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Tra Mantova e Urbino: la corte ideale

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Presentazione sul tema: "Tra Mantova e Urbino: la corte ideale"— Transcript della presentazione:

1 Tra Mantova e Urbino: la corte ideale
Il Cortegiano di Castiglione Un capolavoro del Rinascimento

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3 I Gonzaga a Mantova Una corte che va ingrandendosi dal Trecento sempre di più con l’arrivo di artigiani, letterati, artisti, ricchezze di origine bellica. La scuola di Vittorino da Feltre, Ca’ Zoiosa, diviene un modello Pisanello, Donatello, Mantegna, Leon Battista Alberti Vassalli dell’Impero, cardinali Francesco II Gonzaga sposa Isabella d’Este e la loro corte è centro di scambi culturali , Boiardo, Ariosto Il castello di San Giorgio è trasformato in palazzo principesco Giulio Romano progetta il famoso Palazzo Te e il riassetto urbanistico della città.

4 Urbino un gioiello nel cuore d’Italia
Dal 1213 l’imperatore Federico II ne fa un feudo dei Montefeltro Federico da Montefeltro duca dal 1444 al 1482, ha studiato da Vittorino e ne fa una corte modello: chiama Piero della Francesca, Luciano Laurana, Leon Battista Alberti, Melozzo da Forlì, Francesco di Giorgio Martini. Lì nascono e si formano Bramante e Raffaello. Mette insieme nella sua Libraria una straordinaria raccolta di manoscritti greci e latini. Fa costruire il Palazzo Ducale. Suo figlio Guidobaldo sposa Elisabetta Gonzaga e nella loro vivace corte ospitano Castiglione, Bembo, Bibbiena, Giuliano de’Medici. Muore prematuramente nel 1508 senza eredi.

5 Piero della Francesca, Federico da Montefeltro e Battista Sforza

6 Baldessar Castiglione
1478 Nasce da una Gonzaga e da un aristocratico condottiero. Cresciuto tra diverse corti e fornito di una raffinata educazione umanistica, assume presto incarichi diplomatici e militari. Nel 1504 sceglie i Montefeltro di Urbino, dove resta anche dopo la morte di Guidobaldo, presso il nuovo duca Della Rovere, nipote del papa Giulio II. A Urbino inizia un’attività di scrittura. Nel 1514 inizia a scrivere il Cortegiano a partire dalla propria esperienza. Manda la seconda stesura a Bembo per un parere (1518) Nella corte di Mantova e poi a Roma (1520), ove prende i voti, fino al quando viene inviato a Madrid come nunzio papale 1528 esce a stampa dagli eredi di Aldo Il Libro del Cortegiano. 1529 Muore a Toledo. («uno de los mejores caballeros del mundo»)

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8 Raffaello e Castiglione
Quando, nel 1515, papa Leone X decide di nominare Raffaello prefetto alle antichità di Roma, non esiste ancora il concetto moderno di conservazione e tutela dei monumenti degli evi antichi. Raffaello si trova allora nella necessità di codificare un patrimonio che non è per nulla classificato e, anzi, disperso per i più diversi motivi. La famosa lettera a Leone X (1519) descrive il progetto di una ricostruzione grafica e materiale di Roma antica, così come la si poteva vedere al principio del XVI secolo. La questione dell’effettiva paternità della lettera ha da sempre appassionato gli studiosi. Si è provato a dare una risposta scomponendo il testo in capitoli, in base agli argomenti trattati. Treccani.it

9 La lettera: paternità L’analisi linguistica e dei contenuti ha evidenziato che il proemio, con l’invocazione al Papa e l’appello per la conservazione dei monumenti di Roma nonché, allo stesso tempo, per una politica di pace, si può attribuire al solo Castiglione; mentre la descrizione dell’impresa di progettazione grafica (la cosiddetta Pianta di Roma) e la classificazione storica degli edifici romani devono essere stati redatti da Castiglione e da Raffaello insieme; anzi, nelle spiegazioni tecniche che seguono questa seconda parte del testo, il contributo di Castiglione deve essere stato di poco o scarso rilievo. Per quanto tutta tecnica, questa parte mostra il rigore con cui l’artista si è accinto all’impresa e il suo intento filologico di restituire, attraverso un corretto metodo di studio, quelle parti degli edifici antichi andate distrutte o danneggiate nel corso dei secoli. Solo così potranno risorgere le membra lacere (il “cadavere” di Roma, come scrive Castiglione) dell’architettura antica e solo così ne potrà essere restaurato il perduto splendore, se non altro nella realtà virtuale (mentale) dell’atlante di disegni consegnato al Pontefice. Treccani.it

10 I contenuti Dal punto di vista dei contenuti si notano chiaramente due livelli: quello storico-artistico e quello eminentemente tecnico, che si riferisce ai lavori pratici di rilievo grafico/strutturale degli edifici antichi. In riferimento al primo punto, in cui il pensiero dialettico del Castiglione si unisce alla sensibilità artistica di Raffaello, si evidenziano sia una conoscenza perfetta della trattatistica del Quattrocento fiorentino (ad esempio, la biografia del Brunelleschi di Antonio di Tuccio Manetti), sia la volontà di considerare i reperti storico-artistici della cultura classica (in particolare, l’Arco di Costantino e le Terme di Diocleziano) come fonte unitaria della buona architettura. È proprio in questa prima parte che viene enunciato il senso culturale del lavoro di Raffaello prefetto. Strutturata come veloce sintesi della storia dell’architettura dall’età romana a quella contemporanea, Treccani.it

11 Il senso di una collaborazione
qui emerge con assoluta evidenza la consapevolezza della nuova cultura della rinascita e la sua determinazione a contrapporre verticalmente la perfezione dell’arte antica e la degradazione dell’arte “tedesca” (cioè il “gotico”). La lettera a Leone X fu scritta come prefazione alla raccolta di disegni degli edifici dell'Urbe eseguita da Raffaello su incarico papale. È un documento straordinario sia per la consapevolezza del valore rappresentato dal recupero e la tutela dei monumenti sia circa le modalità e i mezzi per attuarlo. la chiara affermazione del concetto di rinascita che fonda sull’imitatio del modello antico la regola (aurea) dell’arte moderna. Treccani.it

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