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4a lez. – 25 marzo 2017: Vincenzo Di Pilato
Kenosi e comunione: una lettura ecclesiologica Vincenzo Di Pilato
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Il concetto greco di “ekklesía” richiama l’immagine:
1) di un “popolo” 2) formato da persone “in cammino” 3) “chiamate” - “accompagnate” da “Dio” 4) il quale (Dio) parla e agisce nell’ “intimo” dei singoli 5) cambiando il corso della “storia” 5) col desiderio di “salvare tutti” (cf. 1Tm 2,4)
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Se il sostantivo greco “ekklesía” privilegia la categoria della “storia” e, quindi, del “tempo”, l’aggettivo greco “kyriaké” (oikía) che significa: «(casa) del Signore», privilegia invece la categoria dello “spazio” (vitale). Da esso derivano le parole “Kirche” (tedesco), “Church” (inglese), “Criky” (slavo antico), “Cerkov” (russo), “Kirkko” (finlandese), “Kirik” (estone)…
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Guardando alla millenaria storia biblica, la Chiesa è stata, quindi, percepita sia
“in via”, in continuo pellegrinaggio (l’Esodo diventa paradigmatico dell’esistenza individuale e collettiva); come un “gregge” guidato da un Pastore che è Dio. I seguaci di Gesù vennero chiamati all’inizio: coloro che appartengono alla “Via”; “tenda”, “casa”. La Bibbia usa anche le immagini di “podere” o “campo”, “vigna scelta” (dove Cristo è la vera vite), “ovile” (la cui unica porta necessaria è Cristo), “gregge”, “edificio” (di cui Gesù è la pietra angolare), “dimora”, “tempio”, “sposa”, “famiglia”, “corpo”.
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La Chiesa si ritrova tra la strada e la casa, tra il testo e il contesto, tra la luce del Vangelo e la storia…
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L’immagine che più esprime questa dimensione dinamica della Chiesa è quella del “Corpo”
(Lumen gentium 7)
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Dove è visibile il Corpo di Cristo?
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1) nella vita della Parola annunciata; 2) nel pane e nel vino eucaristici; 3) nel fratello, povero in modo particolare; 4) nella Comunità riunita nel Suo nome.
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Come è riuscita la Chiesa a mantenere questa “tensione” tra l’unità del tutto e le particolarità locali?
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«La realtà è superiore all’idea»
(Papa Francesco, Evangelii gaudium, 233)
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La Luce del Verbo è da scoprire “dentro” ogni cosa creata in virtù della Incarnazione, senza confusione o separazione
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kenosi di Dio
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I mistici riconoscono nella croce il momento decisivo di questo “attraversamento”, in entrambe le direzioni, tra vita divina e umana
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S. Paolo fa ricorso non a un’immagine (la partoriente), ma a un verbo di movimento: « kenoo » (heautòn) che significa – in senso “relativo”, non “assoluto”! – «svuotare se stesso», «fare il vuoto di sé» per ricevere dall’altro il “nuovo sé”, una nuova “forma” (morphé)
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Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso (heautòn ekénosen)… (Filippesi, cap. 2)
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La kenosi del Verbo incarnato ha avuto come conseguenza che non c’è più “vuoto” sulla terra né in cielo, ma c’è Lui: Dio.
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Le piaghe del Crocifisso-Risorto, in particolare la Piaga dell’abbandono, che le riassume tutte perché più dolorosa, diventa la finestra di Dio spalancata sul mondo, varco attraverso cui il cristiano può finalmente vedere quello che a Mosè era stato precluso in vita: il vero Volto di Dio! Al contempo, la Piaga dell’abbandono è la finestra dell’umanità attraverso la quale si vede Dio, il varco attraverso cui Dio stesso ci rende partecipi della sapienza con cui ha creato il mondo e ha già riconciliato ogni divisione nel Corpo glorioso di Gesù.
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Il Corpo della Chiesa è vivo quando sono attivi simultaneamente due movimenti, simili alla sistole e alla diastole del cuore: 1) un movimento “centripeto” che porta alla comunione con Dio e tra tutti (= essere famiglia); 2) un movimento “centrifugo”, di “svuotamento” (kenosi), conseguenza del primo, che spinge ad irradiare su tutti la “Claritas” (la Gloria) che Gesù ci ha donato con la sua morte: lo Spirito Santo.
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La kenosi e la comunione sono simili a questi due movimenti vitali che animano ogni « cellula » del Corpo di Gesù che è la Chiesa
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Il movimento esodale, “in uscita” della Chiesa ne rivela la sua dinamicità vitale: la sua Identità
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1) Chiesa “povera” e “dei poveri”
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2) misericordia
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3) Sinodalità
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4) L’incontro il dialogo
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Il cuore della Chiesa batte così tra due movimenti di kenosi e di comunione, in “fedeltà creativa” al suo “nucleo fondante” che è “mistero di luce” (cf. 1Gv 1,5), sempre a contatto con la storia: con le sue sfide, i cambiamenti, gli arresti, le sconfitte e conquiste, le tristezze e le angosce, le gioie e le speranze…
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