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Romanticismo/2 La pittura Romantica in Italia

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Presentazione sul tema: "Romanticismo/2 La pittura Romantica in Italia"— Transcript della presentazione:

1 Romanticismo/2 La pittura Romantica in Italia
Francesco Hayez ( ) prof. Claudio Puccetti

2 Il Romanticismo Italiano
Il romanticismo italiano è un fenomeno che ha tratti caratteristici diversi dal romanticismo europeo. Le tensioni mistiche sono del tutto assenti, così come è assente quel gusto per il tenebroso e l’orrido che caratterizza molto romanticismo nordico. È da premettere che, in Italia, il romanticismo coincide cronologicamente con quella fase storica che definiamo Risorgimento. Ossia il periodo, compreso tra il 1820 e il 1860, in cui si realizzò l’unità d’Italia. Questo processo di unificazione fu accompagnato da molti fermenti che coinvolsero non solo la sfera politica e diplomatica ma anche la cultura del periodo. I contenuti culturali furono indirizzati al risveglio della identità nazionale e alla presa di coscienza dell’importanza della unificazione. Secondo le coordinate del romanticismo, che in tutta Europa rivalutava le radici delle identità nazionale, il riferimento storico divenne il medioevo. E così anche l’Italia, che pure aveva vissuto periodi storici più intensi e pregnanti proprio in età classica con l’impero romano, si rivolse al medioevo per ritrovarvi quegli episodi che ne indicassero l’orgoglio nazionale.

3 Il Romanticismo Italiano
I temi della pittura romantica in Italia I due principali temi in cui si esprime la pittura romantica italiana sono la pittura di storia e la pittura di paesaggio. Nel primo tema abbiamo il maggior contributo pittorico all’idea risorgimentale dell’unità nazionale. E la pittura di storia, coerentemente a quanto detto prima, rappresenta sempre episodi tratti dalla storia del medioevo quali la Disfida di Barletta, i Vespri siciliani, eccetera. Ma lo fa con spirito che denota la succube dipendenza dalla letteratura, tanto che questi quadri hanno un carattere puramente illustrativo e didascalico. Protagonisti di questa pittura di storia sono stati il milanese Francesco Hayez, il fiorentino Giuseppe Bezzuoli, il piemontese Massimo D’Azeglio. Nel genere del paesaggio il romanticismo italiano trovò invece una sua maggiore autonomia ed ispirazione che la posero al livello delle coeve esperienze pittoriche che si stavano svolgendo in Europa. Anche per la diversità geografica tra l’Italia e l’Europa del nord i paesaggi italiani non sono mai caratterizzati da quella atmosfera a volte tenebrosa e a volte inospitale del paesaggio nordico. Ma il paesaggio italiano si presenta più luminoso, più gradevole, più caratterizzato da un pittoresco accogliente e piacevole. La pittura di paesaggio italiana ha soprattutto due grandi protagonisti: Giacinto Gigante a Napoli, esponente principale della locale Scuola di Posillipo, e Antonio Fontanesi a Torino.

4 Francesco Hayez ( ) Francesco Hayez ( ) ebbe una formazione giovanile neoclassica. Originario di Venezia, nel 1809 si trasferì a Roma dove entrò in contatto con Antonio Canova di cui divenne amico ed allievo. Trasferitosi a Milano nel 1820, in questa città raccolse l’eredità del maggiore pittore neoclassico italiano: Andrea Appiani. Il suo stile pittorico si formò di un linguaggio decisamente neoclassico che non perse mai neppure nella sua fase romantica. Il suo romanticismo è infatti una scelta solo tematica. Nel 1820 realizzò il suo primo quadro di ispirazione medievale «Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri» che venne considerato il manifesto del romanticismo italiano. Due anni dopo realizzò il quadro de «I Vespri siciliani». La sua produzione, oltre ai temi storici, fu proficua anche nel genere dei ritratti. Dal 1850 diresse l’Accademia di Brera, divenendo un personaggio di spicco dell’ambiente culturale milanese.

5 Francesco Hayez L’ultimo bacio di Romeo a Giulietta, 1823

6 Francesco Hayez Il bacio 1859 Pinacoteca di Brera, Milano
In questo quadro l'autore riunisce i concetti tipicamente romantici di sentimento e amor di patria. Ciò che colpisce immediatamente l'osservatore è l'enorme passionalità che scaturisce dall'abbraccio dei due amanti: l’uomo infatti ha le gambe posizionate in modo tale da assecondare la sensuale inclinazione del corpo femminile e, mentre bacia la sua amata, appoggia la gamba sul gradino: Hayez comunica, con questo particolare, l'impressione che egli se ne stia andando, e dà più enfasi al bacio. La scelta dell'artista di celare i volti dei giovani conferisce importanza all'azione e le ombre che si possono scorgere dietro al muro, nella parte sinistra del quadro, indicano un'eventuale pericolo. Le qualità cromatiche della pittura di Hayez sono particolarmente evidenti in quest’opera, soprattutto nella lucente veste azzurra della donna. «Il bacio» è un po' la quintessenza del sentimentalismo romantico, per di più vestito di abiti medievali a richiamare molti di quei grandi amori tramandati da novellieri e drammaturghi, da Paolo e Francesca a Giulietta e Romeo, e così via. Così rievocazioni di sapore storico-letterario si uniscono ad atmosfere di facile effetto, creando un'immagine che, se da un lato banalizza alcune delle pulsioni che hanno creato il romanticismo, dall'altro riesce a sintetizzare in modo efficace le suggestioni condivise da gran parte del romanticismo italiano.

7 Francesco Hayez, Pietro Rossi prigioniero degli Scaligeri, 1818-20
Quest'opera è il primo quadro di soggetto storico-medievale della produzione di Francesco Hayez. Come per «I vespri siciliani», utilizza un episodio storico come metafora per richiamare gli ideali risorgimentali. Nel dipinto vengono dunque esaltati i valori dell'eroismo nonché delle libertà repubblicane di contro a quelle dispotiche, rappresentate dagli scaligeri, signori di Milano. Siamo nel XIV secolo e Pietro Rossi fu chiamato dal doge di Venezia Dandolo ad assumere il comando delle forze veneziane per resistere ai tentativi di espansione degli scaligeri, guidati da Mastino della Scala, che stavano assediando il Castello di Pontremoli. La moglie e le figlie del condottiero lo pregarono di non accettare, ma, nonostante ciò, Pietro Rossi diede il suo assenso.

8 Francesco Hayez I vespri siciliani, 1846 Roma Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea
I Vespri siciliani fu una rivolta popolare scoppiata a Palermo nel In Sicilia dominavano, dal 1266, gli angioini, dinastia francese che era subentrata agli svevi dopo la sconfitta di Manfredi di Svevia da parte di Carlo d’Angiò. I soldati francesi arrecarono offesa ad una donna che si era appena sposata e stava uscendo dalla chiesa. Questa fu la causa che fece scoppiare la rivolta popolare nei confronti degli angioini che sfociò in una guerra che durò venti anni. L’episodio dei Vespri siciliani acquistava nell’ottica risorgimentale il significato simbolico di rivolta contro lo straniero (da ricordare che l’Italia, ancora nell’Ottocento, era suddivisa in tanti stati che erano dominati da dinastie o potenze straniere). Hayez illustra l’episodio in maniera molto letteraria, le figure sono scandite secondo pose molto teatrali che risentono ancora dei quadri storici neoclassici (David). Lo stile è pertanto fondamentalmente neoclassico, fatto di precisione nel disegno ( rilievo e chiaroscuro) fattura molto levigata, chiarezza di visione. L’unica cosa che fa collocare questo quadro nell’ottica del romanticismo è solo il soggetto ed il contenuto: il riferimento ad una storia del medioevo che ha come messaggio un contenuto patriottico e risorgimentale. I Vespri siciliani fu una rivolta popolare scoppiata a Palermo nel In Sicilia dominavano, dal 1266, gli angioini, dinastia francese che era subentrata agli svevi dopo la sconfitta di Manfredi di Svevia da parte di Carlo dAngiò. I soldati francesi, allora vespertina del 31 marzo 1282, arrecarono offesa ad una donna che si era appena sposata e stava uscendo dalla chiesa. Questa fu la causa che fece scoppiare la rivolta popolare nei confronti degli angioini che sfociò in una guerra che durò venti anni. I siciliani furono aiutati da Pietro III dAragona. Nel 1302, con la pace di Caltabellotta, la Sicilia passava dalla dominazione angioina a quella aragonese. Lepisodio dei Vespri siciliani acquistava il significato simbolico, nellottica risorgimentale, di rivolta contro lo straniero. Gli angioini erano francesi ed è da ricordare che lItalia, ancora nellOttocento, era suddivisa in tanti stati e statarelli che erano dominate da dinastie o potenze straniere: i Borboni nel mezzogiorno, gli austriaci nel lombardo-veneto, e così via. Pertanto lunità dItalia andava perseguita affermando gli interessi degli italiani contro quelli degli stranieri. Il quadro di Hayez illustra lepisodio in maniera molto letteraria ma poco emozionante. Le figure sono scandite secondo pose molto teatrali che risentono ancora dei quadri storici neoclassici del David. Lo stile di esecuzione è anchesso fondamentalmente neoclassico, fatto di precisione di disegno, rilievo chiaroscurale, fattura molto levigata, chiarezza di visione. Lunica cosa che fa collocare questo quadro nellottica del romanticismo è solo il soggetto ed il contenuto: il riferimento ad una storia del medioevo che ha come messaggio un contenuto patriottico e risorgimentale.

9 Francesco Hayez Gli ultimi momenti di Martin Faliero, 1867
Francesco Hayez La favorita nel harem, 1866

10 Francesco Hayez Odalisca sdraiata, 1839 Collezione privata, Milano
Francesco Hayez Odalisca, 1867 Pinacoteca di Brera, Milano

11 Francesco Hayez Dopo il bagno, 1859 Pinacoteca di Brera, Milano
Francesco Hayez Meditazione sulla storia d’Italia, 1850

12 Francesco Hayez Ritratto di Felicina Caglio Perego di Cremnago, 1842 Collezione privata, Milano
Francesco Hayez Ritratto di Matilde Juva-Branca, 1851 Civica Galleria d'Arte Moderna, Milano

13 Francesco Hayez Ritratto di Antonietta Tarsis Basilico, 1851 Collezione privata, Roma
Francesco Hayez Ritratto di Teresa Manzoni  , Pinacoteca Tosio Martinengo, Brescia

14 Francesco Hayez Massimo D’Azeglio, 1860 Pinacoteca di Brera, Milano
Hayez è anche pittore di ritratti famosi che sembrano cogliere gli angoli più riposti della psicologia del personaggio raffigurato. Essi si caratterizzano per l’assenza di ambientazione e sfondo, che esalta la forza espressiva del volto del soggetto. Hayez è anche pittore di ritratti famosi che sembrano cogliere gli angoli più riposti della psicologia del personaggio raffigurato. Essi si caratterizzano per lassenza di ambientazione e sfondo, che esalta la forza espressiva del volto del soggetto. RITRATTO DI ALESSANDRO MANZONI 1841, olio su tela, 117x91 cm, Milano, Pinacoteca di Brera RITRATTO DI MASSIMO DAZEGLIO 1860, olio su tela, 118x92 cm, Milano, Pinacoteca di Brera

15 Francesco Hayez Alessandro Manzoni, 1841 Pinacoteca di Brera, Milano

16 Francesco Hayez Camillo Cavour, 1864 Pinacoteca di Brera, Milano

17 Francesco Hayez Gioacchino Rossini, 1870 Pinacoteca di Brera, Milano


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