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- ADDETTO LINEA DI PRESSOFUSIONE -

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Presentazione sul tema: "- ADDETTO LINEA DI PRESSOFUSIONE -"— Transcript della presentazione:

1 - ADDETTO LINEA DI PRESSOFUSIONE -
ANALISI DEL RISCHIO - ADDETTO LINEA DI PRESSOFUSIONE - INDICE GENERALE 1. INFORMAZIONI GENERALI 2. Criteri per la valutazione dei rischi 2.1 Tipologie di rischi 3. Analisi attività lavorativa 3.1 Attività esercitata 4. Valutazione rischi e interventi migliorativi

2 1. INFORMAZIONI GENERALI
La seguente analisi riporta gli esiti della valutazione di tutti rischi per la sicurezza e salute dell’addetto alla linea di pressofusione (redatto in osservanza al Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 per ottemperare agli obblighi non delegabili del Datore di Lavoro) La finalità della valutazione dei rischi è di formulare un giudizio di gravità dei rischi in modo da definire un ordine nella programmazione dell'esecuzione dei relativi provvedimenti di prevenzione e protezione. Il D.Lgs. 81/2008 assegna al datore di lavoro il compito di effettuare la valutazione dei rischi e di elaborare il documento della sicurezza in collaborazione con il responsabile servizio prevenzione e protezione, con il medico competente ove previsto, previa consultazione del rappresentante per la sicurezza.

3 2. Criteri per la valutazione dei rischi
Il criterio fondamentale da seguire nella valutazione dei rischi è quello della soggettività nell’identificazione dei pericoli in ogni luogo di lavoro, nell’analisi dei fattori di rischio e nella stima delle possibili conseguenze. I rischi individuati sono valutati secondo la Matrice di Valutazione del Rischio; in generale si può esprimere il Rischio (R) quale funzione della variabile Probabilità (P), intesa come elemento che definisca la possibilità temporale che si instauri una definita situazione di pericolo e della variabile Magnitudo (M) del danno, intesa come entità: R = f (P, M) Ipotizzando, nella più semplice delle ipotesi, una linearizzazione della funzione suddetta otteniamo: R = P x M Nel seguito sono esposti i criteri per quantificare, nelle situazioni specifiche e contingenti, le variabili Probabilità e Magnitudo del danno.

4 Scala della probabilità P
Considerando come periodo temporale l’anno gli eventi vengono classificati in: Frequente: probabilità di accadimento superiore al 10%, si avrebbe pertanto un evento dannoso almeno ogni mese circa; Probabile: probabilità di accadimento superiore al 1% e inferiore al 10%, si avrebbe pertanto un evento dannoso almeno tre volte l’anno; Occasionale: probabilità di accadimento superiore al 0,1% e inferiore al 1%, si avrebbe pertanto un evento dannoso almeno ogni tre anni; Improbabile: probabilità di accadimento superiore al 0,001% e inferiore al 0,01%, si avrebbe pertanto un evento dannoso almeno ogni trecento anni circa;

5 Il livello della probabilità P dell’evento dannoso può essere dunque definito secondo la tabella seguente: VALORE LIVELLO DEFINIZIONI - CRITERI 4 FREQUENTE Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori. Si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata in situazioni operative simili. Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe alcuno stupore. 3 PROBABILE La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo diretto. E’ noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno. Il verificarsi del danno ipotizzato, susciterebbe una moderata sorpresa. 2 OCCASIONALE La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi. Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi. Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa. 1 IMPROBABILE La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti. Non sono noti episodi già verificatisi. Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità.

6 Scala del Magnitudo del danno M
La magnitudo del danno può essere espressa in funzione del numero dei soggetti coinvolti in quel tipo di rischio e del livello di danno ad essi provocato. La scala di gravità del danno fa riferimento alla reversibilità, o meno, del danno stesso, distinguendo tra infortunio ed esposizione acuta o cronica. Il livello della magnitudo M può essere, pertanto, definito mediante la tabella seguente: VALORE LIVELLO DEFINIZIONI - CRITERI 4 GRAVISSIMO Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale. Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti. 3 GRAVE Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale. Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti. 2 MODESTO Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile. Esposizione cronica con effetti reversibili. 1 LIEVE Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile. Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili.

7 Matrice di valutazione del rischio
Definiti l’entità del magnitudo del danno M eventualmente provocato dal fattore di rischio analizzato, la probabilità P che esso si verifichi, la presenza di misure di prevenzione e/o protezione che riducano il livello del danno in caso di accadimento del fattore di rischio analizzato, il livello di rischio R si ottiene dal prodotto P x M. Questo è raffigurabile con una rappresentazione grafico-matriciale seguente.

8 Scala M Scala P Lieve Modesto Grave Gravissimo 1 2 3 4 Improbabile
Occasionale 6 8 Probabile 9 12 Frequente 16

9 Basso Medio Alto Altissimo 1 ≤ R ≤ 2 2 < R < 6 6 ≤ R ≤ 9
Dalla combinazione dei due fattori si è ricavato il Livello di Rischio R, crescente con gradualità: Basso Medio Alto Altissimo 1 ≤ R ≤ 2 2 < R < 6 6 ≤ R ≤ 9 9 < R ≤ 16

10 DEFINIZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
NOTA: Stabilita la gravità di ogni singolo rischio presente nell’attività lavorativa, secondo le modalità definite in precedenza, occorrerà adottare, opportune misure di prevenzione e protezione, atte a ridurre la possibilità di accadimento e/o l’entità dei danni provocati dal verificarsi di un evento dannoso, al fine di tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori. SCALA DELLA PRIORITA’ ATTENZIONE: Al termine della fase precedente di STIMA del rischio di esposizione, sulla base dei dati ottenuti, desunti o misurati, si potrà procedere alla definizione del PROGRAMMA DI PREVENZIONE INTEGRATA

11 AZIONE DA INTRAPRENDERE
Le azioni da intraprendere in funzione del livello di RISCHIO sono: LIVELLI DI RISCHIO R AZIONE DA INTRAPRENDERE SCALA DELLE PRIORITA’ Basso Le misure non sono strettamente necessarie (quelle in corso sono sufficienti). Azioni migliorative da valutare in fase di programmazione Medio Nel caso di rischio con D (pari a 1 o 2) basso: - Prendere in considerazione misure di miglioramento ai fini della riduzione del livello di rischio. Nel caso di rischio che presenti D elevato (pari a 3 o 4): - Attuare misure immediate di protezione dai rischi. Azioni correttive da programmare a medio termine Alto - Attuare misure immediate di prevenzione e protezione dai rischi. - Identificare misure di miglioramento ai fini della riduzione del livello di rischio. Azioni correttive da programmare con urgenza Altissimo - Attuare misure immediate di prevenzione e protezione dai rischi (nell'impossibilità: bloccare temporaneamente il processo produttivo). - Identificare misure di miglioramento nel breve periodo ai fini della riduzione del livello di rischio Azioni correttive immediate NOTA: La tabella sopra esposta riporta la scala delle priorità in modo tale da stabilire dei tempi di esecuzione delle misure di prevenzione e protezione individuate.

12 2.1 Tipologie di rischi Le tipologie dei rischi presenti per l’attività/mansione presa in esame, possono essere divisi in tre categorie: - vedasi tabelle - Rischi Tecnici per la Sicurezza: di natura “tecnica infortunistica”, Rischi per la Salute: di natura “igienico-ambientali”, Rischi Trasversali: di natura “organizzativa gestionale” Rischi Particolari Trasversali. N.B.: – da noi in seguito semplificati in: RISCHI MECCANICI RISCHI AMBIENTALI ALTRE TOPOLOGIE DI RISCHIO

13 RISCHI PER LA SALUTE DEI LAVORATORI
I FATTORI DI RISCHIO CHE VENGONO UTILIZZATI PER SVILUPPARE UNA VALUTAZIONE DEI RISCHI DI UNA AZIENDA E NON SOLO DI UNA MANSIONE/ATTIVITÀ, SONO RIPORTATI NELLE TABELLE SEGUENTI: RISCHI PER LA SICUREZZA DEI LAVORATORI 1. Aree di transito 2. Spazi di lavoro 3. Scale 4. Macchine 5. Attrezzi manuali 6. Manipolazione manuale di oggetti 7. Immagazzinamento di oggetti 8. Impianti elettrici 9. Apparecchi a pressione 10. Reti e apparecchi distribuzione gas 11. Apparecchi di sollevamento 12. Mezzi di trasporto 13. Rischi di incendio ed esplosione 14. Rischi chimici RISCHI PER LA SALUTE DEI LAVORATORI 1. Esposizione alle polveri 2. Esposizione ad agenti biologici 3. Esposizione ad agenti fisici 4. Esposizione ad agenti non ionizzanti 5. Carico di lavoro fisico 6. Lavoro ai videoterminali

14 RISCHI PARTICOLARI (Trasversali)
RISCHI TRASVERSALI 1. Informazione e formazione 2. Emergenza, Pronto soccorso. Sorveglianza sanitaria 3. Dispositivi di protezione individuale RISCHI PARTICOLARI (Trasversali) 1. Rischi da stress lavoro correlato 2. Rischi connessi all’età 3. Protezione dei giovani sul lavoro 4. Rischi connessi alla differenza di genere 5. Lavoratrici in stato di gravidanza 6. Rischi connessi alla provenienza da altri paesi 7. Rischi connessi all’uso di alcool e sostanze stupefacenti durante il lavoro

15 LINEA DI PRESSOFUSIONE
3. Analisi attività lavorativa 3.1 Attività esercitata N. Mansione Descrizione 1. ADDETTO LINEA DI PRESSOFUSIONE La mansione dell’addetto alla linea di pressofusione viene svolta all’esterno dell’isola di pressofusione dove la stessa rimane inaccessibile, l’isola è dotata di impianto di auto bloccaggio nel caso di rilevamento dell’operatore all’interno dell’isola. I problemi si presentano soprattutto nella fase di manutenzione o di installazione di un nuovo stampo sulla pressa; Analisi della mansione: l’addetto preleva il pezzo (di circa 3.5 Kg) sulla parte esterna dell’isola, il pezzo arriva all’operatore tramite un nastro trasportatore, lo preleva e lo posiziona su appositi contenitori metallici che vengono posizionati e prelevati con macchinari adeguati (trans pallet – muletti). I DPI utilizzati dall’ operatore sono: i tappi, scarpe antinfortunistiche, un camice da lavoro, gli occhiali, guanti antitaglio.

16 FATTORI DI RISCHIO PRESI IN ESAME
RISCHI MECCANICI TRASCINAMENTO – CATENA – NASTRO. TRASCINAMENTO TAPPARELLA PROIEZIONI – PEZZ I- ROBOT CADUTA PEZZI – NASTRO ESPLOSIONE – BOMBOLE SCHIACCIAMENTO – PISTONE FORNO USTIONI: TUBAZIONI, TRAVASO PEZZI CALDI SCHIACCIAMENTO : CHUSURA STAMPO -ROBOT TAGLIO – BAVE PEZZI INVESTIMENTO – GRU RISCHI AMBIENTALI INALAZIONE FUMI SCIVOLAMENTO RUMORE FOLGORAZIONE SEGNALETICA ORIZZONTALE PRESENZA BUCA PRESENZA SPIGOLI CADUTE DALL’ALTO MICROCLIMA ALTRE TOPOLOGIE DI RISCHI PIANO DI EMERGENZA ED EVACUAZIONE MOVIMENTAZIONE MANUALE PROIEZIONE DA ARIA COMPRESSA

17 MISURE DI MIGLIORAMENTO
4. Valutazione rischi e interventi migliorativi RISCHIO MECCANICO R= P X M MISURE DI MIGLIORAMENTO RISCHIO RESIDUO 1 TRASCINAMENTO – CATENA – NASTRO. R = 3 X 3 = 9 1.ISTALLARE CARTER SULLA CATENA – POSIZIONARE 2.SEGNALETICA SPECIFICA R = 1 X 1 = 1 2 TRASCINAMENTO TAPPARELLA 1. LIMITARE LO SPAZIO TRA LE TAPPARELLE PER EVITARE INTRAPPOLAMENTI (GIA’ IN FASE PROGETTUALE) 3 PROIEZIONI – PEZZ I- ROBOT R = 2 X 4 = 8 PROTEZIONI PERIMETRALI PROGETTAZIONE MOVIMENTI CONTENUTI IN VELOCITA’ VERSO L’ALTO 4 CADUTA PEZZI DA NASTRO R = 2 X 1= 2 POSIZIONARE FOTOCELLULA. PREVEDERE UN PIANO FINE NASTRO CON CONTENIMENTO ANTICADUTA

18 IL LAVORO PROSEGUIRA’ ALL’APERTURA DEL NUOVO
ANNO SCOLASTICO. BUONE VACANZE !!!!


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