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PubblicatoAda Capone Modificato 7 anni fa
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SANGUE E’ un tessuto connettivo a carattere fluido, in quanto composto da componenti corpuscolari risospesi in un liquido, chiamato plasma. L’organismo umano contiene 5-6 litri di sangue, pari all’8% circa del peso corporeo. Plasma: si può ottenere per centrifugazione. E’ un fluido leggermente alcalino con caratteristico colore giallo, costituito da: 90% H2O, 10% sostanze organiche (glucidi, lipidi, proteine,ormoni, aminoacidi, vitamine) e minerali dissociati in ioni positivi e negativi.
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FUNZIONI DEL SANGUE Trasporta gas disciolti portando O2 dai polmoni ai tessuti e CO2 dai tessuti ai polmoni; Distribuisce sostanze nutritive Trasporta i prodotti del catabolismo dai tessuti periferici alle sedi di eliminazione come i reni Consegna enzimi e ormoni a specifici organi-bersaglio Difende l’organismo da agenti patogeni Termoregolatrice (distribuisce il calore) Regola il pH e la composizione elettrolitica dei liquidi interstiziali in ogni parte del corpo
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Come si ottiene il plasma
Sangue con aggiunta di anticoagulante (eparina, sodio citrato, EDTA, etc.) Centrifugazione (o sedimentazione della parte corpuscolata) Sopranatante è il plasma Come si ottiene il siero Si ottiene dal sangue intero senza aggiunta di anticoagulante (plasma defibrinato)
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COMPOSIZIONE DEL SANGUE
55% 92% 45% 7%
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PROTEINE PLASMATICHE - Capacità tamponante
Il plasma contiene un gruppo eterogeneo di proteine (più di 200), ognuna delle quali possiede una funzione specifica o raggruppa in se diverse funzioni: esse sono soggette a specifiche variazioni di concentrazione in svariate condizioni fisiologiche e patologiche. Le funzioni biologiche delle proteine plasmatiche possono essere così distinte: - Funzione nutritiva deputata alla frazione albuminica - Capacità tamponante - Coagulazione e fibrinolisi - Difesa (immunoglobuline, complemento) - Trasporto (lipidi, ormoni steroidei, vitamine, metalli quali ferro, rame e calcio) - Mantenimento della pressione oncotica e conseguente controllo della distribuzione dei fluidi extracellulari - Ormoni (esplicano la loro azione sulle cellule bersaglio)
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Tracciato normale Il comportamento elettroforetico di una molecola proteica risulta in funzione del rapporto tra il pH del mezzo ed il punto isoelettrico della proteina (uguale numero di cariche elettriche positive e negative)
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Tracciato normale
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Il livello plasmatico delle proteine è sempre il risultato di
un bilancio tra sintesi, catabolismo, perdite all’esterno e distribuzione. SINTESI= maggior parte nel fegato Immunoglobuline (anticorpi) dalle plasmacellule Alcune lipoproteine dall’intestino (chilomicroni), alcuni fattori del complemento da monociti/macrofagi CATABOLISMO= tutte le cellule concorrono al catabolismo, tuttavia alcuni organi sembrano essere specializzati: fegato, rene e sistema reticolo endoteliale. OGNI GIORNO VENGONO METABOLIZZATI E CATABOLIZZATI g DI PROTEINE PLASMATICHE PERDITE ALL’ESTERNO= in parte vanno perdute attraverso: intestino, rene, cute, apparato respiratorio, genitali, ghiandole esocrine.
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PROTEINE PLASMATICHE Le proteine totali nel sangue si possono dosare sia su plasma che su siero. Per problemi di strumentazione automatica il dosaggio si effettua quasi esclusivamente su campioni di siero. Gli intervalli di riferimento normali per le proteine del plasma sono tra 6.5 e 7.9 g/dL. Per il siero, la proteinemia totale è più bassa del 3-5% per la mancanza del fibrinogeno. I valori sierici non sono costanti in tutta la vita: alla nascita le proteine del siero ammontano a 5.5 g/dL ed il rapporto albumina/globuline è alto. Le concentrazioni sieriche dei bambini si mantengono più basse rispetto all’adulto e nelle donne sono leggermente inferiori rispetto a quelle dell’uomo. Oltre all’età e al sesso, altri fattori possono far variare la proteinemia: durante la giornata si possono osservare variazioni cospicue, vi sono variazioni stagionali con picchi a novembre e diminuzioni massime a giugno, aumenti dopo esercizio fisico, diminuzioni in soggetti che sono a letto.
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PROTEINE PLASMATICHE Albumina
Prodotta dal fegato, mantiene pressione oncotica e trasporta metaboliti insolubili Globuline e , prodotte dal fegato, trasporto ioni metallici, proteine che legano lipidi e vitamine liposolubili , prodotte da plasmacellule, anticorpi della difesa immunitaria Proteine della coagulazione Fattori della coagulazione e fibrinogeno, prodotte dal fegato Proteine del complemento C1-C9, prodotte dal fegato, difesa microorganismi e risposta infiammatoria
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Formula di Friedewald:
Lipoproteine plasmatiche (α e β globuline) Trasportano nel sangue fosfolipidi, trigliceridi, colesterolo e altri composti liposolubili. La classificazione delle lipoproteine è basata sulla loro densità, che dipende dalla quantità relativa di proteine (apoproteine) e di lipidi presenti nella molecola (più elevata la frazione proteica e più è elevata la densità). Pertanto,a partire da quelle a densità più bassa sono distinte in: Chilomicromi, Lipoproteine a densità molto bassa (VLDL), Lipoproteine a bassa densità (LDL), Lipoproteine ad alta densità (HDL) Formula di Friedewald: LDL=Col. Tot. – (HDL + 1/5 trigliceridi)
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STRUTTURA DELLA LIPOPROTEINA
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METABOLISMO DEI LIPIDI
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ELEMENTI CORPUSCOLATI
Eritrociti Leucociti - Polimorfonucleati Granulociti Neutrofili Granulociti Basofili Granulociti eosinofili Mononucleati Linfociti e Monociti Piastrine Frammenti cellulari
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ESECUZIONE STRISCIO DI SANGUE
Vetrino portaoggetto Vetrino coprioggetto
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ESECUZIONE STRISCIO DI SANGUE
Vetrino coprioggetto POCO USATO
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ESECUZIONE STRISCIO DI SANGUE
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STRISCIO DI SANGUE COLORATO NON COLORATO
Si trovano gli elementi maturi espressione della normale attività ematopoietica del midollo osseo: globuli bianchi, globuli rossi e piastrine. L’esame morfologico dello striscio si sangue può essere effettuato per due motivi: Presenza di una sintomatologia clinica che evoca la possibilità di un’ ematopatia, sospetto di un’infezione - Presenza di allarmi segnalati nell’emocromo dal contaglobuli automatico che necessitano conferma: leucopenia, cellule immature, etc COLORATO NON COLORATO
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ESECUZIONE STRISCIO DI SANGUE
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ESECUZIONE STRISCIO DI SANGUE
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STRISCIO DI SANGUE
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VALUTAZIONE MICROSCOPICA DELLE CELLULE EMATICHE
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GRANULOCITI NEUTROFILI
Costituiscono la maggior parte dei leucociti (60-70%) e la loro funzione è quella di distruggere i batteri nel connettivo grazie alla loro capacità fagocitaria. Hanno un diametro di circa 15 µm ed un nucleo che presenta da 2 a 5 lobi tra loro uniti da filamenti di cromatina. Vengono anche detti polimorfonucleati a causa del loro nucleo multilobato; nelle donne il nucleo può presentare un addensamento a forma di mazza di tamburo che corrisponde al cromosoma X (corpo di Barr). Sono presenti 3 tipi di granulazioni: Granuli specifici Granuli azurofili Granuli terziari
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GRANULAZIONI Granuli specifici :contengono enzimi necessari per la loro funzione antimicrobica come proteasi, fosfolipasi ed enzimi litici Granuli azurofili: contengono idrolasi acide, lisozima, MPO Granuli terziari: contengono gelatinasi che idrolizza la membrana basale permettendo alle cellule di penetrare nel tessuto
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FUNZIONI I neutrofili migrano nel connettivo nelle zone invase dai microrganismi Penetrano nella zona infiammata aderendo inizialmente all’endotelio grazie a recettori specifici Innescano il processo infiammatorio rilasciando molecole denominate leucotrieni Fagocitano e distruggono l’eventuale patogeno
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FAGOCITOSI del PMN e poi internalizzato in un vacuolo, detto fagosoma.
La fagocitosi è un processo attivo in cui il patogeno viene circondato dalla membrana del PMN e poi internalizzato in un vacuolo, detto fagosoma. Qui si riverserà il contenuto dei granuli del PMN , con conseguente degradazione ed uccisione del patogeno.
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GRANULOCITA EOSINOFILO
Sono poco rappresentati (meno del 4%), Il loro numero aumenta nelle reazioni allergiche ed in caso di parassitosi. Sono in grado di danneggiare agenti patogeni come parassiti. Hanno un diametro di circa 15 µm ed un nucleo bilobato. Riconosciamo nel citoplasma 3 tipi di granuli: Granuli primari Granuli secondari o specifici Granuli terziari
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GRANULAZIONI Granuli primari: caratteristici delle forme immature e che rimangono solo in piccolo numero nelle forma mature. Granuli secondari: presentano un nucleo cristallino circondato da matrice amorfa. Contengono proteine con elevata attività tossica contro elminti (ECP), neurotossine, perossidasi eosinofila (EPO) Granuli terziari: contengono fosfatasi acida
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FUNZIONI Intervengono nelle reazioni allergiche
Svolgono funzione di difesa in caso di infiammazioni causate da macroparassiti
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GRANULOCITI BASOFILI Rappresentano meno dell’1% dei leucociti totali, hanno un diametro di circa 15 µm e possiedono un nucleo ad S mascherato da numerosi granuli. Posseggono granuli contenenti eparina ed istamina. Sia per il contenuto dei loro granuli sia da un punto di vista funzionale sono molto simili ai mastociti. Intervengono, infatti, nelle reazioni di ipersensibilità.
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MONOCITI Sono il 6-8% dei leucociti totali. Sono le cellule più grandi del sangue avendo un diametro di circa 18µm. Rimangono in circolo solo pochi giorni, poi migrano nel connettivo dove differenziano in macrofagi. Hanno un nucleo con caratteristica forma a ferro di cavallo o reniforme. Sono fagociti molto efficienti, eliminano cellule morte o danneggiate, antigeni e batteri. Secernono citochine che attivano la risposta infiammatoria, la proliferazione e la maturazione di altre cellule.
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MACROFAGI I macrofagi appartengono al sistema dei fagociti
mononucleati. A seconda del tessuto che raggiungono acquisiscono caratteristiche diverse: Cellule di Langhans CUTE Cellule di Kupffer FEGATO Microglia SISTEMA NERVOSO CENTRALE Osteoclasto OSSO Langhans microglia osteoclasto
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LINFOCITI Sono il 20-25% dei leucociti totali. Hanno un nucleo eccentrico,denso che occupa circa il 90% della cellula. Hanno un diametro di circa 8-10 µm e scarso citoplasma. Esistono diverse sottopopolazioni di linfociti, che non risultano distinguibili dal semplice striscio di sangue. Possiamo fare una prima distinzione in : Linfociti B Linfociti T Linfociti Natural Killer
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CATEGORIE DI LINFOCITI
I linfociti B, una volta attivati dall’interazione con l’antigene, si trasformano in plasmacellule e producono anticorpi I linfociti T vengono distinti in Helper, che coadiuvano i B nella risposta immunitaria e in Citotossici, che uccidono cellule infettate da virus o estranee I linfociti Natural Killer uccidono cellule neoplastiche o infettate da virus
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PIASTRINE Sono piccole porzioni cellulari che derivano dalla frammentazione del citoplasma di grandi cellule poliploidi del midollo osseo dette megacariociti. Hanno forma discoidale, che diventa sferica dopo attivazione. Sono molto piccole avendo circa 3-5 µm di diametro. A seguito dell’attivazione piastrinica si verificano una serie di eventi che portano alla coagulazione del sangue. Concentrazione nel sangue: 200 – 400x103 µL
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GLOBULI ROSSI
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GLOBULI ROSSI Cellule di forma discoidale, biconcava, anucleate
Diametro da 6-8 µm 5-7 x106 /µl uomo 4-6 x106/ µl donna
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GLOBULI ROSSI La forma del globulo rosso aumenta l’efficienza dello scambio di gas fra citoplasma e plasma ematico e favorisce il suo scorrimento nel flusso ematico. Il citoplasma del globulo rosso contiene: 66% di acqua 33% proteine , di cui 95% Hb 5% altre L’Hb è responsabile della maggior parte del trasporto di ossigeno ed anidride carbonica (circa 280 milioni di molecole di Hb per GR e più di 1 milione di molecole di ossigeno potenzialmente trasportabili da un singolo GR)
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fagocitosi,negli organi eritrocateretici (milza, fegato,
Vita media 120 giorni Eliminazione, tramite fagocitosi,negli organi eritrocateretici (milza, fegato, midollo osseo) Dopo 120 giorni presentano sulla membrana plasmatica alcuni oligosaccaridi che li rendono aggredibili dai macrofagi della milza, del fegato e del midollo osseo (sistema reticolo-endoteliale)
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STRISCIO DI SANGUE La morfologia dei globuli rossi considera come parametri fondamentali gli indici eritrocitari quali: dimensione, contenuto di Hb, forma.
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MORFOLOGIA DEGLI ERITROCITI
Dall’esame di uno striscio di sangue periferico colorato secondo Wright Giemsa si possono ottenere parecchie informazioni utili per la diagnosi. In caso di malattia gli eritrociti presentano delle variazioni nelle dimensioni nella forma, nel contenuto emoglobinico, nella proprietà di colorazione. La presenza di variabilità nelle dimensioni degli eritrociti è definita ANISOCITOSI La presenza di forme diverse di eritrociti nello striscio è definita POICHILOCITOSI MORFOLOGIA DEGLI ERITROCITI
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COLORAZIONE emoglobinizzazione (colore)
La colorazione esprime generalmente la quantità di emoglobina contenuta nel GR. Presentano un’area pallida centrale grande circa 1/3 del diametro, normocromici (MCH nella norma). Se maggiore ipocromia (MCH e MCHC inferiore alla norma), in anemie sideropeniche e talassemia. Se ridotta ipercromia non esiste (MCH e MCHC nella norma). Nell’anemia megaloblastica, dato l’ispessimento dei globuli rossi, molte cellule assumono una colorazione più intensa e presentano un’area centrale <. Nella sferocitosi ereditaria globuli rossi con ridotta area centrale. La presenza contemporanea in uno striscio di cellule ipo- e normocromiche viene definita anisocromia (caratteristica di anemie sideroblastiche).
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COLORAZIONE Policromatofilia: cellule di dimensioni maggiori (possibile assenza del pallore centrale) e colorazione diffusa blu/grigio (presenza di RNA) reticolociti (normalmente <2.5%, se in grandi quantità possono determinare un aumento di MCV). Formazione di ROULEAUX: si tratta dell’impilamento degli eritrociti (pile di monete). Determinati da tassi elevati di fibrinogeno e globulina nel plasma (elevata viscosità del sangue).
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INCLUSIONI ERITROCITARIE
CORPI DI HOWELL-JOLLY: Frammenti di DNA nucleare alla periferia della cellula. Possono comparire per incompleta espulsione del nucleo. Frequenti nei pazienti splenectomizzati, nelle anemie emolitiche e megaloblastiche ANELLI DI CABOT: strutture ad anello o a forma di otto, costituite da materiale mitotico. Frequenti nelle anemie emolitiche CORPI DI HEINZ:indicano la presenza di emoglobina denaturata. Visibili in globuli rossi suscettibili agli stress ossidativi
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PUNTEGGIATURA BASOFILA: La persistenza di RNA all’interno dei globuli rossi può essere evidenziata dalla presenza di una fine punteggiatura basofila. In avvelenamento da Pb, anemia megaloblastica, talassemia… GLOBULI ROSSI NUCLEATI: normoblasti=precursori dei globuli rossi maturi. Presenti in circolo solo nel feto e nei primi gg di vita, rilasciate in circolo cellule immature per intensa attività eritropoietica o per eritropoiesi extramidollare. GRANULAZIONI MALARICHE: fini granuli negli eritrociti che albergano un P. vivax.
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RETICOLOCITI
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RETICOLOCITI Rappresentano l’ultima fase della maturazione eritrocitaria intramidollare. Sono eritrociti giovani, appena immessi nel circolo sanguigno e conservano per almeno 24h un esiguo numero di ribosomi. E’ proprio questa caratteristica a determinare la loro denominazione. Infatti con una particolare colorazione (coloranti basici) precipitano sotto forma di sostanza granulosa e filamentosa, appunto reticolare.
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RETICOLOCITI Possono essere immessi in circolo prima del completamento maturativo come risposta ad una aumentata richiesta eritrocitaria Il conteggio del reticolocita nel sangue periferico ha importanza per valutare indirettamente l’attività eritrocitaria del midollo osseo I reticolociti sono presenti sia a livello midollare che nel sangue periferico, dove rappresentano lo 0.5-2% dei globuli rossi totali
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RETICOLOCITI Sono importanti per la diagnosi di anemia
Reticolociti ridotti: anemia ipoproliferativa
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RETICOLOCITI Reticolociti alti (reticolocitosi): anemie emolitiche e post-emorragiche
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EMOCROMO (esame emocromocitometrico)
L’emocromo è, in realtà, un insieme di test per valutare la parte corpuscolata del sangue e il suo rapporto con la parte liquida. Fornisce informazioni quantitative (numeriche) e qualitative riguardanti: Concentrazione emoglobinica (Hb) Ematocrito, ovvero il rapporto tra la massa di globuli rossi e il volume della parte liquida (Ht) Quantità degli eritrociti e sulla loro dimensione, forma e contenuto di emoglobina (MCV, MCH, MCHC). Quantità totale dei leucociti e sulla percentuale dei vari tipi di leucociti (formula leucocitaria). Quantità di piastrine
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Metodi di conteggi ematologici
Il conteggio degli elementi corpuscolati del sangue può essere effettuato: con metodo manuale: con M.O, previa esatta diluizione del sangue in provetta con soluzioni isotoniche e successiva deposizione in camere contaglobuli (Thoma, Burker) con metodo automatico: impiego di contaglobuli elettronici o di citofluorimetria
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FORMULA LEUCOCITARIA E’ conosciuta anche come conteggio differenziale dei leucociti e permette di valutare la percentuale di ognuno dei cinque tipi di globuli bianchi. Può essere effettuata automaticamente dal contatore elettronico, oppure mediante la lettura con microscopio ottico dello striscio di sangue. Neutrofili – 70% 65% Linfociti – 30% 25% Monociti – 8% % Eosinofili – 5% % Basofili < 1% %
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ELEMENTI FIGURATI DEL SANGUE
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ERITROCITI Determinazioni quantitative degli eritrociti e della loro capacita’ di trasportare ossigeno. ►Quantità di Hb totale (gr/100 ml) ►EMATOCRITO = Volume complessivo globuli rossi Volume totale del sangue ►NUMERO ASSOLUTO dei globuli rossi nel sangue intero (106/l). Determinato da contatori elettronici che calcolano rapidamente anche gli: ►INDICI CORPUSCOLARI sono valori calcolati che definiscono la grandezza media degli eritrociti e il contenuto emoglobinico medio per cellula.
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►Quantita’ di Hb totale (g/100 ml)
La concentrazione emoglobinica presenta notevoli variazioni a seconda dell’eta’ del soggetto (alla nascita valori più elevati in assoluto). Valori normali: ♂ g/100ml e ♀ g/100ml Valutazione effettuata: La quantità di Hb liberata dalla lisi di una certa quantità di eritrociti può essere effettuata spettrofotometricamnente a 540 nm (picco di assorbimento di Hb) dal momento che la conc. è direttamente proporzionale alla densità ottica. Stima approssimata (donazione): *♀ (12.5 g/100ml) *♂ (13.5 g/100ml)
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Quantità di Hb totale (gr/100 ml) Valori normali: ♂ 14-18 g/100ml e ♀ 12-16 g/100ml
Valori superiori possono derivare da: diarrea, disidratazione, shock, policitemia, ustioni e trasfusioni ripetute. Valori inferiori possono essere causati da: aplasia midollare, ulcera peptica, deficit di ferro, epatopatie, infezioni gravi, insufficienza renale cronica, morbo di Cooley, morbo di Crohn, leucemie, neoplasie maligne, morbo di Hodgkin.
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►EMATOCRITO = Volume complessivo globuli rossi
►EMATOCRITO = Volume complessivo globuli rossi Volume totale del sangue Misurato con metodo che utilizza un capillare di vetro (riempito di sangue,centrifugato e proporzione tra plasma e eritrociti stabilita con dispositivo calibrato) o con strumenti elettronici automatici.
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►EMATOCRITO = Volume complessivo globuli rossi
►EMATOCRITO = Volume complessivo globuli rossi Volume totale del sangue Valori normali: ♂ 38-48% e ♀ 36-46%
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EMATOCRITO: Valori normali: ♂ 38-48% e ♀ 36-46%
Valori superiori: Policitemia, disidratazione, uso di diuretici, ustioni, vomito, emoconcentrazione. Valori inferiori: Anemie, aplasia midollare, gravi infezioni, insufficienza renale cronica, emodiluizione.
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5-7x106 / µl uomo 4-6x106 / µl donna ► NUMERO ASSOLUTO dei globuli rossi nel sangue intero (106/l) Determinato da contatori elettronici che calcolano rapidamente anche gli ►INDICI CORPUSCOLARI sono valori calcolati che definiscono la grandezza media degli eritrociti e il contenuto emoglobinico medio per cellula. VOLUME CORPUSCOLARE MEDIO (MCV)= volume medio del globulo rosso EMOGLOBINA CORPUSCOLARE MEDIA (MCH)= contenuto (peso!!!) dell’Hb nell’eritrocita medio. CONCENTRAZIONE EMOGLOBINICA CORPUSCOLARE MEDIA (MCHC).
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VOLUME CORPUSCOLARE MEDIO
(MCV)= volume medio del globulo rosso MCV = EMATOCRITO x 1000 (l!!!) N° 106 globuli rossi/l Valori normali fl femtolitri: fl=10-15l Es. EMATOCRITO 0.45 Conta eritrociti 5x106/l 5x109/ml=5x1012/l5x1012/l occupano un volume di 0.45l MCV = 0.45/5x1012=90x10-15l=90 fl
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VOLUME CORPUSCOLARE MEDIO
Striscio con evidente anisocitosi MCV tra 80 e 96 fl NORMOCITA MCV<80 fl MICROCITA MCV>95 fl MACROCITA MCV>115 fl MEGALOBLAST0 Valori superiori: Anemia megaloblastica (carenza vitamina B12 e folati),, alcolismo,metastasi, enteriti. Valori inferiori: Emoglobinopatie, talassemia, anemia sideropenica
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RDW: Red cell Distribution Width
La disparità dimensionale eritrocitaria (anisocitosi) è un rilievo molto frequente nelle anemie. Questa variabilità non è evidenziabile quando si fa la media dei valori e ne può risultare un MCV falsamente normale. L’esame morfologico dello striscio di sangue rivela questa anormalità, che comunque viene quantificata dal contatore elettronico come RDW = coefficiente di variazione dell’ampiezza della distribuzione di MCV. Si esprime graficamente con l’istogramma della variazione di MCV. Valori normali: % Esistono anemie con normale RDW ( %- assenza di anisocitosi) oppure anemie con elevato RDW >14.5% (presenza di anisocitosi)
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EMOGLOBINA CORPUSCOLARE MEDIA
(MCH)= contenuto medio, espresso in pg (peso!!!) dell’Hb per eritrocita. MCH = Hb (gr/l) N° globuli rossi/l Valori normali pg picogrammi: pg=10-12 g Es.: Hb 150g/l (15 g/dl) Conta eritrociti 5x1012/l MCH =150gr/l = 30 x 10-12g = 30 pg 5x1012/l
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CONCENTRAZIONE EMOGLOBINICA CORPUSCOLARE MEDIA (MCHC)
Rappresenta la concentrazione emoglobinica media in un dato ematocrito (volume di emazie) e si calcola dalla concentrazione emoglobinica e dall’ematocrito. MCHC =Hb (g/dl) EMATOCRITO Valori normali g/dl NORMOCROMICO Valori inferiori IPOCROMICO Valori superiori IPERCROMICO IMPOSSIBILE!!!! Es.: EMATOCRITO 0.45 Hb 15g/dl MCHC = 15 g/dl = 33.3 g/dl espressa in g/dl 0.45 MCHC aumenta solo nella SFEROCITOSI EREDITARIA e raramente supera i 38 g/dl.
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INDICI CORPUSCOLARI Gli intervalli di riferimento per gli adulti normali sono: MCV fl MCH pg MCHC g/dl In una persona sana si ha una variazione molto limitata, non superiore a ±1 unità in ciascuno degli indici. Le deviazioni sono particolarmente utili per la caratterizzazione dei tipi morfologici di anemie. Nelle anemie MICROCITICHE MCV < 80 fl MCH < 26 pg MCHC < 32 g/dl Nelle anemie MACROCITICHE MCV > 100 fl MCH > 35 pg MCHC NORMALE O Questi valori sono largamente impiegati nella classificazione delle anemie, in particolare la concentrazione dell’Hb e l’ematocrito sono indici comunemente usati per esprimere la gravità di un’anemia.
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EMOCROMO
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VELOCITA’ DI ERITROSEDIMENTAZIONE (VES)
Questo test determina la velocità con cui gli eritrociti sedimentano quando il sangue (anticoagulante!) viene posto in una provetta in posizione verticale. VES determinata dalla densità relativa dei globuli rossi rispetto al plasma. Metodo per la valutazione della VES: sangue con anticoagulante diluito o meno in pipetta graduata lasciato sedimentare per 1 ora. La misura (espressa in mm) della distanza tra il livello iniziale del sangue e la parte superiore della colonna di eritrociti sedimentati, dopo un dato periodo di tempo, indica la VES. VES
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VES In condizioni normali la VES è relativamente bassa perché la caduta gravitazionale dei singoli globuli rossi è bilanciata da una corrente opposta dovuta allo spostamento del plasma. VES fortemente influenzata dalla capacità degli eritrociti di formate rouleaux per attrazione superficiale. Rouleaux si formano più facilmente se nel sangue aumenta la % di globuline (rispetto albumine), se i livelli di fibrinogeno sono molto alti e in genere se sono presenti elevate concentrazioni plasmatiche di macromolecole (carica +). VALORI NORMALI mm/h UOMO 10-15 mm/h DONNA
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RIASSUMENDO Da un punto di vista fisico i globuli rossi vengono spinti a sedimentare dalla forza di gravità, proporzionale alla massa ed al volume cellulare, contrastata dalla forza di galleggiamento; la massa perciò aumenta quando le cellule si aggregano. L’aggregazione è di norma ostacolata dalla carica negativa della superficie, che fa sì che gli eritrociti si respingano tra loro. E’ possibile però che tale negatività si neutralizzi quando sono presenti nel plasma proteine a carica positiva che favoriscono l’impilamento dei globuli rossi. Si spiega in tal modo l’aumento della VES nelle situazioni fisiologiche o patologiche che implicano un aumento di fibrinogeno o di globuline plasmatiche. 4-10 mm/h uomo 10-15 mm/h donna
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E’ importante ricordare che la VES è un indice aspecifico di malattia e non costituisce nemmeno un indice specifico di fase acuta. Infatti l’aumento della VES si ha per :
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FATTORI CHE INFLUENZANO LA VES
Fattori plasmatici: concentrazione di fibrinogeno, globuline (!). Danni tessutali, infiammazione (proteine della fase acuta!), gravidanza… possono determinare aumenti aspecifici dei livelli di globuline e di fibrinogeno Fattori eritrocitari N°, dimensioni, alterazioni morfologiche (es. cells falciformi), formazione di rouleaux. Bisogna tenere conto che il valore della VES è inversamente proporzionale a quello dell’ematocrito – VES risulta più elevata in un soggetto anemico Misura della VES ha 3 scopi: rilevare la presenza di processi infiammatori controllare il decorso di una malattia individuare condizioni neoplastiche (es mieloma). Manca di specificità e sensibilità, tuttavia molto usata.
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