, MCP-1 MCP-1 IL-4
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Come i leucociti abbandonano la corrente sanguigna
Chemiotassi Attivazione Marginazione e rotolamento Adesione e diapedesi Migrazione nel tessuto interstiziale Mediatori: Selectine Integrine Indotto da: IL-1 TNF Istamina Chemochine
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Reclutamento leucocitario
Attivazione endoteliale Adesione Diapedesi Glicoproteine con sialil Lewis X (PSGL-1) E-selectina Ligando della L-selectina P-selectina Rotolamento Citochine e altri segnali attivanti Integrine (LFA-1 o Mac-1) (non attivate) Integrine attivate PECAM-1 (CD31) ICAM-1 Chemiotassi indotta da sostanze chemiotattiche
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Molecole di adesione Selettine
sono glicoproteine transmembrana monomeriche. L-selectina, o CD62L, è espressa a livello della superficie leucocitaria, E-selectina, o CD62E, è espressa sulle cellule endoteliali P-selectina, o CD62P, può essere espressa sia dalle cellule endoteliali, sia dalle piastrine Molecole di adesione Addressine glicoproteine mucina-simili espresse sulle superficie dei leucociti e dell’endotelio. Regolano la localizzazione delle sottopopolazioni leucocitarie e sono coinvolte nell’attivazione dei linfociti. Possiedono il sialyl-Lewis X che lega il dominio lectinico delle selectine. Integrine Eterodimeri costituiti da una catena α ed una catena β Partecipano all’interazione cell-cell e cell-ECM. Reclutamento leucocitario Immunoglobuline ICAM-1, ICAM-2 e VCAM sono molecole di adesione che appartengono alla superfamiglia delle Ig. Sono espresse sulla superficie delle cell. Endoteliali, su alcuni leucociti attivati e sulle cell. Alveolari.
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Il processo del reclutamento leucocitario generalmente molto selettivo
è generalmente molto selettivo La selettività è il risultato di una combinazione di molecole adesive e fattori chemiotattici
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Deficit di adesione leucocitaria,
Molecole di adesione e malattie Il difetto dell'adesione leucocitaria (LAD) è un'immunodeficienza primitiva caratterizzata da un'anomalia del processo di adesione dei leucociti, marcata leucocitosi e infezioni ricorrenti. La prevalenza non è nota, ma fino ad ora sono stati descritti meno di 350 casi. I primi segni compaiono di solito durante l'infanzia o nella prima infanzia. Deficit di adesione leucocitaria, LAD-1 (Leucocyte Adhesion Deficiency), i leucociti mancano dei recettori adesivi Per difetto dell’espressione della catena β2 dell’integrine infezioni necrotizzanti e mancata caduta del cordone ombelicale LAD-2 I leucociti non sono in grado di rotolare ELAM-1 lega PMN, monociti e linfociti è cronicamente espressa nell’ Artrite Reumatoide ELAM-1 e Shock settico
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Stimoli chemiotattici
Origine batterica (MLP) Lipidi (PAF, LTB4) Proteine: C5a, C3a LTB4 (leucotriene) Citochine CHEMOCHINE
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CC C C CXC C C C C C CX3C C C IL SISTEMA DELLE CHEMOCHINE
Chemotassi e citochine CC C C CXC C C C C C CX3C C C Costituisce la più ampia famiglia di citochine 50 chemochine suddivise in 4 famiglie 18 recettori Proteine basiche di basso PM(60-80 aa) Presenza di cisteine che originano 2 ponti disolfuro
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Chemochine I recettori per le chemochine possono
legare più di una chemochina della stessa famiglia e una chemochina può legare più di un recettore Bersagli cellulari
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ATTIVITA’ DELLE CHEMOCHINE
ADESIONE – MIGRAZIONE – RILASCIO Aumento dell’adesione Modificazioni del citoscheletro e chemiotassi Inoltre: Inducono la degranulazione Attivano geni coinvolti nella migrazione ( recettori per le chemochine, proteasi utilizzate per la degradazione della matrice) Inducono la produzione di lipidi bioattivi Inducono il rilascio di ioni superossido Amplificazione della risposta infiammatoria
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Fagocitosi Dopo essere stato riconosciuto e afferrato da un fagocita
(monociti, macrofagi tissutali, cellule dendritiche e granulociti neutrofili) il bersaglio deve essere ingerito ed eliminato
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e successivamente li eliminano
Fagocitosi e uccisione dei microbi I neutrofili ei macrofagi reclutati nel sito infiammatorio inglobano i microbi all’interno di vescicole attraverso la FAGOCITOSI e successivamente li eliminano Interazione PAMP o DAMP con i PRR espressi su GN e M
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Riconoscimento e adesione Ingestione Uccisione e degradazione
Il riconoscimento dei patogeni o del materiale da fagocitare risulta facilitato dall’opsonizzazione Opsonine: Anticorpi Ig G, Frammento C3b del Complemento Le opsonine sono riconosciute da: Recettori per la porzione Fc,Recettori per le proteine del Complemento, Integrine, Recettori scavenger e Recettori del mannosio
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Neutrofili e macrofagi attivati uccidono
i microrganismi fagocitati nei fagolisosomi attraverso tre meccanismi: Specie reattive dell’ossigeno Monossido di azoto Enzimi proteolitici
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I lisosomi contengono diverse proteine responsabili
dell’uccisione dei batteri Granuli azzurofili (primari): Mieloperossidasi Lisozima Proteine cationiche Idrolasi acide Elastasi Collagenasi aspecificheDefensine Catepsine Fosfolipasi A2 (PLA2) Granuli specifici (secondari o specifici): Lattoferrina Lisozima Fosfatasi alcalina Collagenasi di tipoIV Molecole di adesione dei leucociti Attivatori del plasminogeno Fosfolipasi A2 Granuli terziari: Proteasi, quali: Catepsina, gelatinasi e attivatore del plasminogeno (u-PA) Promuovono la migrazione delle cellule attraverso la membrana basale.
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accenni di terminologia....
Il liquido dell’edema Può infiltrare il tessuto Può localizzarsi in cavità neoformate (ascesso) Può versarsi in cavità preformate (cavità pleurica, cavo pericardico, peritoneo, sinovie, spazi meningei, nei ventricoli cerebrali); oppure in organi cavi (colecisti, vescica, intestino); oppure rimane localizzato sulla superficie di una mucosa o sierosa; Può creare canali comunicanti con l’esterno; Può mettere in comunicazione due cavità preesistenti (fistola)
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Varianti istopatologiche dell'infiammazione acuta
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Varianti istopatologiche dell'infiammazione acuta:
infiammazione sierosa Fuoriuscita di un liquido con scarso contenuto proteico può derivare dal plasma o dalla cellule mesoteliali che rivestono la cavità peritoneale, pleurica o pericardica This example of a fluid collection, a friction blister of the skin, is an almost trivial example of edema FLITTENE Vescicola cutanea: epidermide separata dal derma
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Varianti istopatologiche dell'infiammazione acuta:
infiammazione fibrinosa Maggiore permeabilità vascolare permette a molecole di grandi dimensioni, es: fibrinogeno di attraversare la barriera vascolare si forma fibrina che viene depositata nello spazio extracellulare. Tipico dell’infiammazione dei rivestimenti delle cavità corporee: Meningi, Pericardio, Pleura Pericardite fibrinosa Strato di fibrina ricopre il pericardio Gli essudati fibrinosi possono essere rimossi (fibrinolisi e macrofagi) Se non rimossi La fibrina può stimolare l’accrescimento di fibroblasti e vasi sanguigni Tessuto cicatriziale
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Here is an example of the fibrin mesh in fluid with PMN's that has formed in the area of acute inflammation. It is this fluid collection that produces the "tumor" or swelling aspect of acute inflammation.
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Varianti istopatologiche dell'infiammazione acuta:
infiammazione supporativa Produzione di grandi quantità di pus costituito da. neutrofili, necrosi colliquativa e liquido edematoso Batteri piogeni, cioè producono pus, es: stafilococchi Es. infiammazione supporativa acuta è l’appendicite acuta
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Raccolta localizzata di pus
ASCESSO Raccolta localizzata di pus I batteri (o le amebe) vengono uccisi Il pus viene riassorbito Guarigione Cavità microscopica Massa necrotica di leucociti e detriti cellulari PMN vitali L’ascesso si espande Vasodilatazione e proliferazione di cellule parenchimali e fibroblast Indicano infiammazione cronica o riparazionei L’ascesso svuota il suo contenuto attraverso una fistola
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Ascessi batterici multipli di un polmone di paziente con broncopolmonite
L’ascesso contiene PMN e detriti cellulari ed è circondato da vasi sanguigni congestionati
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Raccolta di pus in cavità pre-esistenti
Empiema Raccolta di pus in cavità pre-esistenti Piopericardio: raccolta di essudato purulento nel pericardio Piotorace: raccolta pus nel cavo pleurico Pioiperitoneo: raccolta di pus nella cavità peritoneale Piosalpinge: nella Tuba di Falloppio
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Flemmone Infiammazione acuta travolgente che si diffonde
lungo la cute e il tessuto connettivo sottocutaneo prima che le difese locali abbiano la possibilità di bloccarla Cause comuni: Streptococchi A Staphylococcus aureus
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L’ulcera è una lesione locale
Le ulcere L’ulcera è una lesione locale caratterizzata dalla perdita di tessuto necrotico infiammato che non tende a guarire Si riscontra con maggior frequenza nella mucosa della bocca, dello stomaco, dell’intestino e del tratto genitourinario Fibrin clot: This patient has multiple ulcers associated with primary herpes. Each ulcer is covered by a white to yellow fibrin clot Cute e sottocutaneo degli arti inferiori come manifestazione di necrosi ischemica
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Ulcera peptica dello stomaco o del duodeno
Fase acuta:infiltrazione di PMN e vasodilatazione Cronicizzazione: ai margini e alla base dell’ulcera proliferano i fibroblasti con cicatrizzazione e accumulo di linfociti, macrofagi e plasmacellule
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Esiti dell'infiammazione acuta
Completa risoluzione Eliminazione e neutralizzazione dello stimolo lesivo Rimozione dei detriti da parte dei macrofagi Riassorbimento dell’edema nei vasi linfatici Rigenerazione delle cellule parenchimali (danno limitato, di breve durata con modesta distruzione parenchimale) Fibrosi: guarigione mediante sostituzione con tessuto connettivo Danno tissutale di notevole entità Tessuto danneggiato non rigenerante Abbondante essudato fibrinoso, es:pleura, peritoneo, Che non può essere eliminato Infiammazione cronica
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Infiammazione granulomatosa
Agente lesivo localizzato nodulo di tessuto infiammatorio circoscritto dal tessuto circostante GRANULOMA
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